Sanità ancora sotto accusa e bresciani non c’è.

fonte: Da “Settegiorni PD”

n. 21, del 18 luglio 2008

Ancora una volta la magistratura si interessa della sanità lombarda, ancora una volta per presunti illeciti che controlli più efficaci avrebbero potuto impedire. Il caso è quello del Policlinico San Donato e l’ipotesi è quella di truffa ai danni del sistema regionale per aver sostanzialmente chiesto rimborsi in misura maggiore rispetto alle prestazioni necessarie, giocando sugli ormai famosi Drg. Accuse incomparabilmente meno gravi rispetto a quella della S. Rita, che pure tornano a mettere in luce l’insufficienza dei controlli, tema che il PD ha posto con forza e che vorrebbe discutere in commissione, se solo l’assessore alla sanità Luciano Bresciani, assai presente sulle tv regionali, non si sottraesse da settimane al confronto. Così è successo anche giovedì, per l’ennesima volta, e per questo i consiglieri del PD (Carlo Porcari, Maria Grazia Fabrizio, Ardemia Oriani, Sara Valmaggi, Luca Gaffuri, Fortunato Pedrazzi) hanno lasciato polemicamente la seduta. “L’assenza dell’Assessore, invitato a riferire in Commissione già un mese fa dopo il caso S. Rita costituisce un vero e proprio sgarbo istituzionale - hanno dichiarato i consiglieri -. Ancora più grave è che il Dpefr, oggetto della seduta di commissione e da approvarsi entro fine mese - non contenga alcun impegno per il potenziamento dei controlli nelle strutture sanitarie lombarde”. Sui contenuti sono invece intervenute Ardemia Oriani e Maria Grazia Fabrizio: “Le vicende su cui la magistratura sta indagando - hanno dichiarato le consigliere - dimostrano in modo evidente che nel sistema sanitario lombardo c’è qualcosa che non va, che le regole definite sono inadeguate, che le modalità di accreditamento vanno assolutamente riviste. Occorre un sistema di controlli qualificato e potenziato, che punti sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Non ci possiamo certo accontentare delle dichiarazioni di Bresciani che continua ad arrogarsi il merito di indagini che sono invece opera della Guardia di Finanza, e a sminuire il problema etico e le responsabilità politiche della Giunta Regionale. A poco valgono anche le autocelebrazioni sulla virtuosità della Regione per il fatto che viene controllato ben il 5% delle cartelle cliniche. L’assessore alla Sanità deve dirci quali decisioni la Giunta Regionale intende assumere per porre fine a fatti incresciosi come quelli denunciati”.

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