Block Notes n. 3, febbraio 2011


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Rapporto Oasi. Il miraggio accreditamento

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Croce Rossa, proposta Regione salva posti di lavoro
Sanità, Bresciani: un nuovo patto con paziente

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
La Cgil sul riparto del Fondo Sanitario nazionale
Certificati di malattia on line; con la fine della sperimentazione, scattano le sanzioni
Il Governo vara il Piano Sanitario Nazionale
Eurispes: sanità e gradimento cittadini
Due Accordi Stato-Regioni su lotta al dolore e riduzione tagli cesarei
Risoluzione Commissione Senato su costi standard in sanità
L’intesa sui costi standard espressa in Conferenza Unificata il 16 dicembre
Dal Governo niente risorse per non autosufficienza
Sanità: piani di rientro on line.
Errani su federalismo e riparto Fondo sanità
Pronto Alzheimer per malati e famiglie
Rapporto del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie
Giornata mondiale contro il cancro 2011
Salute e disuguaglianze: cosa dice l’ufficio statistico dell’Ue?

4. Links
“SOS Sanità”
La voce.info. La forbice delle Regioni.

1.Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 47, del 14-20 dicembre 2010
Rapporto Oasi. Il miraggio accreditamento.
Il 23% dei ricoveri nel Ssn sono oggi erogati da ospedali privati accreditati. In Lazio la % sale al 48% ed al 30% in Lombardia, Campania e Puglia. Una ricerca contenuta nel Rapporto Oasi 2010 ha analizzato i meccanismi di accreditamento, di contrattazione e di controllo delle prestazioni di ricovero in tre Regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, evidenziando punti di forza e criticità. Con riferimento all’accreditamento si evidenziano velocità e tempistiche differenziate. Lombardia ed Emilia Romagna presentano i sistemi maggiormente consolidati, con un organico sistema di requisiti, che si caratterizza però per una limitata capacità di garantire un miglioramento continuo della qualità sanitaria ed assistenziale, a causa della prevalente focalizzazione su requisiti di carattere strutturale, piuttosto che di valutazione della qualità dei processi e dei risultati. Da qui la necessità di affiancare all’accreditamento istituzionale quello di eccellenza. Il secondo elemento di criticità è dato dal ritardo con cui il sistema di accreditamento sta andando a regime. L’accreditamento istituzionale nelle intenzioni del legislatore doveva servire a selezionare i provider più idonei a massimizzare l’utilità delle risorse pubbliche, in molte regioni rischia invece di ridursi a strumento di contingentamento dell’offerta sulla base delle risorse disponibili. Il pagamento a prestazione (Drg) ha consentito un’espansione dei volumi offerti e un incremento dell’efficienza, ma non ha garantito il controllo della spesa. Rispetto alla negoziazione, le Regioni hanno abbandonato il sistema di finanziamento basato solo sulla tariffa per Drg e introdotto tetti di produzione per singola struttura, per garantire un controllo effettivo della spesa e ridurre i tassi di ricovero. Un’effettiva funzione di committenza richiederebbe però di definire anche il mix di servizi erogabili, attraverso una previsione dell’evoluzione della domanda e una programmazione dell’offerta. Lombardia e Veneto sembrano svolgere una funzione di committenza piuttosto limitata, lasciando all’erogatore la scelta del proprio case-mix, mentre le Asl dell’Emilia Romagna svolgono un ruolo di committenza più ampio, attraverso la definizione del volume massimo di prestazioni, distinte per tipologia e modalità di assistenza. L’esercizio della committenza richiede adeguate capacità di coordinamento di reti complesse, il coinvolgimento degli erogatori privati nelle attività regionali di programmazione sanitaria e la definizione di percorsi integrati di diagnosi e cura. Rispetto ai controlli, il sistema sembra focalizzato su verifiche di tipo amministrativo, trascurando valutazioni sulla qualità delle cure e sull’impatto sullo stato di salute.

