Block Notes n. 12, giugno 2009

Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:


1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Niguarda, uno scandalo annunciato
Caldo: pronti per eventuali emergenze
Niguarda, le parti coinvolte riferiscano in commissione
Il Pd presenta un pacchetto di proposte per la famiglia
Cittadella della salute: garanzie per una migliore sanità

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Commissione e Osservatorio per la governance della legge 40
In GU la ripartizione del Fondo sanitario 2008 per la medicina penitenziaria
Colozzi: sanità, sì a rinnovo contratto infermieri, tecnici e amministrativi
Rinnovati gli Accordi per medici famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali
Pagine bianche nel libro bianco

Se la sanità diventa un esercizio teorico di Nerina Dirindin
Tumori, incidenza e mortalità, 2003-2005: i nuovi dati Airtum

Dalle agenzie di stampa regionali.


Dalla Cgil Lombardia.
Comunicato stampa del 29 maggio 2009. “Niguarda, uno scandalo annunciato: nel 2008 l’Authority diede ragione all’esposto presentato dalla Cgil Lombardia”. Dichiarazione di Nino Baseotto, segretario generale.
“Quello esploso a Niguarda in questi giorni è uno scandalo annunciato, e in tempi non sospetti. Lo aveva già detto nel 2008 l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di lavori, servizi e forniture con una delibera (la N° 29 del 30 luglio che trovate in allegato): c’erano forti dubbi, compreso quello di danno erariale, sulla gestione da parte della Regione dei rapporti amministrativi per la ristrutturazione di alcuni ospedali lombardi e per altre opere pubbliche rilevanti. A presentare un esposto, al quale l’Authority aveva sostanzialmente dato ragione, sul ruolo di Infrastrutture Lombarde Spa, era stata la CGIL Lombardia tramite lo studio Angiolini. L’esposto, circostanziato sui rapporti tra Infrastrutture Lombarde spa e gli Ospedali - Niguarda compreso ma non solo - era stato inoltrato anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti sin dal 9 marzo 2007, facendo seguito a denunce ancora precedenti del 2006, ma la Corte dei Conti fino ad ora non aveva ritenuto di dover intervenire. Per questa ragione il 23 dicembre 2008 la stessa CGIL Regionale aveva nuovamente sollecitato la Procura Regionale ad attivarsi in base agli elementi emergenti dal pronunciamento dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Pur apprezzando dunque la volontà oggi espressa dagli organi locali preposti al controllo, riteniamo che gli stessi avrebbero potuto intervenire già dal luglio dello scorso anno. Noi esprimiamo soddisfazione per l’operato degli organi di vigilanza che stanno portando alla luce i possibili conflitti di interesse e la scarsa trasparenza della Giunta Formigoni su Infrastrutture Lombarde - ha sottolineato Baseotto - ma nel contempo esprimiamo anche stupore per le posizioni del Presidente della Regione che contesta al Ministero il diritto di intervenire su queste questioni. Si ricorda, tra l’altro, che Infrastrutture Lombarde è utilizzata dalla Regione anche per la collaborazione con lo Stato per le autostrade. Formigoni, invece di gridare allo scandalo in nome di una supposta titolarità alla gestione e al controllo, dovrebbe rispondere all’opinione pubblica sulla trasparenza degli atti, sull’uso delle risorse pubbliche e su un suo eventuale sperpero a sostegno di alcune imprese, e sulla gestione della sanità pubblica e privata rispetto agli interessi dei cittadini lombardi”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 3 giugno 2009
Caldo: pronti per eventuali emergenze.
