Block Notes n. 10, marzo 2012

 
Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Bocconi. Se l’azienda è a rischio default
Rapporto Confindustria. Filiera della salute all’11,2% sul Pil
Agenas: Programma nazionale esiti. Le performance di Asl e Ospedali
Intramoenia, Ddl in salita
Ricerca Censis sull’effetto dei tagli al Ssn. Spesa privata alle stelle

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Città della salute, in ballottaggio Milano e Sesto
Verso il 31 marzo 2013. STOOPG anche in Lombardia
Nuovi farmaci antitumore, intesa Nerviano e Ieo
Città della salute, si lavora per nuovo accordo
Boscagli: nuovo welfare, cittadini responsabili. Assistenza e previdenza integrativa
Cure domiciliari, Bresciani:più utili per cronici

1. Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 7, del 21-27 febbraio 2012
Bocconi. Se l’azienda è a rischio default.
Negli ultimi due anni stanno emergendo ciclicamente improvvisi e gravissimi dissesti finanziari in alcune aziende e gruppi sanitari, anche di rilevanti dimensioni e prestigio, sia nel settore pubblico, sia in quello privato. Si tratta del notorio caso dell’ospedale San Raffaele, ma anche di default di importanti aziende sanitarie pubbliche come l’Asl di Forlì e di Massa Carrara e, fra i privati, delle difficoltà del gruppo dei Camilliani e dell’ordine dei Fatebenefratelli. A breve si preannuncia un analogo caso per il Policlinico Gemelli e per l’Asl di Venezia. Queste crisi presentano elementi di novità rispetto al passato: si manifestano in aziende collocate prevalentemente in sistemi sanitari “sani”, in condizioni cioè di pareggio di bilancio (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana), inoltre la crisi appare immediatamente molto grave. Le cause devono essere remote, ma l’annuncio del default è improvviso, nonostante i meccanismi di controllo cui le aziende sono sottoposte. Vi sono a questo proposito alcune ipotesi interpretative rispetto alle cause: gli strumenti di controllo non sono riusciti a segnalare in tempo la crisi, oppure qualcuno sapeva, ma vi era una convenienza a sostenere la situazione, in attesa di aiuti. Dichiarata la crisi, si aprono almeno due filoni di lavoro strategico: la necessità di una strutturazione ed il finanziamento del debito accumulato e la razionalizzazione dei servizi, con una riduzione dei fattori produttivi. In un confronto fra i casi delle grandi crisi aziendali pubbliche e private il 12 marzo in Bocconi la ricerca di risposte per la prevenzione e la cura di queste crisi.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 8, del 28 febbraio – 5 marzo 2012
Rapporto Confindustria. Filiera della salute all’11,2% sul Pil.
La filiera della salute nel 2010 vale l’11,2% del Pil: 152,6 mld. di euro, per questo definire improduttive le spese per l’assistenza sanitaria è un controsenso. È quanto sostiene lo studio “Struttura e performance della filiera della salute”, curato da Nicola Quirino, docente di finanza Pubblica alla Luiss per il Comitato tecnico Sanità di Confindustria. In particolare, il contributo diretto ed indiretto dei servizi sanitari al reddito nazionale è stato pari all’8,3%, quello dell’industria della salute all’1,7% e quello del commercio di farmaci e dispositivi medici all’1,2%. Vi è quindi un netto contrasto con la tesi secondo cui le spese per l’assistenza sanitaria sarebbero “improduttive e a fecondità semplice”, tanto più se si considera che una quota non trascurabile è rappresentata da investimento per ricerca e sviluppo. In particolare, dallo studio, che aggiorna un precedente lavoro del 2008, risulta che un aumento del 3% della produzione della filiera della salute è associato ad un aumento del Pil dello 0,03%; l’incidenza del valore aggiunto realizzato dall’indotto è pari al 56,5% nella sanità e al 38,2% nei comparti del terziario; per ogni 100mila euro di produzione la filiera assorbe dagli altri settori dell’economia beni e servizi per oltre 73mila euro, che si traducono in circa 40mila euro di valore aggiunto indotto. Nel 2010 la filiera della salute ha dato chiari segnali di ripresa, con un aumento del valore aggiunto nei due comparti industriali dei prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici, grazie più ad un incremento della domanda estera, che a quella interna, sostanzialmente ferma.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 9, del 6-12 marzo 2012
Agenas: Programma nazionale esiti. Le performance di Asl e Ospedali.