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 26 gennaio 2011
Croce Rossa, proposta Regione salva posti di lavoro.
La Croce Rossa continuerà senza interruzioni il servizio per il 118 in Lombardia, almeno fino a giugno, e senza tagliare posti di lavoro. E’ il risultato della proposta che la Regione, su indicazione del suo stesso presidente Roberto Formigoni, ha messo in campo oggi sul tavolo in Prefettura a Milano. Il tavolo, cui ha partecipato per la Regione il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina, era stato convocato per tentare una conciliazione tra le parti riguardo la situazione dei lavoratori a tempo determinato della Croce Rossa, che rischiavano di rimanere senza occupazione. Alla presenza dei rappresentanti della stessa Croce Rossa, dei sindacati, di Regione Lombardia e dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza (AREU) è stata trovata la soluzione ponte sino a giugno. Regione Lombardia, nel ribadire la propria linea politica, che è quella della salvaguardia del livello occupazionale attuale, ha infatti dichiarato il proprio impegno ad aumentare in maniera limitata il valore economico della convenzione con la CRI fino al 30 giugno 2011, a due condizioni: 1) CRI deve garantire l’attuale livello occupazionale (senza cessazione immotivata di contratti); 2) la Direzione Generale AREU, insieme a CRI e alle altre associazioni, dovrà procedere, sempre entro il 30 giugno, a una revisione complessiva del modello organizzativo dell’emergenza territoriale, in modo da definire un modello unico, che dovrà considerare con attenzione l’analisi dei costi del servizio.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 4 febbraio 2011
Sanità, Bresciani: un nuovo patto con paziente.
Un Patto di cura con il paziente subacuto che di fatto viene invitato a seguire responsabilmente la terapia e il percorso di cura stabilito per lui. Verrà sperimentato nei prossimi mesi e, a questo proposito, la giunta regionale a metà febbraio dovrebbe approvare un provvedimento specifico. Una ancor più forte attenzione alla presa in cura della persona, sintetizzato dallo slogan “Dalla cura al prendersi cura”. La sperimentazione in 5 Asl del Cronic Related Gruop (CReG) che coinvolge, con differenti responsabilità tecniche, i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, le Asl, i soggetti erogatori di ricovero e cura e quelli extraospedalieri di specialistica ambulatoriale. Questi gli elementi illustrati oggi, nel corso del convegno intitolato “Integrazione tra i vari attori della Sanità territoriale: prospettive di sviluppo”. Il CReG vuole essere lo strumento attraverso cui il sistema sia al fianco del cittadino affetto da una cronicità. Per il 2011 le malattie prese in esame saranno broncopneumopatie cronico ostruttive (BPCO), scompenso cardiaco, diabete di tipo I e tipo II, ipertensione e cardiopatia ischemica, osteoporosi, patologie neuromuscolari. Il paziente sarà accompagnato in tutte le attività, non solo ambulatoriali (farmaceutica, protesica, follow up), assicurandogli la continuità del processo di diagnosi e cura. Di fatto un ulteriore passo per affiancare il paziente affetto da patologia cronica ed evitandogli di imbattersi in una sorta di frammentazione degli interventi e servizi che riceve. Regione Lombardia sta modificando radicalmente il modo di intendere l’assistenza sanitaria, strutturando un sistema in cui al centro ci siano davvero la persona e il suo benessere. Questa azione è stata dettagliata nelle nuove regole, che declinano operativamente per il 2011 gli indirizzi indicati nel Piano Socio Sanitario Regionale 2010-2015. Ad esempio, con le strutture subacute, che valorizzano le risorse presenti sul territorio e avvicinano l’assistenza al cittadino, i nuovi ospedali sono stati realizzati strutturalmente per organizzare l’assistenza attorno alle diverse aree di intensità di cura; questo pone il problema di come gestire adeguatamente i pazienti che abbiano terminato la fase acuta, ma non siano ancora dimissibili e necessitano il ricovero in una struttura di carattere sanitario. Anche qui il passaggio è dal curare al prendersi cura: per questo nel 2011 saranno trasformati circa 1.100 posti letto per acuti e riabilitazione (posti letto tecnici) ubicati prevalentemente nei piccoli ospedali che già adesso non rientrano nella rete dell’emergenza-urgenza e non hanno reparti come l’ostetricia e la chirurgia. Queste strutture in cui l’assistenza al paziente richiede, rispetto alla fase acuta, una minor assistenza medica ma comunque una significativa assistenza infermieristica, consentiranno la stabilizzazione dei pazienti prima della completa dimissione al loro domicilio. L’obiettivo è delineare un percorso nuovo dell’assistenza post-ospedaliera avendo ben presente che le persone devono essere messe nelle condizioni di stare meglio e, nel caso di cronicità, l’impegno è garantire un allungamento dei tempi e neutralizzazione della limitazione funzionale fino alla non autosufficienza.

