Block Notes n. 19, settembre 2009


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:


1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Stati vegetativi, 500 euro al mese per le cure
Asili nido, 18 milioni per 2.000 nuovi posti
Cremona, Bresciani: insieme per sanità sempre migliore
Farmaci, Formigoni: medici “tutor” contro abusi
Per l’Alzheimer serve nuovo modello assistenza
A Bergamo gli Stati Generali della sanità
Non autosufficienza, un piccolo passo, obbligato

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Volontariato, linee di indirizzo e finanziamento di progetti
Alzheimer: servizi socio-sanitari integrati. Modello Lombardia e Veneto
Finanziaria. Colozzi: Patto Salute non sia tomba federalismo
Errani. Sanità: garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza
Non autosufficienza: Valdegamberi, in Finanziaria “mazzate”
Anziani non autosufficienti: è la famiglia a farsi carico
Assistenza domiciliare agli anziani in Europa
Lavora con il cuore. Giornata mondiale del cuore 2009
Quanto fa male il marketing della salute

Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 16 settembre 2009
Stati vegetativi, 500 euro al mese per le cure.
La giunta regionale ha esteso anche ai familiari delle persone in stato vegetativo, assistite a domicilio, il contributo mensile di 500 euro, già in atto per le persone affette da SLA (sclerosi laterale amiotrofica). Il contributo erogato alle famiglie, residenti in Lombardia, è destinato a compensarle per il lavoro che svolgono quotidianamente nell’assistere il malato in casa (per la cura di sé, l’alimentazione, la mobilizzazione, ecc…). “Si tratta - spiega l’assessore Boscagli - di un doveroso sostegno e un riconoscimento a tutte quelle famiglie che decidono di prendersi cura di questi loro familiari che, a causa della loro gravissima invalidità e disabilità, sono consegnati totalmente alla loro responsabilità”. In Lombardia sono circa 500 le persone in stato vegetativo assistite quotidianamente; l’80% in strutture pubbliche e il 20% a domicilio. Regione Lombardia è stata la prima Regione in Italia a garantire, oltre due anni fa, la gratuità dei ricoveri a queste persone: ora ha deciso di estendere la gratuità dei ricoveri nelle residenze sanitario assistenziali per anziani (RSA) e per persone disabili (RSD) anche a tutte le persone affette da malattie dei motoneuroni, in particolare la SLA. La retta, per il ricovero a tempo indeterminato in queste strutture, sarà a carico del fondo sanitario. Queste modalità di ricovero, per ora di tipo sperimentale, potranno venir meglio definite dopo che si sarà completata la ricognizione in atto di tutte le persone, sia quelle in stato vegetativo sia quelle malate di SLA, ricoverate nelle RSA, nelle RSD o nelle strutture di riabilitazione. Il provvedimento, approvato dalla Giunta, passa ora all’esame del Consiglio regionale.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 16 settembre 2009
Asili nido, 18 milioni per 2.000 nuovi posti.
La Regione Lombardia destina 18 milioni di euro alla realizzazione di nuovi asili nido e micronidi, anche aziendali, e all’ampliamento di quelli esistenti, a beneficio dei bambini da 0 a 36 mesi. Il bando per l’assegnazione di questi contributi, che sono a fondo perduto, verrà ora predisposto in base ai criteri che la Giunta regionale ha approvato. E’ un ulteriore significativo impegno che la Regione si assume per sostenere la famiglia e per agevolare la conciliazione tra maternità e lavoro, cosa tanto più importante in un momento di difficoltà economica. Questi 18 milioni stanziati per interventi strutturali si aggiungono ai 37 già messi a disposizione dei Comuni per le convenzioni, cioè per l’acquisizione in conto gestione di circa 1.800 posti. Si stima che con lo stanziamento di questi 18 milioni si potranno realizzare circa 2.000 nuovi posti negli asili nido lombardi, che dovrebbero essere pronti per la fine del prossimo anno. E’ una risposta concreta alla richiesta, in continuo aumento, di posti in questo tipo di strutture per la prima infanzia che in Lombardia sono già 52.560: 47.750 posti negli asilo nido; 2.441 nei micronidi; 1.134 nei centri per prima infanzia e 1.235 nei nidi famiglia. Potranno concorrere al bando per ottenere i contributi sia soggetti pubblici, sia privati, profit e non profit, in partnership con soggetti pubblici. Il contributo, che è concesso non solo per la costruzione di nuove strutture, ma anche per ampliare e ristrutturare quelle esistenti, purché i lavori siano finalizzati all’aumento dei posti, potrà coprire al massimo fino al 45% del costo dell’intervento ritenuto ammissibile. Nel valutare i progetti e nello stilare la graduatoria si terrà conto dell’indice di copertura dei posti nido nella zona (la percentuale dei bambini con meno di 36 mesi presenti nella zona in rapporto all’offerta dei posti nelle strutture della stessa zona), del costo dell’opera in rapporto al numero di posti realizzati, dell’entità dell’autofinanziamento e dell’innovazione tecnologica per il risparmio energetico.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 18 settembre 2009
Cremona, Bresciani: insieme per sanità sempre migliore.
Si è svolta a Cremona la sesta tappa (dopo Sondrio, Varese, Lecco, Valle Camonica e Mantova) degli “Stati Generali territoriali del Sistema socio-sanitario”, nell’ambito del ciclo di incontri nei territori delle quindici ASL della Lombardia. Scopo degli appuntamenti - ai quali partecipano Province, Comuni, Asl, Aziende ospedaliere, strutture socio-sanitarie, operatori sanitari e rappresentanti del volontariato e delle autonomie sociali e funzionali - è “realizzare un incontro, ha spiegato l’assessore Bresciani, tra tutte le comunità che a vario titolo partecipano alla sanità, capire dal territorio quale è la domanda per il futuro e raccogliere contributi sostenibili per ragionare sulle scelte da compiere. La nostra attenzione è rivolta verso i cambiamenti socio-demografici e socio-economici che interessano i territori. La sanità non è un sistema statico; emergono sempre nuovi bisogni ed esigenze che ci sollecitano a progredire continuamente, così come i miglioramenti tecnologici spingono ad aggiornarsi continuamente”. A questo proposito Bresciani ha citato la cronicità, come una delle sfide più importanti del presente e del futuro e il progetto di portare più medicina sul territorio. L’assessore ha poi passato in rassegna alcune delle realizzazioni raggiunte nell’ultimo periodo: abbattimento dei costi impropri innanzitutto, che