Block Notes n. 14, luglio 2009


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:

1. Dalla stampa di settore
Lea appropriati in laboratorio
Posti letto: obiettivo meno 12%
Tumori: urgenze entro 72 ore
Rapporto sullo stato di salute nell’Unione Europea
Indagine del Ministero del Welfare sulla legge 40/2004

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Sanità, inaugurato da Formigoni nuovo “Monteggia”
Ospedali rosa, 21 strutture premiate su 93
Sciopero medici. Regione: agitazione pretestuosa
Sanità: si ridefiniscono i rapporti tra Regione e Università
3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Droga: relazione 2008 al Parlamento Aumentano i tossicodipendenti
Fondo sociale: zero euro. Valdegamberi: nel 2010 il fondo sarà azzerato
Gli italiani sono più di 60 milioni
Anziani fragili: costruire i Livelli Essenziali di Assistenza
Lo stato di avanzamento dei programmi vaccinali nelle Regioni

Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 12, del 31 marzo 6 aprile 2009
Lea appropriati in laboratorio.
Revisione a tutto campo dei Lea in laboratorio: Regioni e Welfare hanno raggiunto l’accordo su questo capitolo. La dizione di “inappropriato” per un test di laboratorio, tranne nel caso di esami obsoleti e inutili da eliminare, potrà essere usata solo nell’ambito del quesito clinico e non in termini assoluti. L’accordo prevede di identificare esami diagnostici di primo livello che permettano di evitare l’attivazione “a cascata” di successivi esami di approfondimento. Grazie all’introduzione di una linea-guida per la diagnostica tiroidea, ad esempio, una stima nazionale prevede un risparmio di 80 milioni l’anno. Altra novità richiesta dalle regioni è l’identificazione di “esami sentinella” per valutare l’appropriatezza. I principali settori diagnostici su cui concentrarsi, per ottenere risparmi significativi senza cadute della qualità assistenziale, potrebbero essere: esame della funzionalità renale, analisi di laboratorio nella contraccezione, analisi pre-operatorie, ecc… Altre proposte: rendere obbligatoria l’introduzione nell’impegnativa del quesito clinico, per una corretta valutazione della reale inappropriatezza, con monitoraggio sul territorio dei singoli prescrittori; definire la frequenza e la numerosità dei controlli appropriati per alcuni test inseriti nel monitoraggio di patologie croniche; stessa valutazione per alcuni marcatori di neoplasia, la cui frequenza è raccomandata in documenti e linee-guida. Infine la proposta di legare tutte le proposte al quadro generale contenuto nel documento “Linee di indirizzo per la riorganizzazione dei servizi di medicina di laboratorio nel Ssn” dell’Agenas ed elaborato dai rappresentanti delle comunità scientifiche della medicina di laboratorio: per assicurare misure stabili e realmente in grado di migliorare l’appropriatezza della diagnostica riducendo costi superflui è procedere ad una riorganizzazione della rete integrata dei servizi a livello delle singole regioni. Infine, vanno attivate metodologie di analisi dei costi, che permettano una valutazione dell’efficienza/efficacia delle indagini diagnostiche all’interno dei percorsi diagnostico-terapeutici ed in relazione agli outcome clinici.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 14, del 14-20 aprile 2009
Posti letto: obiettivo meno 12%.