Una serie di indicazioni ad Asl, Aziende ospedaliere e IRCCS - oltre che per conoscenza a tutti i Comuni - sugli interventi da mettere in atto nel caso si verificassero ondate di calore nel periodo estivo, già trasmesse con una Nota del 13 maggio scorso; una campagna di informazione e comunicazione diretta ai cittadini, con la distribuzione di oltre 500.000 copie di un opuscolo, con regole semplici e chiare, utili a difendersi dalle temperature elevate. Anche per la stagione 2009, sulla base dell’esperienza maturata negli ultimi cinque anni, Regione Lombardia ha attivato un piano anti-caldo, una serie di consigli pratici per affrontare questa emergenza e i rischi che ne derivano con informazioni, valide per tutti, ma utili in particolare alle persone della terza età e ai disabili, che per la loro condizione fisica possono essere più esposti ai disturbi provocati dalle temperature eccessive. Si tratta di un sistema basato sulla prevenzione sia da un punto di vista climatico, con i bollettini della Protezione civile e dell’Arpa, sia a livello sanitario e sociosanitario, con la predisposizione presso le Asl di un registro dei soggetti fragili: in Lombardia vivono oltre 1 milione di persone che hanno più di 75 anni; 500.000 sono invece le persone che ricevono assistenza domiciliare. E’ stato predisposto un sistema di previsione a 24, 48 e 72 ore, con diversi livelli di allerta sui possibili effetti per la salute causati dal verificarsi di ondate di calore. Per le città di Milano e Brescia, inserite in un progetto nazionale, il sistema è stato attivato dal Dipartimento della Protezione civile che pubblicherà quotidianamente una Nota. Per tutte le altre città, le previsioni vengono effettuate da Arpa Lombardia con analoghe modalalità. Alle Aziende Ospedaliere viene chiesto, a fronte di periodi lunghi di caldo, di garantire un numero adeguato di posti letto e di porre particolare attenzione ai soggetti anziani che si recano al Pronto Soccorso. Le Aziende Sanitarie Locali sono state invitate a creare, in collaborazione con i Comuni, un archivio delle persone fragili da aggiornare annualmente. Alle Asl è stato anche chiesto di: attivare numeri verdi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per dare informazioni e ricevere richieste e segnalazioni di intervento-aiuto; attivare un punto di riferimento quotidiano, sabato e domenica inclusi, in grado di recepire le informazioni di previsione meteorologica trasmesse da Arpa e dal Dipartimento della Protezione Civile e di inoltrarle ai soggetti coinvolti negli interventi di sostegno; mantenere e potenziare i servizi a domicilio. Anche quest’anno Regione Lombardia pubblica e distribuisce un opuscolo informativo “Solo il bello del caldo” (oltre 500.000 copie) con indicazioni chiare e semplici e consigli per difendersi dalle temperature elevate. Vengono inoltre messi a disposizione i numeri verdi di Regione Lombardia (800.318.318) e Auser (800.995.988) da chiamare per qualsiasi informazione. Nel libretti vengono innanzitutto indicati i tre principali criteri per riconoscere quando il caldo può diventare un pericolo: se la temperatura esterna supera i 32-35°, se l’umidità impedisce l’eccessiva sudorazione e se la temperatura in casa è superiore a quella esterna. Una serie di consigli pratici, contenuti in un decalogo di corretti comportamenti preventivi, fanno capire cosa mangiare e bere, come vestirsi e come rinfrescare gli ambienti casalinghi. Le indicazioni sono quelle di sempre: evitare di uscire all’aperto nelle ore più calde della giornata, bere almeno due litri di acqua al giorno, indossare berretto, occhiali da sole e indumenti chiari di fibre naturali, preferire cibi e bevande come acqua, tè, frutta, verdura, pesce, pasta e riso, evitare o da limitare birra e alcolici, caffè, cibi fritti, grassi e piccanti. All’interno viene riportata infine la tipologia completa dei danni che il caldo può arrecare: per ognuno dei disturbi vengono dettagliati minuziosamente i sintomi (“Sintomi e segni”), così da poter riconoscere esattamente quale sia il problema insorto, vengono indicati i comportamenti che possono aiutare ad affrontare il disturbo (“Cosa fare”) e quelli invece che potrebbero peggiorare la situazione (“Cosa non fare”).

Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale lombardo.
E’ uscito il n. 58 del 29 maggio 2009.
Niguarda, le parti coinvolte riferiscano in commissione.
Un dossier redatto del ministero dell’economia punta il dito contro la riqualificazione dell’ospedale Niguarda, nella quale sarebbero avvenuti episodi di malagestione e di spreco di soldi pubblici. Il condizionale in questo caso è d’obbligo perché il dossier, reso noto da diversi organi di stampa, è oggi in mano alla Corte dei Conti che ha l’onere di verificare la fondatezza delle accuse. Il PD chiede la convocazione in commissione sanità dell’assessore alla sanità Luciano Bresciani, del Ministero dell’Economia e dei responsabili dell’ospedale, di Finlombarda e Infrastrutture Lombarde, le aziende regionali coinvolte nella riqualificazione. “Occorre appurare la realtà - dichiara Ardemia Oriani - ma il problema è il rispetto delle regole, delle norme sugli appalti e della trasparenza, e su questo la Regione deve dare la massima garanzia. Soprattutto su procedure delicate come il project financing o come l’utilizzo da parte della Regione di proprie società che pure permettono la costruzione di grandi ospedali, con il concorso di risorse pubbliche e private e in tempi definiti. Auspichiamo che l’inchiesta possa concludersi in tempi certi - conclude - perché l’ammodernamento di un ospedale importante come il Niguarda è necessario per il suo miglior funzionamento nell’interesse della cittadinanza”.

Il Pd presenta un pacchetto di proposte per la famiglia.
Le politiche per la famiglia sono un volano di sviluppo per uscire dalla crisi, purché si mettano in campo, finalmente, politiche adeguate. Il PD ha un proprio pacchetto di proposte presentato a Milano giovedì da Anna Serafini, responsabile nazionale PD delle politiche per la famiglia. “La crisi economica - ha dichiarato Serafini - porta a un riduzione delle opportunità che i genitori possono offrire ai figli. Questo si traduce, in prospettiva, in mancato sviluppo e in taluni casi in povertà per il nostro Paese. In Italia per la famiglia si spende meno della metà della media europea e il Governo non solo ha tagliato risorse, ma non è riuscito a spendere quanto aveva stanziato. La social card è stata un flop: le carte attivate sono il 40% di quelle previste e dei 900 milioni impegnati nel 2009 se ne spenderanno solo 250. E solo il 18% dei beneficiari sono nuclei con figli”. Il PD propone un pacchetto in cinque punti: aumento del 35% degli assegni familiari con l’estensione ai lavoratori autonomi; gratuità dei libri di testo fino ai 18 anni; sgravi fiscali per spese per la crescita dei figli e per la loro educazione; un miliardo di euro alle Regioni per i nidi e per i servizi all’infanzia; risorse alle famiglie per gli anziani e per la non autosufficienza. IL Pd chiede inoltre che al più presto vengano discusse le proposte di legge per i nidi e i servizi per l’infanzia e l’adolescenza e per la non autosufficienza. Proposte che, come spiega Serafini, possono essere attuate subito utilizzando le risorse non spese per la social card. “Anche in Regione Lombardia servono misure straordinarie per aiutare le famiglie ad affrontare la crisi economica - ha evidenziato Sara Valmaggi - perché quelle messe in campo finora non sono sufficienti, ma anche misure strutturali”. E a questo proposito Valmaggi ha citato i due progetti di legge regionale da tempo presentati dal PD, “uno che chiede a Regione Lombardia - ha precisato - un piano straordinario per aumentare gli asili nido sul nostro territorio e un secondo che chiede la realizzazione di interventi a sostegno della non autosufficienza”.

Cittadella della salute: garanzie per una migliore sanità.
Si è tenuta nei giorni scorsi l’audizione con l’Assessore alla Sanità Bresciani e il Direttore Generale Lucchina sull’accordo di programma per la realizzazione della Cittadella della Salute. E’ emerso che nei tre Ospedali coinvolti (Besta, Istituto dei Tumori e Sacco) aumenteranno i posti letto passando da un totale di 1309 a 1405 dopo il nuovo insediamento. “Alle nostre domande - ha commentato soddisfatta Maria Grazia Fabrizio - contenute in una interrogazione l’Assessore ha fornito alcune garanzie e cioè il mantenimento di strutture ambulatoriali e di servizi per i cittadini nella vecchia zona (compresa la chemioterapia), il coinvolgimento della Provincia di Milano per l’infrastrutturazione viaria e di trasporto ed infine, un aumento dell’occupazione. Per quanto possano essere ancora lunghi i tempi di realizzazione, si ipotizza il collaudo finale nel 2014, si è intrapresa una strada corretta per costituire un polo pubblico di Assistenza e Ricerca di rilievo notevole”.

Dalle Agenzie di stampa nazionali.


