Relazione ministeriale sull’attuazione della legge 194 (2006 e 2007).

fonte: Da “ASI” n. 17, del 24 aprile 2008


E’ stata presentata al Parlamento dal ministro Turco la Relazione sulla legge 194, contenente i dati preliminari per il 2007, i dati definitivi per il 2006 ed una stima aggiornata al 2005 del fenomeno dell’aborto clandestino, valutato in 15.000 casi, un dato che riguarda solo le donne italiane, poiché non vi sono stime affidabili degli indici riproduttivi per le donne straniere. I dati preliminari del 2007, con un totale di 127.038 Ivg, evidenziano un ulteriore calo del 3% rispetto al 2006 ed un decremento del 45,9% rispetto al 1982, anno in cui vi è stato il più alto ricorso all’Ivg (234.801 casi). Il tasso di abortività (numero di Ivg per 1.000 donne in età feconda 15-49 anni), è stato pari al 9,1 per 1.000, con una diminuzione del 3,1% sul 2006 (9,4 per mille) e del 47,1 rispetto al 1982 (17,2 per mille). Considerando i dati definitivi del 2006, se il n. di Ivg delle donne italiane è sceso del 3,7% sul 2005, quello delle cittadine straniere è invece aumentato del 4,5%. Rispetto all’Ivg dopo i primi 90 giorni, la situazione nel 2006 è invariata e rappresenta il 2,9%, di cui il 2,2% è relativo alle Ivg tra 13 e 20 settimane e lo 0,7% a quelle dopo 21 settimane. I dati sull’obiezione di coscienza mostrano un forte incremento del fenomeno in tutta Italia, in particolare al Sud, ma anche in alcune regioni del Nord, come il Veneto; tra i ginecologi è aumentata dal 58,7 al 69,2%, tra gli anestesisti dal 45,7 al 50,4%, tra il personale non medico dal 38,6 al 42,6%. Anche per il 2006 il consultorio familiare ha rilasciato più certificazioni degli altri servizi: il 36,9%, con un picco del 61% in Piemonte e del 56,9% in Emilia Romagna (il 40,4% in Lombardia). La Relazione contiene anche una serie di suggerimenti alle Regioni per garantire una piena attuazione della legge, finalizzati in particolare a realizzare interventi di prevenzione dell’Ivg, attraverso il potenziamento dei consultori familiari ed attività mirate nei confronti delle donne immigrate.

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