Obiettivo è ridurre di almeno il 12% i p.l. per mille abitanti: circa 28.000 in meno rispetto al 2006, ma la ridefinizione della rete ospedaliera potrà essere concretamente avviata solo quando si saranno create le condizioni strutturali, professionali e culturali per rendere effettivamente erogabili e socialmente accettabili percorsi diagnostico-terapeutici in regimi assistenziali differenti da quelli di ricovero, ci vorranno quindi almeno 5-10 anni, intanto tra il 2009 ed il 2011 i p.l. per acuti dovranno essere circa 10.000 in meno (il 5%). E’ questa la proposta del gruppo di lavoro regioni Ministero sulla revisione della rete ospedaliera, che entrerà nel nuovo Patto sulla salute 2010-12. Per ristrutturare l’assistenza ospedaliera tre sono le strade concordate ai tavoli tecnici. La prima è l’implementazione dei Drg a rischio di inappropriatezza contenuti nei nuovi Lea (passano da 43 a 107), la seconda è la rideterminazione dei p.l. per acuti, che passeranno a 3 per mille, con una fase transitoria del 3,3 entro il 2011; nel giro di 5-10 anni dovrà essere assicurata una dotazione di letti di day hospital pari ad almeno il 10% dell’indice complessivo, con l’obiettivo di raggiungere il 25%La terza è la riduzione del tasso di ospedalizzazione, oggi fissato a 160 ogni mille abitanti, che dovrebbe attestarsi a regime sui 130 e nella fase transitoria a 145. Sul capitolo appropriatezza il percorso individuato parte dall’analisi delle migliori performance in termini di aumento delle prestazioni in day hospital o ambulatoriali. Perché l’assistenza ospedaliera sia efficiente e qualificata serve poi un valore congruo di risorse finanziarie per l’ammodernamento tecnologico ed edilizio dei presidi e l’attuazione di interventi sostitutivi per la semplificazione delle reti ospedaliere.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 15, del 21-27 aprile 2009
Tumori: urgenze entro 72 ore.
Chi ha un tumore grave non dovrà aspettare più di tre giorni o al massimo 15 giorni per avere una Tac, una Rnm, una chemioterapia o un intervento chirurgico. La promessa i eliminare le file per i malati di cancro è contenuta nel piano anti-liste di attesa proposto dal ministero alle Regioni. L’idea è quella di aggiornare con una nuova intesa Stato-Regioni le regole sulle liste di attesa, introducendo delle “corsie preferenziali” per chi soffre delle patologie killer per eccellenza: tumori e malattie cardiovascolari, con la possibilità che entrino nel nuovo Patto per la salute. Il piano anti-code messo a apunto dalla commissione oncologica nazionale del ministero interviene sulle priorità in campo diagnostico e terapeutico, dividendo gli interventi in varie categorie: priorità urgenti (normalmente da erogare in tre giorni) e priorità standard (dai 10 ai 15 giorni, a seconda che si tratti di diagnostica o di terapia). Ci sono poi altri interventi con priorità bassa, come l’approccio palliativo, il follow up del paziente e gli screening. Vi è inoltre la proposta di identificare i pazienti “candidati ad un percorso privilegiato” (cioè per urgenze e priorità standard) con un “bollino verde” come in Lombardia. Il piano propone che gli esami diagnostici ed i trattamenti di pazienti con diagnosi accertata di patologia oncologica o con “fondato sospetto” abbiano “accoglienza prioritaria rispetto alle altre patologie”. I pazienti sono classificati in quattro tipologie, per “priorità diagnostiche urgenti”, per “priorità diagnostica per un’adeguata programmazione terapeutica”, per “follow up di pazienti già trattati”, per screening. Per quanto riguarda le liste di attesa terapeutiche il documento riconosce che il problema del loro abbattimento non sarà facilmente risolvibile in tempi brevi. Sono comunque fissati i tempi massimi sia per le priorità urgenti (3 giorni), le priorità terapeutiche standard (15 giorni) e per la priorità terapeutica bassa (30 giorni).

Da “Asi” n. 13, del 26 marzo 2009
Rapporto sullo stato di salute nell’Unione Europea.
