Block Notes n. 19, settembre 2011

 
Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Regioni. Focus sulla riforma delle cure primarie e sul nuovo ruolo del Mmg 
Intesa Stato-Regioni. Emergenza con tre modelli 
Il “superticket” in 17 Regioni, ma 7 l’hanno rimodulato
Relazione del Ministero della salute sulla L. 194. Aborti, 3.775 con la RU 486 
Riforma dell’assistenza. Il welfare in cura dimagrante

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Boscagli, stato vegetativo: cresce impegno Regione
Besta, inaugurate nuove tecnologie per la cura 
Ticket, come uscire dal caos

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Tessera sanitaria, codice fiscale e carta dei servizi in una sola smart card
Ticket rimodulati in Emilia Romagna, Toscana e Umbria
Anche il Veneto rimodula i ticket 
Ticket rimodulato anche nelle Marche
Sanità: tabella sugli aspetti attuativi della Legge 111/11
Sanità: Cota, in Piemonte una riforma necessaria
La spesa farmaceutica nel I semestre 2011
Bilanci in rosso nelle strutture residenziali per anziani della Lombardia
Il Sud riparte dagli asili: 614 mila euro dalle Fondazioni
Cooperative sociali: sono in crisi quattro su dieci
Tubercolosi: la situazione in Italia e nel mondo.

1. Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 29, del 26 luglio-1°agosto 2011
Regioni. Focus sulla riforma delle cure primarie e sul nuovo ruolo del Mmg.
Il progetto di riordino delle cure primarie, definito dal gruppo di lavoro formato dalle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Liguria, Veneto, Sicilia e Piemonte è stato presentato al Ministero e prevede la riscrittura dell’articolo 8 del D.Lgs. 502/92 ed un documento programmatico-strategico. Il restyling delle cure primarie prevede team multiprofessionali al lavoro in “case della salute”, una riorganizzazione della medicina generale nell’ambito delle cure primarie, con una nuova struttura di compenso e la previsione di un impegno di 12 ore, nell’ambito di una continuità assistenziale di 24 ore, cui collaboreranno le ex-guardie mediche. Sono poi previsti ambulatori per codici “light”, per intercettare la domanda inappropriata al Pronto Soccorso. È questa la struttura portante di un modello che per molte regioni rappresenterà una “rivoluzione copernicana”. Meno impreparate altre regioni come Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Lombardia, dove da alcuni anni ci sono esperienze di “medicina d’iniziativa”, “chronic care model”, case della salute e Utap. Ogni Regione si potrà però organizzare autonomamente e in base alla propria esperienza. La riforma dell’articolo 8 prevede che tutti i medici convenzionati facciano parte di associazioni mono o multi professionali, per partecipare in team all’erogazione dell’assistenza nei presidi territoriali. In Emilia Romagna la medicina d’iniziativa assegna ai Mmg il coordinamento di percorsi gestiti da infermieri, sono inoltre in fase di progettazione 96 case della salute. Restano comunque aperti i singoli ambulatori dei Mmg, come presidi che garantiscono un’assistenza capillare sul territorio. Grande tema del riordino è la gestione delle malattie croniche e su questo punto si confrontano due modelli: il CCM (chronic care model), che è la via maestra ed il CReG (Cronic Related Group) in fase di sperimentazione in Lombardia, che rappresenta un Drg territoriale, cui corrisponde una tariffa che remunera un “pacchetto” di prestazioni prevedibili per quella patologia.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 30-31, del 2 agosto-5 settembre 2011
Intesa Stato-Regioni. Emergenza con tre modelli.
L’accordo approvato in Conferenza Stato-Regioni prevede tre novità per le cure d’emergenza sul territorio: l’istituzione di un’area dedicata all’attività della continuità assistenziale (Ca) nelle centrali 118, l’integrazione funzionale con la centrale operativa 118 dell’eventuale centrale di ascolto di Ca autonoma di coordinamento, l’istituzione di un call center di secondo livello. Obiettivo è la piena integrazione dei medici di continuità assistenziale con il servizio 118, per intercettare le emergenze più lievi e soddisfarle o smistarle, tutti i giorni, 24 ore su 24, nelle sedi più opportune a livello distrettuale: medicina generale, assistenza domiciliare, specialistica ambulatoriale, farmacia. Il progetto, che prevede l’impegno di una parte dei 350 milioni che gli obiettivi di Piano sanitario nazionale destinano al territorio, punta alla continuità assistenziale e all’appropriatezza delle risposte e alle emergenze minori (codici bianche e verdi). La nuova rete dovrà essere flessibile e sarà modulata sulla base dell’esistente e della conformazione del territorio. In tutti i casi una volta passato per la Continuità assistenziale, il paziente viene indirizzato, se necessario, alle équipe territoriali di cura, formate da Mmg e Pediatri di Libera Scelta (PLS). Sono quindi previsti tre modelli. Il primo modello prevede un’area dedicata all’attività della guardia medica nelle centrali 118 ed è applicabile nelle realtà territoriali con presenza di subcentrali di coordinamento o con postazioni che ricevono direttamente la chiamata di emergenza; le chiamate al servizio di Ca saranno centralizzate nella sede della centrale integrata 118 e guardia medica. Il secondo modello prevede l’integrazione funzionale con la centrale operativa 118 se c’è una centrale di ascolto di Ca di coordinamento. Nelle aree metropolitane dove esistono centrali di ascolto autonome con un alto carico di lavoro e che si trovano in sedi diverse dal 118 è possibile prevedere il prolungamento dell’orario di servizio dei medici di guardia e l’integrazione con il 118 con collegamenti telefonici diretti. L’ultimo modello prevede l’istituzione di un call center di secondo livello, su cui possano concentrarsi sia le chiamate del 118, sia quelle al numero unico di Continuità assistenziale. Un servizio con le caratteristiche del filtro per fornire le informazioni generiche sui servizi disponibili e che avrà il compito di inoltrare la chiamata al servizio più idoneo.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 32-33, del 6-12 settembre 2011 
Il “superticket” in 17 Regioni, ma 7 l’hanno rimodulato.
Il superticket di 10 euro sulla specialistica, introdotto dalla manovra di luglio avanza praticamente in tutta Italia, resistono solo Bolzano, Trento e Val d’Aosta, mentre la Sardegna, dove il ticket è già ai livelli massimi, dovrebbe adeguarsi. La bocciatura da parte delle Regioni è unanime, poiché è “un danno sia per i cittadini, sia per il Ssn”, visto che il superticket, che si aggiunge a quelli locali, potrebbe spingere i pazienti verso la sanità privata, con un danno per le casse del Ssn. La maggior parte delle Regioni ha introdotto il superticket come previsto dalla legge, introducendo 10 euro in più a ricetta. Altre invece lo hanno rimodulato a seconda del reddito o del costo della prestazione. La prima a seguire una propria strada è stata la Lombardia, che ha previsto una spalmatura diversa e graduale del prelievo, con una cifra variabile proporzionata al valore della prestazione. Anche il Piemonte ha scelto la strada delle tariffe variabili, aggiuntive rispetto a quelle già in vigore, modulate a seconda del valore dell’esame. Alcune Regioni (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Veneto) hanno rimodulato il ticket in base al reddito, salvaguardando le esenzioni in vigore. Il Veneto ha previsto un ticket di 5 euro a ricetta per un reddito sotto i 29mila euro e uno da 10 euro per chi supera quel tetto. In Toscana il riferimento è il reddito certificato dall’Isee: fino a 36.000 euro non si applica nessun balzello, 5 euro da 36mila a 70mila, 10 euro da 70 a 100mila, 15 euro oltre 100mila. La stessa strada sarà percorsa dall’Emilia Romagna, dove finora vale invece l’autocertificazione dei redditi lordi.

