Block Notes n. 26, dicembre 2012

 
Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di M. Oliviero, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Corte dei Conti. Ssn culla della spending review
Federsanità Confcooperative. Coop, voglia di accreditamento
Ragioneria generale dello Stato. Spesa sanitaria, crescita lenta
Dati Ocse 2012: conti italiani nella media Ocse
Edilizia sanitaria in cerca di 6 mld
Consulta, altolà ai ticket 2014
Sda Bocconi. Partnership, lo stato dell'arte
Cergas Bocconi. Cure primarie: non si cambia se non si investe nel management
Oms Europa. Malattie croniche: una nuova strategia europea

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Rapporto Censis. Sanità: "Il sistema tiene grazie a chi ci lavora
Sostenibilità del Ssn. L'analisi del Cerm
Relazione stato sanitario. Cuore e cancro i due "big killer"
Fiaso. Spending review fallita, servizi a rischio nel 95% Asl
Accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private. Le nuove regole
Donne in medicina. Sono il 40% ma solo il 14% è primario
La follia di far uscire i “ricchi” dal Servizio sanitario nazionale
Regioni. Troppi tagli alla sanità. Servizi socio-sanitari a rischio in tutte le realtà
I conti della sanità. L’operazione “verità” di Balduzzi. A fine anno i Lea

1. Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 23, del 12-18 giugno 2012
Corte dei Conti. Ssn culla della spending review.
Spettano alla sanità pubblica le stellette della spending review . Secondo la Corte la gestione della spesa sanitaria di questi anni rappresenta l'esperienza più avanzata e più completa del processo di revisione della spesa. Nel Rapporto 2012 sul Coordinamento della finanza pubblica la Corte riconosce che nel 2011 la spesa di settore ha presentato risultati migliori delle attese, con uscite complessive a consuntivo inferiori di oltre 2,9 mld alle previsioni. Il dato conferma l'efficacia delle misure assunte: si puntava ad una riduzione di 18 mld ed invece i risparmi hanno toccato i 22 mld. Per la prima volta la spesa ha ridotto l'incidenza sul Pil dal 7,3% del 2010 al 7,1% e si sono ridotte del 28% le perdite prodotte dal sistema e coperte con proprie risorse dalle Regioni. Una nota di merito va alle Regioni con piano di rientro. Nonostante i progressi, tuttavia, la sanità continua a presentare fenomeni di inappropriatezza organizzativa e gestionale, che insieme ai ripetuti casi di malaffare, ne fanno oggetto di programmi di taglio della spesa. Dal conto consolidato risulta che l'assistenza in convenzione è calata dell'1,8% (-8,3% la farmaceutica, -4,7% la medicina generale), la spesa per il personale è scesa del 2,8%; sono invece aumentati del 3,6% i consumi intermedi, la specialistica dell'1,8%, l'ospedaliera convenzionata del 3,7%. Il bilancio finale vede una consistente riduzione del disavanzo: dai 2.206 mil del 2010 ai 1.351 mil del 2011. La voce ticket e prelievo fiscale è cresciuta nell'ultimo anno del 6%, determinando disparità territoriali non giustificate da diverse qualità del servizio. 

