Block Notes n. 8, aprile 2011


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalle Agenzie di stampa regionali
La politica del Governo sui farmaci, l’ennesimo fallimento
Riparto sanità, 353 milioni più del 2010
Sanità, Santa Rita: nota della Regione
Chiesto dal PD il ripristino del fondo sociale regionale
Invalidità civile: Formigoni e le lettere di scuse

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Accordo in Conferenza delle Regioni sul riparto finanziamento sanità 2011
Sostegno ai Farmaci generici, misura giusta ma applicata male
Prestazioni sanitarie direttamente in farmacia
Istat: spesa sociale 2008 nei comuni
Sanità: via libera a riparto risorse 2011
Sanità: intesa su risorse 2011, la soddisfazione delle Regioni
Sanità: il riparto delle risorse 2011
Lo strano caso del Dottor Welfare e Mister Inps
Cgil. Nota informativa e tabella Riparto Sanità 2011
Facebook, un elisir per la memoria degli anziani
Gli anziani a rischio di consumo non moderato di alcol
Immigrazione e salute pubblica
Settimana europea delle vaccinazioni 2011

3.Links
La voce.info. Sulle spalle della famiglia

1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Da Spi-Cgil Lombardia
21.04.2011. Comunicato dello Spi-Cgil Lombardia su “La politica del Governo sui farmaci, l’ennesimo fallimento pagato dai cittadini. Il Governo e la Regione intervengano subito per riportare alla normalità la situazione”.
Dopo anni in cui il Governo ha tollerato e concesso alle ditte farmaceutiche di lucrare sul mercato italiano maggiorando in maniera del tutto ingiustificata (per più del 30%) il costo già alto dei farmaci rispetto alla media europea, lo stesso ha deciso di operare un risparmio forzoso a tutto vantaggio delle politiche finanziarie dell’on. Tremonti. Il Governo, trovandosi nella necessità di fare cassa per contenere il debito pubblico, taglia di ben 600 milioni i rimborsi che l’AIFA fa alle ditte farmaceutiche per i farmaci senza brevetto, comunemente detti farmaci generici. L’operazione anche se viene parzialmente compensata da una pari riduzione del costo del farmaco operato dalle stesse ditte, non copre l’intero ammontare della spesa in quanto le industrie del settore hanno mantenuto inalterato il costo di ben 1200 prestazioni farmacologiche. Venendo a mancare la copertura del SSN sul costo del farmaco, lo stesso è stato trasferito dalle Aziende e dal Governo ai cittadini trasformandolo in una nuova vera tassa sulla salute. Tassa che colpisce le prescrizioni meno costose, non salvaguarda nemmeno alcune tipologie di farmaci indispensabili alla cura e diventa di fatto un balzello inevitabile per le persone più povere e fragili. Ricordiamo che i cittadini già pagano circa 7.900 milioni di euro per l’acquisto dei farmaci (dato 2009 di Farmindustria) così distribuiti: 3.500 milioni di euro per i farmaci di fascia C; 2.250 milioni di euro per i farmaci non rimborsabili; il resto è rappresentato dal pagamento dei ticket. Inoltre il tasso di crescita della spesa delle famiglie per i farmaci è stato pari al 4,4% tra il 2008 e il 2009 e vi è stato un aumento dei ticket per gli stessi anni pari al 32 % della spesa sostenuta. Di nuovo le scelte del Governo operano al di fuori di una politica di contenimento della spesa e di tutela per i cittadini fragili. Inoltre, non si propone un reimpiego del risparmio ottenuto (circa 600 milioni di euro) in nuovi investimenti sulla ricerca farmaceutica, troppo carente nel nostro paese, anche per le politiche liberiste dissennate che hanno visto cedere alle multinazionali estere le principali aziende farmaceutiche nazionali. Non si è cercato nemmeno un accordo che diluisse nel tempo la riduzione dei costi, ma si è invece preferito operare con un risparmio forzoso, a totale vantaggio del Ministero dell’Economia. Scelta che crea allarme, di fronte al minacciato ricatto della stessa Farmindustria di chiudere come ritorsione le poche realtà produttive ancora esistenti nel paese. Si è minata di nuovo l’occupazione con il pericolo di perdere altri 10.000 posti di lavoro del settore e peggio si è operato introducendo una nuova tassa che è proporzionale al bisogno di cura della persona malata. Si è inoltre reso meno appetibile l’acquisto dei farmaci senza brevetto facendo di nuovo un favore alle multinazionali che detengono le licenze dei farmaci griffati. Noi riteniamo che questo modo di procedere a totale danno dei cittadini non sia accettabile, è utile in questa fase un intervento delle Regioni nei confronti del Governo. Regioni che con il nuovo processo di federalismo hanno l’obbligo di garantire la continuità assistenziale dei pazienti a partire da quelli più gravi. Chiediamo inoltre al Governo un ripensamento delle scelte fatte. Vogliamo la definizione di una politica che controlli e riduca la spesa farmaceutica a carico del cittadino. Politica che va costruita con l’accordo dei soggetti del settore, con il rilancio della ricerca scientifica e con investimenti che ci permettano di toglierci da questa scomoda posizione di paese consumatore e non anche produttore e inventore di nuovi farmaci e nuove cure. Chiediamo quindi al Governo di intervenire a sanare la situazione che crea notevoli disagi ai più fragili, pensionati e malati cronici che si vedono con questi nuovi balzelli ulteriormente ridotte le loro pensioni e conseguentemente ridotto il reddito disponibile a garantire una vita dignitosa. In assenza dell’intervento governativo e comunque in attesa dello stesso, sia la Regione Lombardia a mettere a disposizione risorse, come per altro fatto dalla Regione Toscana, atte a tutelare i suoi cittadini più deboli.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 20 aprile 2011
Riparto sanità, 353 milioni più del 2010.
La Lombardia avrà a disposizione 17 miliardi e 51 milioni di euro per il funzionamento della sanità e dei servizi socio sanitari per l’anno 2011. E’ quanto stabilito dall’accordo sul riparto del Fondo Sanitario Nazionale ufficializzato oggi a Roma nel corso della conferenza Stato-Regioni. Per Regione Lombardia, che aumenta la propria disponibilità finanziaria per la sanità di 353 milioni di euro rispetto al 2010, la trattativa è stata condotta dall’assessore alle Finanze Romano Colozzi, su delega del Presidente Roberto Formigoni. “L’accordo non era affatto scontato, spiega il Presidente Fomigoni, le Regioni sono arrivate ad un’intesa difficile dimostrando ancora una volta una maturità istituzionale notevole che ha permesso di superare difficoltà e posizioni apparentemente inconciliabili”. “Nel corso della trattativa, spiega l’assessore Romano Colozzi, il rischio di rottura si è manifestato in più di una occasione. Ma ha prevalso il senso di responsabilità. La Lombardia ha ottenuto un ottimo risultato, pur mantenendo il proprio impegno solidale nei confronti delle Regioni in difficoltà e per la tenuta del sistema”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 22 aprile 2011
Sanità, Santa Rita: nota della Regione.
In relazione alle notizie odierne sulle motivazioni della sentenza sulla vicenda Santa Rita, l’assessorato regionale alla Sanità precisa quanto segue: 1) Il sistema dei controlli delle prestazioni sanitarie in vigore da 10 anni in Regione Lombardia è per unanime riconoscimento il più avanzato in Italia per quantità di prestazioni monitorate e per qualità. 2) Dal 2008 Regione Lombardia non ammette contratti tra enti accreditati e medici legati ai DRG (cioè in ultima analisi al fatturato). 3) Furono non a caso la stessa Regione Lombardia e l’Asl di Milano a segnalare alla Procura della Repubblica la situazione della Santa Rita, ben prima che l’inchiesta divenisse di dominio pubblico attraverso i media.