ha permesso, oltre ad avere un bilancio in pareggio per sei anni di fila, di ampliare la platea delle esenzioni (che oggi copre il 75% dei cittadini), finanziare studi sugli stati vegetativi, intervenire sulla SLA e sulle malattie rare, mettere risorse sulla telemedicina, ecc… Ma anche più sicurezza ai cittadini con la nascita dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza e lo sviluppo delle tecniche di risk management, ma anche e soprattutto con le attività di screening che sono state messe extra budget, cioè senza limiti di risorse, così come con le nuove regole per l’accreditamento e i maggiori controlli, arrivati fino alla soglia del 10% (6,5 mirati e 3,5 random), mentre in molte altre realtà regionali spesso non si arriva al 2%. Altro capitolo toccato da Bresciani il miglior accesso ai servizi, attraverso il sistema CRS e l’abbattimento delle liste d’attesa, con la decisione per le prestazioni “extra budget” di bloccare la libera professione (a pagamento) se non vengono rispettati i tempi stabiliti. Bresciani ha poi illustrato il lavoro che si sta svolgendo a Roma tra Regioni e Governo per il fondo sanitario nazionale. “In Italia, ha detto Bresciani, ci sono quattro Regioni con una sanità almeno accettabile e i conti a posto (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana). La mia proposta è di prendere queste quattro Regioni come esempio per ricavare un costo pro capite che potrebbe rappresentare una prima linea di finanziamento per tutte le Regioni. Una seconda linea potrebbe essere quella che finanzia il debito per le Regioni in rosso, destinata ad azzerarsi in 5 anni, con un calo progressivo del 20% all’anno”. Bresciani ha infine spiegato il progetto regionale di messa in rete delle sei Facoltà universitarie di Medicina, che hanno 14 macro aree di ricerca, 119 aree di ricerca, con lo scopo di creare un “potente sistema di ricerca e sviluppo”, coinvolgendo l’industria e Finlombarda per la parte finanziaria. Già 39 i progetti presentati su questa piattaforma, di cui 24 già attivi. Questa piattaforma di sviluppo tecnologico si è già estesa sia in Italia sia all’estero, con le alleanze già strette o che saranno sancite nel prossimo futuro. Nel corso dell’incontro, Gilberto Compagnoni (direttore generale ASL), Piergiorgio Spaggiari (direttore generale Azienda Ospedaliera di Cremona) e Luigi Abbondi (direttore generale Azienda Ospedaliera di Crema), hanno relazionato sulla situazione sanitaria e socio-sanitaria della provincia di Cremona. Si tratta di una realtà territoriale che comprende 115 Comuni in cui abitano circa 356mila cittadini, è organizzata in 3 Distretti (Cremona, Crema e Casalmaggiore) e può contare su 2 Aziende Ospedaliere Pubbliche multipresidio (Cremona e Crema), 29 Residenze Socio Assistenziali, 19 Centri diurni integrati e 2 Centri diurni Alzheimer, una rete per le cure domiciliari con 43 enti che operano, 12 Centri diurni e 6 Residenze per disabili, oltre ai Consultori familiari e alle strutture che si occupano di dipendenze.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 21 settembre 2009
Farmaci, Formigoni: medici “tutor” contro abusi.
L’aumento del consumo dei farmaci nelle società più avanzate - e a volte il loro abuso - pone una serie di questioni non solo di carattere sanitario ma anche sociale ed economico alle quali occorre rispondere con un approccio innovativo. “Il cambiamento che ci è richiesto - ha detto oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, aprendo i lavori del convegno “La vita dei farmaci”, organizzato dall’Università Bicocca - è quello di metterci a fianco del paziente e di seguirlo, avendo presente che la sua prospettiva è rappresentata da un tutt’uno che passa attraverso tempi, luoghi e modi di cura diversi: unico è il paziente e unico deve essere il riferimento principale, il suo tutore rappresentato dal medico di base”. Il quale medico deve dare le cure giuste, né troppe, né troppo poche. “La Giunta lombarda, proprio nel corso di quest’anno (a Bergamo, Cremona, Melegnano, Lecco, Monza e Brescia) - ha aggiunto Formigoni - ha voluto porre al centro questa questione promuovendo la sperimentazione della dote sanitaria che nasce per far fronte, in particolare, alle malattie croniche”. Oggi infatti, grazie alle informazioni e ai dati sempre più precisi a disposizione, si riescono a valutare, a priori, tutti i servizi (farmaci, ricoveri, specialistica ambulatoriale) che occorrono al malato per garantirgli il miglior livello di cura e di salute, che egli ha a disposizione (una dote appunto). “L’aspetto innovativo - ha spiegato ancora il presidente - consiste nell’avere individuato un soggetto, il medico di medicina generale, che è in grado di aiutare realmente il malato a usufruire dei servizi di cui ha bisogno: l’obiettivo comune deve essere quello di consentire ai malati di utilizzare tutti gli strumenti oggi disponibili per fronteggiare al meglio la loro malattia. In un’ottica di questo tipo, il medico di medicina generale, oltre a prescrivere al suo paziente gli esami necessari, verifica che il paziente stesso effettui tutti i controlli previsti e assuma regolarmente i farmaci: al medico di base viene attribuito il ruolo chiave di ‘tutore’ del malato”. E proprio l’appropriatezza della prescrizione e dell’uso dei farmaci rappresenta un ambito in cui la politica sanitaria regionale è fortemente impegnata. “Attraverso un sistema informatico (SISS) che consente di monitorare in tempo reale la situazione farmaco-economica e farmaco-epidemiologica - ha spiegato Formigoni - il sistema sanitario lombardo è in grado di utilizzare al meglio le risorse per rispondere nel modo più appropriato ai bisogni di salute della popolazione”. Questo lavoro di controllo ha permesso, ad esempio, di concentrare il 90% delle risorse impiegate nella spesa farmaceutica ospedaliera per i farmaci innovativi ad alto costo (farmaci oncologici derivanti dalle biotecnologie, farmaci per le malattie rare, farmaci per pazienti HIV, farmaci per l’artrite reumatoide). “Il nostro sforzo - ha fatto notare il presidente - si realizza nel rispetto dei tetti posti a livello nazionale sulla spesa farmaceutica e continueremo a farlo malgrado a livello nazionale sia stato ridotto il tetto di spesa per il 2009 e il 2010 (dal 14% al 13,6% per il 2009 e al 13,3% per il 2010)”. Formigoni ha infine rivolto un appello al Governo perché, tramite l’Agenzia italiana del farmaco “sia prestata una particolare attenzione alle politiche sul prezzo dei farmaci ospedalieri”.