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 24, del 19-25 giugno 2012
Federsanità Confcooperative. Coop, voglia di accreditamento.
Con trecento cooperative, 4,3 mld. di fatturato, 10.000 occupati diretti oltre 60.000 nell'indotto e altrettanti soci, tra cui ci sono 10.800 farmacisti, 3.600 medici, 8.700 infermieri, la cooperazione in ambito sanitario si candida al ruolo di partner del Ssn, con una richiesta esplicita di accreditamento che consenta alle coop di fare sistema con il Ssn. La proposta è quella di un modello di gestione di servizi integrativi del pubblico, tale da garantire ai cittadini l'accesso a servizi di qualità a costi sostenibili. Secondo Federsanità-Confcooperative è questa una scelta obbligata, visto le previsioni di Ecofin, che indica nel 2050 la data entro la quale la copertura assistenziale pubblica scenderà dall'attuale 75% al 50%, lasciando al finanziamento privato l'altro 50%. Il futuro sarà rappresentato dal coinvolgimento degli assistiti in logiche di mercato sociale, di cui possono essere parte attiva. Federsanità è un'avanguardia, che ha messo in rete medici, infermieri, farmacisti e mutue socio-sanitarie. E' un modello di associazionismo imprenditoriale tra professionisti della salute finalizzato a creare un'offerta non lucrativa di prestazioni e servizi nella comunità locale, che secondo Federsanità-Confcooperative può rappresentare una risposta alla necessità di trasformazione del modello di welfare.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 25, del 26 giugno-2 luglio 2012
Ragioneria generale dello Stato. Spesa sanitaria, crescita lenta.
La spesa sanitaria pubblica, secondo la Ragioneria generale dello Stato è destinata a passare, in uno scenario demografico costante, da un'incidenza del 7,1% sul Pil nel 2011 (nel 2010 era 7,3%) al 6,9% nel 2015, ed al 7% nel 2020, per poi aumentare fino al 7,3% nel 2025 ed arrivare all'8,2% nel 2055 e 2060. La spesa sanitaria italiana nel quadro europeo è tra le più basse di quelle dei maggiori partner Ue ed è destinata a scendere ancora, rispetto ad unaaumento della media dal 7 all'8,5%. La stabilità della spesa secondo il rapporto è dovuta al fatto che l'effetto demografico presenta un'incidenza meno marcata sul rapporto spesa/Pil, con una sostanziale equivalenza nell'ultimo decennio. L'incidenza % sul Pil della componente di spesa per acuti nel 2011 è pari al 6,24%, mentre la Long term care incide per lo 0,85%. L'assistenza di base incide per lo 0,48%, mentre quella ospedaliera è al 3,26%, con il picco del 2,6% nei ricoveri per acuti. La LTC rappresenta il 12% della spesa sanitaria complessiva, i due terzi sono assorbiti dall'assistenza agli anziani e disabili. Se si considera il consumo per età, la spesa più alta si concentra nella fascia degli over 65: a fronte di un'incidenza totale dello 0,85%, questa categoria assorbe lo 0,50% del Pil. La LTC, al contrario della spesa generale, è prevista in costante aumento e passerà da un'incidenza stimata sul Pil dello 0,8% nel 2015 allo 0,9% nel 2030, fino a raggiungere l'1,3% nel 2060.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 26, del 3-9 luglio 2012
Dati Ocse 2012: conti italiani nella media Ocse.
Dai dati Ocse 2012, riferiti al 2010, la spesa sanitaria italiana risulta in linea con la media (9,3%, a fronte del 9,5% Ocse), molto al disotto degli Usa (17,6%) e di altri Paesi europei (Olanda: 12%, Francia e Germania 11,6%). Se si considera poi la spesa pro-capite, il valore scende a 2.964 dollari rispetto alla media Ocse di 3.270, un risultato migliore di molti altri Paesi: Usa: 8.223, Norvegia 5.388, Svizzera 5.270, Paesi Bassi 5.056, Germania 4.338, Francia 3.974, Gran Bretagna 3.433. Per molti Paesi, colpiti dalla recessione, il 2010 rappresenta l'anno in cui cominciano a farsi sentire gli effetti dei tagli. I dati Ocse confermano il primato della spesa pubblica in Italia, che rappresenta il 79,6% della spesa sanitaria totale, al di sopra della media del 72,2%. Si registra un rallentamento della “pletora” medica, anche se l'Italia registra 3,7 medici per 1.000 abitanti, rispetto al 3,1% dell'Ocse. Si registra invece una carenza di infermieri: 6,3 per mille rispetto agli 8,7 della media Ocse, un dato che la dice lunga, secondo l'Ocse, sull'inefficiente allocazione delle risorse. La situazione migliora nel caso dei posti letto: la cura da cavallo degli ultimi anni continua a far sentire gli effetti; l'Italia ha 2,8 p.l. ospedalieri per mille abitanti, a fronte della media Ocse di 3,4. I dati 2010 registrano l'exploit tecnologico dell'ultimo decennio, con un picco tutto italiano: 22,4 risonanze magnetiche per milione di abitanti rispetto alle 12,5 dell'Ocse e 31,6 Tac per milione di abitanti rispetto alle 22,6 della media Ocse.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 27, del 10-16 luglio 2012
Edilizia sanitaria in cerca di 6 mld.