Da “Settegiorni Pd”, Notiziario del gruppo Pd in consiglio regionale
E’ uscito il n. 135, del 15 aprile 2011.
Chiesto da parte del PD il ripristino del fondo sociale regionale.
Per i comuni si prospetta il taglio di numerosi servizi per carenza di risorse. Impossibile per i comuni affrontare il dimezzamento anche delle risorse del Fondo sociale regionale. Eppure nel bilancio di previsione 2011 di Regione Lombardia al capitolo relativo al “Fondo Sociale Regionale” sono previsti solo 40.000.000 euro a fronte dei 85.900.000 dell’anno scorso. Queste specifiche risorse destinate ai minori, ai disabili, agli anziani e all’integrazione lavorativa sono finalizzate al sostegno alle Unità d’offerta oltre che a contribuire alla riduzione delle rette a carico degli utenti. A fronte della riduzione generale dei trasferimenti destinati al sociale - 68 milioni di euro in meno di cui 46 milioni tagliati da Regione Lombardia e 22 milioni dallo Stato - aumentano le competenze degli Enti Locali e, soprattutto, aumentano i bisogni dei cittadini e delle famiglie, rese sempre più fragili dalla crisi economica e dal progressivo invecchiamento della popolazione. La preoccupazione è dunque generalizzata tra gli amministratori locali, il terzo settore e gli utenti, che questi tagli li vivranno sulla loro pelle. “Dopo l’azzeramento del Fondo nazionale per la non Autosufficienza, le risorse nazionali destinate ai servizi per l’infanzia, la riduzione del Fondo sociale per gli affitti, ha spiegato Gian Antonio Girelli, è impossibile immaginare un ulteriore taglio. Noi riteniamo che Regione Lombardia, recuperando risorse da altri capitoli di spesa, debba ripristinare il fondo dimostrando che le politiche sociali sono una vera priorità”. Per questo martedì scorso in Aula, Girelli ha chiesto all’assessore, con un’interrogazione a risposta immediata, come si potrà garantire la continuità degli interventi sociali oggi attivi sul territorio dato che le uniche possibilità per i comuni restano o quella di tagliare alcuni servizi o di caricarli sull’utenza. “L’assessore, ha concluso il consigliere PD, che ha fotografato una situazione di effettiva difficoltà, vada incontro alla richiesta dei comuni lombardi e si impegni a dare loro al più presto delle risposte concrete”.

