Block Notes n. 7, aprile 2011


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Documento unitario sul Welfare di Cgil Cisl Uil Lombardia
Niguarda, inaugurata sala ibrida
Istituto Tumori, reparto terapia radiometabolica
Lombardia. Sanità, day hospital solo per cure complesse
Consultori, l’obiettivo è che diventino centri di aiuto per le famiglie
Boscagli: presto una legge su fattore famiglia
Carenza medici, tavolo di lavoro con università
Sanità, Formigoni: network di ospedali e ricerca
Politiche sociali,entro aprile 40 mln ai comuni
Creg per combattere la cronicità in 5 Asl lombarde.
La Regione trasforma i day hospital in ambulatori.

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Osservazioni CGIL allo schema di Piano Sanitario Nazionale 2011/2013
Dossier: La sanità nelle manovre finanziarie dal 2005 al 2011
Salute: bambini in sovrappeso e anziani maschi toscani i più longevi
Il Giappone è vicino?
L’alimentazione in età avanzata
Carenze di trasparenza e regolamentazione nelle Case di riposo
Stagione influenzale 2010-2011: l’efficacia vaccinale del vaccino trivalente
Indirizzario dei Registri di mortalità
Alcohol prevention day 2011: dieci anni di impegno nella prevenzione alcologica
Crisi nel Mediterraneo: coperture vaccinali nei Paesi coinvolti

