Block Notes n. 19, giugno 2012

 
Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalle Agenzie di stampa regionali
La giunta Formigoni tragga finalmente le dovute conseguenze
Sanità lombarda: un modello verso il capolinea, l’occasione per un’alternativa
194: le donne di “Se non ora quando” consegnano le firme
Ripensare la sanità in Lombardia. Girelli e Valmaggi: “Più trasparenza e controlli”
Più welfare più crescita. Borghetti e Barboni: ascoltare tutti
Sanità, indagato il Direttore Generale Lucchina. Il Pd: controlli e trasparenza
Fattore Famiglia: parte la sperimentazione in 15 comuni
Lombardia/sisma. Abolito ticket per i cittadini coinvolti
Fattore Famiglia, Boscagli: grave che questo principio non sia nel piano del governo
Boscagli: Confcooperative condivide esigenza riforma welfare
Disabili, Boscagli: Roma taglia,da noi più risorse
Città salute, convocato 30/6 tavolo per decidere
Indagini sanità, nota della Regione
Formigoni: noi efficienti e corrotti, gli altri in deficit e trasparenti?
Fattore Famiglia, sperimentazione in 15 comuni
Boscagli: da Lecco parte il patto per il welfare
Nel 2011 -5,8% per spesa farmaceutica regionale
Farmaci: spesa e consumi sotto controllo, sotto la media nazionale

2. Links
La voce.info. OMS. Una nuova organizzazione per la salute globale

1. Dalle agenzie di stampa regionali.
 Dalla CGIL Lombardia
14 giugno 2012. Dichiarazione di Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia: “Tempesta sulla sanità lombarda. La giunta Formigoni tragga finalmente le dovute conseguenze.
Da notizie di agenzia apprendiamo che sarebbero in corso perquisizioni della Guardia di Finanza in diversi nosocomi lombardi (Niguarda, Lecco, Busto Arsizio e Saronno), nonché in uffici di Regione Lombardia, e sarebbero già stati emessi circa trenta avvisi di garanzia, uno dei quali rivolto al Direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina, notoriamente uomo di fiducia del Presidente Formigoni, per presunti illeciti nell’assegnazione di progetti di sperimentazione clinica ad alta specializzazione teconologica. I reati di cui si parla sarebbero di associazione per delinquere, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio e peculato. Oltre a Lucchina, fra le persone indagate ci sarebbero funzionari dell’Assessorato alla Sanità e delle Aziende ospedaliere coinvolte. Ma l’Assessorato alla Sanità, a sua volta, prende le distanze dalla Direzione generale sostenendo che le ispezioni della Guardia di Finanza non hanno riguardato i propri locali, e che l’assessore Luciano Bresciani non figurerebbe nell’elenco degli indagati. Un messaggio politico chiaro che può avere dei risvolti non secondari. “Quanto sta accadendo, dice Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia, conferma che il modello lombardo tanto decantato, di privatizzazione progressiva della sanità, sta mostrando di essere fondato sull’intreccio tra poteri politici e interessi privati, a discapito del diritto alla salute dei cittadini e delle cittadine della nostra regione. Questa nuova tempesta che si abbatte sul Pirellone, prosegue Baseotto, in modo particolare su una questione delicata come la sanità, non fa che confermare quanto andiamo dicendo da mesi. La Giunta Formigoni è arrivata al capolinea, paralizzata dagli scandali, lacerata dai contrasti interni e dall’ossessione di trovare il modo per restare aggrappata a poltrone sempre più traballanti, ad un potere sempre meno legittimato dalla credibilità istituzionale e dal consenso popolare. Chissà se il Presidente Formigoni avrà ancora l’arroganza di parlare di complotti, o di fingere di non essere ormai travolto dagli scandali che lo coinvolgono, e di credere di avere ancora un futuro politico. Mi auguro che la mozione di sfiducia a Formigoni della scorsa settimana sia solo l’inizio di una più ampia iniziativa che deve uscire dai soli luoghi istituzionali e della politica e deve rivolgersi in modo aperto all’insieme della società civile e dei democratici lombardi. Sarebbe un modo giusto per rispondere all’onda dell’antipolitica ed alla sfiducia montante nell’opinione pubblica. La giustizia deve fare il suo corso e fare il più presto possibile chiarezza su questa ennesima vicenda. Ormai la situazione istituzionale è grave. Non sappiamo più come dirlo: se ne vadano. Le loro dimissioni sono indispensabili se si vuole salvare la dignità e la credibilità di una Istituzione come Regione Lombardia”.

