Aborto: la propaganda non aiuta, servono prevenzione e informazione.

fonte: Da “Settegiorni PD Lombardia” - Newsletter PD del Consiglio regionale lombardo.

Newsletter n. 260 dell’11 gennaio 2008.
Aborto: la propaganda non aiuta, servono prevenzione e informazione.
È davvero possibile utilizzare una materia delicatissima come la disciplina dell’interruzione di gravidanza, la 194 del 1978, a soli scopi di propaganda di parte? È quello che ancora una volta ha scelto di fare Formigoni cogliendo il destro offertogli dalla provocazione di Giuliano Ferrara, che ha voluto lanciare l’ipotesi di una moratoria sull’aborto in Italia. Il presidente lombardo si è inserito nel dibattito che ne è seguito annunciando un regolamento regionale di applicazione della 194 che, tra l’altro, prevedrebbe l’abbassamento a ventidue settimane del limite entro il quale è possibile effettuare l’aborto terapeutico. Insomma, un ennesimo tentativo di modificare una legge nazionale poco gradita attraverso provvedimenti regionali. Ma ha senso toccare una legge che rappresenta un buon compromesso tra ragioni molto distanti e che ha il merito di aver fatto diminuire il numero degli aborti? La legge, semmai, va applicata in tutte le sue parti, soprattutto i capitoli che riguardano la prevenzione, l’informazione e l’accompagnamento della donna e, in particolare, di quella straniera, che è colei che soffre le maggiori difficoltà ed è meno informata. È su questo aspetto, secondo le consigliere regionali del PD Ardemia Oriani, Maria Grazia Fabrizio e Sara Valmaggi, che il presidente Formigoni dovrebbe impegnarsi, senza ipotizzare modifiche o regolamentazioni di carattere regionale alla legge. “Invece che pensare a regolamenti locali, occorre che la Giunta regionale faccia applicare la legge 194 in tutti i consultori della Lombardia - ha spiegato Oriani in un comunicato congiunto con le colleghe - cosa che oggi non avviene, creando così una falla nella già debole rete dei consultori lombardi e di conseguenza della risposta alle donne”. “Vorremmo avanzare una richiesta al presidente Formigoni - ha avanzato Fabrizio -: faccia un’attenta verifica sull’attività dei consultori, considerato che le donne di oggi non sono quelle di 30 anni fa. A vivere i maggiori disagi ora sono le straniere. Una donna o una madre e un bambino sono tali a prescindere dal colore della pelle e dalla religione. In questo la Lombardia ha un colpevole ritardo”. E sul tema della prevenzione, Valmaggi ha chiesto che “nello stesso tempo la Regione incentivi gli interventi di prevenzione e informazione soprattutto rivolti alle giovani generazioni, proponendo campagne informative in collaborazione anche con le istituzioni scolastiche”. Quante cose potrebbe fare Formigoni, rimanendo nel campo delle sue competenze!

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