Secondo il rapporto in un decennio (1995-2005) l’aspettativa di vita è aumentata di tre anni per gli uomini, che ora possono sperare di raggiungere i 75 anni e mezzo e per le donne, che hanno raggiunto gli 81,6 anni. Solo il Giappone ha un’aspettativa di vita più lunga, con 78,5 anni per gli uomini e 85,5 anni per le donne. L’Italia è nel gruppo dei Paesi con un’aspettativa di vita femminile maggiore, assieme alla Svezia, alla Francia e alla Finlandia e per l’aspettativa di vita maschile, con Svezia ed Olanda. A determinare il significativo aumento dell’aspettativa di vita sono stati principalmente l’efficace controllo delle malattie infettive e la riduzione della mortalità associata alle malattie cardiovascolari e respiratorie, sin dagli anni ‘70 e della maggior parte dei tipi di cancro (eccetto il cancro al polmone) sin dagli anni ‘90. Tuttavia, circa un quinto dell’aspettativa di vita alla nascita sarà vissuta con qualche tipo di limitazione di attività, a causa di malattie croniche e disabilità.

Da “Asi” n. 14, del 2 aprile 009
Indagine del Ministero del Welfare sulla legge 40/2004
Nella relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 40 sulla procreazione assistita si evidenzia in particolare l’aumento del numero delle coppie che hanno avuto accesso alle tecniche (passate da 43.024 nel 2005 a 55.437 nel 2007), il numero quasi raddoppiato dei nati vivi (da 4.940 nel 2005 a 9.137 nel 2007) ed i tassi notevolmente bassi di complicanze da iperstimolazione ovarica. I dati raccolti indicano quindi un trend costante di aumento nell’accesso alle tecniche Pma e della loro efficacia. I parti gemellari sono stabili rispetto allo scorso anno e si attestano intorno ai valori della media europea, mentre i trigemini la superano, con una media nazionale del 2,7%. I valori in questo caso variano da zero al 13,3%, evidenziando una variabilità dovuta alle forti differenze nei criteri seguiti e nelle procedure adottate dagli operatori nei diversi centri. La % dei nati vivi con malformazioni è dell’1,1% con tecniche di II e III livello e dello 0,5% con tecniche del I livello, a fronte dello 0,4% della popolazione generale. Anche nel 2007 vi è stato un ulteriore incremento dell’età delle donne che accedono alle tecniche di Pma, che si riflette negativamente sui risultati: l’età media delle pazienti passa da 35,4 anni del 2005 a 36 anni del 2007, al disopra della media europea, pari a 33,8 anni; il 25,3% dei cicli è effettuato da pazienti con età superiore ai 40 anni.

Dalle agenzie di stampa regionali.
Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 29 giugno 2009
Sanità, inaugurato da Formigoni nuovo “Monteggia”.
Otto piani di cui due interrati, un Punto Informazioni situato nell’ampio atrio per indirizzare pazienti e visitatori, sale operatorie ad altissima tecnologia, spazi per la didattica, cento posti letto per le degenze. Si presenta così il Padiglione Monteggia del Policlinico di Milano, che ospita il Dipartimento di neuroscienze e organi di senso. La struttura è stata completamente ricostruita e ampliata e da oggi riprende la sua completa attività. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il vice ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali, Ferruccio Fazio, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà e il presidente della Fondazione, Carlo Tognoli. Presente anche l’assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani. Il presidente Formigoni ha sottolineato che il Monteggia è una struttura a misura d’uomo in cui i pazienti possono realmente sentirsi a casa propria, accolti e accuditi, anche per l’armonia di forme e il colore utilizzato per le superfici: “la bellezza - ha detto - non è mai un esercizio formale ma al contrario un segno di rispetto nei confronti del paziente che, entrando in un luogo bello come questo, si sente accolto un po’ come capitava nell’antica Ca’ Granda”. Gusto estetico e ritorno ai canoni architettonici del passato si coniugano con l’innovazione tecnologica delle cinque nuove sale operatorie informatizzate e la neuroradiologia, la cui alta qualità colloca il Monteggia tra i primi 5 centri al mondo dotati di strutture così avanzate. Il personale sanitario può operare con l’ausilio di sistemi di neuronavigazione che permettono di visualizzare immagini su scala infinitesimale del cervello che, fino a qualche tempo, erano davvero impensabili. Formigoni, dopo aver ricordato che 9 anni fa venne