Dalla Newsletter di “Governo italiano.it”, n. 21 del 2 giugno 2009
Commissione e Osservatorio per la governance della legge 40.
La procreazione medicalmente assistita è uno dei settori di frontiera della medicina legata alle nuove tecnologie. Dopo la sentenza della Consulta sulla Legge 40, il ministro Sacconi, accompagnato dal sottosegretario Roccella, ha presentato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi la Commissione e l’Osservatorio dedicati alla governance di un settore tanto importante e delicato. In particolare, Ministro e Sottosegretario hanno illustrato le funzioni di questi due nuovi strumenti, che rispondono all’esigenza di gestire tutti gli aspetti legati alla questione: da una parte la tutela dei requisiti di qualità e sicurezza per i pazienti che si rivolgono ai Centri di procreazione medicalmente assistita (PMA), dall’altra l’esigenza di adeguare l’organizzazione dei PMA in Italia, nel rispetto della legislazione nazionale ed europea e dei problemi giuridici, etici e scientifici che il tipo di tecnologie ad essa legate pone. Con sentenza della Consulta - che ha confermato l’impostazione per la quale si possono creare embrioni solo a fini di procreazione e mantiene i divieti per la loro crioconservazione, soppressione e selezione a fini eugenetici – la formula legata al numero “strettamente necessario” degli embrioni destina la responsabilità dell’aderenza a tale vincolo ai medici, che non hanno più il limite numerico dei tre embrioni a cui attenersi. Se consideriamo infatti la continua evoluzione della scienza applicata a questo settore e le numerose sfaccettature legate al vissuto delle persone che alla procreazione medicalmente assistita si rivolgono, si comprende l’importanza dell’indicazione di attenersi allo “strettamente necessario”, anche in considerazione della stella polare da seguire: la tutela della salute della donna. Dopodiché, la normativa europea, con la direttiva 23/2004, ha regolato criteri di qualità, sicurezza e tracciabilità delle cellule che vengono raccolte, conservate e trattate nei Centri a ciò adibiti, come, ad esempio, le biobanche ad uso terapeutico. In Italia, la direttiva Europea è stata recepita con il decreto n. 191 del novembre 2007. Tali criteri devono dunque essere estesi anche ai Centri PMA, e l’”Osservatorio sull’applicazione del decreto 191 alla procreazione medicalmente assistita” è stato istituito a questo scopo. Altra questione è la formulazione del consenso informato da parte delle coppie che, con le modifiche apportate dalla già citata sentenza, chiede un adeguamento. Le modalità di gestione degli embrioni nei centri, compresa la loro conservazione, non impone solo questioni di tipo giuridico, etico e scientifico – peraltro ineludibili – ma è anche un aspetto di primaria importanza per la formulazione del consenso informato. Da qui l’istituzione della “Commissione di studio sulle problematiche relative agli embrioni conservati nei centri di Procreazione Medicalmente Assistita”. Le conclusioni dei lavori delle due commissioni costituiranno la base per la formulazione delle nuove linee guida sulla legge 40, che saranno emanate anche avvalendosi dell’Istituto Superiore di Sanità, e dopo il parere del Consiglio Superiore di Sanità. Scarica la sentenza:
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/Oss_Com_legge40/Sentenza_legge40.pdf

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1375 del 25 maggio 2009.
Pubblicatain GU la ripartizione del Fondo sanitario 2008 per la medicina penitenziaria.
È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 20 maggio 2009 la delibera del CIPE relativa alla ripartizione del fondo sanitario 2008 destinate al finanziamento della sanità penitenziaria (CIPE - Deliberazione n. 9/2009, del 6 marzo 2009 - Fondo sanitario nazionale 2008. Ripartizione delle disponibilità finanziarie tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano destinate al finanziamento della sanità penitenziaria). Le risorse finanziarie trasferite ai sensi del comma 1, dell’art. 6, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° aprile 2008, nella disponibilità del Servizio sanitario nazionale ai fini dell’esercizio delle funzioni sanitarie afferenti alla medicina penitenziaria, quantificate complessivamente in 157,8 milioni di euro per l’anno 2008, sono destinate come segue: a) l’importo di 32.323.602 euro è ripartito tra le regioni a statuto ordinario per il finanziamento delle spese sostenute dalle Aziende sanitarie locali nel periodo 1° ottobre-31 dicembre 2008, secondo l’allegata tabella che fa parte integrante della presente delibera; b) l’importo di 125.476.398 euro costituisce il finanziamento delle spese sostenute dal Ministero della giustizia dal 1° gennaio al 30 settembre 2008. Di tale importo una quota di 0,333 milioni di euro resta accantonata a favore delle regioni a statuto speciale e delle province autonome tenuto conto che le medesime non hanno ancora adottato i regolamenti di attuazione in applicazione di quanto previsto dall’art. 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° aprile 2008 richiamato in premessa. Si riporta il testo integrale e il link alla tabella allegata: http://www.regioni.it/upload/fondosan08inGU20mag09.pdf

