Block Notes n. 22, luglio 2012

 
Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di M. Oliviero, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Medici, flop delle specializzazioni.
La zavorra dei servizi no core
Sda Bocconi. Investire con il partenariato pubblico-privato
Tavolo di monitoraggio: nel 2011 frenano i disavanzi

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Cala la spesa farmaceutica, ma non i ticket
Bilancio regionale: è ora di ridurre i ticket
Spending review senza chiusura dei piccoli ospedali
Fattore Famiglia al via, ma solo da settembre
Città della Salute, la scelta è per l’area Fal
Città Salute, dalla giunta via libera ad area Falk
Welfare, Boscagli: non facciamo mercato assistenza
Boscagli: tagli su sanità investono il welfare
Patto per il welfare, sindaci apprezzano lavoro di Boscagli
Nerviano. NMS, con Banca incontro non risolutivo

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Al via la raccolta firme per il diritto alla Salute
Spending review. Le Regioni da Monti
Sì a verifica su impatto manovra, ma saldi invariati
Spending review. Al via l’esame parlamentare

1. Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 17-18, del 1-14 maggio 2012
Medici, flop delle specializzazioni.
Cinquemila specialisti in meno: è in netto calo il trend registrato dalla FnomCeo. Nel 2012 rispetto al 2010 pediatria, ginecologia e ostetricia, cardiologia e chirurgia generale perdono dai 300 ai 500 professionisti. Molti di questi, andati in pensione difficilmente saranno rimpiazzati, rischiando di creare “buchi” nel Ssn, a meno che non si modifichi la programmazione dei contratti assegnati alle scuole di specializzazione; è però questo un obiettivo lontano. Per ora emerge una disparità evidente, per incapacità di centrare il giusto fabbisogno. Per le lauree in medicina servono almeno 2mila posti in più rispetto ai 10mila messi a bando dal Ministero lo scorso anno. Quest’anno il fabbisogno individuato dalle regioni è di 12.494 per la laurea in Medicina, 892 per Odontoiatria e 661 per Veterinaria. Le regioni che hanno il maggior fabbisogno di futuri medici sono nel Centro-Sud, con il Lazio in testa. Anche alcune regioni con più facoltà di medicina hanno contenuto le loro richieste. È il caso della Lombardia che valuta la sua necessità formativa di medici per l’anno accademico 2012-2013 in 1.350 unità, che rappresentano tuttavia appena 163 posti per milione abitanti o dell’Emilia Romagna, che di posti ne chiede 750, pari a 174 per milione di abitanti.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 19, del 15-21 maggio 2012
La zavorra dei servizi no core. Confronto fra i bilanci delle Regioni e delle aziende sanitarie.
Sta tutta nell’estrema variabilità regionale, secondo gli esperti di Ageing Society, la sintesi della “mala gestione” dei costi per i servizi non sanitari del Ssn, arrivati a 4,4 mld. Dall’indagine “Costi del Ssn per i servizi non sanitari; confronto fra i bilanci delle Regioni e delle aziende sanitarie” risulta che contenere la spesa per i servizi “no core” è possibile, ma spesso non si fa perché le lobby che influenzano gli appalti sono troppo potenti. La drastica riduzione dei ricoveri ha comportato un abbattimento delle giornate di degenza, che per oltre il 60% ha interessato anziani over 65. Nonostante queste politiche di contenimento si è registrato un costante incremento della spesa per giornata di degenza che ha raggiunto gli 800 euro al giorno. Inoltre, cala la spesa farmaceutica convenzionata, ma nel contempo vi è una sostanziale stabilità della spesa ospedaliera complessiva (51,6% della spesa totale). Il costo medio dei servizi non sanitari per giornata di degenza è stato nel 2008 pari a 63 euro, che crolla però a 35,8 nelle regioni più virtuose. Ageing Society ha stimato risparmi possibili per 1,686 mld. Se tutte le realtà si allineassero ai costi lombardi, il risparmio salirebbe a 2,8 mld., su un totale di 4,436 mld di spesa.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 20, del 22-28 maggio 2012
Sda Bocconi. Investire con il partenariato pubblico-privato.
L’Università Bocconi ha avviato il cantiere “Pubblic&Private Factory”, per sviluppare conoscenze adeguate per la strutturazione di operazioni di partenariato pubblico-privato, che rappresenta oggi l’unica soluzione o quasi per la realizzazione di investimenti sanitari e tecnologici. Per uno sviluppo adeguato di contratti di PPP servono però maggiori competenze a tutti i livelli, al fine di individuare le modalità più convenienti per le controparti in gioco. I punti di attenzione sono: 1) la scelta del modello contrattuale, fondamentale per consentire un adeguato trasferimento di rischi all’operatore privato, per riuscire a “sfruttare” i vantaggi del PPP. L’assetto normativo prevede diverse possibilità, che vanno dai contratti di concessione finanziati in Project Financing al contratto di disponibilità in leasing. Fondamentale è strutturare il contratto in modo da trasferire i rischi di progettazione, costruzione, disponibilità e performance complessiva dell’operazione. 2) I modelli di contratti usati finora, ispirati al modello anglosassone “anni Novanta”, sono superati, perché complessi da gestire e con costi di transazione molto elevati (oltre il 7% del costo dell’investimento). Sarebbero più utili modelli di PPP “light”, che inseriscano nel contratto solo i servizi che son strettamente complementari alla realizzazione del nuovo investimento. 3) Sarebbe necessario prevedere canoni di disponibilità pieni, finalizzati a coprire il costo di investimento e il costo del capitale e i costi delle manutenzioni, valutando le modalità di adeguamento all’inflazione del canone di disponibilità. 4) L’analisi delle operazioni in corso ha mostrato tassi di rendimento ben più alti di quelli ritenuti accettabili, considerando anche il limitato rischio delle operazioni PPP in sanità. Sarebbe interessante favorire operazioni che attirino investitori istituzionali di vario tipo, tra cui anche i fondi pensione. 5) L’allocazione dei rischi di progetto è il vero vantaggio del PPP, che dal punto di vista finanziario è sicuramente più oneroso (il costo finanziario è circa più alto del 4%). I tempi di realizzazione degli interventi sono molto veloci, ma la convenienza dipende soprattutto dal trasferimento del rischio, è quindi importante dotare le aziende di competenze adeguate per monitorare e gestire i contratti.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 21, del 29 maggio – 4 giugno 2012
Tavolo di monitoraggio: nel 2011 frenano i disavanzi.
È di 2,193 mld. il deficit 2011 delle Regioni a statuto ordinario, al lordo delle manovre locali; si trasforma poi in un attivo di 430 mil., dopo gli interventi di contenimento; la spesa 2011 secondo il Def per la prima volta è in calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente. L’84,7% del disavanzo è comunque a carico delle Regioni con piani di rientro. Dal tavolo di monitoraggio sulla spesa risultano in attivo senza manovre solo la Lombardia, l’Umbria e le Marche, in passivo anche dopo le manovre la Liguria (unica Regione in deficit senza piano di rientro), Molise, Campania e Calabria. Le migliori Regioni senza piani di rientro sono Lombardia, Umbria e Marche, con un avanzo rispettivamente di 22,17 mil., 10,37 mil. e 1,53 mil. Nessun problema per Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Basilicata. Va male invece in Campania, Calabria e Molise, per le quali il Tavolo di monitoraggio ha confermato le maxialiquote Irap e Irpef, oltre il massimo (rispettivamente 0,15 e 0,30) anche per il 2012e il divieto di effettuare spese non obbligatorie, oltre al blocco del turn over