siglato l’Accordo di Programma per la riqualificazione dell’area Policlinico - Mangiagalli con stanziamenti per quasi 180 milioni di euro, ha aggiunto di essersi battuto con convinzione per la costituzione della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena “per valorizzare questo gioiello della sanità lombarda e farne un esempio di eccellenza assoluta”. “La Fondazione - ha continuato il presidente Formigoni - è una grande scuola di assistenza sul territorio lombardo: è armonicamente inserita in una rete di servizi territoriali e di intensa attività portata avanti dal mondo dell’associazionismo e non rappresenta una cittadella isolata rispetto al sistema socio-assistenziale lombardo: a monte e a valle del ricovero al Monteggia e al Policlinico ci sono tanti e diversi livelli di presa in cura”. A questo proposito Formigoni ha ricordato che in Lombardia la spesa ospedaliera assorbe il 44,6% delle risorse (contro la media nazionale del 46,3%), investendo molto di più per l’assistenza territoriale, il 55,4% contro il 53,7% a livello nazionale. Oltre all’assistenza, la Fondazione si è dimostrata anche una grande scuola della ricerca scientifica, qualificandosi come il primo ente per numero di brevetti e per produttività scientifica, e una scuola di formazione con molti corsi di laurea e scuole di specializzazione in medicina e chirurgia. Il modello lombardo è stato apprezzato dal vice ministro Fazio che, nel suo intervento, ha annunciato di voler “esportare in tutta Italia l’esperienza lombarda”, disegnando uno scenario in cui Università e ospedali collaborano svolgendo insieme attività scientifica e didattica.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 30 giugno 2009
Ospedali rosa, 21 strutture premiate su 93.
Sui 93 ospedali che in tutta Italia hanno ottenuto il “bollino rosa” perché hanno mostrato un particolare impegno sul fronte femminile, ben 21 sono le strutture lombarde. Questo dato colloca la nostra regione ai vertici di questa particolare classifica. E’ quanto risulta dal Rapporto Ospedale Donna 2009, elaborato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (O.N.Da), sulle strutture ospedaliere che garantiscono un particolare impegno sul fronte femminile. Sono ospedali che hanno il merito sia di dedicarsi allo studio e alla cura delle patologie femminili sia di affidare alla gestione e alla direzione femminile settori crescenti di attività. La graduatoria è stata elaborata assegnando a ciascuna strutture un numero di “bollini rosa”, che variano dall’1 al 3 a seconda dei requisiti posseduti. Per ottenere almeno un bollino gli ospedali devono avere la presenza di unità operative (da 1 a 3) che curano patologie femminili specifiche, oltre che l’applicazione dei LEA con particolare riferimento all’appropriatezza delle prestazioni e l’accreditamento e la certificazione per i requisita alberghieri e strutturali. Per due bollini è necessario in più che nel comitato etico ci siano almeno tre componenti femminili, che ci siano donne in posizioni apicali, che il personale infermieristico sia prevalentemente femminile e le caratteristiche strutturali e i servizi siano a misura di donna e a caratteristiche multietniche. Per i tre bollini, ci devo essere, oltre ai requisiti dei primi due, anche pubblicazioni scientifiche su patologie femminili, l’applicazione della normativa vigente sull’ospedale senza dolore, il controllo del dolore nel parto e analgesia ostetrica. Qui di seguito l’elenco degli ospedali lombardi. Tre bollini (3 ospedali). Milano: Istituto Clinico Humanitas (Rozzano), Ospedale San Paolo, Cremona: A.O. Ospedale Maggiore di Crema. Due bollini (12 ospedali). Milano: Irccs Multimedica (Sesto San Giovanni), Bergamo: Ospedale Pesanti Fenaroli (Alzano Lombardo), Brescia: Fondazione Poliambulanza, A.O. Mellino Mellini (Chiari), S. Orsola Fatebenfratelli, P.O. Di Manerbio. Lodi: A.O. Provincia di Lodi (Cotogno). Monza: P.O. di Vimercate, P.O. di Desio. Pavia: Istituto Neurologico C. Mondino (Pavia). Varese: Humanitas Mater Domini (Castellanza). Un bollino (6 ospedali). Brescia: A.O. Desenzano, Presidio di Gavardo, Presidio di Desenzano, Como: Ospedale Sacra Famiglia Fatebenfratelli (Erba). Monza: Istituti Clinici Zucchi (Monza), P.O. Di Seregno. Sondrio: A.O. della Valtellina e della Valchiavenna, Presidio di Sondalo.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 1° luglio 2009
Sciopero medici. Regione: agitazione pretestuosa.