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Dalla Cgil
4 febbraio 2011. Comunicato stampa di Vera Lamonica: “Per ilriparto del Fondo Sanitario nazionale fare attenzione ai fabbisogni reali e agli svantaggi sociali”.
“L’obiettivo auspicabile è quello di arrivare ad un riparto che, pur considerando il fattore età decisivo, utilizzi più criteri, in grado di identificare meglio i bisogni reali. Questa scelta può aiutare ad allocare le risorse in modo più appropriato, quindi più efficiente e rispondente alle necessità dei cittadini”. E’ questa l’indicazione fornita dalla Cgil nazionale a proposito del confronto in corso tra Governo e Regioni a proposito della ripartizione dei finanziamenti destinati al fabbisogno sanitario nazionale. “Già nel 2011- spiegano Lamonica, segretaria confederale della Cgil e Stefano Cecconi (responsabile delle politiche sanitarie) - sarebbe possibile e utile considerare almeno uno dei criteri che riconoscono particolari condizioni di fabbisogno e di svantaggio, qual è ad esempio l’indice di deprivazione (di reddito, istruzione, contesto sociale, ecc). Nello stesso tempo resta sempre aperto il problema di come sostenere la riorganizzazione e la riqualificazione dei servizi, soprattutto per favorire i percorsi di convergenza delle regioni con maggiori difficoltà verso gli standard assistenziali delle regioni più virtuose. Anche di questo dovrebbe tener conto il riparto”. La distribuzione delle risorse per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza ai cittadini riguarda 104 miliardi di euro, pari al 7% del PIL, che rappresentano oltre il 70% del bilancio delle regioni. Il riparto 2011 è particolarmente delicato anche perché sarà usato come base di partenza per il federalismo sanitario. “Nella sanità - ricorda - per decidere quante risorse assegnare ad ogni singola regione è stato da tempo superato il criterio della “spesa storica”, anticipando le stesse indicazioni della legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale. Infatti, la quota del finanziamento è stata assegnata progressivamente in base alla popolazione di ogni regione, corretta, seppur parzialmente, con il “peso” dell’età degli abitanti. Riconoscendo così alle regioni dove è maggiore la presenza di bambini fino ad un anno di età e di anziani con più di 65 anni una quota maggiore di finanziamento, in ragione degli accertati, e notevoli, maggiori consumi sanitari dei cittadini di queste classi di età”. E’ certo però che la sola età delle popolazioni non basta a identificare il fabbisogno.

Da “governo.it” la newsletter del Governo italiano.
Dalla newsletter n. 5, dell’8 febbraio 2011.
Certificati di malattia on line; con la fine della sperimentazione, scattano le sanzioni
A dieci mesi dal suo avvio, la nuova procedura di trasmissione online all’INPS dei certificati medici di malattia dei lavoratori pubblici e privati è stata giudicata dal ministro Brunetta “largamente positiva”. Il sistema, ha dichiarato il ministro nel corso di una conferenza stampa il 2 febbraio 2011, è pienamente operativo in tutte le sue funzionalità; la nuova procedura è diffusa su tutto il territorio e la quota di medici di medicina generale abilitati all’utilizzo è ormai vicina al 100%. Così funziona il sistema: il medico invia all’INPS il certificato di malattia compilando una pagina web (o utilizzando il proprio software abituale o il call center telefonico). L’INPS rende disponibile il certificato al datore di lavoro (pubblico e privato), che può riceverlo tramite PEC o consultando il sito dell’INPS. Il lavoratore può consultare i propri certificati di malattia tramite il sito dell’INPS o chiederne l’invio alla propria casella di posta elettronica. Il datore di lavoro riceve immediatamente dall’INPS le attestazioni di malattia relative ai certificati ricevuti. I medici che, anche temporaneamente, hanno difficoltà a utilizzare il PC o ad accedere a Internet possono inviare il certificato rivolgendosi al call center telefonico gratuito dell’INPS con l’assistenza di un operatore dedicato. Eventuali sanzioni hanno luogo solo in caso di “colpa esplicita” del medico e non per impossibilità tecnica di trasmissione del certificato.


Link al Dossier: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/certificati_medici/index.html

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1722 del 25 gennaio 2011
Il Governo vara il Piano Sanitario Nazionale.
E’ stato approvato dal Consiglio dei ministri del 21 gennaio il Piano Sanitario Nazionale (PSN) 2011-2013. Tra le indicazioni c’è quella di realizzare un sistema di accesso alle prestazioni nell’ambito di specifici percorsi diagnostico terapeutici per le patologie più diffuse e sviluppare una serie di interventi. Il Piano sanitario nazionale indica tra gli obiettivi prioritari : 1. l’uso delle classi di priorità per le prenotazioni ambulatoriali e di ricovero: le prestazioni devono essere garantite sulla base del quadro clinico presentato dal paziente; 2. l’individuazione di percorsi diagnostico terapeutici (PDT) nell’area cardiovascolare e oncologica e la fissazione dei relativi tempi massimi di attesa per garantire la tempestività della diagnosi e del trattamento; 3. la messa a sistema di soluzioni operative per la gestione dei flussi informativi disponibili per monitorare i tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali e quelli di ricovero programmato, erogate singolarmente o nell’ambito di specifici percorsi, garantite dal SSN sia in ambito istituzionale che in libera professione, per garantire l’affidabilità e la trasparenza dei dati sui tempi d’attesa; 4. la definizione delle modalità di utilizzo della libera professione intramuraria nell’ambito del governo delle liste d’attesa per conto e a carico delle aziende, per contenere i tempi di attesa per le prestazioni particolarmente critiche in regime istituzionale; 5. la gestione degli accessi attraverso l’uso del sistema CUP sulla base di quanto previsto dall’Intesa Stato-Regioni del 29-04-2010, anche prevedendo possibilità di sviluppo di iniziative di “Information & Communication Technologies” (ICT) per realizzare funzionalità automatizzate ai fini della gestione del processo di prescrizione, prenotazione e refertazione; 6. l’individuazione delle modalità di “ristoro” per il cittadino, prevedendo forme alternative di accesso alla prestazione, nel caso in cui non vengano garantite a livello aziendale le prestazioni nei tempi massimi di attesa individuati in sede regionale; 7. la vigilanza sistematica delle situazioni di sospensione della prenotazione e dell’erogazione delle stesse; 8. l’attuazione di interventi condivisi per migliorare la qualità prescrittiva, in particolare per le prestazioni a maggiore criticità in termini di liste e tempi di attesa; 9. la comunicazione delle liste d’attesa anche attraverso la valorizzazione della partecipazione di utenti e di associazioni di tutela e di volontariato, per favorire sia un’adeguata conoscenza delle attività e delle modalità di accesso alla prenotazione delle prestazioni, attraverso campagne informative, Uffici relazioni con il pubblico (URP), Carte dei servizi, nonché sezioni facilmente accessibili sui siti web regionali e aziendali; 10. il monitoraggio sistematico della dei tempi massimi regionali sui siti web di Regioni e P.A. e di Aziende sanitarie pubbliche e private accreditate, per garantire la trasparenza e l’accesso alle informazioni su liste e tempi di attesa. Link al Dossier sul Piano sanitario nazionale 2011/13:


http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/piano_sanitario_2011_13/
bozza_piano_sanitario.pdf

Regioni.it n. 1726 del 31 gennaio 2011
Eurispes: sanità e gradimento cittadini.
Eurispes nel suo Rapporto Italia 2011 analizza anche un sondaggio effettuato in merito a ciò che pensano gli italiani sul buon funzionamento e sulla gestione della sanità. Nello studio si rileva che il livello di insoddisfazione generale è molto alto e coinvolge più del 60% (61,4%) della popolazione, con picchi negativi che superano il 70% nel Meridione. Le lamentele maggiori riguardano i tempi di attesa negli ospedali (79,4%), seguiti dalla scarsa qualità delle strutture ospedaliere (66,1%), il costo del ticket (60,3%) e l’assistenza ospedaliera (56%). Per quanto riguarda la professionalità degli addetti ai lavori, medici e infermieri, si registra rispettivamente un indice di gradimento che si attesta a quota 64,2% per i primi e 60,2% per i secondi. In merito all’assistenza ospedaliera si reputa poco e affatto soddisfatto il 40,9% e il 15,1% dei cittadini (per un totale del 56%), contro il 37,2% e il 4,8% di chi si dice abbastanza e molto soddisfatto (per un totale del 42%). Il confronto con l’anno 2010 mostra un aumento del grado di insoddisfazione dell’8,1% e una diminuzione del 6,6% circa. Coloro che si ritengono abbastanza soddisfatti dei tempi di attesa necessari a risolvere i loro bisogni ospedalieri sono il 12,5%, cui si aggiunge un 5,4% di quanti dichiarano di essere estremamente soddisfatti, per un totale di pareri positivi che si attesta a quota 17,9%. A lamentare una totale insoddisfazione è invece il 44,9% degli intervistati, seguiti da un 34,5% che si dice essere poco soddisfatto, facendo registrare un totale che sfiora i quattro quinti degli italiani (79,4%). Considerando che la situazione disegnata nel 2010 esprimeva già delle condizioni pessime (il 74,5% si era detto insoddisfatto contro il 21,3% che svelava il contrario), il peggioramento registrato fa segnare un +4,9% tra coloro che criticano l’eccessiva lunghezza dei tempi di attesa all’interno degli ospedali presenti sul territorio e un -3,4% tra quanti invece non esprimono lamentele al riguardo. Strutture ospedaliere: carenti per due terzi dei cittadini. La qualità delle strutture ospedaliere risulta insufficiente per i due terzi del campione: non si ritiene infatti soddisfatto il 66,1% (45,3% poco, 20,8% per niente) contro il 31,8% che esprime gradimento (29,6% abbastanza, 2,2% molto). Rispetto al 2010 il sentimento di apprezzamento sui requisiti che un ospedale dovrebbe avere passa dal 39,2% al 31,8% (-7,4%), quello di insoddisfazione cresce dell’8,5% (dal 57,6% del 2010 al 66,1%). Nonostante la carenza di strutture e servizi, largamente apprezzata la competenza di medici e infermieri. L’opinione sulla competenza del personale medico fa registrare il primo dato positivo: sono infatti il 64,2% i cittadini che si dichiarano abbastanza (52,1%) e molto (12,1%) soddisfatti della preparazione dei medici, valore che tuttavia si attestava nel 2010 al 71,6%, facendo registrare un calo del 7,4%. I critici sono invece il 33% che, se messi a paragone con lo scorso anno (24,8%), mostrano come il dato sia cresciuto. Un altro dato positivo riguarda la valutazione relativa alla professionalità del personale infermieristico: il 60,2% esprime infatti gradimento verso la categoria e il suo operato, contro il 37,5% di quanti si dicono insoddisfatti. Rispetto all’anno passato la situazione è stabile: è diminuito il gradimento soltanto dello 0,2% ed è aumentato il malcontento dell’1,3%. Ticket troppo esosi per 6 cittadini su 10. Anche per quanto riguarda il costo dei ticket, rispetto al 2010, cresce del 5,2% il malcontento e diminuisce del 5,4% la percentuale di pareri positivi. Nel 2011, infatti, l’insoddisfazione raccoglie il 60,3% delle indicazioni, contro il 33,7% di chi ritiene tutto sommato questo costo equo. In linea con i risultati ottenuti sulla rilevazione del 2010, interrogati sulla responsabilità dei casi di malasanità avvenuti all’interno di alcuni ospedali pubblici italiani, il 18,4% ne fa risalire la causa alle carenze strutturali degli ospedali pubblici, quali il mancato rispetto delle norme igieniche e il sovraffollamento, il 14,5% sostiene che il problema principale sia costituito dai medici, il 12,5% imputa la responsabilità ai tagli alla sanità, il 3,9% ritiene che i colpevoli siano gli infermieri, mentre la maggior parte, il 47%, sostiene che a dar vita ai casi di malasanità sia l’insieme congiunto dei fattori citati. Quel 10,7% che segna la distanza tra la risposta “all’insieme di tutti questi fattori” nel 2010 e nel 2011 si distribuisce, nei risultati di quest’anno, in maniera abbastanza equa tra tutte le altre possibilità di risposta fornite dagli intervistati. Per usufruire di cure specialistiche o affrontare interventi chirurgici, gli italiani preferiscono affidarsi, nel 41,4% dei casi, alle strutture ospedaliere pubbliche, mentre si attestano su livelli simili coloro che preferiscono rivolgersi agli ospedali privati (26,1%) e quanti invece, pur volendo optare per i privati, che rappresentano la loro prima scelta, sono costretti a ripiegare sul servizio pubblico a causa dei costi troppo elevati (24,2%). Questa categoria è aumentata del 3,8% rispetto all’anno precedente, così come chi predilige le cure e i servizi erogati dalle cliniche private ha fatto registrare un aumento del 3,3%. In drastico calo rispetto al 2010 invece (-10,1%) le preferenze accordate alle strutture sanitarie pubbliche.Link:

http://www.eurispes.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1893:rapporto-italia-2011&catid=
40:comunicati-stampa&Itemid=135

Regioni.it n. 1727 del 1° febbraio 2011
Due Accordi Stato-Regioni su lotta al dolore e riduzione tagli cesarei:
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 13, del 18 gennaio due Accordi Stato-Regioni di rilevante importanza per le politiche sanitarie del nostro Paese. Il primo riguarda le “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso di nascita e per la riduzione del taglio cesareo”. Link: http://www.regioni.it/upload/tagliocesareo.pdf
Il Secondo è relativo invece alle “Linee guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi regionali nell’ambito della rete di cure palliative e della rete di terapia del dolore”.

Link: http://www.regioni.it/upload/interventicurepalliative_terapiadolore.doc

Regioni.it n. 1728 del 2 febbraio 2011
Risoluzione Commissione Senato su costi standard in sanità.
Nel corso dell’Audizione del primo febbraio al Senato della Conferenza delle Regioni sul federalismo fiscale, in particolare per quel che riguarda i costi standard e i fabbisogni in sanità, la 12° Commissione del Senato ha consegnato alle Regioni una risoluzione di merito. Per le Regioni all’Audizione è intervenuta Catiuscia Marini. Nella Risoluzione della Commissione Permanente Senato igiene e sanità, approvata il 10 novembre 2010, si spiega che con l’approvazione della legge 5 maggio 2009, n. 42, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale e con l’avvio dell’iter di approvazione del decreto legislativo sui costi standard, si apre la sfida di un nuovo assetto del sistema sanitario italiano, che si fonda sull’autonomia e la responsabilità delle regioni nella programmazione e nella gestione del servizio sanitario a livello regionale. Ma la sfida riguarda anche la funzione nazionale dello Stato, la sua capacità di garantire eguali diritti per tutti i cittadini e un eguale accesso per tutti alle cure mediche, vigilando sul rispetto dei livelli essenziali di assistenza (LEA). Il federalismo è un nuovo rapporto tra lo Stato e le regioni e si fonda sulla solidarietà e su un nuovo equilibrio tra carico fiscale, qualità del welfare, autonomia e responsabilità a livello locale: si vuole costruire un federalismo che sia inteso da tutti come un nuovo patto tra gli italiani, al Nord e al Sud, capace di rendere più coeso e forte il Paese. Tutti i cittadini sono eguali nel diritto alle cure. Non hanno più diritti nelle regioni più ricche e meno diritti nelle regioni più povere. La legge n. 42 del 2009 afferma infatti, all’articolo 2, comma 2, lettera m), il criterio del superamento della spesa storica ed il riconoscimento, in tutte le regioni, del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali di cui all’ articolo 117 della Costituzione. In tutto il Paese deve essere dunque garantita la disponibilità di risorse pari al fabbisogno standard per dare certezza di assistenza e di cura a tutti i cittadini. E’ compito delle regioni fare in modo che queste risorse siano utilizzate in condizioni di efficienza, di appropriatezza e di trasparenza, nel proprio territorio, anche attraverso l’adozione di provvedimenti normativi, regolamentari ed amministrativi che combattano gli sprechi, la cattiva gestione, la duplicazione dei servizi, i deficit di bilancio. Una regione che spende male non può, per questo, chiedere di più. Né si deve chiedere ai cittadini delle altre regioni di pagare il conto per quella regione che non sa usare le risorse assegnate. Scarica il documento:
http://www.regioni.it/mhonarc/details_news.aspx?id=205757