3. Links
Agenas.it. “La rete dei Distretti sanitari in Italia”.

1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Da Cgil Cisl Uil della Lombardia
7.4.2011. Documento unitario sul Welfare. “I bisogni crescono (e cambiano). I fondi calano (o spariscono). Occorre invertire la rotta: vogliamo tutele e equità sociali in Lombardia”.
Cgil Cisl Uil della Lombardia, insieme ai sindacati dei pensionati, hanno diffuso un documento sui temi del welfare, che, partendo da un’analisi dei mutamenti e dei bisogni sociali, indotti dalla crisi, che delinea una situazione di fragilità diffusa, denuncia la riduzione dei finanziamenti nazionali in campo sociale (Fondo nazionale delle politiche sociali, F. per le politiche per la famiglia, F. non autosufficienza, F. inclusione immigrati, F. servizi per l’infanzia, F infanzia e adolescenza sono scesi dai 1.819 mln. del 2008 ai 1.060 del 2010, che diventeranno solo 364 nel 2011). I sindacati lombardi condividono le preoccupazioni espresse al riguardo dall’Anci e la richiesta alla Regione di ripristinare il Fondo al livello del 2010, chiedono l’attuazione degli impegni sottoscritti dal Presidente della Regione con l’accordo sulla non autosufficienza firmato con Cgil Cisl Uil nel novembre 2009 e sollecitano l’apertura di un confronto con l’assessore alla Sanità sui temi della cronicità e delle sub-acuzie. In un quadro di confronto sull’insieme delle priorità in campo sanitario, sociosanitario e sociale, Cgil Cisl Uil ribadiscono la loro disponibilità a confrontarsi sui temi della compartecipazione da parte dei cittadini al costo dei servizi sociali e sociosanitari, individuando criteri di maggiore omogeneità e di equità.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 24 marzo 2011
Niguarda, inaugurata sala ibrida.
Inaugurata oggi, all’ospedale Niguarda di Milano, la nuova “sala ibrida” del Blocco Sud. Si tratta di una grande sala operatoria - l’unica in Italia dotata di angiografo robotizzato - in cui sono presenti apparecchiature radiologiche che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale sia quella interventistica a guida radiologica. La sala ibrida permette interventi a ridotta invasività per quanto riguarda la chirurgia valvolare, i by-pass, l’impianto di endoprotesi aortiche, l’impianto ‘ibrido’ di dispositivi per la resincronizzazione cardiaca, l’ablazione chirurgica della fibrillazione striale. Alcuni principi fondamentali che si realizzano grazie all’operatività di questa nuova sala: il lavoro “in concerto” dei medici, la multidisciplinarietà, la sinergia tra i professionisti e tra pubblico e privato (la Siemens ha collaborato a questa realizzazione). Nella sala le apparecchiature medicali sono collegate tra di loro e consentono l’utilizzo di tecnologie per videoconferenza, riprese del campo operatorio in alta risoluzione con la possibilità per gli operatori di utilizzare schermi di ampie dimensioni e schermi di controllo touch screen. Nella sala ibrida angiografica sono possibili interventi simultanei di diversi specialisti: cardiochirurgo e chirurgo vascolare, emodinamista, elettrofisiologo, radiologo, specialista di chirurgia toracica e radiologo interventista. Grazie anche a questa innovativa sala il Niguarda diventa un centro di formazione internazionale per le nuove procedure di sostituzione valvolare trans-catetere per via mini invasiva. Nel corso dell’anno verranno formati oltre 50 medici e specialisti provenienti da diversi centri di riferimento internazionale. In occasione dell’inaugurazione della ‘sala ibrida’ è stato presentato anche il nuovo sistema di mappaggio elettroanatomico 3D con angiografia rotazionale, utilizzato per l’ablazione della fibrillazione atriale. Il sistema, nato dalla collaborazione tra Niguarda e l’azienda Philips, è il primo e unico disponibile in Italia e uno dei pochi nel mondo e permette la diretta visualizzazione delle strutture cardiache senza preliminare TAC o RNM, la ‘navigazione’ sicura in 3D con gli elettrocateteri per eseguire con maggiore rapidità e sicurezza l’ablazione, la riduzione dell’esposizione radiologica e dei suoi rischi.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 28 marzo 2011
Istituto Tumori, reparto terapia radiometabolica.
Sono stati inaugurati oggi i nuovi spazi dell’Unità di terapia radiometabolica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Si tratta di uno tra i maggiori centri della Lombardia dedicati a questa moderna terapia contro i tumori. Sei i posti letto disponibili, che si aggiungono ai 53 già presenti in Lombardia; 500 i pazienti che potranno essere accolti ogni anno. La terapia radiometabolica è realizzata attraverso radiazioni, che, invece di essere prodotte sotto forma di fasci esterni all’organismo convogliati sul tumore, sono emesse all’interno del corpo del paziente da speciali farmaci costituiti da molecole rese radioattive. Le principali patologie che vengono trattate attraverso l’utilizzo di queste particolari molecole ‘programmate’ per distruggere solo le cellule tumorali, con ridotti danni per quelle sane, sono: tumori della tiroide, neuroblastoma pediatrico e altri tumori dell’infanzia, linfomi non-Hodgkin, tumori del fegato e alcuni tipi di metastasi ossee. All’interno del reparto verrà garantito anche il trattamento del dolore oncologico: ad esempio in particolari metastasi ossee, che causano dolori resistenti ai trattamenti, vengono usate molecole radioattive, simili al fosforo, che penetrano nella metastasi e sono così in grado di ridurre l’infiammazione e il dolore.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 31 marzo 2011
Lombardia. Sanità, day hospital solo per cure ‘complesse’.
Cambia, perfezionandosi, l’organizzazione delle cure erogate in regime di day hospital. Il day hospital (ospedalizzazione diurna) continuerà ad essere riservato solo ai casi che richiedono il reale allettamento del paziente (in camere con gli stessi requisiti organizzativi previsti per l’attività di degenza ordinaria) e per i quali è prevista un’assistenza prolungata e continuativa di personale medico e infermieristico. Per tutti gli altri casi, che necessitano di una presa in carico organizzativamente e gestionalmente complessa nel corso della giornata, si ricorrerà a prestazioni che afferiranno ad una nuova macroattività ambulatoriale ad alta integrazione e complessità di tipo non chirurgico. E’ quanto ha deciso la Giunta regionale, approvando una delibera che permette di erogare prestazioni complesse che non necessitano del pernottamento dei pazienti in una forma che non richiede la complessità di gestione dei ricoveri (cartella clinica, scheda e lettera di dimissione, vincoli di requisiti strutturali) ma che garantisce comunque per i pazienti la sicurezza e l’efficacia di un contesto protetto di tipo ospedaliero. Questa innovazione organizzativa - che sarà specificata dalla Giunta regionale entro il mese di maggio, con l’adozione dei requisiti per la nascita della “macroattività ambulatoriale complessa” - fotografa una situazione di fatto. I provvedimenti che fissano le modalità di erogazione delle attività di ricovero e cura risalgono infatti a oltre 30 anni fa; tenuto conto dell’evoluzione che ha interessato le modalità e le regole delle attività di day hospital e di specialistica ambulatoriale, si è assistito nel tempo a una drastica riduzione delle indicazioni clinicamente appropriate per lo stesso day hospital e al contemporaneo ampliamento delle potenzialità della specialistica ambulatoriale. Per questa ragione è previsto che l’80 per cento dei posti attualmente disponibili per il day hospital sarà riconvertito con l’avvio appunto di specifiche attività ambulatoriali ad alta complessità clinica ed organizzativa. Con il provvedimento che dettava le ‘regole’ 2010 del servizio socio sanitario era già stata prevista la possibilità, per le strutture di ricovero e cura, di trasformare alcuni posti letto di degenza in posti letto destinati ad attività chirurgica a bassa complessità. Lo scopo della delibera sul day hospital e della precedente decisione sulla chirurgia a bassa complessità è quello di migliorare dal punto di vista organizzativo l’erogazione delle cure, rendendole più appropriate e adeguate oltre che quello di permettere alle strutture di avere maggiore flessibilità organizzativa e gestionale.