Regioni.it n. 1376 del 26 maggio 2009.
Colozzi: sanità; sì a rinnovo contratto infermieri, tecnici e amministrativi.
Via libera all’accordo per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro per 550 mila infermieri, tecnici e amministrativi del settore sanitario. E’ stato trasmesso il 25 maggio all’ARAN il parere favorevole dal Presidente del Comitato di settore delle Regioni per il Comparto sanità, Romano Colozzi (assessore alle Finanze della Lombardia), su mandato dello stesso Comitato. Il 25 era il primo giorno utile per dare il via libera dopo l’acquisizione dell’ipotesi contrattuale. “Vorrei tranquillizzare coloro che in questi giorni hanno sollevato dubbi in relazione alla bozza contrattuale: l’accordo sottoscritto - spiega Colozzi - è trasparente e perfettamente coerente con l’Atto di indirizzo approvato dal Comitato di settore nei mesi scorsi e ratificato dal Consiglio dei Ministri e dalla Corte dei Conti”. Nei prossimi giorni, l’accordo per il secondo biennio economico 2008-2009 del personale del Comparto sanità e le precisazioni predisposte dal Comitato di settore saranno trasmesse alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli adempimenti di competenza, prima della firma ufficiale del Contratto.

Regioni.it n. 1377 del 27 maggio 2009.
Rinnovati gli Accordi per medici famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali. Colozzi: le nuove convenzioni sono la base per riforma reale del settore.
Firmato il rinnovo del contratto per il settore convenzionato con il servizio sanitario nazionale che interessa circa 90 mila lavoratori tra medici di medicina generale, pediatri e specialisti. Il costo del contratto che si articola in tre sezioni, riguarda il biennio economico 2006-08. Presentato alla stampa oggi nella sede della Sisac, il rinnovo ha un costo di circa 279 milioni di euro (219 per la medicina generale, 34 per la pediatria di libera scelta, 26 per la specialistica ambulatoriale). L’aumento lordo per i lavoratori sarà a regime pari al 4,85%. Nel dettaglio, per ogni assistito in carico il medico di assistenza primaria percepirà un aumento lordo di 3,09 euro (+4,43%), il pediatra di 5,78 euro (+4,37%) e lo specialista ambulatoriale di 2,18 euro (+4,81) per ogni ora di attività. Ma chiuso un biennio, già si pensa al prossimo. Le Regioni infatti, come riferisce il coordinatore Sisac Franco Rossi, hanno intenzione di “iniziare presto la trattativa per il secondo biennio”. Sarà quella la sede anche per affrontare alcuni nodi irrisolti come il rapporto con le società di servizi (anche cooperative) e il reperimento di nuove risorse. Rossi spiega che, con la firma di oggi, “si apre un nuovo percorso: si cambia verso un nuovo modello organizzativo che responsabilizza gli operatori e porta ad una dimensione più collettiva. Le Convenzioni rinnovate oggi rappresentano le basi per una riforma reale del settore, valorizzano la professione dei medici e garantiscono ai cittadini un servizio moderno e vicino alle loro esigenze. Per questo esprimo la mia piena soddisfazione”. E’ questo il commento del presidente del Comitato di settore delle Regioni per il Comparto sanità, Romano Colozzi (assessore alle finanze della Lombardia), alla notizia del rinnovo dei contratti di lavoro (quadriennio normativo 2006-2009, biennio economico 2006-2007) per 67 mila medici di famiglia, 8 mila pediatri e 15 mila specialisti ambulatoriali, siglato il 27 maggio presso la SISAC. “Questa intesa è importante perché innovativa e pienamente condivisa dalle Organizzazioni sindacali - aggiunge Romano Colozzi - ma avviene, ancora una volta con diversi mesi di ritardo rispetto alla scadenza naturale delle Convenzioni. Per non perdere altro tempo, nel corso dell’ultima riunione del Comitato di settore ho chiesto ai tecnici di lavorare sin dai prossimi giorni al nuovo Atto di indirizzo per il secondo biennio economico 2008-2009. La riforma delle regole di contrattazione è diventata ormai improrogabile”. I sindacati con Giacomo Milillo di Fimmg, Giuseppe Garaffo di Cisl medici, Giuseppe Mele di Fimp e Armando Masucci dell Uil Fpl esprimono soddisfazione per una “svolta condivisa”. Ad oggi mancano all’appello le firme di Snami (il sindacato autonomo medici) che ha assicurato di apporla domani e di Smi.
Leggi la nota della Sisac sui punti qualificanti del rinnovo e alcuni dati del settore convenzionato con il SSN: http://www.regioni.it/mhonarc/details_news.aspx?id=161464