L’intesa sui costi standard espressa in Conferenza Unificata il 16 dicembre. Federalismo fiscale: determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario.
L’intesa sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario (ai sensi della legge 5 maggio 2009, n . 42) è stata espressa nella Conferenza Unificata del 16 dicembre 2010.
Link al testo dell’intesa: http://www.statoregioni.it/Documenti/DOC_030092_138%20cu.pdf
Link alla documentazione su “Federalismo fiscale: documentazione costi standard sanità 1.2.2011”:

http://www.regioni.it/mhonarc/details_news.aspx?id=205649

Regioni.it n. 1729 del 3 febbraio 2011
Rambaudi: dal Governo niente risorse per non autosufficienza. Le Regioni, già gravate dagli altri tagli, non potranno compensare questo vuoto.
L’assessore regionale della Liguria alle Politiche Sociali, Lorena Rambaudi, coordinatrice della commissione welfare in sede di Conferenza delle Regioni, ha annunciato che non è stato accettato dal Governo l’emendamento delle Regioni per finanziare il Fondo di 400milioni per la non autosufficienza. “Sono amareggiata – ha detto la Rambaudi - perchè il Governo non ha voluto dare nemmeno un segnale di attenzione ai disabili e alle persone più fragili - ha detto Rambaudi - C’era un emendamento di tutte le regioni che chiedevano il ripristino dei 400 milioni dello scorso anno ma sarebbe bastato anche metterne una parte per sostenere gli impegni degli enti locali. E’ sconfortante - ha aggiunto la coordinatrice della commissione welfare - vedere questa mancanza di sensibilità. Le Regioni, già gravate dagli altri tagli, non potranno compensare questo vuoto e per gli enti locali e le associazioni sarà sempre più difficile garantire l’adeguata assistenza alle famiglie di chi non è autosufficiente. Dovranno dare meno servizi e meno tutela. Con questa scelta il Governo ha detto no a tante persone che si occupano dei più fragili”.

Sanità: piani di rientro on line.
Sul sito del Ministero della salute è on line una sezione dedicata ai “piani di rientro” delle Regioni in disavanzo. Si tratta un approfondimento curato dalla Direzione generale della programmazione sanitaria, livelli di assistenza e principi etici di sistema e SIVEAS (Sistema di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria), in collaborazione con la Direzione generale dei sistemi informativi e la Direzione generale della Comunicazione e Relazioni Istituzionali del Ministero della Salute. L’area presenta per ciascuna regione in deficit una sintesi degli accordi e i risultati delle verifiche e dei monitoraggi effettuati dal SIVEAS: 1) monitoraggio formale, sintesi delle verifiche annuali con in evidenza i provvedimenti adottati e il risultato di bilancio; 2) monitoraggio di attuazione: il rispetto dei programmi di riorganizzazione della rete dei laboratori, punti unici di accesso (PUA), flussi informativi; 3) monitoraggio di sistema, sintesi e documentazione integrale dell’analisi del sistema sanitario regionale, con particolare riferimento all’ assistenza ospedaliera (posti letto, tasso di ospedalizzazione), al personale (numero di unità, costi), all’assistenza territoriale (RSA, ADI, Hospice). Il link alla sezione è: www.salute.gov.it/pianiRientro/homePianiRientro.jsp. La sezione contiene i link per le regioni interessate dai piani di rientro: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Regioni.it n. 1731 del 7 febbraio 2011
Errani su federalismo e riparto Fondo sanità.
“Vedremo come si svilupperà la discussione”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della riunione del 7 febbraio sul riparto del Fondo sanitario nazionale. Ma sul tavolo con il Governo ci sono anche altri due riferimenti essenziali: “l’accordo di dicembre che va attuato e il tavolo con il governo per seguire il lavoro della commissione Bicamerale che è giusto lo faccia in autonomia, ma noi abbiamo comunque chiesto di poterne seguire il percorso”. Inoltre tra i punti ritenuti imprescindibili c’è la sostenibilità del sistema e la questione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza e i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni sociali, in relazione anche alla definizione dei costi standard e al loro finanziamento. “E’ un lavoro impegnativo, sottolinea Errani, che auspico avvenga nella piena chiarezza e che ci consenta di fare un passo in avanti nel federalismo”. Per quanto riguarda invece i lavori della Conferenza delle Regioni sul riparto del Fondo sanitario nazionale, Errani spiega che sul tappeto c’è la questione della migliore definizione dei criteri da adottare. C’è la possibilità di introdurne uno nuovo, la “deprivazione” e di valutare meglio quelli storici come l’età della popolazione.”Si tratta di un passaggio difficile e più che le parole serve uno sforzo per giungere ad una sintesi”, ha osservato Errani che ribadisce: “e’ iniziata la discussione. Ci sono diverse questioni in campo. Come la necessità di tener conto dello studio commissionato ad Agenas (l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) sulla pesatura dei criteri. Un passaggio difficile legato anche al fatto che l’incremento del fondo sanitario 2011 è pari allo 0,8% soltanto. Una percentuale “assai più bassa rispetto all’inflazione reale - ha osservato Errani - che riguarderà la sanità”.

