Rapporto della commissione “salute delle donne”.

fonte: Da “ASI” n. 11, del 13 marzo 2008

Le donne vivono più degli uomini, ma soffrono maggiormente di malattie croniche, di disabilità e di malattie professionali. Alcune malattie colpiscono esclusivamente le donne, altre hanno un’incidenza e una prevalenza differente tra uomini e donne, ma nelle politiche per la salute manca ancora un “approccio di genere”. A ribadire la necessità che si tenga conto di differenze e peculiarità è il “Rapporto sullo stato di salute delle donne in Italia”, stilato dalla Commissione Salute delle donne istituita nel 2007. Il Rapporto suggerisce una serie di interventi per aumentare le cure al femminile, come lo studio di farmaci su misura per le donne, più prevenzione e sostegno contro la violenza, con sportelli ad hoc nelle Asl. Tra le indicazioni destinate a far discutere quelle relative alla contraccezione, con la prescrizione della pillola del giorno dopo, che non è un farmaco abortivo e non può quindi essere motivo di obiezione di coscienza e la richiesta che la contraccezione sia inserita nei Lea. Per l’applicazione della legge sull’interruzione della gravidanza andrebbe garantita la presenza di almeno un medico non obiettore per ogni distretto per almeno 4 volte alla settimana e di mediatrici culturali in ogni Asl, a disposizione di consultori ed ospedali. Il Rapporto presenta alcune indicazioni per il percorso nascita, per migliorare la qualità e la sicurezza dell’assistenza, ridurre le disuguaglianze territoriali e sociali, demedicalizzare e umanizzare la nascita, proponendo la riorganizzazione dei punti nascita (ridurre quelli con meno di 500 parti all’anno), promuovendo il ruolo dei consultori (1 ogni distretto per 6 mattine e 5 pomeriggi la settimana) e politiche di incentivazione per la riduzione dei parti cesarei.