Drg, era tutto scritto dal 1997

fonte: Dal “Sole 24 ore Sanità” n. 26, del 1°-7 luglio 2008

Dimissioni troppo precoci, aumento dei ricoveri per patologie le cui tariffe sono superiori al costo marginale di produzione, selezione dei ricoveri con costi di assistenza inferiori alla tariffa, frazionamento del profilo di cura dei pazienti in una serie di ricoveri diversi, manipolazione della scheda di dimissione ospedaliera attribuendo un ricovero ad un Drg più remunerativo: sono i principali rischi dell’utilizzo del pagamento a prestazione e l’unica arma sono i controlli, soprattutto quelli esterni alla struttura erogatrice. Rischi e strategie di controllo nell’utilizzo dei Drg erano già stati indicati, tre anni dopo l’entrata in vigore dei Drg, dall’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Assr), che nel 1997 pubblicò un documento su “Funzione di controllo nel finanziamento dell’attività ospedaliera. Le caratteristiche del sistema di pagamento a Drg indicate dall’Assr sono quelle di distribuire una quantità prefissata di risorse finanziarie tra forme e livelli alternativi di assistenza in finzione delle differenze del volume di attività e nella complessità della casistica trattata. Il tetto predefinito sulla quantità di risorse disponibili attenua l’incentivo alla moltiplicazione dell’attività, evitando il rischio di non riuscire a controllare la spesa totale. Nulla a che vedere col sistema americano dei Drg, contrariamente a quanto sostenuto; negli Usa, ad es., le tariffe non comprendono i costi dei medici, mentre comprendono quelli in conto capitale, compresi gli immobili. In Italia comprendono i costi dei medici e i soli costi di ammortamento delle attrezzature e delle tecnologie impegnate nell’assistenza. Prevenzione dei rischi e promozione delle opportunità insite nel sistema di finanziamento sono gli obiettivi del sistema di gestione, che comprende anche le funzioni di controllo dei comportamenti dei produttori.

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