Newsletter del “Centro Maderna” www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 2.2.2011. Una mattina...per chi si prende cura. Pronto Alzheimer per malati e famiglie. Ravenna: nuovo progetto europeo a sostegno degli anziani. Violenza contro gli anziani: cresce anche in Svizzera.
Pronto Alzheimer per malati e famiglie. (Centro Maderna)
“Se perdi al memoria perdi tutto. L’Alzheimer cancella i ricordi di una vita. Pronto Alzheimer aiuta il malato e la sua famiglia”. Sono alcune delle frasi dello spot realizzato dalla Federazione Alzheimer Italia per invitare a sostenere Pronto Alzheimer, il servizio per i malati di Alzheimer nato nel 1991. Il numero 02 809767 Pronto Alzheimer fornisce un supporto anche alle famiglie dei malati, rispondendo a dubbi e domande sulla malattia ed offrendo consulenze di psicologi, avvocati, esperti di problemi sociali. Il servizio telefonico 02 809767 è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: www.epicentro.iss.it
Sul numero 374 del 27 gennaio 2011. Vaccinazione Hpv nelle regioni. Un nuovo documento a cura del Cnesps-Iss fa il punto sulla vaccinazione anti-Hpv nelle Regioni e nelle Province Autonome italiane, con i dati di copertura vaccinale aggiornati al 30 giugno 2010. Umbria: indagine Passi d’argento 2009. Il 73% degli umbri ultra 64enni giudica buono il proprio stato di salute e, anche se il 16% riferisce sintomi depressivi, quasi la metà degli anziani sono considerati una risorsa. On line l’indagine 2009 Passi d’Argento. Il nuovo rapporto Ccm. A quattro anni dal primo rapporto, il Ccm rende disponibile una nuova pubblicazione che illustra i progetti attivati dal 2007 al 2010 sui temi della prevenzione delle malattie e della tutela della salute.

Il nuovo rapporto del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie.
A distanza di quattro anni dal primo rapporto, il Ccm rende disponibile una nuova pubblicazione che illustra i progetti attivati dal 2007 al 2010 relativamente ai temi della prevenzione delle malattie e della tutela della salute. I progetti, oltre a testimoniare il valore del profilo identitario del Ccm, testimoniano lo sforzo profuso da tutti gli attori del sistema per diffondere ancor più nel nostro Paese le buone pratiche e indicano le direttrici di marcia perseguite, coerentemente alle indicazioni del passato e dell’attuale Piano nazionale della prevenzione. Scarica il Rapporto CCM 2007-2010:
http://www.ccm-network.it/documenti_Ccm/pubblicazioni/RapportoCcm_2007-2010.pdf