 Da Cgil, FPCgil, SpiCgil Lombardia
20 giugno 2012 Documento di Osservazioni alla Dgr sul “Patto sul welfare”
Sul sito della Cgil Lombardia è stato pubblicato il documento di osservazioni inviate alla Giunta regionale sul “Patto sul welfare”, approvato dalla giunta regionale lombarda con Dgr n. 3481 del 6 maggio 2012. Link alle Osservazioni al patto welfare pubblicato sul sito della Cgil Lombardia:
http://www.cgil.lombardia.it/Portals/0/AreeTematiche/welfare/patto_welfare_osservazioni.pdf

 Dalla CGIL-Funzione Pubblica Lombardia
25 giugno 2012 Dichiarazione di Florindo Oliverio, segretario generale Cgil-FP Lombardia su “Sanità lombarda: un modello verso il capolinea, l’occasione per un’alternativa.
Il Presidente Formigoni dovrà decidersi a rassegnare le dimissioni, prendendo atto del discredito in cui ha gettato Regione Lombardia. Per troppo tempo ha risposto alle inchieste e agli arresti nella sua Giunta e nella sua maggioranza additando le esclusive responsabilità dei singoli. Come per gli scandali del San Raffaele e della Maugeri ha sempre sostenuto di non mischiare la scorrettezza tra privati con la gestione della cosa pubblica. Ed è qui, intorno alla sanità lombarda, che in questi 17 anni Formigoni si è costruito quel sistema di potere che lo ha finora garantito e che, tuttavia, parrebbe a un passo dal capolinea. Ora non va sprecata l’occasione di puntare su un modello alternativo di welfare e sanità. A partire dalla messa in discussione di quella ideologia della “libera scelta” che nella nostra regione ha significato parità di trattamento, e di finanziamento statale, tra erogatori pubblici e privati. Un privato che può lucrare senza assumere rischio d’impresa ma anzi, con le cosiddette “sperimentazioni gestionali”, in cambio della ristrutturazione degli ospedali, si è garantito la gestione delle attività ospedaliere per un periodo che va dai venti ai trent’anni. Così la missione pubblica è stata trasformata in profitto con il progressivo impoverimento delle professionalità, spinte verso altre strutture per permettere agli speculatori privati di ridurre i costi del personale assumendo direttamente lavoratori sottopagati. Così si sono tagliati i servizi territoriali e di prevenzione, i consultori. Il sistema formigoniano ha poi allontanato la sanità lombarda dal controllo democratico. Con un potere che, azzerando la responsabilità delle autonomie locali, ha accentrato via via nel decisore regionale le scelte di programmazione e il controllo dei prestatori. Lo si è fatto dapprima separando la gestione degli ospedali dalle Asl. Svuotando queste ultime delle funzioni di servizio al territorio, relegandole al ruolo di pagatori di prestazioni altrui. Ora si cerca di ridurre ulteriormente il finanziamento pubblico dei servizi alla persona erogando alle famiglie voucher o doti per l’acquisto di prestazioni dal mercato. Dentro una crisi che è oltretutto formidabile elemento di consolidamento e potenziamento dell’economia criminale. Con Formigoni va cancellato il suo modello di welfare e sanità. Occorre costruire un modello diverso che salvaguardi l’universalità dei diritti. I diritti dei cittadini rispetto alla salute e all’assistenza. I diritti del lavoro, perché attraverso questi è possibile conoscere il reale grado di civiltà di un paese. Un modello di welfare che riparta dalla giusta distribuzione dei poteri tra i soggetti istituzionali e tra questi e i soggetti privati”.

 Da “Settegiorni PD”, Notiziario del gruppo PD in Consiglio regionale
È uscito il n. 188, dell’8 giugno 2012.
194: le donne di “Se non ora quando” consegnano le firme. Valmaggi: “In Lombardia troppi medici obiettori non assicurano la piena applicazione della legge”.
Le donne di “Se non ora quando” che hanno aderito alla campagna lanciata dalla Consulta di bioetica “Il buon medico non obietta” hanno consegnato alla vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi le firme raccolte in tutto il Paese in difesa della 194. “Ho voluto, ha detto Valmaggi, aderire all’appello di Snoq perché convinta che la legge 194, che ha permesso di contrastare la piaga dell’aborto clandestino e portato in 30 anni a quasi dimezzare le interruzioni volontarie di gravidanza, sia ancora una volta sotto attacco, come dimostra la manifestazione del Movimento per la vita del 13 maggio scorso. Il mio impegno resta quello di difenderla e di difenderne l’applicazione. Per questo, con altri consiglieri, ho presentato un’interrogazione all’assessore Bresciani in cui si chiede che in Lombardia sia applicata la legge”. Ad oggi infatti non è così: il 67% dei ginecologi sono obiettori e in certe province è necessario attendere addirittura 15 giorni per un intervento. “L’assessore Bresciani, ha concluso Valmaggi, non ha risposto all’interrogazione nei tempi previsti dal regolamento. Abbiamo chiesto che ci risponda in commissione”.