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Da LombardiaSociale.it
LombardiaSociale.it è un progetto realizzato da IRS-Istituto per la ricerca sociale e promosso da Acli Lombardia, Caritas Ambrosiana, Confartigianato Persone, Confcooperative, Gruppo Segesta, FNP Cisl Lombardia, Fondazione Cariplo, Legacoopsociali, SPI Cgil Lombardia, UIL Pensionati. Il progetto ha come obiettivo di analizzare i cambiamenti in atto nel welfare lombardo ed è realizzato presso l’Istituto per la Ricerca Sociale (Irs), ente indipendente che da oltre 40 anni si occupa di consulenza, formazione e ricerca nel campo delle politiche pubbliche.
L’iscrizione alla Newsletter è gratuita.
Dalla Newsletter del 30 giugno 2012.
Tra i nuovi aggiornamenti all’interno del sito potrete trovare, tra gli altri, i seguenti contenuti:
•Finanziamento al welfare: il reintegro del Fondo Sociale Regionale e una comparazione tra Regioni sui fondi destinati al sociale. •Spesa sociale: la posizione della Lombardia e una comparazione tra i 12 comuni capoluogo di provincia. •Tagli e crisi: il welfare che verrà, esito della ricognizione su 10 piani di zona lombardia. •Accreditamento: commento alle nuove indicazioni regionali e le prossime sfide per il terzo settore. •Non autosufficienza: la dote formazione badanti e nuovi dati sulle RSA lombarde. •Povertà: quanto spendono i comuni lombardi per contrastare l’esclusione sociale? •Consultori: il punto di vista dei conslutori di orientamento cattolico. •Territorio: Le scelte del piano di zona di Lodi, le strategie per fronteggiare la crisi nell’esperienza del CDD Stella Polare, un protocollo sull’affidamento dei servizi nella bergamasca.