E’ uscito il n. 136, del 21 aprile 2011.
Invalidità civile: Formigoni e le lettere di scuse.
Il Pd chiede di risolvere la situazione per i cittadini che aspettano la pensione. Formigoni scrive ai cittadini per scusarsi e invita a recarsi alle Asl per avere rassicurazioni e informazioni sui disguidi e ritardi che stanno rendendo la vita difficile agli invalidi in tutte le province lombarde. Dal 30 luglio 2010, da quando cioè le competenze in merito al sistema di accertamento e concessione delle provvidenze economiche in materia di invalidità civile sono state trasferite all’Inps, le domande per ottenere i benefici da parte degli invalidi devono essere presentate per via telematica all’istituto che, a sua volta, le trasmette all’Asl per l’attivazione della visita di accertamento, la quale poi avviene in presenza di un medico inviato dall’Inps. Quest’ultimo ha 120 giorni di tempo per provvedere all’attribuzione delle competenze economiche. Ma oggi anche i cittadini invalidi già riconosciuti si ritrovano in difficoltà a causa di un problema di comunicazione tra Inps e Asl. I due sistemi informatici, infatti, non dialogano tra di loro, cioè non c’è modo di facilitare i passaggi, nell’era della tecnologia spinta, e tutto si blocca ancora davanti a una montagna di carta da inserire banalmente a computer. I consiglieri regionali del Pd già a gennaio avevano sottoscritto un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta e all’assessore stesso per sapere “quali provvedimenti intendesse assumere il Governo Formigoni per evitare ai cittadini, già pesantemente provati dalla malattia, i forti disagi causati dall’allungamento dei tempi relativi all’iter burocratico e dalle incomprensibili lacune nello svolgimento di pratiche che richiederebbero risposte chiare e tempestive”. A tre mesi da quell’interrogazione e dopo le lettere di scuse agli invalidi inviate dal presidente, il Pd interviene nuovamente per chiedere di risolvere efficacemente i problemi, dato che i cittadini aspettano una soluzione oltre che la pensione di accompagnamento sospesa da mesi.

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Dalla Cgil: www.cgil.it
18/04/2011 Comunicato di Vera Lamonica e Stefano Cecconi su:”Accordo in Conferenza delle Regioni sul riparto del finanziamento per la sanità 2011”.
“I Presidenti della Conferenza delle Regioni hanno raggiunto una “posizione comune” sul riparto sanitario per il 2011 (106,4 miliardi). Si è avviato quindi il confronto con il Governo, che comprende anche la richiesta di completare gli stanziamenti (circa 500 milioni) previsti dal Patto per la Salute, in particolare per evitare i ticket da 10 euro (e per le visite fiscali). Se è certo positivo che il “fronte” delle Regioni sia rimasto unito (si pensi solo al tavolo con il Governo che deve avviarsi sull’”attenuazione” del patto di stabilità”), non si possono nascondere le grandi difficoltà incontrate. Lo stesso Presidente Errani ha dichiarato che “tutto è stato reso più difficile dal fatto che il Fondo registra un incremento dello 0.8% rispetto al 2010: è sostanzialmente un fondo che non recupera l’inflazione programmata, tanto meno l’inflazione reale”. Al momento non c’è un testo definitivo, che è “rinviato” alla Conferenza Stato Regioni del 20 aprile prossimo, in ragione dell’esito del confronto con il Governo. Si è già svolto un primo incontro con il Ministro Fazio, che ha espresso ufficialmente la propria disponibilità alle richieste delle Regioni. Un gruppo di lavoro tecnico Governo Regioni definirà nei prossimi giorni i termini specifici. La CGIL ha già comunicato al Governo e alla Conferenza delle Regioni la propria posizione sul riparto 2011 (ribadita anche in queste ore) e, in ragione del risultato, esprimeremo un giudizio definitivo. In particolare giudicavamo importante, fermo restando l’esigenza di recuperare le risorse tagliate, ottenere intanto quelle non ancora stanziate dal Governo (in questo caso appunto per evitare i ticket da 10 euro) e introdurre, seppur gradualmente, nuovi criteri di riparto, oltre all’età della popolazione, quale l’indice di deprivazione (utile anche in vista del federalismo). Resta invece irrisolta, al momento, la creazione di una specifica linea di investimenti e di finanziamento corrente vincolata alla riconversione/riqualificazione dell’offerta, necessaria ovunque e indispensabile nelle regioni impegnate nei piani di rientro.