Per l’Alzheimer serve nuovo modello assistenza.
“L’invecchiamento della popolazione è un avvenimento epocale: ogni anno oltre 40.000 lombardi superano la soglia dei 75 anni e sono oltre 80.000 coloro che sono malati di Alzheimer o che soffrono di una qualche forma di demenza senile. Ciò comporta una giusta richiesta di aiuto da parte delle famiglie, una richiesta alla quale però il nostro sistema fa sempre più difficoltà a rispondere”. Lo ha affermato l’assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, aprendo i lavori del convegno “Longevità e Alzheimer: costruire welfare di comunità”, organizzato dal settimanale “Vita”, in collaborazione con la Regione Lombardia, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer. “L’entità dei bisogni di queste persone - ha aggiunto Boscagli - è veramente grande; la richiesta di aiuto e di assistenza è così forte che il ‘pubblico’ da solo rischia di non farcela più. E’ necessario, quindi, non solo aumentare i posti letto nelle Residenze sanitarie assistenziali - Rsa - (che in Lombardia sono già metà del totale nazionale), ma anche e soprattutto trovare risposte nuove che coniughino l’intervento pubblico e privato e prevedano il coinvolgimento del volontariato, del Terzo Settore e del mondo produttivo. La Lombardia - ha proseguito l’assessore Boscagli - è stata la prima Regione in Italia, e tra le prime in Europa, a dotarsi, nel 1995, di un Piano Alzheimer. Abbiamo creato strutture dedicate appositamente a queste patologie. Con oltre 32 milioni di euro finanziamo, ogni anno, 90 nuclei Alzheimer per 1.657 posti letto. Abbiamo inoltre riaperto l’accreditamento nelle Rsa: ciò comporterà un aumento dei posti letto disponibili anche se, come ho detto, è necessario ripensare complessivamente il modello di assistenza. Il nostro obiettivo è comunque sempre quello di aiutare le famiglie a prendersi direttamente cura dei loro anziani, soprattutto nelle fasi iniziali ed intermedie della malattia. Ciò vuol dire però mettere a loro disposizione una rete di servizi che le supporti e le aiuti”. Ha condiviso le preoccupazioni dell’assessore Boscagli anche il presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria Marco Trabucchi. “Il tradizionale modello di assistenza alle malattie croniche, costoso, complesso, e di lunga durata - ha detto Trabucchi - rischia di entrare in crisi nel prossimo futuro. A tal fine dobbiamo progettare un modello di assistenza, senza bardature burocratiche, a costi più bassi, ma ad alto livello di competenze tecniche, che sia basato soprattutto sulla partecipazione e la valorizzazione delle comunità locali (famiglie, volontariato, libere associazioni professionali, ecc…) ai processi di cura”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 25 settembre 2009
A Bergamo gli Stati Generali della sanità.
Chi dovesse contrarre il virus della cosiddetta “nuova influenza” (A/H1N1) “deve curarsi a casa consultando il proprio medico di famiglia”, tranne se dovessero comparire complicanze, che sono comunque poco frequenti. E’ questo l’appello lanciato oggi a Bergamo dall’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Luciano Bresciani, in occasione della settima tappa (dopo Sondrio, Varese, Lecco, Valle Camonica, Mantova e Cremona) degli “Stati Generali territoriali del Sistema socio-sanitario”. L’assessore ha poi passato in rassegna alcune delle realizzazioni raggiunte nell’ultimo periodo: abbattimento dei costi impropri innanzitutto, che ha permesso, oltre ad avere un bilancio in pareggio per sei anni di fila, di ampliare la platea delle esenzioni e finanziare altri interventi. Ma anche miglior accesso ai servizi, attraverso l’abbattimento delle liste d’attesa, con la decisione per le prestazioni “extra budget”, cioè senza limiti di risorse, di bloccare la libera professione (a pagamento) se non vengono rispettati i tempi stabiliti. Bresciani ha anche ricordato l’introduzione di nuove regole per l’accreditamento (diventato dinamico e a tempo) e di maggiori controlli, arrivati fino alla soglia del 10% (6,5 mirati e 3,5 random). Bresciani ha infine spiegato il progetto regionale di messa in rete delle 6 Facoltà universitarie di Medicina delle Università. Il nuovo Ospedale di Bergamo - ha detto il sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia, Marcello Raimondi – sarà tecnologicamente avanzato e anche adeguato alle esigenze di accoglienza e benessere delle persone. Il mio auspicio è che sia anche un luogo aperto e integrato con la città”. Nel corso dell’incontro, Roberto Testa (direttore generale ASL), Carlo Bonometti (direttore generale Azienda Ospedaliera “Ospedali riuniti di Bergamo”), Amedeo Amadeo (direttore generale Azienda Ospedaliera “Ospedale Bolognini di Seriate”) e Cesare Ercole (direttore generale Azienda Ospedaliera “Ospedale Treviglio e Caravaggio”) hanno relazionato sulla situazione sanitaria e socio-sanitaria della provincia di Bergamo. Si tratta di una realtà territoriale che comprende 244 Comuni in cui abitano 1.100.000 cittadini, è organizzata in 7 Distretti e può contare su 3 Aziende Ospedaliere pubbliche (“Ospedali Riuniti” di Bergamo, “Ospedale Bolognini” di Seriate, “Ospedale Treviglio-Caravaggio” di Treviglio), 10 case di cura private accreditate, 28 strutture riabilitative di ricovero comprese 6 istituti di riabilitazione riclassificati, 50 strutture territoriali psichiatriche di cui 15 centro diurni, 22 poliambulatori privati e 11 punti erogativi ambulatoriali territoriali afferenti alla Aziende Ospedaliere. Sul fronte sociale si contano 59 Residenze Sanitarie Assistenziali (5.511 posti letto), 20 Centri Diurni per Disabili (505 posti), 9 Residenze Sanitarie per Disabili (378 posti), 27 soggetti accreditati per l’erogazione del servizio di cure domiciliari e riabilitazione.

Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale lombardo.
E’ uscito il n. 69 del 18 settembre 2009.
Non autosufficienza, un piccolo passo, obbligato.
“Un atto obbligato rispetto alle pesantissime condizioni in cui si trovano in Lombardia i familiari di persone con grave invalidità”. Questo il commento di Ardemia Oriani sul contributo regionale di 500 euro mensili stanziato in favore della cura a domicilio delle persone in stato vegetativo e il ricovero gratuito in residenza sanitaria assistenziale (RSA) per i malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA). “Nella nostra regione - dichiara la consigliera regionale - l’assistenza alle persone non autosufficienti è oggi scaricata quasi esclusivamente sulle famiglie, che spesso non reggono l’onere della cura dei loro congiunti né i costi che essa comporta. La Regione le lascia sole o si limita ad erogare pochi voucher o buoni sociali distribuiti a pioggia”. Per lenire il problema, da anni il PD si batte affinché sia istituito un fondo regionale destinato a interventi e risorse dedicate alle persone non-autosufficienti e alle loro famiglie. “Con questo provvedimento - continua Oriani - per ora sperimentale, la Regione di fatto prende atto della situazione e compie un piccolo passo, obbligato, in questa direzione. Riteniamo però che occorra andare oltre. Il problema della non autosufficienza deve diventare una priorità nelle politiche della regione Lombardia, per garantire che tutti coloro che hanno bisogno non siano lasciati soli. Chiederemo in Consiglio regionale di allargare il contributo ad altre tipologie di gravissima disabilità che meritano la stessa attenzione”.