Relazione del Ministero della salute sulla L. 194. Aborti, 3.775 con la RU 486.
La relazione del Ministero sulla L. 194 conferma che la legge funziona; continua il calo delle Ivg: dal 1982 ad oggi gli aborti sono dimezzati, passando da 234.801 a 115.372, nel 2010 segnano un calo del 2,7% rispetto al 2009. L’Italia si colloca tra i Paesi con il tasso più basso di abortività, in particolare tra le minorenni. Aumenta il numero di Ivg effettuate da donne straniere: nel 2009 erano 30.309, pari al 33,4% del totale, mentre nel 1998 erano il 10%. Di queste, oltre la metà (51,6%) sono di donne provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est. L’obiezione di coscienza tra i medici si stabilizza, dopo un notevole aumento negli ultimi anni. Per i ginecologi è passata dal 58,7% del 2005, al 69,2% del 2006, al 70,5% del 2007, al 71,5% del 2008 e al 70,7% del 2009, con punte più alte al Sud: 85% in Basilicata, 83,9% in Campania, 82,8% in Molise, 81,7% in Sicilia e più basse in Toscana (27,7%) e a Trento (31,8%). Per gli anestesisti è passata dal 45,7% del 2005 al 51,7% del 2009. Le Ivg effettuate con la pillola abortiva RU 486, autorizzata dall’Aifa nel luglio 2009, sono stata 3.775 (3,3% del totale); il suo utilizzo è avvenuto in tutte le regioni, eccetto Abruzzo, Calabria e Sardegna. I tempi di attesa per le Ivg continuano ad essere troppo lunghi; la situazione più drammatica si registra in Veneto, dove il 60% delle donne deve aspettare più di due settimane, il 35% oltre tre e il 12% più di un mese dalla certificazione.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 34, del 13-19 settembre 2011
Riforma dell’assistenza. Il welfare in cura dimagrante.
L’assistenza ai disabili a ai non autosufficienti sarà garantita senza più sprechi e truffe e in base ai redditi del nucleo familiare solo ai “realmente bisognosi”. E’ tutta qui la “filosofia” della riforma dell’assistenza contenuta nel disegno di legge delega approvato a fine giugno dal governo, ora all’attenzione della commissione Finanze della Camera, che dovrà essere approvato dal Parlamento entro settembre, per garantire risparmi di 4 miliardi nel prossimo anno e ben 20 mld. nell’anno successivo. La delega dovrà mettere ordine nel welfare italiano, attraverso un restyling completo degli strumenti a disposizione: dalle risorse per le indennità di accompagnamento da assegnare in base a standard di popolazione e di invecchiamento delle regioni, fino ad una vera integrazione delle prestazioni sociosanitarie a cui accedere in base ad un Isee da rivedere. Il governo non ha dubbi: oggi esistono sovrapposizioni e duplicazioni di prestazioni e di servizi, tali da rendere inefficace e non più economicamente sostenibile il sistema. Il sistema ha prodotto un numero “sproporzionato” di soggetti invalidi e di beneficiari di assegni di accompagnamento, con un’espansione senza motivo della spesa per prestazioni di invalidità civile passata da 11 mld. nel 2002 a 16 nel 2009. Gli obiettivi della delega: la ridefinizione di tutti gli indicatori utilizzati per individuare la corretta situazione economica dei cittadini, con attenzione alla composizione del nucleo familiare, l’armonizzazione dei differenti strumenti previdenziali e assistenziali di sostegno alle condizioni di bisogno, l’istituzione del fondo per l’indennità sussidiaria alla non autosufficienza da ripartire tra le regioni, il trasferimento ai comuni della “social card”. L’ipotesi è quella di istituire un Fondo ripartito tra le regioni in base a standard calcolati sulla popolazione e sui tassi di invecchiamento, arginando il fiume di risorse che si sposta soprattutto al Sud, dove ci sarebbero più falsi invalidi che nel resto d’Italia. Uno dei perni della riforma è dunque l’intervento sul fronte dell’indennità di accompagnamento ai non autosufficienti, che vale 487 euro mensili, ricevuti da circa il 10% delle persone over 65 anni e utilizzati prevalentemente per pagare le badanti.