È uscito il n. 189, del 15 giugno 2012.
Ripensare la sanità in Lombardia. Girelli e Valmaggi: “Più trasparenza e controlli”.
Trasparenza. Sono tornati a chiederla giovedì sera, nell’ambito dell’incontro dedicato alla salute, i consiglieri regionali del Pd denunciando la necessità di un sistema di controlli più efficaci nella sanità lombarda, dopo il caso delle presunte irregolarità nell’assegnazione di progetti di sperimentazione presso gli ospedali di Niguarda, Lecco, Busto Arsizio e Saronno. “Servono controlli davvero stringenti in tutti gli enti accreditati nel sistema sanitario regionale: è una necessità non più prorogabile, per questo occorre rendere trasparenti anche i bilanci dei privati che erogano prestazioni” hanno detto Sara Valmaggi e Gianantonio Girelli intervenuti al workshop “Ripensare la sanità”. Sul tema dei controlli è intervenuto anche, all’interno del workshop, Gabriele Pelissero, presidente nazionale Associazione italiana ospedalità privata (AIOP) che ha ammesso “Occorre trovare meccanismi di controllo di qualità”. Francesco Longo (CERGAS Bocconi) ha sottolineato come non sia più tempo per la Lombardia di confrontarsi con le altre regioni italiane. “E’ matura la stagione per iniziare a mettere a fuoco temi europei come il lancio di un fondo assicurativo integrativo per l’odontoiatria ad esempio”. “Serve una nuova governance costituita da tutti gli attori che operano nel complesso sistema della sanità regionale, hanno sintetizzato Girelli e Valmaggi. Infine, ultimo ma non meno importante, serve una nuova modalità di scelta dei direttori sanitari, come sosteniamo da tempo”.

Più welfare più crescita. Borghetti e Barboni: ascoltare tutti.
Un nuovo welfare che deve ripartire dall’ascolto e dalle proposte di tutti gli attori che fanno parte del sistema. Ne hanno parlato, insieme a tanti rappresentanti del mondo socio assistenziale e sanitario lombardo, Carlo Borghetti e Mario Barboni intervenuti venerdì al workshop “Più welfare, più crescita”. “Siamo in uno scenario di crisi di risorse generale e non è sufficiente che Regione Lombardia abbia recuperato, in assestamento di bilancio, i tagli già previsti per i fondi sociali. Inconcepibile che tutti gli anni si arrivi ad un bilancio di previsione che taglia i fondi, salvo poi recuperarli in variazione di bilancio sull’onda delle proteste dell’opposizione o dei rappresentanti delle categorie più deboli come le persone con disabilità che pochi giorni fa hanno manifestato in piazza. Il ripristino dei 30 milioni non è dunque sufficiente. Occorre rifondare un nuovo sistema di welfare. Quello attuale non sa leggere a fondo i nuovi bisogni. Come abbiamo appreso dalle persone qui intervenute, infatti, destina risorse ad alcune emergenze senza tener conto di altre e quindi non risponde adeguatamente ad una platea di cittadini che, a causa della crisi, è sempre più in difficoltà. Quella di oggi è la prima fase per la costruzione del welfare che abbiamo in mente: la fase dell’ascolto”. Anche Lorenzo Guerini dell’ANCI, che ha portato la testimonianza dei comuni e delle loro difficoltà ha invocato un nuovo welfare “Più governo. Più correzioni di rotta nella domanda, più risorse, ha sottolineato. Ne va della tenuta delle nostre comunità”. “E’ necessario distribuire le risorse ai comuni in una visione meno centralistica e permettendo a questi enti, che sono gli ultimi nella filiera istituzionale, di fare per tempo una corretta programmazione dei servizi” gli hanno fatto eco Borghetti e Barboni.

È uscito il n. 190, del 22 giugno 2012.
Sanità, indagato il Direttore Generale Lucchina. Il Pd torna a chiedere controlli e trasparenza. Un’altra bufera si è abbattuta sulla sanità lombarda: il direttore generale Carlo Lucchina è indagato per turbativa d’asta. L’ennesima inchiesta che vede protagonista l’”eccellenza” di questa regione. Le irregolarità, stando a quanto è trapelato dalle indagini, riguarderebbero l’assegnazione di progetti di sperimentazione clinica. “Non entriamo nella questione delle indagini, hanno subito detto Alessandro Alfieri e Gian Antonio Girelli, anche se certo le seguiamo con preoccupazione e allarme. Politicamente invece abbiamo più volte denunciato come nella sanità lombarda i meccanismi e le procedure che devono garantire controlli efficaci non siano adeguate all’ingente quantità di risorse assegnate ad enti pubblici e privati, spesso con margini di discrezionalità eccessivi. Formigoni invece di evocare complotti o attacchi militari alla sua Giunta ammetta che il sistema ha mostrato delle falle e, se ancora è in grado, faccia proposte per riformarlo”. Si tratterebbe di diversi milioni di euro, in alcuni casi già erogati dalla Regione nell’ambito degli accordi stipulati tra aziende private e ospedali pubblici per la sperimentazione di apparecchiature scientifiche ad alta tecnologia. I progetti di sperimentazione in questione sarebbero tre e riguarderebbero le apparecchiature per l’home care, gli ecoscopi e l’emodinamica. Anche durante il workshop sulla sanità che si è svolto in seno alla tre giorni “E se avessimo regione noi?” organizzata dal Pd lombardo, Alfieri e Girelli sono tornati a chiedere trasparenza e un sistema di controlli più efficaci. “Servono controlli davvero stringenti in tutti gli enti accreditati nel sistema sanitario regionale: è una necessità non più prorogabile, per questo occorre rendere trasparenti anche i bilanci dei privati che erogano prestazioni”.

