I drg non c’entrano con la santa rita. di marino nonis

fonte: Dal “Sole 24 ore Sanità” n. 25, del 24-30 giugno 2008

In seguito ai recenti fatti di cronaca della clinica Santa Rita in molti hanno chiamato in causa la modalità di rimborso dei ricoveri nel Ssn ed invocato una revisione od un superamento del sistema dei Drg, rei quantomeno di indurre nella tentazione di comportamenti affaristici. L’allarme aprioristico sui Drg è fuori luogo e richiama l’eco dell’indignazione della corporazione medica ed ospedaliera, quando il sistema è stato introdotto da Medicare negli Usa nel 1983. Successivamente i Drg sono stati introdotti per il rimborso delle prestazioni ospedaliere in tutta l’area Ocse. Francia, Australia, Germania e Scandinavia hanno individuato una “via nazionale” dei Drg, rendendoli più compatibili rispetto alle proprie esigenze. Olanda, Regno Unito ed Austria hanno sviluppato sistemi di classificazione originali, solo in parte analoghi al sistema dei Drg. Italia, Spagna e Svizzera hanno deciso di mutuare, con minimi adattamenti, i sistemi sviluppati altrove. La diffusione del sistema dei Drg è legata alla sua semplicità d’uso, perché consente, sulla base di informazioni disponibili, di individuare la corretta classificazione e tariffazione delle attività svolte in regime di ricovero. I dati della scheda di dimissione ospedaliera (Sdo) consentono di individuare con certezza il Drg e quindi l’entità del rimborso dovuto; il Drg, tuttavia, non fornisce indicazioni circa l’efficacia, la necessità o l’appropriatezza della prestazione effettuata. In Italia, dopo un primo aggiornamento nel 2005, si sarebbe dovuto procedere ad una revisione biennale; si attende per il prossimo gennaio 2009 l’adozione della versione Usa Cms 2007 dell’Icd9Cm, con la correlata classificazione dei Drg (versione 24°). Permangono tuttavia criticità per quanto attiene la determinazione delle tariffe e dei relativi pesi, molto differenziati da regione a regione.

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