Da “Settegiorni PD”, Notiziario del gruppo PD in Consiglio regionale
È uscito il n. 191, del 29 giugno 2012.
Cala la spesa farmaceutica, ma non i ticket. La ‘virtuosa’ Lombardia ha le ricette più care d’Italia.
La Lombardia continua a far pagare ai cittadini i ticket sui farmaci più alti d’Italia. La spesa farmaceutica nella nostra regione è scesa solo del 5,8% nel 2011, a fronte di un calo medio italiano dell’8,6%: lo dimostrano i dati ufficiali di Federfarma. La principale ragione di questa contrazione ha a che fare con l’incidenza delle quote di partecipazione a carico dei cittadini. “Formigoni, commentando i dati lombardi, dice che questi dimostrano l’efficacia delle rigorose politiche di contenimento in atto da tempo nella regione, in realtà, spiega Alessandro Alfieri, omette di dire che la spesa farmaceutica è diminuita, ma che sono i cittadini, con l’aumento dei ticket, a pagare di più”. La compartecipazione sanitaria in Lombardia è cresciuta, dal 2007 al 2011, del 65%. Se nel 2007 i lombardi avevano pagato 142 milioni di euro di ticket, nel 2011 ne hanno pagati 237 milioni. In Lombardia si paga il ticket più alto d’Italia, 3,06 euro medi per ogni ricetta contro l’1,77 del Piemonte, o l’1,38 dell’Emilia Romagna ad esempio. “La Lombardia, pur essendo tra le regioni cosiddette virtuose, ossia senza piani di rientro sanitari, applica dal 2003 uno dei ticket sui farmaci più pesanti d’Italia, continua Alfieri. Inoltre, manca, come noi abbiamo da tempo chiesto, ogni forma di progressività sul reddito per l’applicazione del ticket, così che il sistema risulta, oltre che gravoso, anche iniquo”. Per saperne di più visitate la pagina del blog Eccellente! http://www.blogdem.it/eccellente/2012/06/25/i-ticket-sanitari-regionali-sono-i-piu-costosi-in-italia-i-numeri-parlano-chiaro-formigoni-no/