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 19 settembre 2011
Boscagli, stato vegetativo: cresce impegno Regione.
Presentate oggi a Milano le prime risultanze di un progetto biennale condotto da due centri di ricerca, il Coma Research Centre del Besta e il Coma Science Group della Ferb (Fondazione Europea di Ricerca Biomedica) che hanno unito le loro forze per sviluppare protocolli comuni di ricerca per i pazienti in stato vegetativo. Il progetto è stato sostenuto da Regione Lombardia, che ha messo a disposizione dell’Istituto Neurologico Besta 1,5 milioni di euro. Nel periodo di ricovero i pazienti vengono studiati accuratamente dal punto di vista clinico, neurofisiologico e di neuroimaging e vengono sottoposti a una serie di valutazioni ed esami diagnostici. Altri obiettivi del progetto sono la definizione, in collaborazione con i centri da cui provengono i pazienti, delle conclusioni diagnostiche e prognostiche, oltre a creare, analizzare ed elaborare i dati raccolti. Particolare attenzione è anche dedicata a supportare e formare le persone (caregiver), familiari e non, che a diverso titolo assistono i malati. L’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, intervenuto al bilateral meeting tra il Coma Research Centre (Italia) edil Coma Science Group (Belgio), ha detto: “Abbiamo potenziato ed esteso l’assistenza per le persone in stato vegetativo tramite un investimento ulteriore di 10 milioni di euro, che si aggiungono ai 26 milioni già spesi ogni anno per la cura e il sostegno di questi malati. Nel provvedimento della Giunta regionale, presentato alla fine di luglio, è previsto che i pazienti in questa condizione che accedono per la prima volta alla rete dei servizi abbiano a disposizione un voucher - di importo pari alle tariffe giornaliere erogate alle strutture che si prendono cura di queste persone - per l’acquisto di varie prestazioni previste da un Piano di assistenza individuale. Con questa novità lo scopo è di migliorare ulteriormente il sostegno a questi pazienti, riconfermando il principio della libertà di scelta che sta alla base del sistema lombardo”. Già da alcuni anni la Lombardia è la prima regione in Italia che garantisce gratuitamente l’assistenza dei pazienti presso le strutture di riabilitazione ed eroga al contempo un contributo di 500 euro al mese a chi decide di assistere a casa il proprio familiare in stato vegetativo.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 20 settembre 2011
Besta, inaugurate nuove tecnologie per la cura.
Un cyberknife (sistema robotico per la radiochirurgia), una risonanza magnetica 3.0 Tesla (in grado di dare informazioni anatomo-strutturali con risoluzione spaziale dell’ordine dei decimi di millimetro) e un angiografo biplanare di ultima generazione (che permette di effettuare una angiografia cerebrale in minor tempo e con dimezzamento della quantità di mezzo di contrasto e riduzione della esposizione ai raggi). Sono queste le tre innovazioni tecnologiche presentate oggi all’Istituto Neurologico Besta, nel corso di un incontro cui hanno partecipato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l’assessore alla Sanità Luciano Bresciani insieme ai responsabili della struttura: il presidente della Fondazione Carlo Borsani, il direttore generale Giuseppe De Leo, il direttore scientifico Ferdinando Cornelio. Scheda. L’investimento complessivo è di circa 19 milioni di euro, provenienti prevalentemente da risorse proprie dell’Istituto, che sono state integrate con una quota di risorse extra, di provenienza regionale (2,7 milioni) e ministeriale (2 milioni). Si tratta quindi di una cifra rilevante, che ha permesso l’acquisto di tre differenti apparecchi: il Cyberknife (12,9 milioni del Besta), avanzatissima macchina in grado di localizzare con estrema precisione la massa tumorale, riducendo significativamente l’irradiazione dei tessuti sani con conseguenti e immaginabili benefici per il paziente; una nuova Risonanza Magnetica ad alto campo (4 milioni, di cui 2,7 di Regione Lombardia), che comporta un significativo miglioramento del contenuto informativo delle immagini dovuto all’aumento della risoluzione, fattore decisivo per esempio nello studio di aree corporee di piccolissimo volume che altrimenti rimarrebbero non analizzabili; un nuovo Angiografo biplanare (2 milioni dal Ministero della Salute), che permette di effettuare una angiografia cerebrale in minor tempo e con dimezzamento della quantità di mezzo di contrasto, con chiaro beneficio per il paziente.