Dalle Agenzie di stampa nazionali.
Dalla Newsletter di “Governo italiano.it”, n. 34 del 22 settembre 2009
Volontariato, linee di indirizzo e finanziamento di progetti.
Come avviene ogni anno, il ministero del Welfare ha definito le Linee di indirizzo per la presentazione di progetti sperimentali di volontariato per il 2009. Con la Direttiva del 30 luglio 2009 - pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 212 del 12 settembre 2009 - le associazioni di volontariato - singole o congiuntamente - possono ottenere il finanziamento di progetti destinati allo sviluppo di servizi alla persona e alla comunità. La disponibilità finanziaria complessiva per l’erogazione dei contributi ammonta quest’anno a 2.300.000 (duemilioni e trecentomila) euro, di cui una percentuale (fino ad un massimo del 40%) è destinata a progetti realizzati a favore della popolazione della Regione Abruzzo. Ai progetti per l’Abruzzo possono partecipare sia organizzazioni di volontariato della medesima Regione sia organizzazioni di volontariato operanti in altre Regioni che prevedano però la realizzazione dei progetti con le organizzazioni di volontariato operanti nei territori colpiti dal sisma. Nella Direttiva, approvata dall’ Osservatorio Nazionale del Volontariato, sono definiti i requisiti per l’accesso al finanziamento. In particolare, l’accesso al contributo è rivolto alle organizzazioni di volontariato costituite da almeno due anni e regolarmente iscritte nei registri regionali/provinciali del volontariato alla data di pubblicazione della Direttiva nella Gazzetta Ufficiale. Il formulario di presentazione del progetto - compilato e sottoscritto in ogni sua parte - deve pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del 19 ottobre 2009 (trentacinquesimo giorno successivo alla pubblicazione della Direttiva nella Gazzetta Ufficiale) al seguente indirizzo: Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali - Osservatorio nazionale per il volontariato - Div. III Volontariato - Direzione Generale per il Volontariato, l’Associazionismo e le Formazioni sociali - Via Fornovo, n. 8, pal. C – 1 piano - 00192 Roma. Il costo complessivo di ciascun progetto, a pena di inammissibilità, non deve superare l’ammontare totale di 50.000,00 euro. Il costo complessivo comprende la quota di contributo ministeriale (90%), erogato ai sensi della Direttiva e la quota che è posta a carico dell’organizzazione proponente (10%). Il costo complessivo del progetto non comprende, invece, l’eventuale co-finanziamento pubblico e/o privato, il quale, in ogni caso, non può costituire né la quota di contributo ministeriale (90%), né la quota parte dell’organizzazione proponente (10%). Consulta il Dossier: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/volontariato_direttiva

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1441 del 21 settembre 2009.
Alzheimer: servizi socio-sanitari integrati. Modello Lombardia e Veneto.
Nel mondo aumenteranno sempre più le persone che soffrono di Alzheimer o di un’altra forma di demenza. E’ il messaggio lanciato dal Rapporto Alzheimer 2009, dell’associazione Alzheimer’s Disease International, in occasione della sedicesima giornata mondiale contro l’Alzheimer. In Italia, secondo un’indagine Censis, il costo medio annuo per paziente è di circa 60 mila euro l’anno tra costi diretti (25%) e costi indiretti (75,6%), questi ultimi a carico di 8 famiglie su 10. E’ la quarta causa di morte nei soggetti con più di 65 anni nei paesi occidentali. In Italia ogni anno si ammalano di Alzheimer 20 mila persone e sono 500mila nel nostro Paese i soggetti già colpiti dalla malattia. L’assessore del Veneto alle politiche sociali, Stefano Valdegamberi, ha sottolineato il modello d’integrazione socio-sanitario attuato che “mette in rete servizi pubblici e del privato-sociale, volontariato e famiglie, sia sul versante della domiciliarità e della residenzialità, con schede di valutazione multidimensionali che situano al centro degli interventi e dei servizi la dignità della persona malata, affiancando la famiglia con servizi di sollievo”. C’è così un’integrazione stretta e funzionale del sociale e del sanitario “ma soprattutto una partecipazione attiva delle famiglie con un ruolo di pari dignità nelle relazioni con il pubblico, ruolo svolto anche dalle associazioni del privato sociale e del volontariato. Le famiglie dei malati sono aiutate finanziariamente con l’assegno di cura a chi può e vuole mantenere al proprio domicilio il congiunto malato oppure è offerta loro una soluzione di assistenza nei servizi territoriali residenziali dove stanno crescendo di numero e qualità specifici spazi e strutture dedicate ai malati di Alzheimer”. L’assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, ha sottolineato come “l’invecchiamento della popolazione è un avvenimento epocale: ogni anno oltre 40.000 lombardi superano la soglia dei 75 anni e sono oltre 80.000 coloro che sono malati di Alzheimer o che soffrono di una qualche forma di demenza senile. Ciò comporta una giusta richiesta di aiuto da parte delle famiglie, una richiesta alla quale però il nostro sistema fa sempre più difficoltà a rispondere. L’entità dei bisogni di queste persone - ha aggiunto Boscagli - è veramente grande; la richiesta di aiuto e di assistenza è così forte che il ‘pubblico’ da solo rischia di non farcela più. E’ necessario, quindi, non solo aumentare i posti letto nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa, che in Lombardia sono già metà del totale nazionale), ma anche e soprattutto trovare risposte nuove che coniughino l’intervento pubblico e privato e prevedano il coinvolgimento del volontariato, del Terzo Settore e del mondo produttivo.