È uscito il n. 192, del 6 luglio 2012.
Bilancio regionale: è ora di ridurre i ticket. Oltre 200 milioni dal recupero dell’evasione fiscale, esentiamo i redditi sotto i 30mila euro.
La Regione Lombardia renda più equi i ticket sanitari esentando i cittadini con redditi familiari sotto i 30mila euro e prevedendo sopra quella soglia la modulazione progressiva. È la proposta che il Partito Democratico rivolge alla Regione e che è contenuta in un ordine del giorno all’assestamento al bilancio regionale 2012, in discussione tra lunedì e martedì in Consiglio regionale. Le risorse per il PD ci sono già: se nel 2011 la Regione ha ottenuto 207 milioni di euro dal recupero dell’evasione fiscale su Irap, Bollo Auto e addizionale regionale Irpef, una cifra almeno analoga è prevista nel 2012. I dati e la proposta. La Regione ha recuperato nel corso dell’anno 207 milioni di euro grazie al contrasto dell’evasione fiscale su Irap, Bollo auto e addizionale regionale Irpef. La parziale attuazione della delega sul federalismo fiscale ha permesso alle Regioni di diventare soggetto attivo nel contrato all’evasione fiscale. Con i decreti attuativi si è infatti stabilito che le quote di maggiore gettito dovute al contrasto dell’evasione fiscale per i tributi propri, IRAP e Bollo auto, e per l’addizionale regionale IRPEF, siano incassati direttamente dalle Regioni come risorse aggiuntive. Per l’esercizio 2011 il recupero dell’evasione è stato di 207 milioni di euro così dettagliati: 140 milioni di IRAP, 66,4 milioni di bollo auto, 600.000 euro di addizionale regionale IRPEF (a differenza dei tributi propri la cifra è relativa a soli 15 giorni del mese di dicembre 2011). Nel 2012, secondo i dati attuali, le risorse per Irap e Bollo auto saranno confermate, mentre per l’addizionale Irpef è previsto un recupero di circa un milione al mese. Una cifra importante che attraverso un accordo con il governo potrebbe essere utilizzata proprio in ambito sanitario, anche considerando il fatto che i lombardi pagano per la sanità di tasca propria più che in altre regioni. Ricordiamo che dal 2003 la Lombardia applica il ticket farmaceutico (di 2 euro su ogni confezione fino ad un massimo di 4 euro per ricetta) che nel corso del 2011 è costato ai cittadini 237 milioni di euro, 38 in più rispetto all’anno precedente, nonostante la spesa farmaceutica avesse un calo del 5,8%; inoltre, dal 1 agosto 2011 la Regione, per coprire il mancato trasferimento di 148 milioni di euro destinati alla sanità lombarda deciso dal governo Berlusconi, ha introdotto il superticket sull’attività diagnostica ed ambulatoriale per cui il cittadino lombardo, unico caso in Italia, arriva a pagare, per numerosi esami, fino a 66 euro. Ciò avviene poiché la Giunta regionale ha deciso di modulare il superticket esclusivamente in base al valore economico della prestazione effettuata, senza tenere conto della situazione reddituale degli utenti, come avviene in altre regioni. La Lombardia, tra le 10 regioni “virtuose” e quindi non obbligate ad avere un piano di rientro sanitario, è quella che applica ai cittadini (non esenti per patologia) la compartecipazione alla spesa sanitaria più alta: le esenzioni per reddito oggi previste sull’acquisto dei farmaci sono notevolmente più basse rispetto a quelle delle altre regioni; il superticket su diagnostica e ambulatoriale viene modulato solo rispetto al valore economico delle prestazioni effettuate e non in base al reddito. Il Partito Democratico ritiene che la situazione di attuale crisi imponga un’attenzione maggiore alle fasce di reddito più deboli che, senza l’introduzione di strumenti più equi per la compartecipazione alla spesa sanitaria, rischiano di vedere venire meno il diritto all’universalità e all’equità di accesso alle prestazioni e ai servizi sanitari. La proposta del PD, contenuta in un ordine del giorno all’assestamento che sarà discusso lunedì in Aula, prevede: l’esenzione dal pagamento dei ticket sui farmaci e del superticket sull’attività diagnostica ed ambulatoriale per i cittadini lombardi con un reddito familiare 2011 non superiore a 30mila euro; di introdurre per i ticket sanitari la modulazione progressiva per reddito (per i redditi sopra i 30mila euro).

Spending review senza chiusura dei piccoli ospedali. Il Pd propone la razionalizzazione della rete ospedaliera senza sguarnire i territori
La spending review del Governo incide profondamente sul settore della sanità. Se inizialmente era circolata una bozza ancora in via di definizione che prevedeva il sacrificio degli ospedali al di sotto degli 80 posti letto, ora la decisione di razionalizzare sembra che sarà demandata alle Regioni, nell’ambito dell’autonomia che è loro riconosciuta. In Lombardia l’assessore Bresciani ha assicurato che non chiuderà alcun ospedale “né piccolo né grande”. I consiglieri del Pd hanno sottolineato come “il necessario contenimento della spesa non possa tradursi in tagli lineari, così come invece aveva fatto la manovra Berlusconi-Bossi dell’agosto 2011”. Quella manovra andrà ad incidere sul 2013-2014 per 8 miliardi, di cui 2 di aumento dei ticket. Regione Lombardia oggi avrà un margine di autonomia nell’attuazione delle misure. “Se non potremo, come sembra, evitare la diminuzione dei posti letto, è fondamentale che ciò avvenga attraverso una razionalizzazione della rete ospedaliera, finalizzata non alla mera chiusura dei presidi più piccoli, bensì alla definizione di una nuova vocazione per quelle strutture primariamente destinate alle funzioni riabilitative, di lungo degenza o di assistenza per sub acuti”, dicono Alessandro Alfieri e Gian Antonio Girelli. Tutto questo nell’ottica di un modello “hub and spoke” che tradotto significa un modello organizzativo caratterizzato dalla suddivisione tra centri di eccellenza per erogazione di assistenza ad alta complessità (centri hub) e una rete di servizi a supporto che garantisca la continuità della cura (centri spoke)”. Naturalmente, secondo il Pd, questa riorganizzazione necessaria della rete ospedaliera, non dovrà automaticamente abbattersi come una scure sulle zone più disagiate, privandole di presidi territoriali preziosi. “Nelle aree montane e con più difficili collegamenti occorre infatti mantenere un presidio ospedaliero con la presenza di un pronto soccorso per le emergenze - precisano i consiglieri. Nell’ambito di questa riorganizzazione diventa ineludibile anche la razionalizzazione delle strutture di vertice delle aziende ospedaliere: qui occorre tendere al modello di un’azienda per provincia, salvo che per quella di Milano, in modo da rendere più efficace l’individuazione della missione dei singoli ospedali sul territorio e l’ottimizzazione delle funzioni e dei servizi comuni”.