20/04/2011 Comunicato di Stefano Cecconi su “Sostegno ai Farmaci generici, misura giusta ma applicata male”.
Il SSN, se sono disponibili due farmaci uguali ma con prezzo differente, rimborsa al cittadino quello meno costoso. Il cittadino può ottenere qualsiasi farmaco prescritto dal medico (invece che quello equivalente col prezzo di riferimento più basso); in questo caso deve però pagare la differenza di prezzo fra il prezzo del farmaco che ritira e il costo del farmaco a prezzo più basso (che determina il prezzo di riferimento). Se applicata bene, si tratta di una politica farmaceutica fondata sull’appropriatezza, capace cioè di offrire ai cittadini medicinali equivalenti rimborsabili e di ottenere un risparmio virtuoso per il SSN, che paga interamente solo quelli con il prezzo più basso. In questi giorni, la nuova normativa sulla erogazione dei farmaci fuori brevetto, che ha previsto il riallineamento del prezzo di riferimento in Italia al prezzo dei farmaci nel resto d’Europa, ha determinato la riduzione di detto prezzo di riferimento per oltre 2.300 confezioni di farmaci su 4.000. Il risparmio così atteso a favore del SSN è stato valutato in 600 milioni per l’anno 2011. Il problema è che, nel caso in cui le aziende farmaceutiche non riducano il prezzo dei propri prodotti fino all’allineamento al prezzo di riferimento stabilito dall’AIFA, la differenza va immediatamente a carico del cittadino e senza aver previsto alcuna “misura di protezione”. Ma così l’onere ricade solo sulla parte più debole, l’utente. Inoltre, la misura è stata applicata con ritardo e male: il prezzo massimo rimborsabile doveva essere applicato dal 1 gennaio 2011, e invece scatta a metà aprile, costringendo i produttori a concentrare in otto mesi una riduzione del prezzo che poteva essere “diluita” in più tempo, attenuando l’impatto sulle aziende. Come abbiamo più volte affermato, una parte dei risparmi, oltre che al SSN, doveva essere destinata all’innovazione e alla qualificazione della farmaceutica, per compensare, in modo selettivo, le “tensioni” prodotte sulla filiera del farmaco. Doveva - e deve - essere attivata una “concertazione”, dalle politiche sanitarie a quelle industriali, tra istituzioni e parti sociali e, soprattutto, una grande campagna di informazione, coinvolgendo anche medici di base, farmacie e associazioni dei consumatori. Governo e Regioni devono porre rimedio a questa situazione, che si sta scaricando sui cittadini e che, paradossalmente, rischia di indebolire le stesse scelte che dovevano sostenere i farmaci generici e in generale qualificare la politica farmaceutica del nostro paese.

Da “governo.it” la newsletter del Governo italiano.
Dalla Newsletter n. 16, del 24 aprile 2011.
Prestazioni sanitarie direttamente in farmacia
Dal 4 maggio prossimo infermieri e fisioterapisti possono erogare specifici servizi all’interno delle farmacie: è quanto dispone il Decreto emanato dal Ministro della Salute, Fazio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 19 aprile 2011. Le prestazioni possono essere erogate a carico del Servizio Sanitario Nazionale, sotto la vigilanza dei preposti organi regionali, previa prescrizione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Presso le farmacie sono erogabili dagli infermieri: supporto alle determinazioni analitiche di prima istanza, rientranti nell’ambito dell’autocontrollo; effettuazione di medicazioni e di cicli inattivi intramuscolo; attività concernenti l’educazione sanitaria e la partecipazione a programmi di consulenza, anche personalizzati; iniziative finalizzate a favorire l’aderenza dei malati alle terapie. A domicilio del paziente sono erogabili dagli infermieri le prestazioni prescritte dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Da parte sua, il fisioterapista può erogare all’interno della farmacia la definizione del programma prestazionale volto alla prevenzione, all’individuazione ed al superamento del bisogno riabilitativo; l’attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive e viscerali; la verifica delle rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale. Alle farmacie è fatto obbligo di rispettare tutti i requisiti relativi ai settori professionali, sanitari e tecnico-strutturali, previsti dalla normativa statale, regionale e comunale vigente.
Link al Dossier “Evoluzione della farmacia italiana: nuove prestazioni professionali”:
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/farmacie_erogazione_servizi/index.html