Consultori, l’obiettivo è che diventino centri di aiuto per le famiglie.
Rendere i consultori pubblici e privati centri di primo livello e punti di riferimento per qualsiasi nucleo familiare che cerchi aiuto per problemi di tipo educativo, pedagogico, relazionale o di cura in senso lato. E’ questo l’obiettivo del lavoro che Regione Lombardia sta svolgendo nell’ambito del più ampio progetto di riforma del welfare. “I consultori - ha spiegato l’assessore Boscagli, intervenendo al convegno, promosso dalla Confederazione Italiana Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana e dalla stessa Regione, ospitato a Palazzo Pirelli - possono svolgere un compito ben più ampio della importante funzione socio-sanitaria che già sviluppano, un ruolo sociale nel senso pieno del termine, di orientamento e di accompagnamento alla famiglia in difficoltà, di sostegno e di affiancamento ai suoi diversi componenti rispetto a un largo spettro di problematiche. Una prima sperimentazione in questo senso, in almeno due consultori per Asl, è prevista già per l’anno in corso. L’idea di fondo è la creazione di una rete capillare di supporto alle famiglie, attorno a cui si muovano, operando in stretta collaborazione, tutti i soggetti: consultori pubblici e privati, ASL, reparti ospedalieri di maternità e pediatria, Centri di aiuto alla vita, Tribunali dei minori, Comuni, Associazioni Familiari. Per il 2011 le regole di sistema prevedono quindi la stesura di protocolli operativi di collaborazione tra tutti questi attori sociali e istituzionali”. Particolarmente positiva si sta rivelando anche l’esperienza del Fondo Nasko, che fa proprio della collaborazione tra i consultori e i CAV uno dei suoi punti caratterizzanti. “Non si può parlare di centralità della famiglia - ha aggiunto l’assessore - senza arrivare a sostenere la vita, senza accrescere al massimo la possibilità dei bambini di nascere e senza accompagnare la volontà delle donne e degli uomini di diventare madri e padri. La politica di difesa della maternità è una politica di bene comune, sui cui dovrebbero convergere tutte le forze politiche e sociali. Vogliamo lavorare e lo stiamo facendo con sempre maggiore determinazione, a un welfare relazionale, in cui le energie dei singoli, delle comunità, delle associazioni siano valorizzate pienamente, siano messe in condizione di esprimersi e di confrontarsi su un piano di parità con le istituzioni, per creare, come dicevo prima, delle reti integrate, che rispondano in modo più adeguato e flessibile ai bisogni che emergono nei diversi ambiti. Non è compito del governo far nascere i bambini, educare i giovani all’affettività o sostituirsi alla rete delle relazioni primarie che accompagnano la crescita dei singoli e delle famiglie. È però compito del governo far sì che chi ha questa responsabilità, chi vuole generare, educare, costruire, possa farlo in piena libertà e con tutto il supporto necessario da parte della società e delle istituzioni. Questo è il cuore, il significato più profondo del principio di sussidiarietà, che guida la nostra azione in ogni ambito e che permea anche la riforma dei consultori familiari che stiamo portando avanti”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 7 aprile 2011
Boscagli: presto una legge su fattore famiglia.
Entro poche settimane il Consiglio regionale esaminerà un nuovo progetto di legge, proposto dall’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, che ha lo scopo di introdurre nelle politiche regionali il “fattore famiglia”. Lo ha annunciato oggi lo stesso assessore Boscagli, spiegando che “la spesa che si dovrà sostenere per i servizi sociali (RSA e altro) sarà correlata all’effettivo carico familiare con l’introduzione di un correttivo adeguato, appunto il ‘fattore famiglia’”. Secondo l’assessore il progetto di legge che riguarda le politiche sociali può rappresentare un primo passo per l’introduzione di questo principio del ‘fattore famiglia’ in tutti i settori. Boscagli ha partecipato in mattinata ad una tavola rotonda dedicata ad approfondire il tema della “ricchezza” della famiglie in tempo di crisi. L’incontro ha visto la partecipazione di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, Gianna Martinengo, imprenditrice e presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Milano e Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. “Nella cultura attuale - è stato il ragionamento di Boscagli - c’è poca consapevolezza su cosa sia la famiglia e sul suo ruolo. E’ necessario quindi innanzitutto un recupero culturale”. In Lombardia, ha spiegato Boscagli, il concetto di famiglia è stato “introdotto e particolarmente valorizzato a cominciare dalla Legge 23/99, che ancora oggi è il cardine delle politiche regionali, oltre che nello Statuto approvato di recente”. Proprio nella Legge 23 esiste un principio fondamentale e cioè che anche il concepito è parte della famiglia. A proposito del tema della natalità Boscagli ha ricordato l’attività del Fondo Nasko, grazie al quale viene dato sostegno alle donne che rinunciano a un aborto che sarebbe stato causato da ragioni economiche. “Un altro cardine della legge 23 - ha aggiunto Boscagli - è la valorizzazione dell’associazionismo familiare. La Regione sostiene i progetti proposti dalle associazioni”. Completano il quadro degli interventi a favore delle famiglia il sistema dote (“che mette in gioco libertà e responsabilità”) soprattutto nei settori istruzione e lavoro e i contributi per la casa. In ogni caso, è stata la conclusione dell’assessore, in un momento come quello attuale, in cui il sistema tradizionale di welfare non regge più, occorre un cambiamento di mentalità da parte di tutti: “il Paese si rinnova - ha sottolineato Boscagli - se si capisce che ciascuno ha un ruolo da giocare. Non si può scaricare tutto sulla politica, che pure non deve abdicare dal proprio ruolo. E’ la sfida della sussidiarietà: ciascuno deve fare la propria parte per costruire le risposte ai bisogni”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 9 aprile 2011