Fattore Famiglia al via, ma solo da settembre. Il Pd chiede verifiche quadrimestrali per monitorare l’esito della sperimentazione.
L’avvio della sperimentazione sul Fattore Famiglia lombardo tarda ancora, nonostante la controversa legge regionale che ne ha fissato i criteri sia stata approvata ormai da 5 mesi. Lo ha annunciato in commissione Sanità l’assessore al Welfare Boscagli, fissandone per settembre la partenza nei comuni selezionati per la durata di un anno. “Una sperimentazione i cui esiti si annunciano incerti, ha spiegato Carlo Borghetti, in quanto, prendendo avvio solo in 15 comuni ed essendo basata sull’adesione volontaria da parte dell’utente, non dà certezza sul numero minimo di casi che saranno valutati. Ogni sperimentazione ha tanto più valore quanto più numerosi sono i soggetti coinvolti: ci auguriamo che l’adesione possa essere larga, ma con i meccanismi predisposti dalla Giunta, non se ne ha alcuna garanzia”. La legge, grazie a una proposta del Pd, stabilisce una verifica quadrimestrale della sperimentazione. “Sarà importante monitorare strada facendo gli esiti della sperimentazione, ci riserviamo quindi di proporre modifiche alla sperimentazione in corso d’opera, in modo da poterne correggere i punti deboli rispetto a quanto stabilito dalla Giunta”. I consiglieri del Pd hanno anche chiesto all’assessore di verificare, con l’occasione della sperimentazione, la compatibilità del Fattore Famiglia lombardo con il nuovo Isee allo studio da parte del Governo, per evitare la beffa di trovarsi, tra 12 mesi, con uno strumento non applicabile perché in contrasto con la nuova norma nazionale.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 30 giugno 2012
Città della Salute, la scelta è per l’area Falk.
Il Tavolo istituzionale per la Città della Salute e della Ricerca, riunito oggi a Palazzo Lombardia sotto la presidenza di Roberto Formigoni, ha deciso all’unanimità di indicare l’area ex Falck di Sesto San Giovanni come sede del grande progetto scientifico-sanitario che integrerà gli Istituti Tumori e Besta. Al Tavolo hanno partecipato Regione Lombardia, Ministero della Salute, Comune di Sesto San Giovanni, istituti Tumori e Besta. Assente invece il Comune di Milano, come già preannunciato con una lettera del sindaco Giuliano Pisapia a Formigoni. L’indicazione del Tavolo sarà all’ordine del giorno della Giunta regionale, cui spetta la decisione ufficiale sulla localizzazione, già convocata per lunedì 2 luglio. Dopo tanti rinvii. La decisione di oggi è stata presa dopo diversi rinvii chiesti dal Comune di Milano, rinvii cui, ha spiegato Formigoni, “ho acceduto per cortesia istituzionale, convinto come sono che le decisioni assunte l’unanimità sono più forti e quindi preferibili. Constato con dispiacere che il Comune di Milano, dopo aver condiviso tutti i passaggi del nostro cammino dall’inizio dell’anno a oggi, compresa la necessità di individuare l’area con la massima rapidità (ne fanno fede i verbali approvati sempre all’unanimità) abbia scelto di non partecipare oggi. D’altra parte, l’unica proposta messa in campo da Milano in questi sei mesi è stata la caserma Perrucchetti, ma è ormai evidente a tutti che il Ministero della Difesa, che ne è il proprietario, non aveva e non ha nessuna intenzione di concederla. Perciò un ulteriore rinvio avrebbe voluto dire concedere tempo al nulla”. Milano nell’AdP. Dopo il passaggio in Giunta, si dovrà costruire e sottoscrivere un Accordo di Programma entro il marzo 2013 (“i tempi tecnici non sono brevissimi”, ha sottolineato Formigoni, anche perché comprendono la Valutazione ambientale strategica - Vas). A questo Accordo di Programma parteciperà anche il Comune di Milano. Tempi e risorse certe. Nel frattempo verrà indetta la gara (novembre 2012), per arrivare all’aggiudicazione nel settembre 2013, all’inizio dei lavori nel marzo 2014; la fine dei lavori di costruzione della struttura (il cosiddetto “rustico”) è prevista per il dicembre 2015. Certezza sui tempi, dunque, e anche certezza sulle risorse: fino a 350 milioni da parte della Regione Lombardia, 40 milioni dal Ministero della Salute (per nuovi macchinari e tecnologie del Besta), oltre a 50 milioni che il concessionario anticiperà, recuperandoli poi con la successiva gestione di servizi non sanitari, come guardiania, pulizie, ristorazione, ecc… La bonifica. Apprezzamento per l’apertura al Comune di Milano sull’Accordo di programma è stata espressa da tutti, in particolare dal dott. Basso a nome anche del ministro Balduzzi e dal sindaco di Sesto. Monica Chittò ha anche confermato