Fattore Famiglia: parte la sperimentazione in 15 comuni.
Critico Borghetti: “Ci auguriamo che gli sconti per le famiglie in difficoltà non gravino sulle altre”. Durerà un anno la sperimentazione del Fattore Famiglia, il dispositivo a cui ha dato il via la Giunta regionale con la legge approvata nel febbraio scorso e che l’assessore Boscagli ha presentato in commissione Sanità questa settimana, e sarà applicato in 15 comuni della Lombardia a partire dal primo luglio. “Quella legge introduce, per noi, un principio anticostituzionale quale la previsione della partecipazione ai costi sanitari per i cittadini che accedono ai servizi sociosanitari quali le residenze sanitarie per anziani, i centri diurni e le residenze sanitarie per disabili per citarne solo alcuni” ha commentato Carlo Borghetti. Il Fattore famiglia sarebbe pensato per differenziare la compartecipazione al costo dei servizi da parte degli utenti in base alle diverse situazioni famigliari e manderebbe in pensione l’Isee nelle intenzioni della Regione. “Siamo favorevoli al fatto che si tenga conto di fattori come il numero dei figli, il reddito e patrimonio famigliare, la presenza di anziani e disabili. Abbiamo anzi chiesto e ottenuto che si tenga conto anche delle situazioni temporanee di disoccupazione o di difficoltà lavorative, aggiunge Borghetti. Il problema è però che eventuali sconti sui costi dei servizi che si determinano alle famiglie con difficoltà non possono essere fatti pagare al resto delle famiglie lombarde: quello che è dunque un vantaggio per alcune famiglie si può tradurre in un aggravio per tutte le altre”. La sperimentazione parte con una dote di 1,5 milioni di euro che la Regione una tantum mette da disposizione dei 15 comuni che hanno aderito alla sperimentazione ma la legge non prevede altri stanziamenti. “Auspichiamo comunque che la sperimentazione sia fatta nel migliore dei modi per testare l’efficacia reale dei criteri adottati coinvolgendo tutte le unità di offerta dei servizi, sapremo solo tra un anno se e come ci sarà un Fattore famiglia lombardo. Da parte nostra insisteremo perché la Regione preveda un aiuto economico ai comuni che erogano i servizi alle famiglie se il sistema andrà a regime” conclude Borghetti.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 6 giugno 2012
Lombardia/sisma. Abolito ticket per i cittadini coinvolti.
I cittadini lombardi, emiliani e veneti residenti nei Comuni colpiti dal terremoto potranno usufruire di prestazioni specialistiche (visite ed esami) nelle strutture sanitarie o ottenere medicinali nelle farmacie della Lombardia senza pagare nessun ticket. I cittadini emiliani e veneti che abitano negli stessi Comuni coinvolti dal recente sisma potranno inoltre iscriversi temporaneamente (per tre mesi rinnovabili) nelle liste del Servizio sanitario regionale della Lombardia. La decisione della Giunta della Regione Lombardia è già operativa dalla mattinata di oggi e già comunicata a tutte le strutture lombarde. Segue elenco dei comuni interessati. Per la Lombardia sono i comuni della Provincia di Mantova: Felonica, Gonzaga, Magnacavallo, Moglia, Pegognaga, Poggio Rusco, Quingentole, Quistello, San Benedetto Po, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide, Villa Poma.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 9 giugno 2012
Fattore Famiglia, Boscagli: grave che questo principio non sia nel piano del governo.
Partirà dal prossimo mese di luglio in 15 Comuni della Lombardia, selezionati tra oltre 200, la sperimentazione del Fattore Famiglia, l’innovativo indicatore per le politiche sociali, che non solo tiene conto delle situazioni reddituali e patrimoniali, ma contempla anche a pieno titolo il numero di figli e i carichi di cura, ad esempio la presenza nel nucleo familiare di anziani non autosufficienti o di disabili. Lo annuncia l’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, spiegando che nelle prossime settimane la Giunta regionale esaminerà un provvedimento che stabilirà in via definitiva l’elenco di questi 15 Comuni che faranno la sperimentazione e le modalità di attuazione della misura. “Per una vera riforma del sistema di welfare, spiega Boscagli, è necessario partire dalla centralità della famiglia attraverso due principi fondamentali: equità e libertà di scelta. Il Piano Nazionale per la Famiglia approvato dal Governo rappresenta un passo avanti nel riconoscimento del ruolo centrale della famiglia, ma ha subito dei significativi cambiamenti rispetto alla versione elaborata dal Governo Berlusconi e uscita dalla Conferenza nazionale della Famiglia, svoltasi a Milano nel 2010. Tra queste modifiche, è grave la sparizione del Fattore Famiglia, fortemente voluto da tutte le forze sociali ed economiche. Di fronte alla crisi che stiamo attraversando è sempre più indispensabile invece ripartire dalla famiglia e da una maggiore equità nel calcolo della compartecipazione ai servizi. Proprio per questo, Regione Lombardia sta per avviare la sperimentazione del Fattore Famiglia Lombardo, un intervento fondamentale che, tra l’altro, non comporta nessun costo aggiuntivo”.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale dell’11 giugno 2012