Nel 2010 migliorano rispetto al 2009 i risultati di molti indicatori tra i 45 selezionati dall’Agenas per verificare la qualità dei ricoveri: tra questi, mortalità a breve termine, riammissioni a breve, ospedalizzazioni per specifiche condizioni, procedure chirurgiche, complicanze a breve dopo specifici interventi, tempi di attesa. Resta però elevatissima la variabilità anche all’interno delle singole regioni. Il Programma nazionale esiti “versione 2010” raccoglie i risultati del confronto con il 2009. migliorano alcuni indicatori: i parti cesarei, ad esempio, passano dal 28,9% del 2009 al 28,3 del 2010, le fratture del collo del femore operate entro le 48 ore erano il 29,1% e sono il 31,7% nel 2010. Resta tuttavia il nodo della variabilità: ad esempio, il rischio di mortalità a 30 giorni per bypass in Piemonte è circa 15 volte superiore tra la struttura che fa meglio e quella che fa peggio; i cesarei in Campania ottengono a livello di singola struttura il peggior risultato nazionale (80,5%), ma anche il secondo nella classifica dei migliori (4,4%). Se si considerano poi i dati riferiti agli ultimi 6 anni (2005-2010) si registra un calo medio di parti cesarei dal 30,29% al 28,34%, ma analizzando le singole strutture si nota che quella con più cesarei ha peggiorato le sue performance, passando dal 78,8% al 90,75% del 2010, mentre la più virtuosa passa dal 2,27% al 4,19%. Migliorano invece fra il 2009 ed il 2010 i dati riferiti ad alcuni indicatori: si riduce la forbice tra risultati negativi e positivi della mortalità a 30 giorni per bypass, migliora il dato nazionale delle colicistectomie laparoscopiche, si riducono i tempi di attesa per gli interventi sul femore.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 10, del 13-19 marzo 2012
Intramoenia, Ddl in salita.
Le nuove regole sulla libera professione dei medici dipendenti del Ssn saranno contenute in un disegno di legge ad hoc. E se non si facesse in tempo entro il 30 giugno, quando scade il termine per esercitare l’intramuraria allargata, si potrebbe ricorrere all’ennesima mini-proroga, fino al 31 dicembre. È quanto concordato in commissione Affari Sociali con il ministro Balduzzi, che intende trovare una soluzione intermedia tra l’intramoenia in senso stretto e la libera professione senza regole. In cambio sono state ritirate le proposte di modifica sull’intramoenia presentate dal relatore (Pdl) al testo sul governo clinico, che rischiava così l’impasse. Queste proposte (osteggiate da Pd e Lega) prevedevano di fatto una totale deregulation per l’intramoenia, aprendola anche per gli altri professionisti sanitari. Da qui la decisione di arrivare ad un nuovo testo ad hoc condiviso, cercando una mediazione; se fosse impossibile giungere ad un nuovo testo in tempo utile (entro il 30 giugno), ci sarebbe l’ennesima proroga fino al 31 dicembre 2012 della libera professione allargata, che di fatto funziona “in deroga” dal 1999 ad oggi. Quasi 13 anni in cui non sono stati trovati, almeno non dappertutto, spazi adeguati nelle strutture sanitarie pubbliche per l’intramoenia dei medici ospedalieri, eppure non si tratta di un’attività residuale: nel 2010 l’intramuraria è costata ai cittadini quasi 1,3 mld., di cui 172 mil. trattenuti dalle Asl e si tratta di un’attività ad alto rischio di illeciti.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 11, del 20-26 marzo 2012
Ricerca Censis sull’effetto dei tagli al Ssn. Spesa privata alle stelle.