che l’area verrà messa a disposizione gratuitamente e ha assicurato che i lavori di bonifica procederanno in tempi rapidi, iniziando già nell’autunno 2012. Il coinvolgimento degli IRCCS. Che non si tratti affatto di una semplice scelta “urbanistica” è stato sottolineato con forza dai due presidenti degli Irccs. “Abbiamo iniziato a studiare il progetto sanitario e scientifico già tre anni fa - ha detto De Leo - e ci dà sicurezza il fatto che questi studi non sono stati accantonati, dopo l’abbandono dell’ipotesi Vialba, ma invece proficuamente utilizzati”. Stesso concetto espresso da Guglielmo, il quale ha aggiunto che “tiriamo un sospiro di sollievo: la certezza della soluzione e dei tempi è per noi fondamentale dal momento che non possiamo rimanere nella situazione attuale ancora per lungo tempo; basti pensare che i nostri laboratori sono dislocati in 7 diverse sedi”. Sia Besta sia Tumori hanno inoltre dato rassicurazioni a Formigoni che sul progetto sarà sempre più efficacemente coinvolto il personale dei due istituti. Niguarda e Policlinico. Sono due ipotesi che nei mesi Scorsi sono state esaminate. “Due aree prestigiose - ha detto Formigoni - ma nessuna delle due praticabile, per l’insufficienza delle superfici libere”. Scartata anche l’ipotesi, pure circolata, di non realizzare un nuovo complesso ma di ristrutturare i due edifici attuali. I quali tuttavia, ha detto Formigoni citando il parere dei tecnici “hanno una notevole vetustà immobiliare, non sono quindi adattabili agli elevati standard che bisogna prevedere per il futuro; inoltre sono in aree carenti di collegamenti e parcheggi”. Il presidente della Regione ha aggiunto che “i 32 milioni già stanziati dalla Giunta serviranno a garantire la perfetta funzionalità di Besta e Tumori per i prossimi 4-6 anni”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 2 luglio 2012
Città Salute, dalla giunta via libera ad area Falk.
La Giunta della Regione Lombardia, su proposta del presidente Roberto Formigoni, di concerto con l’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, ha approvato la delibera di promozione di un Accordo di Programma per la realizzazione della Città della Salute e della Ricerca nelle aree ex Falck del Comune di Sesto San Giovanni. La decisione della Giunta sancisce ufficialmente quanto proposto dal Tavolo Istituzionale della Città della Salute e della Ricerca che si è tenuto sabato 30 giugno a Palazzo Lombardia, sotto la presidenza dello stesso Formigoni. I soggetti partecipanti all’Accordi di Programma, secondo quanto indicato dalla delibera approvata oggi, saranno: Regione Lombardia, Ministero della Salute, Comune di Sesto San Giovanni, Comune di Milano, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori. Aderisce all’Accordo anche Infrastrutture Lombarde spa, che avrà il ruolo di stazione appaltante per la realizzazione dell’intervento. Lo studio di fattibilità già redatto e in particolare il modello scientifico-sanitario e tecnico-funzionale elaborato e condiviso costituiranno la base su cui Infrastrutture Lombarde svilupperà il progetto. Con lo stesso provvedimento viene anche avviata la procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) relativa all’Accordo di Programma, che sarà sottoscritto entro il 31 marzo 2013, come già anticipato dal presidente Formigoni sabato.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 3 luglio 2012
Welfare, Boscagli: non facciamo mercato assistenza.
“Credo che alcune delle critiche che oggi ci sono state rivolte siano del tutto fuori luogo. Ci vengono infatti imputate delle scelte, come quella di immaginare un mercato dell’assistenza, che non abbiamo mai fatto né abbiamo intenzione di fare perché è, ovviamente, assolutamente improponibile”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, rispondendo ad alcune sollecitazioni emerse durante il convegno, organizzato dalla Cisl Lombardia, dal titolo ‘Welfare Lombardo quale futuro tra salvaguardia e innovazione’. “Questa preoccupazione, ha aggiunto l’assessore, non è giustificata perché, nel passaggio dall’offerta alla domanda, in ogni caso a Regione Lombardia resta in capo la governance del sistema e tutti gli strumenti di regolazione e di controllo”. Alla tavola rotonda sono intervenuti, fra gli altri, don Edoardo Algeri (Consulta Ecclesiale Regionale delle Opere socio assistenziali), Attilio Fontana (presidente Anci Lombardia), don Roberto Davanzo (direttore Caritas Ambrosiana), Fabrizio Tagliabue (portavoce Forum Terzo Settore Lombardia) e Gigi Petteni (segretario generale Cisl Lombardia).

