Sanità: sacconi preannuncia cambiamenti per l’intramoenia

fonte: Dalla Conferenza delle Regioni: Newsletter Regioni.it n. 1165 del 13 giugno 2008.

Dalle agenzie di stampa

Sembra proprio che si debba “cambiar passo” sul terreno della libera professione dei medici in intramoenia (esercitata cioè dentro le strutture pubbliche dove operano, con spazi appositi per poter visitare e operare a tariffa): un istituto che non decolla. Arriveranno quindi nuove regole: a preannunciarle è il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. E il percorso delineato dal ministro passa per contratti, convenzioni, finanziaria, riforma dei Lea (livelli essenziali di assistenza) che probabilmente dovrà essere rivista: la sanità pubblica, che dovrà affrontare lo scoglio della finanziaria, spiega Sacconi, non dovrebbe affrontare particolari sacrifici in un contesto di contenimento generale delle spese pubbliche. Ma proprio ieri nella sede istituzionale della Conferenza Unificata il Sottosegretario Vegas ha annunciato il taglio di un miliardo per il 2009. “E’ in corso - spiega - una trattativa”. Partendo dall’intramoenia Sacconi spiega che il sistema di fatto non ha funzionato: le regole sono state troppo rigide e sarà molto difficile riuscire a rispettare il termine del primo gennaio 2009 per vedere realizzati in tutte le Asl gli spazi necessari per far lavorare i medici pubblici in libera professione intramuraria. Oggi i camici bianchi del servizio pubblico visitano privatamente emettendo una ricevuta per conto della propria struttura e ricevendo una parte di questo compenso e lo fanno anche nei propri studi, fatta qualche rara eccezione di alcune Asl nelle regioni più virtuose. Per Sacconi, che invita al pragmatismo, evitando il “sistema italiano delle deroghe” o un ritorno alle norme del passato, bisognerà trovare una terza soluzione. L’altro aspetto che riguarda più direttamente i cittadini sarà il potenziamento della medicina del territorio. Il progetto, condiviso di fatto da tutti i governi visto il ruolo strategico dei medici di famiglia per la salute dei cittadini, prevedrà infatti la nascita di unità territoriali per dare continuità all’assistenza medica anche durante la notte e i giorni in cui gli studi dei medici di famiglia sono chiusi, cioè il sabato e la domenica. Sperimentazioni in questo senso sono state realizzate in questi ultimi anni dalle Case della Salute volute dall’ex ministro Livia Turco. Lo strumento per realizzare questa riforma attesa ed annunciata da molto tempo potrà essere la nuova convenzione della medicina di base. Il ministro ha infine citato il Libro Verde in preparazione nel suo dicastero sul “buon vivere”: poche pagine con l’intento di indicare le migliori pratiche per una politica a 360 gradi della salute ma più in generale della qualità del vivere, dalla culla alla bara. Farmindustria, per voce di Sergio Dompè, presidente dell’Associazione che rappresenta le industrie del farmaco si è rivolta ai medici: “l’industria ha bisogno di una buona medicina, siamo qui a testimoniare che sappiamo di essere parte del problema ma anche pronti a trovare una soluzione”. Un invito generale che evoca la necessità di trovare un’alleanza nel percorso di riforma che l’intero settore sembra dover affrontare.
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