Da “Settegiorni Pd”, Notiziario del gruppo Pd in Consiglio regionale
È uscito il n. 153, del 16 settembre 2011
Ticket, come uscire dal caos.
Il Pd propone a Regione Lombardia di utilizzare subito e meglio la Carta sanitaria per le nuove modalità di esenzione. Dal 15 settembre regna il caos nelle Asl perché da giovedì scorso non viene più accettata l’autocertificazione dei cittadini esenti dal ticket per reddito. Fino al 31 marzo 2012 farà fede la lettera inviata da Regione Lombardia, sulla base dai dati forniti dall’Agenzia delle entrate, con cui si comunica che il destinatario rientra nei limiti di reddito per ottenere appunto l’esenzione. La verifica spetterà al medico curante che effettuerà gli appositi controlli visionando i registri dell’anagrafe regionale informatizzata, in corso di compilazione. E adesso agli sportelli regna la confusione totale, denuncia Sara Valmaggi. E per questo il Gruppo regionale del Pd ha presentato alla Giunta Formigoni un’interrogazione in cui si riassume la situazione e si aggiunge che, rispetto al resto d’Italia, in Lombardia c’è una complicazione in più: “Il Ministero dell’Economia e Finanze, nell’attribuzione dell’esenzione per gli ultrasessantacinquenni, utilizza il limite di reddito nazionale che è pari a 36.151,98 euro ed è codificata con E01, mentre il limite reddituale in Lombardia dal 2007 è stato innalzato a 38.500 euro. Di conseguenza coloro che hanno un reddito compreso tra il limite nazionale e quello regionale, per poter aver accesso alle prestazioni gratuite, devono recarsi alla propria Asl e richiedere un’attestazione cartacea (codificata E05) con conseguente disagio e confusione”. Alla Giunta la Valmaggi e il Gruppo del Pd chiedono quindi di semplificare la procedura di accesso alle esenzioni per coloro che percepiscono un reddito compreso tra i 36.151 euro e i 38.500 “attraverso la Carta sanitaria, che è già in mano a tutti i cittadini ed è pagata centinaia di milioni di euro annui dai lombardi, e che dovrebbe essere lo strumento unico anche per l’attestazione delle varie tipologie di esenzione”. Ma chiedono pure a Formigoni “se non ritenga di definire, in maniera univoca, quali siano i redditi da valutare per accedere alle prestazioni sanitarie gratuite in Lombardia e dare esatte indicazioni alle Aziende sanitarie locali, così da non incorrere in eventuali richieste di rimborso”, come, ad esempio, è accaduto a suo tempo con i bonus bebè.

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Da “governo.it”, la newsletter del Governo italiano
Dalla Newsletter n. 34 del 20 settembre 2011
Tessera sanitaria, codice fiscale e carta dei servizi in una sola smart card.
In occasione del rinnovo delle tessere sanitarie in scadenza, le Regioni potranno richiedere al Ministero dell’economia e delle finanze, di consegnare ai propri assistiti la Tessera sanitaria che funzionerà anche come Carta nazionale dei servizi. La smart-card potrà essere utilizzata non solo per l’accesso alle prestazioni sanitarie e in sostituzione del codice fiscale ma consentirà ai possessori di usufruire di tutti i servizi digitali offerti dalla pubblica amministrazione e di effettuare pagamenti dei servizi pubblici.
Dossier “Assorbimento della Tessera Sanitaria nella Carta nazionale dei servizi”: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/tessera_sanitaria_CNS/index.html