Carenza medici, tavolo di lavoro con università.
Sarà attivato nei prossimi giorni un tavolo tecnico tra la Regione e le sei facoltà di medicina della Lombardia (Università degli Studi di Milano, Bicocca, San Raffaele, Brescia, Pavia e Insubria) per affrontare insieme il problema della carenza di medici che si verificherà in Lombardia da qui al 2015. Allo stesso tempo saranno avviati contatti con i Ministeri dell’Economia, della Salute e dell’Università per sollevare il tema a livello nazionale. Sono queste le due decisioni scaturite ieri dall’incontro che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha avuto con i rettori delle sei facoltà di medicina presenti in Lombardia. Il tema della carenza del personale medico nei prossimi anni è particolarmente importante. Mettendo a confronto infatti il numero di pensionamenti, trasferimenti o altro dei medici con il numero di contratti di specializzazione che si prevede di attivare nei prossimi 5 anni, il totale delle carenze previste per gli anni 2011-2015 risulta di circa 7.600 posti, pari a circa il 40% dei medici in servizio nel 2010. Al termine dell’incontro, il presidente Formigoni ha parlato di “una forte condivisione del sistema lombardo attorno a questo problema e alle strade che è necessario intraprendere per risolverlo. Va sottolineato che il numero di posti di specializzazione messi a disposizione ogni anno dalle Università Lombarde nelle varie discipline non è sufficiente per coprire il fabbisogno quantificato da Regione Lombardia. A tale proposito Regione Lombardia ha già richiesto di aumentare da 750 a 1277 i posti totali annui per gli specializzandi. Apriremo dunque un tavolo di confronto con le Università per rinegoziare il numero di posti per le specializzazioni e valuteremo l’aumento del numero di contratti di specializzazione regionali. Con i ministeri dell’Economia, della Salute e dell’Università discuteremo del riordino complessivo della materia”. Regione Lombardia è attenta a questo tema tanto è vero che con le ‘regole 2011’ sono state finanziate nuove specialità con 5 milioni di risorse regionali all’anno, che corrispondono a circa 100 specializzandi. Si tratta di un finanziamento suppletivo per posti ulteriori rispetto a quelli previsti da Ministero e Università.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale dell’11 aprile 2011
Sanità, Formigoni: network di ospedali e ricerca.
“Per ottenere la massima efficacia dei risultati è prioritario che le attività di ricerca medica condotte dai diversi soggetti vengano svolte in un ambito di regia complessiva che permetta di evitare duplicazioni e sappia massimizzare i progressi svolti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo a un convegno sul tema ospedali e ricerca. Uno dei principali obiettivi delle politiche sanitarie di Regione Lombardia è quello di voler imprimere un’accelerazione alle collaborazioni tra gli attori in campo. Le modalità sono diverse: si tratta di consolidare le collaborazioni tra università, centri di ricerca, istituzioni, organizzazioni nazionali ed internazionali sulla ricerca scientifica; strutturare un sistema stabile di scambio di best practice, know-how e tecnologie. Le reti di patologia. ‘Le Reti di Patologia attivate in questi anni da Regione Lombardia costituiscono un innovativo modello gestionale che coniuga ricerca e assistenza: si tratta di una vera e propria rete costituita dalle istituzioni, dalle organizzazioni e dai professionisti che svolgono la loro attività a favore del paziente in tutte le fasi del processo di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, inclusa l’eventuale fase terminale (nel caso della Rete Oncologica). Lo scopo è di migliorare la qualità delle cure, mettere in comunicazione tutti i soggetti che si occupano di patologia e migliorare l’efficacia organizzativa, grazie alla condivisione di conoscenze, competenze e informazioni. Il suo obiettivo finale è quello di trasferire l’innovazione in nuove modalità di prevenzione, in nuovi e più precoci strumenti diagnostici e nello sviluppo di nuovi farmaci. Nerviano medical sciences - Un altro caso di eccellenza riguarda l’impegno della Regione per il Nerviano Medical Sciences, rispetto al quale Regione Lombardia ha perfezionato recentemente il suo ingresso all’interno del Sistema regionale. Questo Centro, da sempre leader nel campo della ricerca medica e biomedica, è uno dei più grandi poli di ricerca e sviluppo farmaceutico in Europa. Con queste caratteristiche di eccellenza viene ora a far parte integrante del sistema di ricerca e cura a carattere scientifico della Lombardia: la Giunta ha infatti individuato nei 4 IRCCS pubblici lombardi, Policlinico, Besta e Istituto dei Tumori di Milano e San Matteo di Pavia, i soggetti nuovi proprietari del Centro. Lo scopo di questa operazione è di poter valorizzare al meglio il Centro, salvaguardando ed esaltando le attività di ricerca scientifica e farmacologica che in esso vengono svolte. L’operazione è avvenuta a costo zero, con il passaggio dalla precedente proprietà a titolo gratuito, che ha assicurato il posto di lavoro dei circa 600 dipendenti. Cell factory, la nuova frontiera. Sono 4 le realtà tra Aziende Ospedaliere e IRCCS (Policlinico, Besta, Riuniti di Bergamo e San Gerardo di Monza), ad essere già dotate di questi avanzatissimi laboratori di ricerca. La loro attività, basata sul trattamento di cellule staminali adulte, rappresenta un altro vero e proprio punto di eccellenza all’interno della sanità pubblica italiana. Si tratta di una frontiera tra le più avanzate della ricerca clinica, in grado di aprire in breve tempo nuove e rivoluzionarie prospettive per una vasta serie di patologie, croniche e invalidanti in particolare. Medicina personalizzata. L’obiettivo finale è quello della medicina personalizzata. Infatti, il raggio delle conoscenze nel settore ci mette nelle condizioni di migliorare l’appropriatezza dei trattamenti terapeutici, arrivando a definire nuovi farmaci sempre più mirati e, per così dire, sempre più intelligenti, riducendo di conseguenza l’ospedalizzazione.