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 5 luglio 2012
Boscagli: tagli su sanità investono il welfare.
“I tagli che il Governo intende fare sul settore sanità coinvolgeranno non solo gli ospedali ma anche i servizi agli anziani e disabili: le RSA sono finanziate con il fondo sanitario. Per quanto concerne il welfare, la mannaia si è già abbattuta da tempo sul settore, tanto che Regione Lombardia è intervenuta con risorse proprie per 70 milioni di euro”. Lo ha detto l’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, al termine degli incontri a Palazzo Lombardia con i protagonisti del sistema di welfare in Lombardia: il Terzo Settore, gli erogatori di servizi, i dirigenti delle Aziende Servizi alla Persona, le Istituzioni locali, sindacati, associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato, cooperative.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale dell’11 luglio 2012
Patto per il welfare, sindaci apprezzano lavoro di Boscagli.
Apprezzamento per i contenuti del nuovo Patto per il welfare, per il quale proseguono le consultazioni in ogni provincia con gli attori presenti sul territorio, e soddisfazione per aver evitato profondi tagli ai fondi per il sociale in tempi di spending review. E’ quanto hanno espresso il presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) Lombardia Attilio Fontana e i rappresentanti dei Comuni capoluogo lombardi, che hanno incontrato oggi, a Palazzo Lombardia, l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli e il Direttore generale dell’Assessorato Roberto Albonetti. Il momento di lavoro “è stato utile per condividere il percorso, ha detto Boscagli, e ricevere dai sindaci un importante sostegno alla nostra azione: l’introduzione del Fattore Famiglia, la consapevolezza ormai radicata nei cittadini lombardi che i costi delle Rsa non possono ricadere esclusivamente sui bilanci regionali, ma richiedono un contributo personale, l’introduzione di voucher specifici e della Dote per aiutare a fronteggiare i bisogni”.