Da La voce.info di martedì 19 maggio 2009
Pagine bianche nel libro bianco di Stefano Toso
Il Libro bianco sul futuro del modello sociale affronta molte questioni, ma mancano un preciso quadro di interventi e impegni programmatici credibili. Pochissimi i riferimenti al contesto istituzionale. Per esempio, il documento aderisce all’universalismo selettivo, ma non cita nemmeno l’esistenza dell’Isee, che di quel principio è la più importante realizzazione. L’enfasi sulla povertà assoluta, tralasciando quella relativa, riflette una visione caritatevole delle politiche redistributive. Dimenticata anche la povertà tra i minori.
Leggi l’articolo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001122.html

Da La voce.info di mercoledì 27 maggio 2009
Se la sanità diventa un esercizio teorico di Nerina Dirindin
Prosegue l’analisi del Libro bianco sul futuro modello sociale. Nelle politiche sanitarie il documento descrive un sistema da cambiare integralmente, con l’unica eccezione del terzo settore. Un giudizio che disconosce il valore dell’universalità dell’assistenza sanitaria. E punta a un ridimensionamento del pubblico a favore del privato. Contiene anche alcune imprecisioni, forse frutto di una conoscenza aneddotica del sistema sanitario italiano. Quanto alla decantata centralità della persona, non si supera l’autoreferenzialità da addetti ai lavori.
Leggi òl’articolo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001135.html

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro è uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 296 di EpiCentro. Autismo, un progetto del CNESPS. Promuovere strategie per il controllo e la prevenzione dei disturbi autistici, come base su cui innestare interventi per il miglioramento dei servizi sanitari: leggi la descrizione del progetto coordinato dal Cnesps. Resistenze agli antibiotici. La resistenza agli antibiotici minaccia sempre più la salute dei cittadini europei e nei prossimi dieci anni si prevede un declino dell’efficacia di questi farmaci. Sono alcuni dei dati del rapporto Earss 2007. Uranio impoverito. Contaminazioni da uranio impoverito: i risultati del convegno di dicembre 2008. Le indagini hanno riguardato soldati inglesi e americani e monitorato il territorio di Bosnia-Erzegovina, Serbia e Iraq.

Sul numero 297 di EpiCentro. Influenza da nuovo virus A/H1N1. Al 28 maggio, in Italia sono stati segnalati 26 casi di influenza A/H1N1. È on line: un approfondimento sulla sorveglianza sindromica attivata dalle Regioni Lazio e Liguria, e la versione aggiornata della traduzione in italiano delle faq dell’Ecdc. L’Oms ha dichiarato il passaggio alla fase 5 dell’allerta pandemica. Leggi su EpiCentro l’aggiornamento del 28 maggio, consulta i dati aggiornati e vai sui siti del ministero della Salute, dell’Oms, dell’Ecdc e del Cdc. Giornata mondiale contro il fumo. “Avvertenze sanitarie sul tabacco”: è il tema scelto per la Giornata mondiale contro il fumo 2009, che si celebra il 31 maggio. On line anche i dati 2008 del sistema di sorveglianza Passi e dell’indagine 2009 Iss-Doxa. Promozione dell’attività fisica. Un convegno internazionale (20-23 maggio 2009) ha concluso la prima edizione del progetto sull’attività motoria rivolto alle scuole e promosso dalla Asl 2 di Perugia. Il commento è di Bruno Stafisso (Asl 2 Perugia). Tumori in Italia e in Europa. Italia: i nuovi dati Airtum 2003-2005 su incidenza e mortalità. Europa: Riccardo Capocaccia e Roberta De Angelis (Cnesps-Iss) commentano i dati 2009 di Eurocare-4 sulla sopravvivenza. Salute globale. Si è conclusa con l’approvazione di 16 risoluzioni l’Assemblea mondiale della sanità 2009 sulle questioni urgenti di salute globale. In primo piano anche il potenziamento della preparazione alla pandemia.