Politiche sociali,entro aprile 40 mln ai comuni.
Un impegno economico regionale di 40 milioni per le politiche sociali che sarà erogato a fine aprile e la riforma del sistema di welfare lombardo. Questi i due temi trattati dall’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, nella sua risposta al question time in Consiglio regionale sui tempi di erogazione ai Comuni del Fondo regionale Politiche Sociali. I fondi a disposizione della Regione, a causa dei tagli, devono essere utilizzati unicamente per finanziare gli interventi vincolati. Regione Lombardia – ha detto Boscagli - è in dialogo continuo con Anci, con cui sono state condivise modalità e tempistica dell’erogazione di questo contributo, che avverrà entro la fine di aprile. Quello che resta è un problema di prospettiva e riguarda un ripensamento complessivo delle politiche di welfare, un percorso che stiamo già realizzando attraverso l’introduzione del fattore famiglia e il potenziamento degli interventi domiciliari”. L’assessore Boscagli ha infine sottolineato come a livello locale e nazionale si sia assistito ad una grande mobilitazione sui temi della cultura e dei trasporti mentre il tema sociale sia passato in secondo piano, pur essendo un ambito tra i più colpiti dall’attuale crisi.

Da “Settegiorni Pd”, Notiziario del gruppo Pd in consiglio regionale
E’ uscito il n. 133, del 1° aprile 2011.
Creg per combattere la cronicità in 5 Asl lombarde. Per il Pd si tratta di un intervento che non valorizza tutte le forze di sistema.
Regione Lombardia risponde alla cronicità in crescita mettendo in campo, in 5 Asl sul territorio, un modello sperimentale denominato CREG (Chronic related group). “Per quanto riguarda la riorganizzazione dell’intervento sulla cronicità - attacca Sara Valmaggi - essa dimostra anzitutto che il sistema così come era concepito sinora, concentrato sulla sola ospedalizzazione, ha mostrato le sue effettive carenze. Poi, pur non avendo una visione preconcetta anche qui sembra ripetersi il solito errore: anche se si parla tanto di integrazione non si utilizzano tutte le forze di sistema: Asl, Ao, centri di riabilitazione, medici di medicina generale, Terzo settore, ecc..”. E nella rete non dovrebbe mancare il coinvolgimento fondamentale degli enti locali, come puntualizza Gianantonio Girelli. Valmaggi punta inoltre il dito sul risparmio sbandierato dall’Assessore Bresciani. “Auspichiamo che la messa in campo del modello dei CREG non sia dettata soltanto da esigenze economiche perché a perderci sarebbe come sempre l’utenza che già versa in condizioni di particolare difficoltà. Il metodo del rimborso anticipato non diventi dunque un limite, un ‘tetto’ troppo basso per le prestazioni di cui i malati cronici abbisognano”. Le malattie croniche sono un problema sempre più incidente nel panorama delle patologie in crescita, anche in Lombardia. Se ai primi posti ci sono diabete, bronchite cronica, enfisema, ipertensione arteriosa, depressione, artrosi, oggi, tuttavia, anche il malato di tumore può considerarsi un malato cronico che richiede assistenza appropriata e non solo ospedalizzazione. “Per questo la vera sfida del sistema socio sanitario è quella di intervenire sulla cronicità con un approccio complesso e multidisciplinare in modo da ridurre il peso dei malati cronici sulle strutture per acuti e di fronteggiare dall’altra parte l’insufficienza della continuità delle cure per questo target” ha spiegato Carlo Borghetti intervenendo al convegno ‘La cronicità” organizzato in settimana dal Gruppo regionale Pd e dal Forum Salute Welfare Federazione Metropolitana Milanese Pd.

