Studio oms. l’ingiustizia sociale uccide.

fonte: “Sole 24 ore Sanità”

n. 35 del 9-15 settembre 2008

Sono i fattori economici, molto più di quelli genetici, a determinare la salute delle persone e la loro aspettativa di vita. È quanto emerge dal rapporto di una ricerca durata tre anni e realizzata da un pannel di esperti che fanno parte della “Commission on the social determinants of health” dell’Oms, da cui risulta che in quasi tutti i Paesi le cattive condizioni socioeconomiche si traducono in cattive condizioni di salute per gli abitanti. I fattori economici, ad esempio, influiscono pesantemente sul rischio di morire durante il parto per complicazioni: in Svezia i decessi durante la gravidanza sono rari, riguardano un caso ogni 17.400, mentre in Afghanistan il rischio di morire per parto riguarda un caso ogni otto. Chi nasce alla periferia di Glasgow ha un’aspettativa di vita di 28 anni più bassa di chi nasce nella parte più agiata della città. Queste differenze aumentano a dismisura se si confronta l’aspettativa di vita di chi nasce in Paesi differenti: una ragazza che nasce nel Lesotho vivrà in media 42 anni in meno di una ragazza nata in Giappone. Oltre al reddito, anche la stabilità lavorativa ha un forte impatto sulla salute, così come il titolo di studio. Una recente ricerca della Bocconi dimostra infatti che la vita si allunga in modo proporzionale al livello d’istruzione. Inoltre, il tasso di mortalità da cancro per gli uomini tra 30 e 64 anni è quasi doppio nella categoria socialmente più svantaggiata: quasi il 40% contro il 20% circa tra diplomati o laureati. Secondo gli esperti, in mancanza di interventi da parte dei governi, la disuguaglianza è destinata ad aggravarsi, mentre intervenendo sulle condizioni di esistenza delle popolazioni, migliorando ambienti di vita e di lavoro e ridistribuendo più equamente le risorse, basterebbe una generazione per chiudere il gap di salute a livello mondiale.

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