Dalla “Conferenza delle Regioni”: www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1852 del 5 agosto 2011.
Ticket rimodulati in Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Alla ricerca di maggiore equità.
Un piano per rimodulare l’applicazione del ticket alla Sanità secondo il reddito dei cittadini. Lo hanno messo a punto le Regioni Toscana, Emilia Romagna e Umbria prevedendo l’applicazione del ticket su farmaceutica, specialistica e libera professione attraverso un’autocertificazione, la denuncia dei redditi o la presentazione del modello Isee. In sostanza il ticket, per quanti sono esenti per patologia, prevede il pagamento di un euro a confezione dei farmaci per redditi tra 36 e 70 mila euro, due euro per quelli tra 70 e 100 mila euro, tre euro sopra i 100 mila euro. Ogni ricetta avrà comunque un massimo di 2, 4 e 6 euro. Il piano, che è la risposta delle tre Regioni all’obbligo del ticket imposto dal Governo, è stato presentato dai presidenti di Toscana ed Emilia Romagna, Enrico Rossi e Vasco Errani, e dall’assessore alla sanità dell’Umbria Franco Tomassoni. Per quanto riguarda la specialistica verrà effettuata una revisione del tariffario con valore della ricetta superiore a 10 euro di 5 euro, per i redditi tra 36 e 70 mila euro, di 10 euro per redditi da 70 e 100 mila, e di 15 euro oltre 100 mila. Sempre secondo le fasce di reddito sono previsti ticket aggiuntivi di 10, 24 e 34 euro per la Tac e la risonanza magnetica. Infine, è previsto un contributo aggiuntivo sulle prestazioni di libera professione intramoenia e, per quanto riguarda la sola Toscana, un incremento del 20% sulle tariffe per la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. Nessun ticket sarà applicato per coloro che hanno un reddito inferiore ai 36 mila euro.

Anche il Veneto rimodula i ticket.
Anche La Giunta regionale del Veneto ha deciso di applicare il superticket nella sanità. Il Veneto, infatti, aveva deciso per la non applicazione. “È battaglia dura perché non accettiamo questa tassa che viene definita ticket, ha detto Zaia. L’abbiamo applicata perché costretti, perché ci hanno diffidato, ci hanno detto di applicarla così com’è. Chiediamo l’annullamento e l’applicazione eventualmente di una nuova accisa sui tabacchi, che vada a colpire il consumo di questa sostanza, il che significherebbe non chiedere 5 o 10 euro, come nel caso del Veneto, ai cittadini che vanno in ospedale” Zaia ha aggiunto di comprendere le difficoltà economiche del momento che “è drammatico. È altrettanto vero, però, che ci sono tanti modi per risolvere questo problema e direi di lasciare in pace le persone che soffrono e che sono ammalate”. Il Presidente ha poi ammesso di essere “deluso dal confronto col Governo. Ma abbiamo perso una battaglia, non la guerra, visto e considerato che abbiamo presentato i due ricorsi. E, comunque, continueremo al tavolo col Governo e le altre Regioni a sostenere la nostra posizione, che è quella di non applicare il ticket”. Zaia ha infine ricordato che “siamo stati i primi ad avviare questa battaglia, e infatti siamo l’ultima Regione che è costretta ad applicare il ticket, ma lo facciamo in maniera molto oculata, non penalizzando chi ha redditi sotto i 29 mila euro”.