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1780 del 19 aprile 2011
Istat: spesa sociale 2008 nei comuni.
La spesa sociale per abitante in Calabria è nove volte inferiore a quella di Trento. Lo rileva l’Istat. Se si considerano le risorse impiegate per i servizi e gli interventi sociali in rapporto alla popolazione residente, il divario territoriale nel 2008 tra le regioni appare molto ampio: infatti, la spesa per abitante varia da un minimo di 30 euro in Calabria a un massimo di 280 euro nella provincia autonoma di Trento. Nel 2008 i Comuni italiani, in forma singola o associata, hanno destinato agli interventi e ai servizi sociali 6 miliardi e 662 milioni di euro, un valore pari allo 0,42% del Pil nazionale. La spesa per l’assistenza sociale erogata a livello locale nel 2008 ammonta a 6 miliardi e 662 milioni di euro1. Rispetto al 2007, la spesa sociale dei Comuni è aumentata del 4,1%, in linea con la tendenza a un lieve e continuo incremento osservata dal 2003, primo anno in cui è stata condotta l’indagine. Nell’arco dei sei anni considerati (2003-2008), si rileva un aumento complessivo del 28,2% a prezzi correnti, che corrisponde a un aumento del 13,5% se si considera l’ammontare a prezzi costanti. La spesa media per abitante, sostenuta dai Comuni e dagli enti da questi delegati per tutti i servizi e gli interventi sociali erogati ai cittadini, è aumentata di circa 20 euro a prezzi correnti, passando da 90 euro pro capite del 2003 a 111 euro del 2008, aumento che corrisponde a circa 8 euro pro capite per le spese calcolate a prezzi costanti. In rapporto al Pil, la spesa locale per gli interventi e i servizi sociali passa dallo 0,39% del 2003 allo 0,42% del 2008. Rimangono pressoché invariate le differenze fra le ripartizioni territoriali: il Nord-est si colloca al di sopra delle altre aree geografiche con lo 0,5% del Pil; il Centro, il Nordovest e le Isole spendono poco più dello 0,4%; il Sud, con lo 0,3% del Pil, si attesta al di sotto della media nazionale in termini di risorse destinate ai servizi sociali. Al di sotto dello 0,3% del Pil vi sono Calabria, Molise e Abruzzo, mentre fra le regioni che impegnano le percentuali più alte di risorse figurano la Valle D’Aosta, le province autonome di Trento e Bolzano, la Sardegna, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna. Quindi rispetto all’anno precedente la spesa sociale gestita a livello locale è aumentata del 4,1%, in linea con la dinamica di leggera crescita osservata dal 2003. La spesa media pro capite è passata da 90 euro nel 2003 a 111 euro nel 2008, ma l’incremento è di soli 8 euro pro capite se calcolato a prezzi costanti. Le politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale incidono per il 7,7% della spesa sociale, mentre il 6,3% è destinato ad attività generali o rivolte alla “multiutenza”. Le quote residue riguardano le aree di utenza “immigrati e nomadi” (2,7%) e “dipendenze” (0,7%). Nelle regioni del Sud vengono destinate alle politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale quote di spesa significative: il 12,3% nel complesso dell’area, con un picco del 24% in Calabria. Nelle regioni del Nord c’è una maggiore concentrazione di risorse verso gli anziani e, soprattutto nel Nord-est, verso i disabili. La composizione della spesa per area di utenza risulta stabile nel tempo, pur registrando interessanti segnali di rimodulazione delle politiche assistenziali a livello locale. Tra il 2003 e il 2008, ad esempio, diminuisce di quattro punti percentuali la quota destinata agli anziani, passando dal 25,2% della spesa complessiva nel 2003 al 21,2% del 2008, e si posiziona allo stesso livello delle risorse destinate ai disabili. In leggero aumento rispetto al passato sono le spese per le politiche di sostegno ai poveri, ai senza fissa dimora e agli adulti in condizioni di disagio, le quali rappresentano una modesta quota del totale della spesa (7,7%). Link:

http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20110419_00/

Regioni.it n. 1781 del 20 aprile 2011
Sanità: via libera a riparto risorse 2011.
Via libera nella Conferenza Stato-Regioni del 20 aprile al riparto del fondo sanitario 2011. “Abbiamo fatto un passo importante- sottolinea il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della riunione- abbiamo acquisito l’intesa sul fabbisogno 2011 della sanità. Ci sarà un ulteriore passaggio per l’intesa sulla mobilità sanitaria 2011: proprio su questo tema la Conferenza si riunirà la prossima settimana”. Errani ricorda che l’intesa “discende dal Patto della salute in cui c’è un punto relativo alla copertura dei ticket, che sono coperti solo per una tranche”. Quindi ora serve “la piena copertura altrimenti il governo deve decidere altre forme per garantire quelle risorse. Su questo ci confronteremo con il governo per capire come dare pieno corso al Patto della salute”, chiude Errani.

Regioni.it n. 1783 del 22 aprile 2011
Sanità: intesa su risorse 2011, la soddisfazione delle Regioni.
Nei giorni successivi al “tour de force” che ha visto impegnati Presidenti e Assessori alla sanità delle Regioni e delle Province autonome per il riparto delle risorse finanziarie da destinare nel 2011 al servizio sanitario c’è una certa soddisfazione. Le Regioni hanno dimostrato senso di responsabilità, come ha sottolineato il Presidente Vasco Errani, chiudendo una accordo che alla vigilia si presentava piuttosto difficile, dato anche il bassissimo incremento del fondo sanitario. La Lombardia avrà a disposizione 17 miliardi e 51 milioni di euro per il funzionamento della sanità e dei servizi socio sanitari per l’anno 2011. E’ quanto stabilito dall’accordo sul riparto. Per Regione Lombardia, che aumenta la propria disponibilità finanziaria per la sanità di 353 milioni di euro

rispetto al 2010… Leggi i commenti dei Presidenti delle regioni al Link:
http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2011-04-22&newsletter_numero=1783#art1