Per ora l'edilizia sanitaria ha in cassa solo una parte del miliardo di euro recuperato con la legge 44 del 2012 (821,683 mil, dato che 148 mil sono andati al trasporto locale) dopo il taglio del 2010. Nel salvadanaio delle risorse ex art. 20 della legge 67 del 1988 ci sono in realtà 6 mld a disposizione, che devono però ancora essere sbloccati. Gli assessori regionali alla sanità chiedono al governo un impegno preciso a garantire la copertura degli importi già assegnati alle Regioni da delibere Cipe per investimenti per un importo complessivo di 6,015 mld, non aggiuntivi ma già esistenti nel programma di investimenti, per consentire l'attuazione degli accordi di programma. Secondo la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni la prosecuzione del programma di investimenti in edilizia sanitaria e nuove tecnologie di ammodernamento e di riqualificazione strutturale e tecnologica che le Regioni stanno attuando potrà avvenire solo con un finanziamento certo e pluriennale delle risorse. Dal monitoraggio effettuato dalle Regioni risulta che, a metà del 2012, le risorse destinate agli accordi di programma erano pari a 15,286 mld, gli importi sottoscritti con Accordi di programma, al netto delle revoche di finanziamento ammontavano a 9,228 mld, le risorse residue per Accordi da sottoscrivere erano quindi pari a 6,057 mld; 1,537 mld è infine il valore dei progetti già presentati dalle Regioni.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 29, del 24-30 luglio 2012
Consulta, altolà ai ticket 2014.
Con la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge Tremonti sulle procedure per adottare i nuovi ticket sanitari 2014, si fa sempre più concerta l'ipotesi del ministro Balduzzi di introdurre un sistema di prelievo basato su una franchigia in base al reddito. La sentenza n. 187 della Corte del 4 luglio scorso afferma che l'iter per stabilire il meccanismo del copayment non può essere deciso in autonomia dal governo, attraverso la definizione di un regolamento del ministero della Salute in accordo con quello dell'Economia, come previsto dal D.L. 98/2011, convertito nella L. 111/2011, poiché si tratta di materia che attiene non solo ai livelli essenziali di assistenza, di competenza esclusiva dello Stato, ma anche alla tutela della salute, che ai sensi dell'art. 117 della Costituzione, è oggetto della potestà legislativa concorrente dello Stato e delle Regioni. E' necessario quindi che su questa materia vi sia un accordo fra lo Stato e le Regioni. Nel 2011 sono stati pagati ticket per 4.602, 6 mil. (+5,9% sul 2010) pari a 76 euro pro-capite. In Lombardia si sono pagati complessivamente 444,5 mil di euro (207,7 per la specialistica +236,8 per farmaci, 45 pro-capite), con un incremento del 16,7% sul 2010.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 30-31, del 31 luglio-3 settembre 2012
Sda Bocconi. Partnership, lo stato dell'arte.
Tracciare una fotografia puntuale del mercato di PPP (collaborazioni pubblico-privato) è molto complesso: le informazioni sono frammentarie e imprecise. Guardando al mercato più consistente del Project Financing e considerando le operazioni superiori a 20 mil. di euro relative ad immobili sanitari, risulta che sono stati aggiudicati investimenti per 2,7 mld. di euro, a cui si aggiungono i 147 mil. per la ristrutturazione del San Gerardo di Monza, i 224 mil. per la realizzazione dell'ospedale di Treviso ed i 300 mil. per l'ospedale di Trento; Veneto, con 6 operazioni e Lombardia, con 7 operazioni, rappresentano da sole il 62% del totale; la Toscana, con una sola operazione (realizzazione del Sistema Integrato Ospedali regionali, con quattro nuovi ospedali) rappresenta il 15% delle risorse aggiudicate. In media il 56% delle fonti di finanziamento è rappresentato da contributi pubblici a fondo perduto, con l'eccezione del nuovo ospedale di Modena, finanziato al 100% da privati e quello di Como (85%). Tendenzialmente, l'insorgere di varianti e lavori aggiuntivi ha portato un incremento della quota di risorse pubbliche rispetto a quelle previste inizialmente. In media nelle operazioni considerate un p.l. è costato 368mila euro. I progetti attualmente in corso in Lombardia sono: Niguarda (238,80 mil., 63% contributo pubblico, 1.350 p.l., durata della concessione 27 anni, canone annuo 28,7 mil.); Ospedale Civile di Legnano (175,04 mil., 74% contributo pubblico, 550 p.l., durata della concessione 28 anni); A.O. Sant'Anna di Como (158,03 mil., 85% contributo pubblico, 589 p.l., durata della concessione 27 anni, canone annuo 13,02 mil.); Ospedale Vimercate (143,10 mil., 72% contributo pubblico, 538 p.l., durata della concessione 25 anni, canone annuo 14,98 mil.); Spedali Civili di Brescia (141,89 mil., 52% contributo pubblico, 600 p.l., durata della concessione 33 anni, canone annuo 27,01 mil.); Nuovo Ospedale Garbagnate (113,63 mil., 65% contributo pubblico, 499 p.l., durata della concessione 29,6 anni, canone annuo 16,55 mil.); Nuovo ospedale di Bergamo (32,97 mil., 90% contributo pubblico, 956 p.l., durata della concessione 21,8 anni).

