Protezione debole. il deficit delle politiche e la necessità di definire i leps.

fonte: Da “Rassegna sindacale” n. 25, del 26 giugno-2 luglio 2008

Cgil Cisl e Uil, associazioni del terzo settore e degli enti locali hanno presentato al governo un documento congiunto per tracciare un percorso efficace di applicazione della legge di riforma dell’assistenza. Primo passo ineludibile è la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali, necessari per garantire uno zoccolo comune di prestazioni in ogni parte del Paese. L’Osservatorio nazionale sull’applicazione delle 328/00, nato nel 2006 dalla collaborazione di Anci, Cgil Cisl Uil, Lega Autonomie, Upi e Forum del terzo settore, ha dato alla luce un’ampia analisi fatta di numeri, ma anche di riflessioni politiche sulla mancata riforma dell’assistenza: ritardi da parte dello Stato e degli enti locali, una forbice territoriale sempre più ampia nell’offerta dei servizi, uno sbilanciamento degli strumenti di intervento, che privilegia il trasferimento di risorse monetarie a scapito dei servizi e investimenti scarsi. Gli attuali livelli di spesa sono del tutto inadeguati al finanziamento dei Liveas; per riorganizzare un sistema efficiente di welfare servirebbe circa l’1% di Pil in più. Tra gli interventi vengono individuate alcune priorità: servizi per la prima infanzia, assistenza alla non autosufficienza, contrasto della povertà e sostegno all’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti in condizioni di difficoltà.

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