Finanziaria: Regioni non partecipano a incontro Governo. Colozzi: Patto Salute non sia tomba federalismo.
Secondo quanto riportato dalla agenzie di stampa la Conferenza delle Regioni non sarà presente all’incontro convocato il 21 settembre dal governo a Palazzo Chigi (con le autonomie e le parti sociali) per illustrare la Finanziaria. Le Regioni restano in attesa della convocazione dell’incontro chiesto al Presidente del Consiglio, e dei chiarimenti in relazione a diversi argomenti fra cui la definizione del nuovo Patto per la salute, gli stanziamenti per il Fondo Sociale dal 2009 e per il Fondo per la non autosufficienza dal 2010. E a proposito del nuovo “Patto Salute” è intervenuto Romano Colozzi, coordinatore della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni e assessore alle Finanze della Lombardia: “il nuovo Patto per la salute non deve essere la tomba del federalismo fiscale ma la sua attuazione. La proposta pervenuta dal Governo nei giorni scorsi non va nella direzione auspicata e concordata. Analizzeremo e valuteremo nel dettaglio la bozza di “patto” formulata dal Governo in sede di Conferenza delle Regioni. Tuttavia, un documento che coinvolge l’80 per cento dei bilanci regionali merita una considerazione politica di fondo: questa proposta di Patto per la salute ripercorre il vecchio accordo senza tener conto che nel frattempo sia stata approvata una Legge-delega sul federalismo fiscale che contiene principi chiarissimi e di fronte alla quale la proposta del Governo presenta evidenti contraddizioni. Qualche esempio: la Legge-delega prevede che all’inizio del percorso federalista vi sia una condivisione dei fabbisogni sanitari. Nella bozza del patto questi sono definiti in modo unilaterale. Inoltre la Legge-delega attribuisce alla responsabilità delle regioni il reperimento di risorse aggiuntive, prescrive procedure (già peraltro attivate) per la definizione dei costi standard, introduce il concetto di premialità. La proposta di patto trasmessa dal Governo, al contrario, obbliga all’introduzione dei ticket per i finanziamenti aggiuntivi, configura già una serie di costi standard vanificando il lavoro avviato dal Ministro Calderoli, non prevede meccanismi premiali per le gestioni finanziarie virtuose, ma solo atteggiamenti punitivi che finora non hanno garantito alcun risultato apprezzabile per il contenimento dei costi. Il Patto per la salute potrebbe essere un’ottima occasione per voltare pagina e attuare i principi fondamentali del federalismo fiscale.

Regioni.it n. 1444 del 24 settembre 2009.
Errani: sanità; garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
“Secondo noi non è possibile garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza”, e quindi “non condividiamo la proposta di Patto per la salute” del Governo. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della riunione dedicata alla sanità. La Conferenza ha lavorato in particolare al rinnovo dell’accordo con il Governo. Errani ha subito chiarito la questione delle risorse necessarie “per il biennio 2010-2011: c’è una sottostima complessiva per il biennio di 7 miliardi”. Ed annuncia: “giovedì prossimo 1 ottobre avremo, come Regioni, una nostra proposta di Patto della Salute. Oggi abbiamo discusso criteri innovativi in relazione ai temi della qualità e del governo della spesa, in campo sanitario, che sono diversi da quelli contenuti nella norma che ci ha proposto il Governo. Abbiamo dato mandato alle nostre commissioni Sanità e Affari Economici di elaborare una piattaforma e giovedì prossimo avremo la nostra proposta”. Errani ha quindi fatto un passaggio anche sulla proposta di allargamento dei ticket: “Il governo - ha osservato Errani - ha assicurato che non intende chiedere una lira in più ai cittadini e che non ci saranno nuove tasse. Se consentisse di agire sui ticket, sarebbe in contraddizione”. Errani ha inoltre chiarito che le cifre contenute nella bozza del Patto elaborata dal governo e inviata alle Regioni contiene, per quanto riguarda i finanziamenti 2010-2011, le stesse cifre indicate nella Finanziaria 2009, nella parte dedicata alla finanza pubblica. “Sul piano delle risorse - ha detto Errani - siamo fermi lì e la sottostima che ne deriva pone le Regioni nell’impossibilità di governare la sanità. Noi siamo pronti al confronto. Occorre che il governo e noi troviamo una linea di equilibrio diversa che garantisca i livelli essenziali di assistenza. Altrimenti dovrà essere chiaro che quei livelli non sono sostenibili perché la dotazione finanziaria non lo consente”. C’è una situazione “di stallo - ha ribadito Errani, riferendosi anche ai rapporti con il Governo e alla sua richiesta di slittamento dell’incontro previsto ai primi di settembre - ma non l’abbiamo prodotta noi” Sull’incontro tra Regioni e Governo, che ha subito diversi rinvii, Errani ha ribadito che “il tema è istituzionale, non politico. Si chiede chiarezza, non si vuole fare polemica. Istituzionalmente, la cosa più corretta da fare è mettersi tutti al tavolo e fare il quadro di come stanno le cose. Il fatto che sia difficile - ha aggiunto - fare questo quadro, è significativo dello stallo in cui ci troviamo”. In quest’ottica, anche i finanziamenti alla sanità “devono essere oggetto di discussione con il premier”.