La Regione trasforma i day hospital in ambulatori.
A rischio la qualità delle cure e il tasso di professionalità del sistema. Invece del day hospital la “macroattività ambulatoriale ad alta integrazione e complessità”: lo stabilisce una recente delibera di Giunta che integra le regole di sistema. In premessa si fa riferimento al Patto nazionale per la Salute che prevede la necessità di una riduzione dello standard dei posti letto. Le regole e le attività che hanno sinora caratterizzato il day hospital saranno dunque rivoluzionate al fine di ottenere sia un processo di sburocratizzazione che un risparmio economico. “Va bene la sburocratizzazione - spiega Sara Valmaggi - ma la preoccupazione da parte nostra nasce dal fatto che la trasformazione del day hospital in realtà ambulatoriale, se guidata solo dall’obiettivo del risparmio, può portare ad una riduzione delle professionalità messe in campo così come ad una riduzione del minutaggio erogato per paziente (ricordando che si tratta di interventi erogati a particolari categorie di pazienti come per esempio gli oncologi). Depositeremo un’interrogazione per conoscere i dettagli di questa trasformazione ed essere certi che non vada a discapito dei malati. Speriamo inoltre - conclude Valmaggi - che siano effettivamente coinvolte le società scientifiche e professionali e anche le associazioni di volontariato prima che siano dettagliati i requisiti autorizzativi la cui definizione è prevista per maggio”.

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Dalla Cgil: www.cgil.it
04/04/2011 - Osservazioni CGIL allo schema di Piano Sanitario Nazionale 2011/2013.
La CGIL ha presentato un proprio documento di osservazioni al Ministro della Salute, inviandolo anche alla Conferenza delle Regioni, chiedendo l’apertura di un tavolo di confronto. “Il PSN offre una cornice molto ampia per la programmazione sanitaria. Questa, come è noto, non essendo più limitata al PSN, si articola in più strumenti e sedi decisionali (piani sanitari regionali, linee guida stato regione, accordi e intese stato regione su singole tematiche, progetti obbiettivo di piano sanitario nazionale). In realtà quindi il Piano è “poco stringente” e rinvia ad altri atti di programmazione. Tuttavia resta un documento importante, che traccia, in relazione al Patto per la Salute 2010 - 2012, e seppur a grandi linee, il “percorso del SSN nel prossimo triennio” e le strategie per assicurare il diritto alla salute e alle cure nel nostro Paese…” (Vera Lamonica e Stefano Cecconi)
Leggi il documento : http://www.cgil.it/notiziataccuino.aspx?ID=1783&chk=0404

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1772 del 7 aprile 2011
Dossier: La sanità nelle manovre finanziarie dal 2005 al 2011
A cura della segreteria della Conferenza delle Regioni (settore salute e politiche sociali), è stato predisposto un Dossier su “La sanità nelle manovre finanziarie dal 2005 al 2011”, nel quale si fa il punto sulla documentazione prodotta negli anni indicati. Si tratta di uno strumento utile di consultazione e non solo in vista del prossimo riparto del Fondo Sanitario Nazionale.
http://www.regioni.it/upload/dossiersanita2011.zip