Sul numero 375 del 3 febbraio 2011. Vaccinazioni e comunicazione. La comunicazione come strumento per migliorare le coperture vaccinali: leggi l’approfondimento. Consulta il questionario proposto dalla Regione Veneto per indagare le motivazioni delle scelte dei genitori. Stagione influenzale 2010-2011. Ecdc: la versione preliminare della valutazione del rischio in Europa. Influnet: in Italia, mentre i casi settimanali stanno raggiungendo il picco stagionale, il numero di casi gravi rimane in linea con l’atteso. Giornata mondiale contro il cancro. Secondo l’Oms tra il 2005 e il 2015 i tumori causeranno 84 milioni di decessi. Politiche di prevenzione e qualità nelle cure possono ridurre incidenza e mortalità. Si celebra il 4 febbraio il World cancer day 2011. Salute e disuguaglianze. Un report dell’Oms Europa analizza i dati prodotti dal Labour Force Survey dell’Eurostat (ufficio statistico Ue) per valutare le disuguaglianze socioeconomiche e di salute nella sanità di 25 Paesi.
4 febbraio, giornata mondiale contro il cancro 2011.
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha stimato che nel decennio 2005-2015 il cancro sarà causa di morte per circa 84 milioni di persone e i decessi causati da questa patologia aumenteranno di circa l’80% entro il 2030, con un’incidenza maggiore tra la popolazione dei Paesi a basso e medio reddito. Tuttavia i dati disponibili dimostrano che l’avvio delle politiche di prevenzione, l’allargamento dei programmi di screening tra la popolazione e l’incremento della qualità dei trattamenti terapeutici possono ridurre di un terzo sia l’incidenza dei tumori sia la loro mortalità. Per questi motivi il World cancer day 2011 che si svolge il 4 febbraio, ha come obiettivo il rilancio della Dichiarazione mondiale contro il cancro e la raccolta di un milione di sottoscrizioni da mostrare durante lo “High Level meeting on non communicable diseases” (Ncds), prima riunione Onu sulle malattie croniche prevista a settembre 2011.
http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/GmCancro11.asp

Salute e disuguaglianze: cosa dice l’ufficio statistico dell’Ue?
Un’analisi estesa sui nuovi dati prodotti dal Labour Force Survey (Lfs) dell’Eurostat (ufficio statistico dell’Unione europea) volta a valutare le disuguaglianze socioeconomiche e di salute nella sanità di 25 Paesi europei nel periodo che va dal 1983 al 2004. È il rapporto “What does Eurostat’s Labour Force Survey say about health and health inequalities in the European Union?” pubblicato a fine 2010 dall’Ufficio regionale europeo dell’Oms. L’analisi definisce diversi indicatori di salute, principalmente relativi al mercato del lavoro, più un indice ponderato complessivo di salute, documentando i limiti dell’uso di questi dati per misurare la condizione di salute media di un Paese e sostenendo invece l’utilità dell’impiego delle informazioni di salute per valutare le disuguaglianze socioeconomiche nei sistemi sanitari. Scarica il documento completo (pdf 1,3 Mb).
http://www.epicentro.iss.it/focus/globale/globale.asp

4. Links

“SOS Sanità”: www.sossanita.it
Le news del 26 gennaio 2011. 7, 8, 9 febbraio 2011 Conferenza delle Regioni Riparto Fabbisogno Sanitario Nazionale 2011. Parere con emendamenti delle Regioni sul decreto “milleproroghe”. CGIL sul “milleproroghe”. L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2° Rapporto (2010) – NNA Network Non Autosufficienza. Caso Fiat, globalizzazione e salute di Gavino Ma ciocco. Sintesi conclusiva dei lavori del VI Forum nazionale per la Salute Mentale. Linee guida per la contrattazione sociale.

Le news del 3 febbraio 2011. Ministero della Salute: online i dati sui piani di rientro. Non autosufficienza: nel mille proroghe no del Governo all’emendamento delle Regioni. Riqualificazione della sanità e diritto alla salute: l’azione della Cisl. Rapporto ISS: Efficacia dell’erogazione dei Lea nel territorio italiano. Insediata la nuova Commissione nazionale della ricerca sanitaria. Contrattazione Sociale: “centralità del territorio per una vera integrazione socio-sanitaria”.

“Lavoce.info”
Dalla Newsletter del 1° febbraio 2011
La forbice delle Regioni. di Nerina Dirindin
Un grafico riporta la composizione delle entrate correnti delle Regioni dal 1980 ad oggi (dati Istat 2010). Tra il 1980 e il 1997, l’autonomia tributaria delle Regioni cresce lentamente ma progressivamente: le imposte proprie aumentano dal 9 per cento al 27 per cento, mentre i trasferimenti correnti diminuiscono specularmente dall’86 per cento al 69 per cento. Il sorpasso avviene nel 1998 con l’introduzione dell’Irap: le entrate proprie superano i trasferimenti (56 per cento e 39 per cento, rispettivamente). Dal 1998 al 2008 il grado di autonomia delle Regioni si mantiene sostanzialmente inalterato: le imposte proprie sono decisamente superiori al 50 per cento, mentre i trasferimenti correnti oscillano intorno al 40 per cento. Gli ultimi due anni mostrano una situazione anomala. Tra il 2008 e il 2009 le imposte correnti diminuiscono di 10 punti percentuali (assestandosi al 43 per cento), mentre aumentano i trasferimenti statali. La differenza è imputabile sia alla riduzione del gettito Irap, sia al blocco delle aliquote dell’addizionale regionale all’Irpef. La dinamica conferma come negli anni più recenti l’autonomia tributaria delle Regioni è stata più evocata che praticata.
Link: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002124.html
 

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