Comunicato stampa del ministro turco, del 22 gennaio 2008

fonte: Dal Ministero della salute

Sanità e politica. Turco: invito regioni, partiti e sindacati ad affrontare insieme la questione nomine.
“La questione dei manager sanitari e dei primari nominati più per la tessera che per la loro bravura non è nuova. La sensazione, pur essendo personalmente convinta che il fenomeno non si possa generalizzare più di tanto, è quella di un sistema a lottizzazione spinta. E’ veramente così? Come ho detto penso di no. Prima di tutto perché non si può equiparare di per sé a lottizzazione il fatto che siano le Regioni a nominare i direttori generali di Asl e Ospedali. Come si può infatti immaginare di scindere la responsabilità politica di tutelare la salute dei cittadini, che è compito delle Regioni, dal potere loro affidato di nomina di questi manager ai quali spetterà l’attuazione delle politiche di programmazione e di indirizzo sanitario stabilite dalla Giunta? E poi sgombriamo il campo dal miraggio delle “regole perfette” per nomine al di sopra di ogni sospetto. Semplicemente non esistono. Il nodo sta piuttosto nello stabilire dove inizia e dove deve necessariamente finire l’arbitrio della politica nella selezione di manager e primari. Intanto chiariamo che si tratta di due profili distinti. Sul primo, quello dei direttori generali, è indubbio che la politica deve continuare, come abbiamo visto, ad avere un ruolo fondamentale, pur se vincolato da criteri limpidi nella selezione dei manager. Per i medici e gli altri dirigenti apicali della sanità il discorso è completamente diverso. Qui la politica non deve entrare in alcun modo nella partita delle nomine. Non può infatti che essere il direttore generale, in piena autonomia e in qualità di primo responsabile dell’azienda sanitaria, a scegliere i suoi migliori collaboratori. Chiarito ciò, il problema è per l’appunto quello di come far sì che il percorso di nomina sia il più possibile impermeabile ad “inquinamenti” di sorta. Ed è qui che si deve introdurre il discorso sulle regole. Per aiutare a far prevalere il merito e non la fedeltà, la competenza e non il legame di cordata. Per questo voglio lanciare una proposta rivolta in primo luogo alle Regioni e ai partiti, ma anche ai sindacati e alle professioni, affinché tutti facciano la loro parte nel presidiare il merito e la competenza prima di ogni altro interesse. Il 16 novembre scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il mio ddl per la “qualità e la sicurezza del Ssn” dove sono previste nuove procedure, sia per la scelta dei direttori generali che per la nomina delle figure mediche e sanitarie apicali. Nel primo caso ho previsto che la nomina dei manager sanitari, da parte della Giunta regionale, avvenga previa bando pubblico per notificare con congruo anticipo che c’è quell’incarico a cui concorrere. I candidati saranno selezionati da una Commissione di esperti che sottoporrà alla Regione una terna dei migliori profili sui quali effettuare la scelta. La trasparenza della procedura è assicurata dalla pubblicazione su internet di tutto il percorso decisionale con tanto di curriculum e valutazioni. Inoltre l’intero procedimento è sottoposto al vaglio di un ente esterno alla Regione, individuato nell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Anche per i primari si cambia. Oggi la selezione dei candidati si limita alla verifica di una generica idoneità a ricoprire l’incarico. Con il risultato che, molto spesso, la gran parte, se non la totalità, dei concorrenti risulta idonea. Ciò lascia spazio all’assoluta discrezionalità del direttore generale che, a sua volta, potrebbe essere “facilmente” influenzato da pressioni esterne su questo o quel candidato. Con la nuova legge si introduce invece una vera e propria selezione per titoli, effettuata da una Commissione, per la maggior parte composta di membri estratti a sorte tra i primari della stessa disciplina in ambito regionale o sovraregionale, dalla quale dovrà uscire una terna da sottoporre al direttore generale. Egli mantiene il potere di nomina ma solo tra i tre nomi indicati dagli esperti, limitando di fatto la possibilità di pressioni esterne. Anche in questo caso tutta la procedura sarà pubblicata su internet a garanzia di trasparenza e pubblicità dei percorsi di nomina. Queste norme stanno per avviarsi all’esame del Parlamento. La proposta che faccio è questa. Vogliamo - Regioni e forze politiche - compiere uno sforzo straordinario per far sì che si possano tradurre presto in legge, magari stralciandole dal più vasto complesso di misure inserite nel ddl sulla qualità e la sicurezza? Sono pronta a ridiscutere, subito e dandoci tempi certi di lavoro, il merito delle singole disposizioni che sono certamente perfettibili. Ma non tiriamoci indietro da questa sfida. Mostriamo ai cittadini che la “buona politica” e i “buoni medici” esistono e vogliono riprendere in mano la sanità. Diamo ai cittadini la certezza che il manager che amministra le risorse pubbliche e il medico che ha in mano il bisturi da cui dipende la sua vita, siano i più bravi e competenti nel loro mestiere e non quelli più abili nell’accaparrarsi la simpatia di questo o quel politico. Sono convinta che sia possibile. Anche perché non ci sto al “così fan tutti” che serpeggia in queste settimane. E se, come penso, non sono la sola a pensare che il Ssn sia nella sua sostanza pulito e indenne da manovre ed operazioni di potere, allora sì che la svolta è alla nostra portata. Adesso, non domani”.

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