Ricevuto da Boscagli presidente Federsolidarietà. Assessore: Confcooperative condivide esigenza riforma welfare.
La necessità di una riforma dell’attuale sistema di welfare lombardo, maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti e il ruolo delle cooperative sociali. Questi i temi trattati oggi nell’incontro tra Giulio Boscagli, assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia e Massimo Minelli, neo presidente di Federsolidarietà, l’organizzazione di rappresentanza politico-sindacale delle cooperative sociali e delle imprese sociali aderenti a Confcooperative. “L’incontro di questa mattina, ha spiegato l’assessore Boscagli, ha evidenziato come Confcooperative sia concorde con noi sulla necessità di una revisione totale dell’attuale sistema di welfare. Un sistema incapace di reggere l’urto dell’attuale crisi economica e i cambiamenti sociali in atto nel nostro Paese e nella nostra regione. Regione Lombardia ha avviato un ampio confronto con tutti gli attori della società per individuare il percorso di riforma necessario, tra questi non può mancare il mondo delle cooperative sociali e delle imprese sociali che aderiscono a Confcooperative. Tra i temi trattati abbiamo trovato massima convergenza sull’urgenza di rivedere il sistema delle mutualità, da affiancare agli interventi ridistributivi di risorse pubbliche”.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 13 giugno 2012
Disabili, Boscagli: Roma taglia,da noi più risorse. L’assessore ha ricevuto oggi una delegazione di manifestanti.
“Nonostante i pesanti tagli del Governo sulle politiche sociali, anche quest’anno stiamo cercando, con grande sforzo, di aggiungere ulteriori 30 milioni di euro ai 40 già stanziati, in maniera da erogare gli stessi fondi del 2011” Lo ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli durante l’incontro con la delegazione dei rappresentanti delle associazioni di persone con disabilità (Ledha, Fand, Fish, Comitato lombardo per la vita indipendente e Anffas), che oggi hanno manifestato contro i tagli dei fondi destinati alle politiche sociali. Nuovi fondi. “Con questi nuovi fondi, ha ribadito l’assessore, che, nel mese di luglio, dovrebbero essere approvati, con l’assestamento di Bilancio, dal Consiglio regionale, intendiamo realizzare interventi mirati che rispondano in maniera più puntuale ai bisogni della disabilità. Ricordo che, mentre il Governo per le politiche sociali nazionali stanzia un importo complessivo di 50 milioni di euro da ripartire tra tutte le Regioni d’Italia, Regione Lombardia, da sola e con proprie risorse, mette sul piatto ben 70 milioni di euro”. Stanziamenti regionali. “Va sempre ricordato, aggiunge Boscagli, che la Regione Lombardia è l’unica ad aver varato, lo scorso anno, un innovativo “Piano d’azione regionale per le persone con disabilità”, che organizza e rilancia gli interventi in questo campo, con un investimento annuale di 400 milioni di euro per le azioni a favore delle persone con disabilità in tutti i settori delle politiche regionali. Non dobbiamo dimenticare che quest’anno abbiamo raddoppiato i fondi per l’assistenza domiciliare per le persone affette dalla malattia dei motoneuroni, che da 14 sono passati a 28 milioni, e stanziato 38 milioni per progetti sperimentali. Credo quindi che oggi i manifestanti siano andati a bussare al palazzo sbagliato. La manifestazione sarebbe stato più corretto farla presso un palazzo del Governo, come la Prefettura”. Riconoscimento del ruolo di Regione Lombardia. “Mi fa piacere, conclude Boscagli, che le associazioni abbiano riconosciuto l’impegno di Regione Lombardia per quanto fatto, tanto da chiederci di istituire un tavolo con le stesse associazioni, i Comuni e le Province per coordinare attività e interventi”. Tra i temi emersi durante l’incontro si è parlato della vita indipendente, della revisione dell’Isee, della presa in carico delle funzioni in capo alle Province.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 13 giugno 2012
Città salute, convocato 30/6 tavolo per decidere.
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha convocato per la mattina del 30 giugno la riunione del Tavolo istituzionale in cui dovrà essere presa la decisione definitiva sulla scelta dell’area nella quale localizzare la Città della Salute. Partecipanti a questo Tavolo sono i sindaci di Milano Giuliano Pisapia e di Sesto San Giovanni Monica Chittò, i presidenti dell’Istituto dei Tumori, Giuseppe De Leo, e dell’Istituto Neurologico Besta, Alberto Guglielmo, oltre al ministero della Salute e alla stessa Regione. L’incontro fa seguito ai lavori del Tavolo istituzionale riunitosi il 29 maggio scorso e alla richiesta del Comune di Milano di posticipare la data di convocazione del nuovo e decisivo incontro dal 15 al 30 giugno.