Tumori, incidenza e mortalità, 2003-2005: i nuovi dati Airtum
Un documento dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) aggiorna al 2005 i dati sull’incidenza e sulla mortalità per patologia tumorale in Italia. Lo studio si basa sui dati raccolti dai 25 Registri tumori della rete Airtum, che complessivamente copre il 30% della popolazione residente nel Paese. L’incidenza. Il numero dei casi di tumore diagnosticati ogni anno nel nostro Paese è in aumento: ciò è dovuto sia al fatto che la popolazione invecchia, sia all’effetto causato della diagnosi precoce. Le stime parlano di 250 mila nuove diagnosi di tumore nelle persone fino a 84 anni di età nel corso del 2008 (circa 132 mila negli uomini e 122 mila nelle donne). I dati indicano una media di circa 7 casi di tumore ogni 1000 uomini e di circa 5 ogni 1000 donne, nel triennio 2003-2005. Tra il 1993 e il 1995 i casi osservati erano stati inferiori sia per gli uomini (6,19 ogni 1000) sia per le donne (4,8 ogni 1000). Non tutti i tumori sono, però, in aumento: di fatto, se si escludono l’effetto invecchiamento e i tumori di mammella, cervice, colon retto e prostata - per cui esistono programmi di screening organizzato, e quindi sono spesso diagnosticati precocemente - il numero di tumori diagnosticati ogni anno è in diminuzione (con alcune eccezioni, come il cancro del polmone tra le donne). Le neoplasie più diffuse. Per gli uomini di età superiore ai 45 anni, il tumore che viene diagnosticato più spesso è quello della prostata (18,5% dei nuovi casi) superando il cancro al polmone, in costante diminuzione. Nelle donne, 1 caso su 3 dei tumori di nuova diagnosi riguarda la mammella e, tra le neoplasie più frequenti, emerge quella del polmone. Se si considera l’intera popolazione, il tumore in assoluto più frequente, dopo gli epiteliomi cutanei, è quello del colon retto. La mortalità. In generale la mortalità per il complesso dei tumori è in diminuzione, anche se l’invecchiamento della popolazione nasconde il fenomeno: si è passati infatti dai 311,4 decessi annuali ogni 100 mila abitanti del periodo 1993-1995 ai 266,5 del 2003-2005. Se, però, si tiene conto dell’effetto dell’invecchiamento della popolazione, il numero dei decessi per tumore nel periodo 2003-2005 si riallinea con quello relativo al 1993-1995: circa 310 decessi all’anno ogni 100 mila abitanti. I tumori che hanno causato più decessi nel periodo 2003-2005 sono stati per gli uomini quelli del polmone (27,6%), del colon retto (10,7%) e della prostata (8,5%), mentre per le donne il tumore della mammella (16,3%) seguito da quelli del colon retto (11,9%) e del polmone (10,3%). Confronti geografici. In Italia, il rischio si va uniformando, nonostante rimangano alcune differenze geografiche: al Sud, il rischio di ammalarsi e di morire di tumore è infatti ancora minore rispetto alla Regioni del Centro e del Nord. Se si confrontano i dati italiani con quelli degli altri Paesi dotati di una rete di registrazione dei tumori, risulta che per gli uomini sia la frequenza sia la mortalità per tutti i tipi di tumore è sovrapponibile a quella rilevata nei Paesi dell’Europa settentrionale e negli Stati Uniti. Per le donne, invece, sembra valere ancora un modello “mediterraneo”, grazie al quale sia l’incidenza sia la mortalità sono leggermente inferiori (con la sola eccezione del tumore dello stomaco).
 

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