Sanità: il riparto delle risorse 2011.
Dopo un confronto lungo, e a tratti piuttosto aspro, le Regioni hanno trovato l’accordo su come ripartire i fondi 2011 per il Servizio sanitario nazionale ed hanno espresso l’intesa nella Conferenza unificata del 20 aprile. L’ammontare delle risorse è di oltre 106 miliardi. In attesa che siano pubblicati gli atti ufficiali della Conferenza Unificata del 20 aprile offriamo una panoramica sui dati pubblicati su diversi siti internet e dalle agenzie di stampa. Da il Sole 24 ore Sanità: Stato-Regioni: approvato il riparto 2011. Ecco la proposta di delibera per il Cipe: http://www.sanita.ilsole24ore.com/PrimoPiano/Detail/1365379

Cittadinanzattiva informa n. 191 del 21 aprile 2011
Lo strano caso del Dottor Welfare e Mister Inps
Oggi più che mai registriamo come l’intoccabilità di tutti quei diritti previsti dalla nostra Carta Costituzionale, che qualificano il grado di civiltà di uno Stato, stia venendo meno. Oggi, quei diritti sono messi fortemente sotto attacco da coloro i quali, non volendo e non essendo in grado di sostenerli attraverso specifiche politiche sanitarie, sociali ed economiche, preferiscono considerarli come una delle tante fonti di spesa, da ridurre ad ogni costo: una sorta di palla al piede per lo Stato. Per comprendere il senso di queste affermazioni credo sia importante partire dall’art. 38 della Costituzione Italiana: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Nonostante il dettato costituzionale, constatiamo purtroppo che la legge di stabilità 2011 riduce fortemente le risorse a disposizione per l’attuazione delle politiche sociali: dai 929 milioni di euro del 2008 si è passati ai 273 per il 2011 e ai 44 milioni per il 2013. Molto peggio è andata al fondo per la non autosufficienza, che dal 2011 in poi è stato azzerato… Leggi l’art. di Tonino Aceti, Coordinatore nazionale di CNAMC-Cittadinanzattiva:

 
http://www.cittadinanzattiva.it/il-punto-archivio-comunicazione/5040-lo-strano-caso-del-dottor-welfare-e-mister-inps.html

Da “SOS Sanità”: www.sossanita.it
Le news del 16 aprile 2011. Al via la campagna “stop OPG: per l’abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”,19 aprile ore 11 Conferenza Stampa. In Conferenza Regioni accordo su riparto sanità 2011 http://www.regioni.it/mhonarc/readsqltop1.aspx. Petrolio e Salute il caso del delta del Niger, di Enrico Tagliaferro. Welfare On Line, WOL - Numero Speciale Anno VII. Okkio alla salute 2010: elevata prevalenza tra i bambini di eccesso ponderale, di cattive abitudini alimentari e di stili di vita sedentari. Piano di Rientro Lazio: Sintesi Decreti Polverini del 2011 di Giorgio Cerquetani. Dossier: La sanità nelle manovre finanziarie dal 2005 al 2011 – Conferenza delle Regioni.

Le news del 24 aprile 2011. Stop Opg: per l’abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: l’appello e la Piattaforma www.stopopg.it. Nota informativa e tabella Riparto Sanità 2011. Sanità: via libera a riparto risorse 2011 i commenti. 27, 28 aprile Testamento Biologico: iniziative di mobilitazione “io non costringo curo”. CGIL sul Riparto finanziamento sanitario 2011. Mobilitazione nazionale 27 aprile 2011: Napoli, Roma, Genova - Il Welfare non è un lusso! Farmaci generici: Colozzi, attivare tavolo previsto da Patto salute. Sostegno ai Farmaci generici, misura giusta ma applicata male. La denunzia di Psichiatria Democratica dopo l’ultimo suicidio nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Concorso mind the difference: Abitare lo spazio del disagio: nuovi usi per vecchie funzioni.

Cgil. Nota informativa e tabella Riparto Sanità 2011.
Una nota del Dipartimento welfare della Cgil sul riparto delle risorse per il finanziamento del Ssn per il 2011, con allegata la tabella provvisoria di riparto, concordata tra le Regioni ed il Governo: http://www.sossanita.it/Primo%20Piano/CGIL%20appunti%20riparto%20e%20tabella%20sanita%202011.pdf

Newsletter del “Centro Maderna” www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 7.4.11. In-forma-mente. Progetto Accoglienza in RSA del Gruppo Anchise. Facebook, un elisir per la memoria degli anziani. Marche: parte il progetto Jade. La sindrome di Penelope nelle donne anziane.