Sempre più disamorati nei confronti del federalismo, sempre più delusi della qualità dell’assistenza, ma anche costretti a pagare di tasca propria per procurarsi la miglior cura: la spesa privata è salita a 30,6 miliardi di euro (+8% rispetto agli anni 2007-2010), di cui 14 per medicinali (+5,8%), 11,5 per i servizi ambulatoriali (+11%), circa 5 per i servizi ospedalieri (+8%). A fotografare il quadro di una sanità pubblica col fiato corto rispetto al fabbisogno di risorse per il mantenimento di un livello adeguato di servizi è lo studio del Censis-Forum per la ricerca biomedica “Quale sanità dopo i tagli? Quale futuro per le risorse in sanità?”. Sotto la lente il gap tra previsione di spesa e risorse disponibili: nel 2015 al Ssn mancheranno 17 mld. A livello nazionale il giudizio dei cittadini sulla qualità dei servizi non è positivo: il 41,6% considera l’offerta sanitaria pubblica non all’altezza delle aspettative e solo il 13% registra un miglioramento nell’ultimo biennio. All’aumento della spesa privata e all’insoddisfazione per il livello qualitativo dei servizi si aggiunge l’insoddisfazione per una copertura pubblica da sempre inadeguata per alcuni settori, come l’odontoiatria, con il 95% della spesa tradizionalmente a carico dei privati. Il giudizio negativo dei cittadini riguarda soprattutto alcune inefficienze: le liste d’attesa sono al 1° posto tra le criticità segnalate. A seguire, le code (agli sportelli, agli ambulatori,…), la mancanza di coordinamento tra le strutture, le dimissioni “frettolose”. Ripensamento sul federalismo: il 60% degli italiani è contrario ad una sanità finanziata dalla sola tassazione locale (nel 2005 era il 55%), mentre il 73% dei cittadini delle regioni con Piani di rientro vota contro l’autonomia regionale in sanità. Il Censis rilancia la propria ricetta: promuovere sempre più la mutualità come uno dei canali in grado di mobilitare risorse, garantendo la tutela della salute senza generare costi aggiuntivi.

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Settegiorni PD”, Notiziario del gruppo PD in Consiglio regionale
È uscito il n. 177, del 23 marzo 2012.
Città della salute, in ballottaggio Milano e Sesto.
“Bene il tavolo di confronto fra Sesto San Giovanni e Milano”. Il vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi e il consigliere Gian Antonio Girelli commentano così i risultati del Collegio di vigilanza dell’accordo di programma sulla Città della salute. La decisione era già attesa, secondo quanto aveva annunciato il presidente Formigoni, per lo scorso 7 marzo, ma è stata più volte rinviata, ora, secondo quanto anticipato al termine del Collegio di vigilanza, sarà presa entro il prossimo 20 aprile. Intanto è stata definitivamente abbandonata l’idea di localizzare la Città della salute a Vialba, per mancanza di risorse. In ballottaggio restano la piazza d’Armi della Caserma Perrucchetti a Milano e l’area ex Falck di Sesto san Giovanni. “Ora, affermano Valmaggi e Girelli, si vada avanti in tempi celeri, con le necessarie garanzie di impegno economico da parte della Regione Lombardia, per realizzare il progetto di qualificazione dell’Istituto dei tumori e del Besta, un’importante opera di valorizzazione di strutture di cura, ricerca e didattica pubbliche. Apprezziamo la scelta di istituire un tavolo di confronto fra Sesto San Giovanni e Milano per individuare la migliore localizzazione, in un contesto di area metropolitana”.

Da “StopOpg, comitato regionale lombardo”
28/03/2012 Comunicato Stampa: “Verso il 31 marzo 2013. STOOPG anche in Lombardia.
1.500 persone, con diagnosi psichiatrica, in tutta Italia, donne e uomini nostri concittadini, autori di reato, sono oggi internate negli Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG). Ciò consente a molti Dipartimenti di salute mentale (Dsm) e ai loro riferimenti sociali e comunitari di dimenticarne l’esistenza o addirittura di pensare che, nel frattempo, possano essere adeguatamente accuditi, curati, comunque custoditi: tanto per il loro ritorno non c’è mai fretta. Tutto questo è consentito dai Codici in vigore per cui una persona con diagnosi psichiatrica autore di reato è condannata non per il reato che ha compiuto (infatti non viene processata), ma per quello che è: folle e socialmente pericolosa. Ai Codici vanno aggiunte le culture scientifiche di quella parte di psichiatria forense che continua a dare una lettura semplificata della “capacità di intendere e di volere”, della”pericolosità sociale”, e a ignorare le acquisizioni dell’assistenza psichiatrica “civile” che ha mostrato la nocività del regime manicomiale e l’efficacia dell’intervento centrato sulla persona e le sue relazioni perché consente grandi possibilità di ripresa e di emancipazione. Ora che il Parlamento italiano ha approvato la norma che prevede la chiusura dei 6 OPG italiani in funzione (Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino, Napoli, Reggio Emilia) e ha stabilito nel 31 marzo 2013 la data entro cui ciascuna Regione dovrà accogliere questi propri pazienti internati in strutture residenziali non-ospedaliere di piccole dimensioni. A questo punto Regione Lombardia non potrà sottrarsi e dovrà ospitare nei Dipartimenti di salute mentale questi suoi cittadini che hanno perso la visibilità”. Leggi il comunicato di StopOpg Lombardia: http://www.fp.cgil.lombardia.it/files/content/2090/120328-cs-stopopg-lombardia_.pdf

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 22 marzo 2012
Nuovi farmaci antitumore, intesa Nerviano e Ieo.