Nerviano. NMS, con Banca incontro non risolutivo. Si cerca soluzione per sostenere piano di rilancio del Centro.
“L’incontro tra Fondazione regionale per la ricerca biomedica, proprietaria del Centro di ricerca di Nerviano, e Unicredit alla presenza di Regione non è stato risolutivo”. Lo riferisce, in una Nota, Regione Lombardia. “La Regione, prosegue la Nota, ha ribadito il proprio impegno a sostenere lo sviluppo del centro di ricerca, ma tale impegno verrà attuato contestualmente all’ accordo di ristrutturazione finanziaria. La difficile congiuntura richiede un rinnovato sforzo delle parti volto a modellare, in modo adeguato al contesto economico attuale, l’avvio di soluzioni che permettano di sostenere il piano di rilancio di Nerviano. Proseguiranno nelle prossime ore i lavori per identificare le soluzioni tecniche giuridiche più opportune per l’avvio del piano industriale e l’auspicata risoluzione della difficile posizione dei lavoratori”

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali.
Dalla Cgil nazionale
11/07/2012 Al via la raccolta firme per il diritto alla Salute “Colpire gli sprechi ma fermare i tagli lineari”.
Al via la raccolta di firme a sostegno dell’appello “Per il diritto alla Salute: colpire gli sprechi, spendere meglio, ma fermare i Tagli!”- promosso dai rappresentanti di associazioni impegnate nel welfare socio sanitario - in relazione ai tagli lineari contenuti nel decreto sulla Spending Review. Un appello dove si sottolinea come “la spesa pubblica per il welfare è un investimento per accrescere il benessere, la coesione sociale, l’occupazione, lo stesso PIL, indispensabile in tempo di crisi e necessario per la ripresa economica”. Perciò la spending review, come sostengono i promotori dell’appello, “deve e può servire a garantire il diritto alla salute e all’assistenza socio sanitaria, se riqualifica la spesa pubblica. Mentre le manovre finanziarie degli ultimi anni, e il decreto appena approvato dal Governo, tagliano in modo lineare il finanziamento per la sanità e l’assistenza”. Di fronte al “momento difficilissimo”, i promotori si dichiarano disponibili a contribuire al risanamento e alla ripresa. Ma, avvertono: “Se l’emergenza in cui ci troviamo impone scelte difficili, queste non possono e non devono compromettere il modello universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale, impedire ancora l’esistenza dei livelli essenziali per l’assistenza sociale e colpire ancora una volta le persone più deboli”. Per questo, ritengono che la discussione parlamentare sul decreto vada accompagnata da una grande “mobilitazione”. Infine, concludono chiedendo a Ministro della Salute, Conferenza delle Regioni, ANCI e Parlamento di aprire subito un confronto con le Associazioni e con il Sindacato, per scongiurare la logica dei tagli lineari, e assumere precisi impegni per riqualificare il Servizio Socio Sanitario pubblico e universale, a garanzia dei diritti di cittadinanza sanciti dalla Costituzione. Per firmare l’appello:
http://www.petizionionline.it/petizione/per-il-diritto-alla-salute-colpire-gli-sprechi-spendere-meglio-ma-fermare-i-tagli/7539
http://www.superando.it/2012/07/11/spendere-meglio-ma-fermare-i-tagli
http://www.gruppoabele.org/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3213

Da “Quotidiano Sanità”: www.quotidianosanita.it/
Dalla Newsletter n. 308, dell’11 luglio 2012.
Spending review. Le Regioni da Monti. Sì a verifica su impatto manovra, ma saldi invariati.
Questa la conclusione del vertice a Palazzo Chigi. Giovedì pomeriggio nuovo confronto in sede tecnica al ministero dell’Economia per un approfondimento sulla spending review. Errani: “Governo deve dimostrare che i servizi saranno assicurati”. Ma per il momento nessuna marcia indietro sull’entità dei saldi. “La spending review, così come è, è insostenibile per la sanità e il trasporto pubblico locale”. Lo hanno ribadito oggi le Regioni al Governo nel corso di un incontro a Palazzo Chigi. Un’insostenibilità che, ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, uscendo da Palazzo Chigi, deriva anche dal fatto che i tagli previsti dalle spending review “si sommano agli effetti delle manovre già previste per il 2013 e 2014”.

Spending review. Al via l’esame parlamentare. Il testo e i documenti di approfondimento.
Partirà dalla V commissione Bilancio del Senato l’iter parlamentare del Ddl sulla spending review. Ad accompagnare il testo, il dossier del Servizio Studi, l’analisi del bilancio dello Stato 2012 e il dossier sulla spending review nell’esperienza internazionale.
Link al Disegno di legge: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato6539859.pdf
Dossier del servizio studi senato: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato2866161.pdf
Analisi bilancio dello Stato 2012 http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato8264024.pdf
Dossier sulla spending review nell’esperienza internazionale:

 http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato7358404.pdf

Newsletter del “Centro Maderna” www.centromaderna.it
Indice della Newsletter dell’11 luglio 2012. In Umbria prende il via il censimento delle residenze per anziani. Alzheimer App, aiuto e consigli per chi accudisce malati. Farmaci con avvertenze non efficaci: anziani in difficoltà.

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