Facebook, un elisir per la memoria degli anziani. (Centro Maderna)
Uno studio condotto in due residenze sanitarie assistite, in provincia di Cremona e di Brescia, ha dimostrato che collegarsi quotidianamente a Facebook per un’ora ha un effetto benefico sulla memoria, conservandola attiva perchè stimolata e migliora l’umore. È questo l’effetto che il popolare social network ha fra gli over 65. Sono infatti oltre un milione e mezzo gli anziani con un profilo Facebook, e a questi si aggiungono un altro milione di utenti anziani che si tengono in contatto con parenti e amici via Skype. A raccontare questo fenomeno in crescita è l’Associazione Italiana di Psicogeriatria (Aip). Marco Trabucchi, Presidente Aip, spiega che negli ultimi anni il numero di anziani che si è avvicinato al web è cresciuto dell’80%: gli over 65 iscritti a Facebook o MySpace sono circa l’8% del totale. Questo è un fenomeno in parte spiegabile, perchè si avvicina alla rete una quota sempre maggiore di anziani con un più elevato livello di istruzione. I risultati del progetto nelle RSA sono incoraggianti, perchè dimostrano che Internet e le nuove tecnologie tengono viva la curiosità culturale degli anziani, migliorano le prestazioni cognitive e mantengono giovane il cervello, stimolando l’attenzione, la memoria, la percezione. Inoltre l’uso della rete riduce i sintomi di ansia, stress e depressione ed è un valido aiuto nel creare reti di supporto per gli anziani con disabilità che avrebbero altrimenti relazioni sociali molto limitate. Il prossimo passo, conclude Trabucchi, è rendere possibili le videochiamate con Skype nelle RSA: queste possono essere molto utili soprattutto nei pazienti con demenza, perchè la visione del volto di un familiare può favorire il riconoscimento dell’interlocutore e migliorare le capacità di comprensione rispetto a una semplice telefonata. (La Stampa.it, 11 aprile)

Indice della Newsletter del 21.4.11. Convegno: Terra di nessuno? La distanza dai luoghi di cura. Gli anziani a rischio di consumo non moderato di alcol. Scuola di volontariato, seminari per i volontari delle associazioni e gli operatori del Terzo Settore. Una sanità più integrata a beneficio degli anziani.

Gli anziani a rischio di consumo non moderato di alcol. (Centro Maderna)
La popolazione più a rischio di consumo non moderato di alcol è quella anziana: si tratta infatti di 2 milioni e 915 mila persone di 65 anni e più che consumano alcol quotidianamente eccedendo le raccomandazioni. Questi sono i dati che ha presentato l’ISTAT sul”L’uso ed abuso di alcol in Italia”. Il modello di consumo degli anziani è di tipo essenzialmente tradizionale, caratterizzato cioè dal bere vino durante i pasti. Per questo motivo, in queste fasce di popolazione il tipo prevalente di comportamento a rischio è pressoché coincidente con un consumo giornaliero non moderato, soprattutto durante il pasto (63,7% degli uomini e 83,9% delle donne). La presenza molto elevata di anziani tra i consumatori a rischio va anche messa in relazione alla possibile ignoranza da parte di questo segmento di popolazione della quantità di alcol da consumare senza incorrere in rischi per la salute. Gli anziani probabilmente mantengono comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute all’avanzare dell’età. È comunque importante sottolineare il trend discendente che si osserva negli ultimi anni della quota di popolazione di 65 anni e più con un consumo giornaliero non moderato di bevande alcoliche (più di 1 unità al giorno). Infatti, tra il 2003 e il 2010 tale quota passa dal 49,8% al 44,3% per gli uomini di 65 anni e più e dal 13% all’11,4% per le donne della stessa età. (Istat, 5 Aprile 2011)

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità:

www.epicentro.iss.it
Sul numero 385 del 14 aprile 2011. Immigrazione e salute pubblica. Gli attuali flussi migratori, portano in primo piano la necessità di identificare le potenziali minacce alla salute pubblica e garantire risposte ai bisogni emergenti. La valutazione dell’Ecdc e il convegno di Roma. Okkio alla salute: report regionali. On line i primi due report regionali relativi all’indagine 2010 di OKkio alla Salute. Da Marche e Liguria un’analisi dei dati raccolti su stato ponderale, abitudini alimentari e attività fisica dei bambini delle scuole primarie. Passi: il workshop del 7-8 aprile. Sul sito Passi, il primo incontro del 2011 del coordinamento nazionale, svoltosi a Roma il 7 e 8 aprile. Un’occasione di confronto sulle modalità di organizzazione del lavoro nel 2010 e nel 2011. Ebp e obesità: il dossier. A conclusione del progetto Ccm “Programmi efficaci per la prevenzione dell’obesità: il contributo dei Sian”, esce il dossier sulle prove di efficacia degli interventi per la prevenzione dell’obesità in bambini e adolescenti. Alimentazione animale e antibiotici. Una nuova pubblicazione dell’Oms Europa indaga sull’associazione fra uso di antibiotici nell’alimentazione animale e insorgenza di fenomeni di resistenza nei microrganismi patogeni. Inquinamento acustico in Europa. Oltre un milione di anni di vita persi per malattia, disabilità o mortalità prematura nei Paesi occidentali: è la stima del danno causato dal rumore del traffico urbano. On line il report dell’Oms Europa.