Regioni.it n. 1445 del 25 settembre 2009.
Non autosufficienza: Valdegamberi, in Finanziaria “mazzate”. Urgente la legge regionale.
“La bozza di legge finanziaria appena uscita dal Consiglio dei Ministri - ha detto Stefano Valdegamberi, Assessore del Veneto (e coordinatore della Commissione politiche sociali per la Conferenza delle Regioni) - azzera, in pratica il Fondo per la non autosufficienza e il Fondo per la famiglia. Sono mazzate che, per quanto riguarda il Veneto, significheranno 30 milioni di euro in meno per il settore sociale e la conseguente diminuzione di circa 1/3 dei servizi territoriali riguardanti la non autosufficienza e i minori. Dobbiamo reagire e assumerci l’impegno di rispondere con decisioni responsabili e consapevoli del fatto che la non autosufficienza è in continuo costante aumento e già da ora rappresenta l’emergenza della nostra Regione, anche se qualcuno vuol continuare ad ignorarlo”. Per questo motivo, prosegue Valdegamberi, “il progetto di legge regionale per la costituzione di un fondo per la non autosufficienza deve essere approvato entro questa legislatura. Chi non vuole questa legge, pur dopo che tutte le forze politiche hanno dato il loro Ok, abbia il coraggio di dirlo apertamente e di assumersene la responsabilità davanti a tutto il Veneto. Non possiamo permetterci di buttar via 5 anni di lavoro a fronte di pessime notizie in arrivo da Roma sulla questione finanziamento nazionale alle politiche sociali. Il Veneto resta comunque - ha concluso Valdegamberi - e su questo non temo smentite da parte di nessuno, la Regione che ha investito il maggior numero di risorse trasferite dallo Stato e autonome nel settore. Spendiamo ogni anno oltre 470 milioni di euro per pagare le quote sanitarie per gli anziani non autosufficienti nelle case di riposo e oltre 90 milioni di euro per la spesa di aiuti economici alle famiglie che mantengono nel proprio domicilio i congiunti non autosufficienti. Da quando sono assessore alle politiche sociali sto facendo la battaglia, già tradotta in politiche e provvedimenti, per rafforzare sempre di più la domiciliarità”.

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 21.09.2009. Anziani non autosufficienti: è la famiglia a farsi carico. Finanziare il sistema sanitario dell’Unione Europea. Decalogo Alzheimer dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Anziani: il dolore in RSA. La qualità della vita dell’anziano: on line il nuovo numero di Difesa Sociale. Bologna: una stanza speciale per gli anziani affetti da demenza.
Anziani non autosufficienti: è la famiglia a farsi carico. (Centro Maderna)
Gli anziani non autosufficienti pesano prima di tutto sulle spalle delle famiglie e, in secondo luogo, sul lavoro delle badanti. Poi viene l’aiuto della cosiddetta “rete informale” e, fanalino di coda, entrano in gioco servizi pubblici e privati. Un dato su tutti: la spesa sostenuta dalle famiglie italiane nel 2008 per retribuire le badanti supera quella stanziata dallo Stato nel 2007 per l’indennità di accompagnamento: lo 0,59% del Pil contro lo 0,54%. La componente sanitaria della spesa pubblica dedicata agli over 65 rappresenta lo 0,46% del Pil, mentre la componente comunale si ferma a quota 0,12% (dati 2007). A rilevarlo il primo Rapporto annuale sull’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia (Maggioli editore), curato dal Network non autosufficienza e promosso dall’Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani per l’Agenzia nazionale per l’invecchiamento. I bisogni delle famiglie nel prendersi cura degli over 65 non più in grado di provvedere a se stessi sono soprattutto “l’organizzazione dell’assistenza, l’aiuto domestico, il sostegno psicologico e sanitario. L’area delle cure mediche quella in cui la presenza dei servizi pubblici e privati appare più estesa”, si legge nel rapporto, per il resto ognuno si arrangia come può. La maggior parte degli over 65 non autosufficienti percepiscono l’indennità di accompagnamento (9,5%), molti si rivolgono a un assistente familiare (il 6,6% degli anziani ha una badante), alcuni chiedono l’assistenza domiciliare integrata (4,9%), mentre il 3% vive in una struttura residenziale (case di riposo, case protette, ecc…).
Leggi l’articolo: http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Lavoro/Dossier/info-1207440930.html
Link al Rapporto: http://www.maggioli.it/rna/pdf/rapporto2009-assistenza_anziani.pdf

