Morte cerebrale. le regole che certificano la fine dell’esistenza.

fonte: “Sole 24 ore Sanità”

n. 36 del 16-22 settembre 2008

Tutte le fasi di accertamento di morte tramite criteri neurologici in Italia sono rigorosamente sancite dalla legge e sono effettuate da un collegio di medici esperti (anestesista, neurofisiopatologo, medico legale) che viene convocato dalla direzione sanitaria della struttura ospedaliera. Nel caso in cui l’individuo del quale si sta accertando la morte con criteri neurologici presenti le condizioni cliniche per donare gli organi, il medico coordinatore del prelievo verifica se esista nel sistema informatico nazionale l’espressione di volontà in vita del soggetto o se abbia con sé un qualsiasi documento di volontà espressa. La legge n. 578 del 29.12.1993 “norme per l’accertamento e la certificazione di morte” stabilisce che la morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello. Questa condizione può presentarsi in seguito ad un arresto della circolazione sanguigna (elettrocardiogramma piatto per non meno di 20 minuti) o per una grave lesione che ha danneggiato irreparabilmente il cervello. In questo caso i medici eseguono accurati accertamenti clinici e strumentali per stabilire la contemporanea presenza di: stato di incoscienza, assenza di riflessi del tronco, assenza di respiro spontaneo, silenzio elettrico cerebrale. Sono previsti criteri precisi per il periodo di osservazione, che non deve essere inferiore a 6 ore per gli adulti ed i bambini in età superiore a 5 anni, a 12 ore per i bambini di età compresa tra uno e cinque anni, a 24 ore nei bambini di età inferiore ad un anno.

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