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 35, del 25 settembre-1°ottobre 2012
Cergas Bocconi. Cure primarie: non si cambia se non si investe nel management.
Il decreto Balduzzi propone uno sviluppo delle cure primarie, prevedendo che i MMG lavorino in gruppo e aderiscano alle Unità complesse di cure primarie, si integrino con i pediatri di libera scelta, gli infermieri professionali ed il personale amministrativo, oltre che con i medici di continuità assistenziale, per garantire l'apertura del servizio per 24 ore e per sette giorni alla settimana, dotino i loro ambulatori di piccole tecnologie e di sistemi informativi in connessione con gli ospedale, si coordino con gli specialisti ambulatoriali, chiamati a lavorare anche in questi poliambulatori territoriali, oltre che con i servizi sociosanitari. Le novità sono: la possibilità per le regioni di prevedere un obbligo per i medici ad aderire a queste nuove forme organizzative, l'obbligo di condivisione dei dati tra medici ed Asl, la possibilità di definire un coordinatore dell'unità di cure primarie. Non è però che la leva legislativa possa, da sola, innestare il cambiamento. Vi sono innanzitutto nella categoria ldei Mmg imiti e resistenze all'innovazione e all'imprenditorialità, una cultura che privilegia il lavoro in solitudine ed il rapporto esclusivo col paziente. Inoltre, ci sono livelli di sviluppo diversi delle cure primarie nelle Regioni: alcune hanno investito molto, culturalmente e professionalmente, nel settore (Emilia Romagna, Toscana e Veneto), ottenendo risultati importanti nella diffusione dell'associazionismo, delle linee-guida e dei processi di peer review, mentre altre sono ancora sostanzialmente ferme, soprattutto al Sud. Le evidenze scientifiche ci dicono che il cambiamento è possibile ad alcune condizioni: decisivi sono il committment del management aziendale dell'Asl, l'autonomia gestionale e la competenza del middle management (Direttori di distretto e dei Dipartimenti di cure primarie), la capacità di costruire un orizzonte di senso professionale per gli operatori e di servizio per gli utenti. Si tratta di leve disponibili, a costo zero, che richiedono però un investimento nello sviluppo delle aziende e del loro management.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 36, del 2-8 ottobre 2012
Oms Europa. Malattie croniche: una nuova strategia europea.
L'Oms indica con il nuovo “Piano d'azione per l'implementazione della strategia per la prevenzione ed il controllo delle malattie croniche 2012-2016” una nuova strategia nella lotta alla cronicità. Il documento si concentra su disturbi cardiovascolari, cancro, malattia polmonare cronica ostruttiva e diabete, che rappresentano il gruppo di malattie croniche maggiormente presenti in Europa, e sui loro principali fattori di rischio (tabagismo, alcolismo, alimentazione scorretta ed inattività fisica). In Europa le malattie non trasmissibili rappresentano quasi l'86% dei decessi ed il 77% del carico di malattia, con una pressione crescente sui sistemi sanitari, sullo sviluppo economico e sul benessere di gran parte della popolazione, in particolare over50. Il piano d'azione si articola in quattro settori prioritari, cinque interventi e due interventi si sostegno. I quattro settori prioritari sono: governance per le malattie croniche (costruzione di reti ed alleanze, responsabilizzazione dei cittadini), rafforzamento di sorveglianza, monitoraggio, valutazione e ricerca; promozione della salute e prevenzione; riorientamento dei servizi sanitari verso la prevenzione e la cura della malattie croniche. Le cinque priorità di intervento sono: promozione di cibi sani, attraverso politiche fiscali e di marketing, riduzione della presenza di sale negli alimenti, sostituzione dei grassi saturi con i polinsaturi, controllo dei rischi cardio-metabolici e prevenzione del cancro attraverso una diagnosi precoce. Infine due interventi “di sostegno” per promuovere legami settoriali, con l'azione sui determinanti ambientali di malattie non trasmissibili e la promozione della mobilità attiva. La leva fiscale è individuata come arma fondamentale per scoraggiare il consumo di alcol, fumo e consumo di prodotti alimentari con eccessive dosi nascoste di zucchero, sale e grassi saturi.