Indice della Newsletter del 21.09.2009. Anziani residenti nelle comunità rurali e montane: promozione dell’educazione permanente. Medicina e fine della vita. Amministratore di sostegno si diventa. Assistenza domiciliare agli anziani in Europa.
Assistenza domiciliare agli anziani in Europa. (Centro Maderna)
L’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), pubblica sul suo sito la Guida “Home care in Europe”, in collaborazione con il Cergas-Università Bocconi di Milano. Il testo illustra la necessità di garantire assistenza domiciliare, di alta qualità e personalizzata, alle persone disabili e a quelle anziane. Fornisce inoltre le evidenze scientifiche su tale approccio, suggerendo come migliorare i servizi. Consulta la Guida on line (in inglese):
http://www.euro.who.int/Document/E91884.pdf

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro è uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 309 del 17 settembre 2009. Nuova influenza A/H1N1. Leggi il notiziario del 17 settembre con approfondimenti sulla situazione in Italia e nel mondo. L’attuale livello di allerta pandemica è: fase 6. Per i dati aggiornati consulta: ministero della Salute, Oms, Ecdc e Cdc. Giornata mondiale del cuore. Le malattie cardiovascolari uccidono oltre 17 milioni di persone all’anno. “Lavora con il cuore”, slogan della Giornata mondiale del cuore 2009, incoraggia l’adozione di sane abitudini nei luoghi di lavoro. Alimentazione e salute. L’eccessiva assunzione di sodio causa ipertensione arteriosa. Per questo, ministero della Salute e associazioni di panificazione hanno siglato protocolli d’intesa per ridurre il quantitativo di sale nel pane. Violenza sulle donne. Nel mondo tra il 15 e il 75% delle donne ha subito violenze fisiche o sessuali da parte del partner. La promozione dei diritti umani delle donne è il tema della conferenza internazionale tenutasi a Roma.
Lavora con il cuore. Giornata mondiale del cuore 2009.
Secondo i dati della World Heart Federation, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità nel mondo, con 17,2 milioni di vittime all’anno. Ogni anno milioni di anni di vita produttiva vengono persi, con serie conseguenze sulla qualità della vita e sull’efficienza del sistema economico globale. “Lavora con il cuore”, slogan della Giornata mondiale del cuore 2009 (27 settembre), incoraggia abitudini sane nei luoghi di lavoro per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e dell’ictus. Per maggiori informazioni leggi l’approfondimento sul sito del Progetto Cuore: http://www.cuore.iss.it/appuntamenti/whd2009.asp

Sul numero 310 del 23 settembre 2009. Nuova influenza A/H1N1. Leggi il notiziario del 23 settembre con approfondimenti sulla situazione in Italia e nel mondo. L’attuale livello di all’erta pandemica è fase 6. Per i dati aggiornati consulta: Ministero della salute, Oms, Ecdc e Cdc. Protesi d’anca. Il rapporto Istisan “Registro nazionale degli interventi di protesi d’anca: basi operative per l’implementazione” illustra le basi operative per la raccolta dati del futuro registro nazionale degli interventi. Radon in ambienti chiusi. Oms: un manuale sul radon indoor. Il documento è stato elaborato nell’ambito del progetto “International Radon Project”, a cui hanno partecipato oltre 100 esperti di 35 Paesi.

Links
Dal sito de La voce.info
Quanto fa male il marketing della salute. Di Gianfranco Domenighetti
Check-up, screening e test diagnostici di massa su persone asintomatiche finiscono spesso col sovrastimare l’incidenza di morbilità inconsistenti. Mentre alcune condizioni sono elevate a dignità di malattia per poter far ricadere i costi dei trattamenti sui sistemi sanitari. Il successo di queste strategie è favorito dalla complessità, incertezza e asimmetria informativa generalizzata che caratterizzano il mercato della sanità. Ma non si può più ignorare la necessità di ri-orientare i comportamenti e le risorse dai consumi inutili ai trattamenti efficaci.
Leggi l’articolo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001285.html

Trovate questo numero di Block notes su: http://www.cgil.lombardia.it/Home/AreeTematiche/WelfareeSanit%C3%A0/Blocknotessanit%C3%A0/2009/N18/N18/tabid/7746/Default.aspx 
 

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