Immigrazione e salute pubblica.
L’attuale crisi del Mediterraneo e gli importanti flussi migratori verso i Paesi europei hanno portato il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) a valutare i possibili rischi per la sanità pubblica in Europa. Da quanto riferito, al momento non sono stati registrati focolai di malattie infettive in Libia, nei campi di accoglienza alle frontiere di Egitto, Tunisia e Niger o in quelli dei Paesi europei (Italia, Malta e Grecia). Per questi motivi l’Ecdc ritiene che il pericolo di importazione delle malattie infettive dal Nord Africa sia basso. Secondo l’Ecdc le condizioni di vita dei migranti nei centri di accoglienza, dove si registra sovraffollamento e scarsa igiene, sono la principale causa preoccupazione in quanto queste sono importanti fattori di rischio per il diffondersi di malattie infettive. Morbillo, difterite, influenza, pertosse e infezioni respiratorie acute sono malattie a rischio epidemico in condizioni di sovraffollamento, mentre le scarse condizioni igieniche potrebbero aumentare il rischio di malattie diarroiche. Il rischio di malattie prevenibili da vaccino dipende dalla suscettibilità della popolazione ospitata. Le misure di salute pubblica che potrebbero essere prese per diminuire il rischio di focolai di malattie infettive sono: un apposito sistema di sorveglianza e di allerta precoce, che preveda una valutazione dello stato di salute all’ingresso e adeguate procedure di trasferimento a strutture sanitarie, servizi materno infantili e strutture dedicate alla salute mentale all’interno dei centri di accoglienza, strategie vaccinali in grado di proteggere bambini e adulti dalle malattie a cui sono più vulnerabili e assicurare continuità con la storia vaccinale pregressa. Inoltre occorre prestare attenzione allo status vaccinale degli operatori sanitari coinvolti. La maggioranza dei migranti giunti sinora sono adulti di sesso maschile in buona salute, nei quali il rischio di malattie infettive è da considerarsi limitato. L’Organizzazione internazionale per la migrazione (International Organization for Migration - Iom) tuttavia afferma che la situazione potrebbe complicarsi con l’arrivo, previsto, di una seconda ondata migratoria che comprenda gruppi di persone più vulnerabili come donne, bambini e persone affette da patologie pregresse.

Link: http://www.epicentro.iss.it/focus/globale/immigrazioneSanita2011.asp

Sul numero 386 del 21 aprile 2011. Simi: i dati 2010 delle malattie invasive. Sistema informatizzato malattie infettive (Simi): disponibili i dati aggiornati sulle malattie invasive batteriche, incluse le meningiti, riferiti al 2010 con informazioni provenienti da tutte le Regioni. Piano eliminazione del morbillo. Il Piano per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita 2010-2015, approvato in Conferenza Stato-Regioni, delinea nuovi obiettivi e strategie. Leggi il commento di Antonietta Filia (Cnesps). Okkio alla salute: report regionali. Continua la pubblicazione dei report regionali sull’indagine 2010 di OKkio alla Salute. Da Piemonte e Calabria un’analisi dei dati su stato ponderale, abitudini alimentari e attività fisica dei bambini delle scuole primarie. Passi: sicurezza stradale. Un nuovo capitolo del Rapporto nazionale 2010 sull’uso dei dispositivi di sicurezza stradale e la pubblicazione internazionale per il gruppo Passi con un articolo su determinanti sociali e disuguaglianze. Leggi le novità. Settimana europea delle vaccinazioni. L’Oms Europa lancia l’edizione 2011 della settimana europea delle vaccinazioni (23-30 aprile). Il tema è “Shared solutions to common threats”, soluzioni condivise per minacce comuni. Leggi la pagina link e documenti. Disturbi mentali: il progetto Seme. Presentati i risultati del primo anno di attività del progetto Seme che ha realizzato una rete di sorveglianza sentinella per i disturbi mentali gravi. Gli operatori ne hanno discusso l’8 aprile in un convegno.

Settimana europea delle vaccinazioni 2011.
L’Oms Europa lancia la sesta edizione della settimana europea delle vaccinazioni (23-30 aprile 2011). Il tema di quest’anno è “Shared solutions to common threats” (soluzioni condivise per minacce comuni) che sottolinea la necessità e l’importanza di collaborazione tra gli Stati della Regione europea. Lo scambio di esperienze e di soluzioni è fondamentale per tenere sotto controllo le malattie prevenibili da vaccino. Visita le pagine dedicate sul sito dell’Oms e quelle sul sito dell’Ecdc. In occasione della settimana, EpiCentro, con il supporto del reparto Malattie infettive del Cnesps-Iss propone una nuova pagina che offre link e documenti utili dedicati al tema delle vaccinazioni. Link: http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/indice.asp#set

3. Links
Lavoce.info”
Dalla Newsletter del 20 aprile 2011
Sulle spalle della famiglia. Di Chiara Saraceno
Il governo sostiene di aver rafforzato il ruolo della famiglia. E infatti ricadono sulle famiglie italiane tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora. Le timide proposte innovative del Piano nazionale per la famiglia sono rimaste lettera morta. Senza contare che una disoccupazione giovanile vicina al 30 per cento impedisce ai giovani di crearsi una propria famiglia. Le dimissioni delle lavoratrici madri. Leggi l’articolo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002268.html
 

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