Lo sciopero dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta di Milano, in programma ieri e oggi, è fondato su “motivazioni pretestuose che poco o nulla hanno a che fare con il vero interesse dei cittadini”. Regione Lombardia conferma e ribadisce quanto già scritto in una Nota diramata ieri, in relazione all’agitazione proclamata dai sindacati per la città di Milano e cioè che “la sperimentazione avviata dalla Asl di Milano nel 2008, di cui i medici chiedono il rinnovo, non ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissata: non è servita affatto a decongestionare i pronto soccorso, ha fatto aumentare inutilmente la spesa farmaceutica e non serve per i pazienti cronici, perché la Regione ha già provveduto. Gli accessi nella città di Milano sono stati 650.000 con un totale di prestazioni erogate pari a 3,2 milioni. Nello stesso periodo gli accessi agli ambulatori dei medici sono stati 18.000, cioè pari al 2,77% degli accessi al pronto soccorso. Di questi 18.000, il 30% si è poi recato, su indicazione dei medici stessi, in pronto soccorso rendendo di fatto inferiore al 2% (l’1,93% per la precisione) il ricorso agli ambulatori rispetto a quello riferito al pronto soccorso. In più, la sperimentazione non ha inciso positivamente sulla spesa farmaceutica. Sia il numero di ricette che il costo per singola ricetta sono maggiori a Milano rispetto alla media regionale. Le vaccinazioni – in particolare - costerebbero di più rispetto a quelle somministrate normalmente, contraddicendo il principio di omogeneità di trattamento su tutto il territorio regionale e, ancor più grave, avvallando l’uso improprio delle risorse pubbliche. Va poi sottolineato che è stata già raggiunta l’intesa con i sindacati regionali dei medici di medicina generale sulle aperture nei weekend e sulla relativa remunerazione, così come è stata firmata anche una pre-intesa con le sigle sindacali regionali dei pediatri che invece non hanno voluto l’apertura al sabato perché non la ritengono necessaria. Regione Lombardia sta dalla parte dei cittadini per garantire loro un servizio efficiente e sostenibile e non dalla parte di alcuni medici che difendono solo i propri interessi”.

Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale lombardo.
E’ uscito il n. 62 del 26 giugno 2009.
Sanità: si ridefiniscono i rapporti tra Regione e Università.