Indagini sanità, nota della Regione.
In riferimento alle indagini di cui si è avuta notizia oggi, in merito ad alcuni progetti di sperimentazione in campo sanitario, una Nota di Regione Lombardia chiarisce che “dei tre progetti oggetto di indagine, solo uno, intitolato “L’ecoscopio: un nuovo strumento diagnostico per completare la visita medica dall’ambulatorio di medicina generale all’Ospedale”, è stato finanziato con 1,1 milioni di euro dalla Giunta regionale, con una delibera del 23 dicembre 2010, dopo essere stato validato da un qualificato organismo consultivo, ossia un Gruppo di approfondimento tecnico, in cui siedono esperti della materia. Gli altri due progetti oggetto di indagine non sono stati né autorizzati né ammessi a finanziamento da Regione Lombardia. Il progetto finanziato era stato presentato da varie aziende ospedaliere (Niguarda e Lecco tra le altre). Come da obblighi di legge, le apparecchiature (ecoscopi) da mettere a disposizione dei medici ospedalieri di medicina generale e di medicina interna dovevano essere poi acquisite mediante gara pubblica. Le elaborazioni e le indicazioni circa le caratteristiche tecniche delle apparecchiature da acquistare sono state stabilite in piena autonomia dalle strutture complesse dell’Azienda ospedaliera Niguarda e dell’Azienda Ospedaliera di Lecco. La gara è stata poi effettuata tramite procedura negoziata (ex art. 57, comma 2, del d. Lgs 163/2006). Come previsto dalla legge, sono stati chiesti progetti e preventivi a 5 aziende. Due non hanno risposto. Dei restanti 3 progetti concorrenti, solo uno è stato giudicato conforme alle caratteristiche tecniche richieste”.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 15 giugno 2012
Sanità, Formigoni: ecco la vera domanda da farsi, noi efficienti e corrotti, gli altri in deficit e trasparenti?
“Invito i cittadini lombardi a porsi una sola domanda a riguardo delle inchieste sulla sanità regionale: come mai la Lombardia, che per la sanità prende dallo Stato meno soldi delle altre Regioni, che, nonostante questo, è l’unica Regione in pareggio da 12 anni, che dà i servizi migliori e questo è un fatto riconosciuto da tutti i cittadini italiani, come mai, dicevo, la Lombardia è oggetto di indagini per corruzione così vaste, che nemmeno tutte le altre Regioni (in deficit) d’Italia messe insieme hanno? Vogliono farci credere che nella Lombardia efficiente c’è corruzione, nel resto d’Italia inefficienza, deficit e trasparenza? Ma voi ci credete davvero?”. E’ quanto dichiara il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 18 giugno 2012
Fattore Famiglia, sperimentazione in 15 comuni da luglio.
Partirà dal prossimo mese di luglio in 15 Comuni della Lombardia, selezionati tra circa 200, la sperimentazione del ‘Fattore famiglia lombardo’, l’innovativo indicatore per le politiche sociali che, nel calcolo dei costi per gli utenti dei vari servizi sociali e sociosanitari, non solo tiene conto delle situazioni reddituali e patrimoniali, ma contempla anche a pieno titolo il numero di figli e i carichi di cura, ad esempio la presenza nel nucleo familiare di anziani non autosufficienti o di disabili. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, ha approvato oggi un provvedimento che stabilisce l’elenco di questi 15 Comuni (uno per Asl), che faranno la sperimentazione (della durata di un anno) e le modalità di attuazione della misura. In pratica, per calcolare le spese che gli utenti dovranno sostenere per i servizi sociali o sociosanitari (asili, servizi di assistenza domiciliare, Centri ricreativi diurni, Residenze sanitarie assistenziali, Residenze sanitarie per disabili, Centri diurni per disabili), si terrà conto dell’effettiva situazione familiare, calcolando con specifici ‘fattori’ il reddito, il patrimonio mobiliare e immobiliare, il numero dei componenti della famiglia, la presenza di figli minori, la presenza di anziani non autosufficienti e di disabili. “Per una vera riforma del sistema di welfare, spiega Boscagli, è necessario partire dalla centralità della famiglia attraverso due principi fondamentali: equità e libertà di scelta. In particolare, una maggiore equità nel calcolo della compartecipazione ai servizi per le famiglie è sempre più indispensabile di fronte alla crisi che stiamo attraversando. Proprio per questo Regione Lombardia ha deciso di avviare la sperimentazione del “Fattore famiglia lombardo”, un intervento fondamentale che, tra l’altro, non comporta nessun costo aggiuntivo. Questa misura ribadisce ancora una volta il principio cardine della centralità della famiglia e rappresenta un pezzo importante di riforma del welfare”. Questi i 15 Comuni in cui partirà da luglio la sperimentazione del “Fattore famiglia lombardo”: Asl Bregamo: Filago (3.224 abitanti), Asl Brescia: Palazzolo sull’Oglio (19.862 abitanti), Asl Como: Anzano del Parco (1.759 abitanti), Asl Cremona: Pizzighettone (6.730 abitanti), Asl Lecco: Merate (14.943 abitanti), Asl Lodi: Casalpusterlengo (15.302 abitanti), Asl di Mantova: Castel Goffredo (12.094 abitanti), Asl Milano: Sesto San Giovanni (81.130 abitanti), Asl Milano 1: Rho (50.686 abitanti), Asl Milano 2: San Donato Milanese (32.702 abitanti), Asl Monza Brianza: Monza (122.712 abitanti), Asl Pavia: Casorate Primo (8.425 abitanti), Asl Sondrio: Tirano (9.238 abitanti), Asl Valcamonica: Malegno (2.115 abitanti), Asl Varese: Tradate (17.901).