L’identificazione di nuovi farmaci antitumorali attraverso la creazione di una piattaforma integrata; un progetto comune per contrastare il fenomeno del “Drug shortage”, ossia la scomparsa dal mercato di farmaci essenziali, in particolare in ambito oncologico. Il pubblico e il privato uniscono in Lombardia le loro forze per sviluppare, secondo il principio della sussidiarietà orizzontale, la ricerca sui farmaci in grado di contrastare i tumori. La firma a palazzo Lombardia. Sono queste le attività che vedranno impegnati insieme il Nerviano Medical Sciences (NMS) e l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) nei prossimi mesi. Scopi e modalità di queste azioni comuni sono stati sanciti in un Protocollo d’intesa, firmato a Palazzo Lombardia, alla presenza, tra gli altri, del presidente Roberto Formigoni, dell’assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, del presidente della Fondazione regionale per la ricerca biomedica e del Nervino Medical Sciences, Alberto Sciumè e del direttore scientifico dell’IEO, Umberto Veronesi. Una piattaforma integrata per nuovi farmaci. Con l’obiettivo di abbattere i costi di generazione e sviluppo di nuovi farmaci, oltre che di una loro più efficace collocazione sul mercato, l’accordo si sviluppa nei seguenti punti: 1) NMS e IEO valuteranno una collaborazione destinata a identificare nuovi farmaci attraverso la creazione di una piattaforma integrata che, contestualmente, si occupi di tutte le fasi di sviluppo dei medicinali: target identification, target validation, drug discovery e drug development. 2) Sarà inoltre studiata l’opportunità di realizzare un progetto in materia di “Drug Shortage”, fenomeno che consiste nella scomparsa dal mercato di farmaci essenziali, con l’obiettivo di garantire la disponibilità di tali farmaci per i pazienti oncologici, agendo su più fronti: programmare un processo di produzione in comune, grazie alla piattaforma industriale e tecnologica di NMS, di farmaci antitumorali per i quali sia scaduto il periodo di protezione brevettuale, oppure di combinazioni di tali farmaci antitumorali, di nuovi dosaggi e formulazioni degli stessi medicinali, o ancora di combinazioni dei medesimi prodotti. Sempre in questo ambito, verrà considerata anche la possibilità di sviluppare e produrre farmaci generici esistenti e futuri anche allo scopo di migliorare gli stessi rispetto ai prodotti originali con nuovi dosaggi, nuove forme di somministrazione e nuove formulazioni in grado di dare risultati più soddisfacenti riguardo l’uso, la tollerabilità e l’efficacia. Lo svolgimento di queste attività avverrà anche attraverso lo scambio di personale qualificato tra NMS e IEO.

Città della salute, si lavora per nuovo accordo.