Il progetto di legge che disciplina i rapporti tra la Regione e le Università della Lombardia con facoltà di medicina e chirurgia per lo svolgimento di attività assistenziali, formative e di ricerca, sostituirà quanto di pertinenza dello Stato prima della modifica del Titolo V della Costituzione. In esso saranno contenute le norme che, attraverso un protocollo regionale e successive convenzioni, governeranno le relazioni tra Regione, Università e Aziende Ospedaliere. Secondo il PD le difficoltà derivanti da una diversa condizione di partenza delle figure professionali che vi operano comporterà che siano opportunamente ponderati gli strumenti di regolazione e valutazione dei livelli di interazione. Ardemia Oriani e Maria Grazia Fabrizio hanno ribadito in Commissione, e lo faranno anche in Aula, che “bisogna ridefinire i modelli di interazione tra attività assistenziali, di formazione e di ricerca, per superare le difficoltà che oggi si riscontrano all’interno delle strutture sanitarie. Vanno definite forme di collaborazione interna, parametri di orario e condizione retributiva per i ricercatori e per il personale sanitario, va resa più razionale l’intera filiera professionale. L’occasione non va sprecata, anzi l’azione legislativa dovrà coinvolgere anche le strutture universitarie e ospedaliere private dentro un percorso comune di buon funzionamento dell’insieme del sistema sanitario. Come PD - hanno concluso le consigliere - condividiamo, in particolare, che questa legge contenga la clausola valutativa, determinante per verificare il funzionamento della legge stessa e per assicurare al Consiglio Regionale tutte le informazioni necessarie inerenti i livelli di ricerca, formazione e assistenza esistenti nelle strutture sanitarie della nostra regione”.

Dalle Agenzie di stampa nazionali.
Dalla Cgil nazionale – Dipartimento Welfare
17/6/2009 - Comunicato. Regioni: richiesta incontro Berlusconi conferma preoccupazione per

Dalla Newsletter di “Governo italiano.it”, n. 25 del 30 giugno 2009
Lotta a “Cocaina e minori” nella giornata mondiale contro la droga.
Informazione e comunicazione mediatiche coerenti, implementazione del ruolo della famiglia, impiego di strumenti multimediali, diagnosi precoce e supporto alle famiglie, programmi di allerta precoce per la responsabilizzazione dei genitori, servizi dedicati ai minori, applicazione delle leggi contro la promozione e la pubblicizzazione dell’uso di droghe, controlli antidroga e antialcol sui guidatori minorenni, coinvolgimento del mondo dello spettacolo. Sono alcune delle Linee d’indirizzo per le attività di prevenzione e l’identificazione precoce dell’uso di sostanze contenute nel documento “Cocaina e minori” presentato dal sottosegretario Giovanardi, in occasione della “Giornata mondiale contro la droga e i traffici illeciti” indetta annualmente dall’Ufficio contro la Droga e il Crimine delle Nazioni Unite (UNODC) il 26 giugno 2009. Scarica i documenti:
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/giornata_droga_2009/

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1398 del 30 giugno 2009.
Droga: relazione 2008 al Parlamento Aumentano i tossicodipendenti.
Nel 2008 sono aumentati di 70mila unità i tossicodipendenti. La tendenza è quindi di una espansione del fenomeno. Aumentano i consumatori di droga e aumenta anche il numero di chi ha bisogno di cure, ma circa la metà non cerca servizi per curarsi. E rispetto al 2007 i tossicodipendenti da eroina, che erano diminuiti, sono di nuovo in crescita. Tutto ciò emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2008. Secondo le stime sono circa 385.000 i consumatori problematici di droga e in un anno sono aumentati di 70mila unità. Di questi 210 mila usano eroina, spesso vaporizzata, e 172 mila la cocaina, le droghe meno care e quindi più accessibili. Il 2,7% degli studenti delle superiori consuma hashish tutti i giorni. Forte aumento dei minori che vanno in carcere per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti: in un anno, dal 2007 al 2008, sono aumentati del 38%. La cannabis e’ diventata una droga ‘‘trasversale’’, non viene cioè quasi più consumata da sola ma è spesso associata sia ad altre