Regioni.it n. 1853 dell’8 agosto 2011.
Ticket rimodulato anche nelle Marche.
Le Marche rimodulano il ticket sanitario di 10 euro deciso dal Governo nazionale. Verrà applicato per fasce di reddito familiare lordo. Resteranno esenti, oltre ai possessori di reddito familiare fino a 36 mila euro, tutti coloro già esenti in precedenza, compresi quelli per patologia. Sarà introdotto sulla spesa farmaceutica e sulle prestazioni specialistiche. Lo ha deciso l’8 agosto la giunta regionale. L’entrata in vigore della rimodulazione del ticket verrà comunicata dalla stessa giunta dopo aver acquisito l’autorizzazione da parte del Governo centrale, in quanto alle Regioni non è stata riconosciuta autonomia decisionale in materia. La norma prevede che i cittadini obbligatoriamente compartecipino alla spesa, consentendo così alle Regioni di recuperare i trasferimenti tagliati dalle finanziarie nazionali. Le Marche devono recuperare almeno 20 milioni di euro su base annua; per il 2011 l’importo è di poco inferiore a 10 milioni. “Restiamo fermamente contrari all’applicazione del ticket, una misura iniqua che siamo obbligati ad applicare - sottolinea il presidente della Regione Gian Mario Spacca -. Vogliamo farlo nel modo più equo possibile, salvaguardando le categorie sociali più deboli e applicandolo per fasce di reddito. Crediamo si tratti del modo migliore per interpretare questo provvedimento”.

Regioni.it n. 1857 del 30 agosto 2011.
Sanità: tabella sugli aspetti attuativi della Legge 111/11.
E’ stata predisposta dal “Settore Salute e Politiche Sociali” della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome una tabella dedicata alla Legge n. 111/11 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria” (Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 16 luglio 2011, n. 164). La tabella propone accanto alle diverse disposizioni della Legge le “Osservazioni delle Regioni” e gli “aspetti attuativi”.
Link: http://www.regioni.it/download.php?id=220553&field=allegato&module=news

Regioni.it n. 1870 del 16 settembre 2011.
Sanità: Cota, in Piemonte una riforma necessaria.
“Stiamo facendo una riforma necessaria che nessun altro ha mai fatto’’: lo ha detto, riferendosi alla riforma sanitaria in Piemonte, il Presidente della Regione, Roberto Cota. “La spesa sanitaria, ha argomentato Cota, era andata completamente fuori controllo: negli ultimi cinque anni era aumentata del 23,6% ed il debito della Regione Piemonte era uno dei più alti fra tutte le Regioni italiane. I Presidenti delle Regioni devono assumersi le proprie responsabilità di fronte ai cittadini e risanare queste situazioni. Per questa ragione stiamo procedendo spediti con la riforma sanitaria in Piemonte. La verità non è né di destra né di sinistra, ma quella che vuole la gente e noi siamo orgogliosi del lavoro che stiamo facendo”.

Da “SOS Sanità”: www.sossanita.it
Le news del 21 settembre 2011. FISH: le manovre tagliano l’assistenza. Biotestamento: CGIL e FP CGIL chiedono audizione al Senato. Manovra: il 23 settembre manifestazione nazionale ANCI, Regioni, UPI a Perugia. Errani: se salta la rete dei servizi a rischio la sanità. Rapporto 2011 sull’attuazione della legge 194/78.
Interventi: Health City Design - Urbanistica e Salute, di Marco Geddes. I dispositivi medici in Europa. Il prezzo che la salute paga all’innovazione, di Luca Iaboli. Politiche sanitarie. Tempi moderni, di Francesco Taroni. 11 settembre le conseguenze sulla salute dieci anni dopo, di Gavino Maciocco.
Approfondimenti. Delega al Governo per la riforma fiscale ed assistenziale. Ministro dell’Economia. Rapporto 2011 sull’attuazione della legge 194/1978, Ministero della Salute. La spesa farmaceutica nel I semestre 2011: diminuisce del 6%, ma aumentano i ticket del 35%.
Comunicato stampa dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali): http://www.sossanita.it/Primo%20Piano/SPES%20FARMACI%201%20SEM%2011.pdf

Da “Redattore sociale”: www.redattoresociale.it
“Redattore sociale” è un’Agenzia giornalistica quotidiana in abbonamento su disagio e emarginazione sociale, volontariato, non profit, cooperazione, immigrazione. La Newsletter è gratuita e contiene la sintesi delle principali notizie pubblicate e consultabili in abbonamento.
Dalla Newsletter del 15 settembre 2011.
Bilanci in rosso nelle strutture residenziali per anziani della Lombardia
Baroni (Uneba): “Con i tali decisi dalla Regione siamo sotto del 5%. Forse dovremo chiedere un ulteriore contributo ai nostri pazienti”. Dal 2010 a ogni struttura la Regione attribuisce un budget prefissato, pari al 98% del contributo del 2009.