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 21 giugno 2012
Boscagli: da Lecco parte il patto per il welfare.
Oggi cominciamo un giro che ci porterà in tutte le province della Regione, per confrontarci con tutti i soggetti sociali e costruire un “Patto per il welfare’’. Lo ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, dando avvio a Lecco alla prima fase di consultazioni con Istituzioni locali, sindacati, associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato e cooperative, con cui si cercherà di stabilire principi e azioni per una riforma complessiva del sistema. Cambiare il welfare. “Regione Lombardia, ha spiegato l’assessore Boscagli, è consapevole che il sistema che abbiamo ereditato fino a ora ha bisogno di un radicale ripensamento, da un lato, perché le risorse sono destinate a ridursi, da un altro, perché i bisogni sono cambiati. Pensiamo, ad esempio, al tema delle Sla. Fino a qualche anno fa il sistema era assente dal dibattito, perché il problema era classificato come sanitario e c’erano, da un lato, poche cure mentre, dall’altro, c’era una bassa offerta sul fronte dell’assistenza familiare. Oggi la situazione è cambiata tanto che, recentemente, abbiamo messo in campo contributi alle famiglie. Già da tempo, con diverse azioni, abbiamo iniziato a introdurre novità nel sistema di welfare, ma è comunque necessario un ripensamento più ampio, che sarà sancito da una nuova legge regionale di riforma, la cui base sarà appunto il “Patto per il Welfare”. In questa fase di incontri non entreremo nel dettaglio ma guarderemo all’impalcatura sostanziale del problema attorno ad alcune grandi tematiche”. Centralità della famiglia. “La famiglia, ha sottolineato Boscagli, è una delle nostre principali priorità. Tutto il welfare deve essere costruito a partire dalla persona e dalle relazioni che ne caratterizzano l’esistenza, prima di tutto quelle familiari, dove generalmente si esprime una elevata capacità di cura, di presa in carico, di sostegno rispetto ai bisogni. Se dunque la famiglia è la cellula nativa della società, un sistema di welfare partecipato deve valorizzarla pienamente e riconoscerla come soggetto attivo e sostenerla nelle responsabilità che essa assume nei confronti dei propri membri e della comunità. Il sistema va quindi ripensato in quest’ottica, per superare la frammentarietà delle prestazioni e degli interventi, razionalizzare la governance che si esprime nelle Asl e nei Piani di zona e semplificare l’accesso dei cittadini ai servizi”. Passaggio dall’offerta alla domanda. “Tra i punti cardine della riforma, ha ribadito l’assessore, vi è senz’altro il passaggio “dall’offerta alla domanda”, che Regione Lombardia ha già avviato in alcune sperimentazioni e che intende perseguire. Sono convinto che una persona libera di scegliere e, quindi, di fatto, di controllare l’operato di chi le fornisce le prestazioni, sia più consapevole del valore del welfare e possa accedere a servizi di maggior qualità. Il passaggio dall’offerta alla domanda non deve essere uno slogan, ma un processo che deve essere governato, monitorato e valutato. Non si tratta solo di introdurre meccanismi di competizione, di rivedere il sistema di accreditamento e di trasferire i finanziamenti dalle unità di offerta alle famiglie ma anche e soprattutto di costruire il sistema a partire dagli effettivi bisogni delle persone”. Fattore Famiglia Lombardo. “Un altro pilastro della questione, ha detto in conclusione Giulio Boscagli, è il Fattore Famiglia, introdotto con la legge 2/2012 e che definisce una disciplina uniforme dell’accesso delle famiglie ai servizi, sulla base sia della valutazione del bisogno, sia della valutazione della situazione economica. A luglio partirà la sperimentazione in 15 Comuni lombardi. Il “Fattore famiglia” è un modo per adeguare l’Isee, cioè l’indicatore di reddito, a una migliore conoscenza della condizione economica familiare, che guardi al peso dei figli, delle situazioni nuove che possano comprendere disabilità o cassa integrazione, anche perché il “Fattore famiglia” cerca di fare la fotografia nel momento in cui si presentano le domande, mentre l’Isee fa sempre riferimento al reddito dell’anno precedente. Se la sperimentazione andrà a buon fine, l’anno prossimo verrà esteso a tutti i Comuni della Lombardia”.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 24 giugno 2012
Nel 2011 -5,8% per spesa farmaceutica regionale. Dal 2007 il calo è del 9,5% con inflazione salita dell’8,1%.
Secondo i dati presentati da Federfarma sulla spesa farmaceutica in Italia, nel 2011 la spesa farmaceutica netta in Lombardia è scesa da 1,613 miliardi di euro a 1,519, con un conseguente risparmio per le casse della sanità pubblica regionale di 96 milioni di euro, pari a un calo del 5,8%. Prendendo in considerazione invece il periodo 2007-2011, questa voce si è ridotta complessivamente del 9,5%, a fronte di un contestuale aumento dell’inflazione pari al 8,1%. “Questi nuovi dati, commenta il presidente Formigoni, dimostrano ancora una volta la bontà e l’efficacia delle rigorose politiche di contenimento e razionalizzazione della spesa sanitaria in atto da tempo in Lombardia, che la qualificano come la Regione più virtuosa in Italia anche in questo ambito. Agendo su una sempre maggiore appropriatezza da un lato e investendo continuamente su tecnologia e sviluppi del sistema dall’altro, stiamo innalzando continuamente il livello dei servizi offerti ai cittadini a costi decrescenti. Nel caso specifico della spesa farmaceutica questo è stato possibile anche grazie all’impegno dei farmacisti. Con loro è attivo un rapporto di collaborazione su numerose progettualità comuni, che mirano a potenziare sempre di più il ruolo della farmacia e dei servizi che è in grado di offrire al cittadino. Ribadisco inoltre la nostra contrarietà a ulteriori tagli lineari del Fondo Sanitario Nazionale da parte del Governo, che penalizzerebbero ulteriormente e indiscriminatamente le Regioni più virtuose piuttosto che andare a colpire sprechi e inefficienze”.

 Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 25 giugno 2012
Farmaci, Regione replica a PD e Codacons. Spesa e consumi sotto controllo, sotto la media nazionale.
Regione Lombardia, con una Nota, replica a quanto affermato oggi da un consigliere regionale del Pd e dal Codacons sul tema dei farmaci. Risposta al PD. Le accuse del consigliere di opposizione vengono definite “infondate e strumentali”. “I dati di Regione Lombardia, si legge nelle Nota, tutti documentabili e certificati, sono i seguenti: nel 2011 in Lombardia il ticket complessivo sulla farmaceutica è cresciuto del 18,7% rispetto al 2010, mentre a livello nazionale si è registrato un incremento medio del 24,6% e in alcune regioni, come l’Emilia Romagna, addirittura del 70%. Come è noto questo incremento del ticket è stato dovuto anche al provvedimento di AIFA, intervenuto ad aprile 2011, che ha ridotto i prezzi rimborsati dal SSN dei farmaci cosiddetti ‘equivalenti’, ovvero quelli a brevetto scaduto. Molte aziende di fatto non si erano allineate a questa riduzione, facendo ricadere la differenza di spesa sul cittadino. Regione Lombardia è dunque intervenuta a favore degli assistiti con due provvedimenti specifici, a maggio e a luglio del 2011 (DGR n. 1671/2011 e DGR n. 2014/2011), mettendo a carico del SSR la quota che sarebbe ricaduta sui cittadini, cosa che altre Regioni non hanno attivato. L’incidenza del ticket sulla spesa farmaceutica lorda complessiva in Regione Lombardia, relativamente al 2011 è stata del 12,5%, con un valore medio nazionale dell’11% e con Regioni come il Veneto, Campania e Sicilia con valori superiori al 13%. Ricordiamo inoltre che molte Regioni nel corso del 2011 hanno ritoccato al rialzo i valori dei ticket, cosa che la Lombardia in questo ambito non ha fatto. E’ da rilevare infine che in Lombardia circa il 50% delle prescrizioni farmaceutiche sono esenti dal ticket”. Risposta a Codacons. “Quanto alle accuse del Codacons sul tema dell’appropriatezza prescrittivi, anche in questo caso siamo di fronte a un episodio di cattiva informazione e di pessimo servizio reso ai cittadini. Come già notificato in passato a seguito di analoghe iniziative dell’Associazione, che persevera nel diffondere dati parziali e fuorvianti, le rilevazioni ufficiali dimostrano infatti in maniera inequivocabile il contrario. Dal Rapporto OSMED gennaio-settembre 2011 la relazione nazionale redatta dall’Agenzia Italiana del Farmaco che analizza i dati di consumo dei farmaci, si evidenzia che: la spesa lorda farmaceutica pro-capite in Lombardia riferita al periodo considerato è stata pari a 144,7 euro contro un valore medio nazionale pari a 154 euro; in Lombardia la spesa pro-capite è dunque inferiore al valore medio nazionale del 6%; in termini di dosi giornaliere di farmaco prescritte per 1000 abitanti, in Lombardia nel periodo gennaio-settembre 2011 si è registrato un valore di consumo di farmaci inferiore del 10% rispetto al valore medio nazionale. Per la precisione, esso è risultato pari a 869 dosi giornaliere per 1000 abitanti contro un valore medio nazionale pari a 965. In merito al consumo di farmaci, è necessario inoltre rilevare che in Lombardia il numero di abitanti è di 10 milioni, mentre ad esempio nel Lazio e in Campania è poco più della metà. Se perciò consideriamo ad esempio i dati citati dal Codacons dell’atorvastatina (Torvast, oggi diventato ‘generico’) in termini di spesa pro-capite, il valore medio di consumo in Regione Lombardia risulta essere di molto inferiore a quello citato del Lazio o della Campania. Bastano solo questi pochi dati per dedurre come le accuse dell’associazione siano prive di alcun fondamento concreto”.

2. Links
 La voce.info
22.6.2012 OMS. Una nuova organizzazione per la salute globale. di Eduardo Missoni
Il ruolo dell’Oms è stato messo a dura prova negli ultimi anni dal rapido modificarsi dello scenario globale, con nuove priorità sanitarie e con l’emergere di nuove forme di collaborazione pubblico-privato, con annessi conflitti di interesse. Una riforma è dunque necessaria, ma non tutti sembrano volerla. Eppure il suo ruolo guida è insostituibile. Passa però da provvedimenti per la qualità della gestione e la stabilità finanziaria dell’organizzazione, dal recupero di sostegno e fiducia degli Stati membri, dalla drastica riduzione della dipendenza dal settore privato.
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003139.html

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