sostanze stupefacenti come eroina e cocaina, sia all’alcol: il 12,7% di chi consuma marijuana o hashish usa anche cocaina e il 3,1% associa eroina. Percentuali che collocano l’Italia al di sopra della media europea, e la tendenza risulta in aumento rispetto agli anni passati. La maggiore prevalenza di consumatori di marijuana e hashish si riscontra nella fascia di età 15-24 anni, con una forte presenza femminile. Per quanto riguarda le altre sostanze, i consumatori di eroina con uso frequente (10 o più volte in 30 giorni) sono lo 0,1% della popolazione generale (15-64 anni). Oltre a un trend in aumento del consumo di questa sostanza, si osserva un incremento anche dell’uso occasionale. Ma quello che più colpisce, è che la fascia più consistente che ha usato eroina una o più volte in 12 mesi è quella giovanile, dai 15 ai 24 anni. Quanto alla cocaina, lo 0,72% della popolazione esaminata ha dichiarato di averla usata negli ultimi 30 giorni, un dato piu’ alto della media europea. E le femmine che consumano cocaina sono piu’ numerose di quelle che fanno uso di eroina. L’andamento mostra un costante aumento del consumo dal 2001 e la maggiore prevalenza tra i consumatori si riscontra nella fascia 15-34 anni. Le tendenze del consumo segnalano in generale una diminuzione dell’eroina e della cocaina nei giovani under 19, a fronte di un aumento del consumo di cannabis. Sopra i 20 anni, si segnala un aumento di tutte e tre le sostanze. Il 2,7% degli studenti delle scuole secondarie (15-19 anni) consuma hashish tutti i giorni, mentre lo 0,5% afferma di usare spesso cocaina e lo 0,3% eroina. Quest’ultima pero’, sempre piu’ spesso, invece che iniettata viene vaporizzata. Tra gli studenti, come nella popolazione generale, c’e’ una forte tendenza al policonsumo, e in particolare l’associazione di droga ad alcol e tabacco. Meno del 45% dei consumatori problematici di droga e’ in trattamento presso un Servizio di cura delle dipendenze. In sostanza, piu’ della meta’ dei tossicodipendenti non si cura, almeno non si rivolge a un servizio, pubblico o del privato sociale riconosciuto. Su un totale di consumatori problematici, cioe’ bisognosi di cure, di circa 385 mila persone, circa 175 mila sono in trattamento, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (172 mila circa) quando pero’ i tossicodipendenti erano 318 mila. In particolare, i dipendenti da oppiacei (eroina) si stimano in circa 210 mila persone, a fronte di circa 123.800 in cura, cioe’ il 59%. Il consumo problematico di cocaina, invece, riguarda circa 172 mila persone, a fronte di 27.900 soggetti in trattamento (16,2%). Le sostanze maggiormente usate dalle persone in trattamento nei Sert (servizi pubblici per le tossicodipendenze) sono l’eroina, la cocaina e la cannabis. Si registra una tendenza alla stabilizzazione dell’uso di eroina e un aumento di quello della cocaina. Le regioni con piu’ eroinomani in trattamento sono Umbria, Trentino Alto Adige, Basilicata e Calabria; quelle con piu’ cocainomani in cura sono Lombardia, Molise e Sicilia. Per la cannabis Veneto, Friuli Venezia Giulia e Puglia. E’ lunga la durata del periodo che intercorre tra l’inizio del consumo di droga e il momento in cui accedono ai servizi per chiedere aiuto: per l’eroina si arriva a 14 anni, per la cocaina a 12 e per la cannabis a 8 anni. Si inverte la tendenza all’aumento delle morti per overdose: se nel 2007 i decessi erano stati 589, in rialzo del 6% rispetto all’anno precedente, nel 2008 sono stati 502, cioe’ il 14,7% in meno. L’eroina continua a essere la prima sostanza responsabile delle morti per overdose, la seconda e’ la cocaina. Diversa l’eta’ media delle vittime: per l’eroina e’ 35 anni, per la cocaina 32. Ma le morti per overdose da cocaina sono in aumento. La tendenza dei decessi per overdose negli ultimi 10 anni vede un aumento al Centro-Sud e una diminuzione al Nord. L’Umbria risulta essere la regione piu’ critica, con un tasso medio di mortalita’ per droga tre volte superiore a quello nazionale. Per la prevenzione delle emergenze correlate alla droga e la riduzione dei decessi per overdose, sono stati spesi nel 2008 dalle Regioni e dalle Province autonome oltre 4 milioni di euro.