Dalla Newsletter del 20 settembre 2011.
Il Sud riparte dagli asili: 614 mila euro dalle Fondazioni
Diciassette nuovi servizi per 628 bambini, di cui il 25% disagiati, torneranno a dare un futuro alle periferie in difficoltà. Gori, docente di Politiche sociali all’Università Cattolica di Milano: “Bisogna scommettere sulla collaborazione nel no-profit”.

Dalla Newsletter del 21 settembre 2011. 
Cooperative sociali: sono in crisi quattro su dieci
In soli tre anni brusca crescita delle imprese sociali in difficoltà, secondo la rilevazione dell’Isnet: dal 15% del 2007 al 39% del 2010. Calate del 19% le organizzazioni che hanno registrato una crescita economica, (dal 44% del 2007 al 25% del 2010). Borzaga, economista: ''Reinventarsi per sopravvivere''. Necessario ''sganciarsi dalla pubblica amministrazione ed entrare in nuovi mercati''

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: www.epicentro.iss.it
Sul numero 402 del 15 settembre 2011. Alcol, Piano d’azione 2012-2020. Dal 12 al 15 settembre 2011, 53 Paesi della Regione europea Oms si sono riuniti, in Azerbaigian, per approvare un rinnovato Piano per ridurre l’uso nocivo di alcol. Il Piano d’azione europeo 2012-2020 fornisce opzioni politiche efficaci per i problemi alcol-correlati. Il commento di Emanuele Scafato (Cnesps). Maltrattamenti sugli anziani. Secondo le stime dell’Oms, in Europa circa 4 milioni di anziani ogni anno sono vittime di abusi fisici e psicologici. Lo riferisce un nuovo report dell’Oms Europa. Asp Lazio: infortuni professionali. Nel 2009, nel Lazio sono state fatte oltre 61 mila denunce di infortunio anche se si osserva un lieve calo rispetto ai valori del 2000. Dall’Asp Lazio il rapporto con i dati 2009. Influenza aviaria. Non c’è evidenza che il virus A(H5N1) sia mutato adattandosi all’uomo. Pertanto il rischio per la salute umana rimane molto basso. Dall’Ecdc il rapid risk assessment. Tbc: situazione in Italia e nel mondo. Con 4246 casi nel 2009, l’Italia è sotto la soglia dei Paesi a bassa endemia.
Tubercolosi: la situazione in Italia e nel mondo.
L’attuale situazione epidemiologica della tubercolosi in Italia è caratterizzata da una bassa incidenza nella popolazione generale, (nel 2009, 4246 casi notificati, quindi al di sotto della soglia dei Paesi a bassa endemia), dalla concentrazione della maggior parte dei casi in alcuni gruppi di popolazione (circa il 40% dei casi segnalati sono pazienti stranieri residenti in Italia) e in alcune classi di età, e dall’emergere di ceppi tubercolari multi-resistenti. L’84,5% dei decessi avviene in persone di età superiore ai 65 anni di età. Sebbene l’incidenza sia bassa, nei dati disponibili, emergono notevoli differenze tra le varie aree del Paese, infatti, per alcune Regioni e Province del Centro-Nord Italia (soprattutto nelle grandi città) i valori sono superiori rispetto a quello nazionale. Leggi tutto: http://www.epicentro.iss.it/problemi/Tubercolosi/sett2011.asp
La circolare del Ministero: http://www.normativasanitaria.it/normsan-pdf/0000/39577_1.pdf

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