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali.
Da “Quotidiano Sanità”: www.quotidianosanita.it/
Dalla Newsletter n. 420, del 7 dicembre 2012.
Rapporto Censis. Sanità: "Il sistema tiene grazie a chi ci lavora. Ma per anziani e bambini il pilastro è la famiglia".
Lo sottolinea il Censis nel capitolo del suo rapporto dedicato a welfare e salute. E lo hanno capito bene anche gli italiani che confermano l'apprezzamento per il lavoro di medicie degli infermieri. Ma per assistere bambini e anziani amici e parenti restano essenziali.
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=12418
Link al capitolo salute: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato2939098.pdf

Dalla Newsletter n. 422, del 10 dicembre 2012.
Sostenibilità del Ssn. Come evitare che la sanità "navighi al buio". L'analisi del Cerm
Come bisogna evitare allarmismi, vanno evitati anche i “tranquillismi”. Selettività della spesa sanitaria per governare il trade-off tra fabbisogno e risorse e diversificazione dei finanziamenti. Queste le chiavi per guardare con più realismo al futuro della sanità.
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=12450

Dalla Newsletter n. 423, dell'11 dicembre 2012.
Relazione stato sanitario. Cuore e cancro i due "big killer". Ma cresce emergenza ambiente.
Malattie cardiovascolari e tumori si confermano le prime due cause di morte. Ma preoccupano sempre di più le patologie legate all’inquinamento ambientale. La spesa sanitaria cresce meno degli anni precedenti e si sviluppano nuovi modelli organizzativi per le cure primarie e le non autosufficienze.
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=12458

Dalla Newsletter n. 425, del 13 dicembre 2012.
Fiaso. Spending review fallita, servizi a rischio nel 95% Asl.
Nel 2012 Asl e ospedali hanno ottenuto sconti solo del 2% contro il 5% previsto dalla spending review e del 2,6% nel 2013 a fronte del taglio del 10% imposto dalla legge di stabilità. Maggiori difficoltà per le Regioni virtuose. A fronte di minori finanziamenti, le aziende preannunciano tagli ai servizi per i cittadini. Il report completo.
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=12503

Dalla Newsletter n. 426, del 14 dicembre 2012.
Anteprima. Accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private. Le nuove regole.
Torna all’esame della Conferenza Stato Regioni il nuovo schema d’intesa che, recepite le proposte emendative delle Regioni, fissa le norme per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private. Un tavolo di lavoro dovrà definire entro la fine del 2013 modalità e tempi di adeguamento alle nuove regole.
http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=12532
Link allo schema: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato3865152.pdf

Dalla Newsletter n. 427, del 16 dicembre 2012.
Donne in medicina. Sono il 40% ma solo il 14% è primario. Parità lontana per i "camici rosa"
Promossa dall'Anaao Assomed si è svolta oggi a Roma la 1ª Conferenza nazionale delle donne medico. Il futuro delle corsie sarà sempre più in rosa (sotto i 30 anni il 63% dei medici è donna). Restano però ancora molti gli ostacoli per far carriera e anche l'esercizio normale del lavoro è pregiudicato da politiche molto "maschili".
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=12545

Dalla Newsletter n. 428, del 17 dicembre 2012.
La follia di far uscire i “ricchi” dal Servizio sanitario nazionale.
L’ipotesi avanzata da Alesina e Giavazzi non ha senso. E’ già fallita in Germania ed avrebbe ancora meno chance in Italia visti i dati sull’evasione fiscale. E, a proposito dei tabù della sinistra di cui parlano i due economisti sul Corriere della Sera, ma perché non parliamo dei guasti di una certa visione neoliberal?
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=12574

Dalla Newsletter n. 429, del 18 dicembre 2012.
Regioni. Troppi tagli alla sanità. Servizi socio-sanitari a rischio in tutte le realtà.
Lo affermano le Regioni in un documento trasmesso alla Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi regionali. In tutto, secondo i calcoli regionali, sarebbero 31,1 i miliardi in meno nel finanziamento alla sanità per il triennio 2013-2015.
Link: http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=12608
Link al documento: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato2150334.pdf

Dalla Newsletter n. 430, del 19 dicembre 2012.
I conti della sanità. L’operazione “verità” di Balduzzi. A fine anno i Lea.
Dopo le tante cifre circolate in questi mesi sul reale ammontare delle manovre sulla sanità, il ministero presenta un suo dossier che ridimensiona l’ammontare dei tagli. Dal 2012 al 2015 24,7 miliardi in meno, mentre le Regioni si tratta di 35,1 miliardi (anche se oggi Errani ha parlato di "quasi 30 mld") nello stesso periodo. Sui ticket ci sarà una "proposta politica".
Link: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=12646
Link al dossier: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato5272540.pdf

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