Prosegue senza sosta il lavoro promosso e coordinato da Regione Lombardia per la realizzazione della Città della Salute. Convocato dal presidente Roberto Formigoni, si è riunito oggi a Palazzo Lombardia il Collegio di vigilanza dell’Accordo di programma per la realizzazione dell’intervento, alla presenza di tutti i soggetti interessati. La riunione, inizialmente prevista per il 7 marzo, era stata rinviata su richiesta del Comune di Milano. Vitalba. In considerazione delle criticità emerse sull’area di Vialba, che comportano, sotto il profilo economico, un aggravio di costi aggiuntivi di circa 80 milioni, il Collegio di Vigilanza ha deciso di chiudere l’Accordo di programma del 2009. Tramonta dunque definitivamente e ufficialmente questa ipotesi di localizzazione. In base a quanto già emerso nei Tavoli tecnici e nelle precedenti sedute dello stesso Collegio di Vigilanza, diversi elementi hanno cambiato lo scenario iniziale, sia sotto il profilo economico-finanziario sia in relazione all’ambito di intervento. Nuovo accordo di programma. “In ogni caso - ha detto ancora Formigoni - confermiamo la valenza sanitaria e sociale della Città della Salute, assicurando l’impegno anche economico della Regione per portare a termine questo importante e strategico intervento nei tempi più solleciti possibili. E’ necessario ora individuare la soluzione localizzativa che ne permetta la realizzazione con le condizioni economiche, logistiche e ambientali adeguate, salvaguardando al tempo stesso tutta la valenza progettuale sin qui sviluppata. Per questo abbiamo deciso di dare vita a un tavolo di lavoro con i Comuni di Milano e Sesto San Giovanni, oltre che con i due istituti interessati, per stabilire in tempi rapidi quale sarà la localizzazione dell’intervento, in modo da promuovere e firmare un nuovo Accordo di programma”. Restano dunque in campo le ipotesi della piazza d’armi della Caserma Perrucchetti per Milano, oltre ad altre eventuali soluzioni su cui il Comune dovesse decidere di lavorare e l’area ex Falck, proposta dal Comune di Sesto San Giovanni. Naturalmente sarà preservato il lavoro già svolto dal Consorzio, sciolto unicamente per ragioni di contenimento dei costi, valorizzando lo Studio di fattibilità e pertanto il progetto d’integrazione delle due Fondazioni IRCCS Besta e Tumori. Regione Lombardia e Comune di Milano hanno concordato di stabilire la nuova localizzazione della Città della Salute entro il prossimo 20 aprile.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 23 marzo 2012
Boscagli: nuovo welfare, cittadini responsabili. Assistenza e previdenza integrativa perni dello stato sociale. L’intervento dell’assessore a Lecco al convegno della Cisl.
La crisi del mondo del lavoro e dell’occupazione spesso è percepita come prioritaria da opinione pubblica e sistema dei media che invece pongono in secondo piano la grave criticità in cui è precipitato il welfare: al contrario, proprio la capacità di offrire servizi a chi è in difficoltà economiche o di salute, è direttamente connessa al tema del lavoro e ne costituisce parte essenziale. E’ questo lo scenario tracciato come sfondo del convegno “Lo stato sociale in una fase di crisi economica. Fattore famiglia e piani di zona, quale welfare” organizzato da Cisl di Lecco, al quale è intervenuto l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli. Avviato laboratorio di riforma. “La Lombardia - ha sottolineato l’assessore regionale - ha deciso di candidarsi ad essere da subito il primo vero laboratorio italiano di riforma del welfare: perché l’unico aspetto positivo della crisi è che mette tutti con le spalle al muro e obbliga ciascuno, nel rispetto dei diversi ruoli e competenze, ad assumere un atteggiamento propositivo e ad aprirsi alla possibilità di sperimentare forme innovative di risposta ai bisogni”. “Nel 2011, ha ricordato Boscagli, siamo riusciti sostanzialmente ad azzerare i tagli al sociale originariamente previsti e nel 2012 vedremo cosa e quanto sarà possibile recuperare in sede di assestamento di bilancio. Ma se ci limitassimo a questo, sarebbe una battaglia di retroguardia. Se vogliamo che il nostro Stato sociale sopravviva dobbiamo cambiarlo, creare un sistema di assistenza e previdenza integrativa che riesca a responsabilizzare i cittadini e le realtà sociali rispetto ai bisogni e ai costi del welfare, offrendo libertà di scelta rispetto ai percorsi di cura e assistenza alle persone e alle famiglie”. Fattore Famiglia - L’introduzione del Fattore Famiglia è un elemento trasversale importante che si inserisce a pieno titolo nel progetto di riforma del welfare: “Se andiamo verso un sistema in cui la compartecipazione dei cittadini al welfare sarà la norma, ha spiegato Boscagli, dobbiamo farlo dando tutto la spazio al principio di eguaglianza sostanziale”. Il primo successo del Fattore Famiglia è che sono stati ben 161 i Comuni lombardi che hanno chiesto di aderire alla sperimentazione, 15 i selezionati: a ciascuno sarà affiancato un Tutor e la sperimentazione sarà monitorata da una Cabina di Regia che vedrà la partecipazione di tutti i Comuni che hanno manifestato il proprio interesse. “Fondamentale sarà anche il ruolo attivo dei sindacati, ha aggiunto l’assessore regionale, attraverso i Centri di Assistenza Fiscale che vorremmo coinvolgere direttamente e formalmente nella sperimentazione, magari attraverso apposite convenzioni”. Non è mancato un riferimento ai Piani di Zona: “I fondi non siano buttati nelle spese amministrative ma nelle iniziative” e soprattutto sulla crescita della “cultura e consapevolezza delle politiche di conciliazione, sempre più una parte decisiva del welfare che cambia”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 26 marzo 2012
A Pavia confronto sul nuovo modello di welfare.