Regioni.it n. 1774 dell’11 aprile 2011
Salute: bambini in sovrappeso e anziani maschi toscani i più longevi.
Secondo i dati di “Okkio alla Salute”, progetto di monitoraggio del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre un milione di bambini sono in sovrappeso e 400mila sono obesi. Sono, rispettivamente il 22,9% e l’11,1% di tutti i bimbi tra gli 8 e i 9 anni in Italia. Una fascia d’età che trascura anche le buone abitudini alimentari e non pratica sport. Il 9% dei bambini salta la prima colazione e il 30% fa una colazione sbilanciata in termini di carboidrati e proteine. Il 68% fa una merenda di metà mattina troppo abbondante, il 23% dei genitori dichiara che i figli non consumano quotidianamente frutta e verdura mentre il 48% consuma ogni giorno bevande zuccherate e gassate. Il BMI, l’indice di massa corporea che stabilisce in quale delle categorie di peso ci si colloca (sovrappeso tra 25 e 30 e obeso oltre 30) per i bambini aumenta anche per la mancanza di movimento: tre ragazzini su quattro vengono accompagnati a scuola con l’auto e solo il 25% va a piedi o con la bicicletta. E’ una generazione di piccoli stanziali che fa fatica ad abbandonare la propria casa: il 38%, infatti, guarda la Tv o gioca con i videogiochi per 3 o più ore al giorno e, per aumentare la comodità, il 46% ha la televisione in camera. L’indagine dell’Iss ha valutato la percezione degli adulti ed è emerso che tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 36% non ritiene che il proprio figlio sia in eccesso ponderale e solo il 29% pensa che la quantità di cibo da lui assunta sia eccessiva. Infine, il 57% delle madri di bambini poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga un’attività motoria, tutto sommato, sufficiente. Dai bambini agli anziani, quelli toscani in particolare. Sono infatti questi i più longevi al mondo tra i maschi, con un’aspettativa di vita di 79.6 anni. Le donne toscane vivono più a lungo (la media è 84.7), ma sono superate dalle giapponesi (media 86 anni). I dati sono stati diffusi dalla Regione Toscana in occasione di un incontro a Firenze per il nuovo Piano sanitario e sociale integrato. L’aspettativa di vita in Toscana, è stato ancora spiegato, è cresciuta molto negli ultimi 15 anni, passando dal 75.7 del 1995 all’attuale 79.6 per i maschi, e dall’81.8 del ‘95 all’attuale 84.7 per le femmine.

Da “SOS Sanità”: www.sossanita.it
Le news del 1° aprile 2011. Decreto Regioni ed altro: a che punto siamo nel mare tempestoso dell’attuazione della legge 42 sul federalismo fiscale. Di Marco Causi. Federalismo: rivisti tagli manovra (Conferenza Regioni). Le news del Gruppo Solidarietà. Il Giappone è vicino? (Il Pensiero scientifico). Il Consiglio di Stato sulla compartecipazione degli utenti ai servizi socio assistenziali. Federalismo regionale: alcuni progressi ma rimane un problema di fondo (CGIL). Decreto Federalismo regionale e sanitario: gli atti della Commissione bicamerale con il testo.

Il Giappone è vicino? (Il Pensiero scientifico).
L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima, causato dal terremoto e dal conseguente tsunami, è fra i più gravi mai verificatesi, paragonabile solo a quello di Cernobyl (Ucraina 1986) e di Three Miles Island (Harrisburgh, Usa, 1979). Ci sono rischi per la popolazione italiana? Quali sono i danni provocati dal rilascio di radiazioni dagli impianti nucleari in Giappone? A cosa servono le compresse di ioduro di potassio? Per rispondere a queste e ad altre domande, abbiamo selezionato alcune fonti autorevoli sull’argomento.

Le news del 7 aprile 2011. Beyond the walls il passaggio dall’ospedale ai servizi territoriali, Trieste 13/16 aprile 2011. Un altro anno con Forum Droghe. La rete dei distretti sanitari in Italia, Monitor Agenas. Federalismo regionale: la rivoluzione può attendere, di Gilberto Muraro. Conferenza delle regioni straordinaria il 13 (14, 15) aprile sul Riparto finanziamento sanità anno 2011. Osservazioni CGIL allo schema di Piano Sanitario Nazionale PSN 2011-2013.

Newsletter del “Centro Maderna” www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 31.3.11. Demenze: non solo Alzheimer. Europa: verso un’anzianità più attiva. L’alimentazione in età avanzata. Pronto farmaco festivo. La terapia comportamentale per sconfiggere l’insonnia negli anziani.

L’alimentazione in età avanzata (Centro Maderna).
Se da una parte i nutrizionisti continuano a promuovere una dieta più leggera e a basso contenuto di colesterolo per i quarantenni, chi ha superato i 70, ovvero le persone che normalmente sono molto più attente a quello che mangiano, paradossalmente dovrebbe sentirsi più libero da certe limitazioni. Secondo uno studio condotto da Hélène Payette, ricercatrice presso l’Istituto Universitario di Geriatria di Sherbrooke in Quebec, Canada, a 80 anni il colesterolo non è più un fattore così importante, dal momento che con buona probabilità la persona a quell’età ha già superato il rischio di malattie che ne possono derivare. E’ invece molto importante, per la Payette, che una persona in età avanzata mangi quanto necessario per sfamarsi e ricavi piacere da ciò che mangia. Recenti ricerche hanno mostrato infatti che, contrariamente a quanto si è sempre creduto, il peso ideale per gli anziani sarebbe superiore a quello dei giovani adulti: le persone anziane non obese, ma con un peso maggiore, vivono più a lungo, presentano un tasso di mortalità più basso e sono più resistenti alle malattie di quelle più magre. Un’alimentazione insufficiente o troppo povera nell’anziano porta inoltre ad una perdita della forza fisica con implicazioni sulla mobilità, l’autosufficienza e il sistema immunitario. (Cyberpresse.ca, 14 marzo 2011)

Indice della Newsletter del 7.4.11. Nasce in Francia la famiglia di accoglienza per anziani. Attività fisica nell’anziano: corso di formazione a distanza. Nasce il progetto FIMM-Metis per pazienti diabetici anziani. Carenze di trasparenza e regolamentazione nelle Case di riposo.

Carenze di trasparenza e regolamentazione nelle Case di riposo. (Centro Maderna)
Una giungla di servizi e residenze, dove al concetto di adeguatezza prevale la carenza di trasparenza e regolamentazione. E’ ciò che risulta dalla Prima Ricerca Nazionale che l’Auser ha svolto sulle Case di riposo in Italia. Il primo dato emerso è la difficoltà di censimento delle Case di riposo che variano a seconda delle fonti ufficiali e informali: la ricostruzione degli elenchi regionali (parziali) restituisce un valore pari 3.374 strutture, che riguarda Rsa e Ra. Con una ricognizione diretta attraverso il sito delle Pagine Gialle risultano 6.715 le strutture residenziali, di cui 3.750 sono Ra. In secondo luogo si conferma il ritardo delle Regioni nell’azione di indirizzo e regolamentazione. A dicembre 2010 circa il 63,3% delle residenze per anziani era definitivamente accreditato. Un sistema “incerto”, dunque, tanto che basta la mappatura dei principali elenchi telefonici e commerciali delle case di riposo per far emergere buona parte del sommerso con circa 700 residenze. Alla luce di questi dati, Michele Mangano, Presidente Nazionale Auser, dichiara che oltre al pretendere il rispetto di norme e regole, il nostro Paese deve puntare ad implementare l’assistenza domiciliare integrata e dare maggiore possibilità per le associazioni di volontariato di poter accedere nelle Case di Riposo per svolgere attività di socializzazione e intrattenimento. Occorre inoltre una forte integrazione fra l’assistenza sanitaria e quella sociale e le figure professionali competenti. (Auser, 29 marzo 2011)

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: www.epicentro.iss.it
Sul numero 382 del 24 marzo 2011. Pinc: comunicare la salute. Presentare la strategia di comunicazione e il piano formativo del progetto PinC a sostegno degli obiettivi del programma Guadagnare Salute: è l’obiettivo del convegno organizzato per il 7 aprile. Tbc: l’importanza di diagnosi precoci. Domenico Montù (Asl Cn 1) racconta il caso di una insegnante italiana affetta da tubercolosi polmonare bacillifera. Leggi il commento di Antonietta Filia (Cnesps) e l’approfondimento sul World Tb day. Efficacia vaccinale 2010-2011. Eurosurveillance pubblica i risultati dello studio europeo I-MOVE che ha valutato l’efficacia del vaccino trivalente per la stagione attualmente in corso. La riflessione di Caterina Rizzo (Cnesps). Alcohol prevention day 2011. L’Alcohol Prevention Day compie 10 anni: c’è tempo fino al 5 aprile per iscriversi alla giornata, momento centrale del mese di prevenzione alcologica, e occasione per un bilancio di medio termine.

Stagione influenzale 2010-2011: l’efficacia vaccinale del vaccino trivalente.
Di Caterina Rizzo - reparto Epidemiologia delle malattie infettive (Cnesps, Iss)
Su Eurosurveillance del 17 marzo 2011, sono stati pubblicati i risultati dello studio europeo I-MOVE per valutare l’efficacia vaccinale (EV) del vaccino trivalente per la stagione 2010/2011 attualmente in corso. I risultati dello studio mettono in evidenza un’efficacia inferiore rispetto a quella stimata la scorsa stagione 2009/2010 per il vaccino pandemico monovalente (dal 70% all’85% a seconda del Paese), utilizzando la stessa metodologia. Fino a questo momento tutti gli studi condotti in Europa (uno in Inghilterra e due in Spagna) con differenti metodologie (studi di coorte e caso controllo) hanno mostrato un EV sovrapponibile a quella stimata dall’analisi europea appena pubblicata, compresa tra il 43% e il 65%

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