Un nuovo e partecipato modello che rivoluzioni il welfare territoriale. Questo il cuore del Tavolo territoriale di confronto sulle politiche sociali di Pavia cui è intervenuto stamani Gian Carlo Abelli, delegato del presidente della Regione Roberto Formigoni per i rapporti con il Parlamento. Welfare con persona al centro. Durante i lavori, cui hanno partecipato numerosi amministratori locali e rappresentanti delle parti sociali, è stata sottolineata, anche da Abelli, l’azione portata avanti da Regione Lombardia per promuovere, insieme al territorio, un nuovo e sostenibile modello di welfare. Punti qualificanti sono dunque la centralità della persona e della famiglia, le politiche di conciliazione, la collaborazione e il sostegno al terzo settore, le politiche per i giovani, quelle per la cittadinanza e l’integrazione, quelle per la disabilità e quelle per la casa. Fattore Famiglia e giovani. A breve, a sostegno dei nuclei famigliari, la Regione farà partire la sperimentazione sul campo del Fattore Famiglia. Questa misura si affiancherà a quelle di conciliazione famiglia-lavoro che hanno visto anche a Pavia la firma di un apposito accordo lo scorso 6 ottobre. Nella logica di un protagonismo sempre maggiore della persone rientrano anche le iniziative per i giovani con l’approvazione di apposite linee guida che verranno presentate a Pavia lunedì 2 aprile. Obiettivo è condividerle con gli attori del territorio per mettere sempre di più al centro i giovani lombardi delle politiche decisionali per il loro futuro.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 27 marzo 2012
Cure domiciliari, Bresciani:più utili per cronici.
“La sanità della Regione Lombardia continua a crescere, ha commentato l’assessore alla Sanità Bresciani, intervenendo ad una cerimonia di donazione presso l’Unità di Cure Palliative degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza, nonostante i tagli lineari dei fondi da parte del Ministero della Salute. In questo contesto la scelta strategica di favorire l’alleanza tra pubblico e privato, nel segno della sussidiarietà orizzontale, contribuisce a creare un sentiero virtuoso che aiuta ad abbattere i costi impropri e a sviluppare conoscenza. Se pensiamo che un paziente cronico ha un costo annuo di circa 2.200 euro, 1.200 dei quali riconducibili a ricoveri inappropriati, ci rendiamo facilmente conto che un taglio del 20% dei ricoveri significa un risparmio annuo di 600 milioni di euro: il cronico deve restare a casa e lì ricevere cure”. L’Associazione Cancro Primo Aiuto non ha scopo di lucro. Quindicimila pazienti seguiti e 30.000 prestazioni gratuite garantite sono i numeri che qualificano l’attività dell’Associazione che opera anche nella sede degli Istituti Clinici Zucchi ospitata presso il settecentesco Palazzo Confalonieri di Carate Brianza. Dal febbraio 2002 è stato aperto l’hospice in cui hanno ricevuto cure 1900 pazienti, mentre dal giugno 2006 è stata avviata l’assistenza domiciliare sul territorio per 1053 malati. L’Unita Operativa di Carate Brianza, oltre ai dieci letti di degenza in hospice e ai due per il day hospital, offre assistenza domiciliare in base ad un modello operativo che permette un percorso di cura personalizzato condiviso dal paziente e dal Medico di Famiglia.

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