Relazione_2007.pdf

Rapporto_droga_ue_2007.pdf

Regioni.it n. 1400 del 2 luglio 2009.
Fondo sociale: zero euro. Valdegamberi: nel 2010 il fondo sarà azzerato.
Zero euro per il sociale, ha denunciato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: “chiediamo al Governo risposte per lo sblocco delle risorse relative al fondo sociale”, ha sottolineato, e “per il fondo per la non autosufficienza dal 2010’’. L’Assessore del Veneto alle politiche sociali Stefano Valdegamberi ha ribadito gli aspetti legati all’assenza di risorse per il fondo sociale nel corso della Conferenza delle Regioni del 2 luglio: “l’obiettivo è di ristabilire un rapporto reale tra Governo e Regioni”. I punti messi in evidenza dalle Regioni “e assolutamente rilevanti per i cittadini” sono stati, tra i tanti, quelli relativi al Patto della Salute (con in evidenza il costo delle visite fiscali, addossato alle Regioni gli 800 milioni di euro che il Governo ha riservato a sue iniziative mentre le Regioni proponevano di impegnarli sulla spesa farmaceutica ospedaliera in aumento costante per l’uso dei farmaci innovativi), ai Fondi per le politiche sociali e la non autosufficienza. L’Assessore Valdegamberi, anche in qualità di coordinatore della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni, ha dichiarato che ‘‘si sta vivendo un grande paradosso nel nostro Paese: il processo del federalismo fiscale si sta involvendo in direzione neocentralista, il che contraddice le leggi proposte e le tante dichiarazioni fatte’’. Per quanto riguarda le politiche sociali l’Assessore del Veneto ha evidenziato ‘‘che mentre i finanziamenti complessivi alle Regioni nel 2008 erano di oltre 2 miliardi di euro (al Veneto sono stati assegnati oltre 72 milioni di euro suddivisi tra queste voci principali: fondo regionale politiche sociali 47 milioni di euro, politiche giovanili 4,3 milioni di euro,7 milioni di euro per le politiche a favore delle famiglie, 13,6 milioni di euro per il potenziamento degli asili nido), nel 2010 si passerà a 600 milioni di euro con una decurtazione di due terzi dei finanziamenti stessi”. L’assessore veneto ha ricordato che con questi tagli potrebbero essere messi in seria difficoltà tanti servizi sociali tra cui tutti gli interventi a favore dell’assistenza domiciliare (assegni di cura, fondi per le famiglie), i fondi per i progetti di affido familiare, l’area tutela dei minori (in particolare quelli ospitati negli istituti protetti), i progetti relativi all’autonomia e all’assistenza domiciliare delle persone disabili. Inoltre Valdegamberi ha informato i responsabili delle Regioni “delle mancate risposte da parte dei Ministri competenti alle ripetute richieste d’incontro per chiarire la situazione della parte finanziaria”. Sul fondo per la non autosufficienza Valdegamberi ha sottolineato che “nel 2010 il fondo sarà azzerato (erano 400 milioni di euro assegnati a livello nazionale di cui, al Veneto 21 milioni di euro nel 2008, e ancora da erogare, 30 milioni di euro nel 2009, 0 euro nel 2010) Invece è un fondo che dovrebbe essere non solo rifinanziato, ma aumentato - ha sostenuto Valdegamberi - perchè la non autosufficienza è in aumento esponenziale in tutto il Paese e, se le risorse, come ha fatto il Veneto, fossero indirizzate alla domiciliarità e alle famiglie, rappresenterebbero un rilevante risparmio per lo Stato che invece azzerando il fondo vedrà inevitabilmente aumentare molto la spesa sanitaria”. Infine l’assessore ha parlato anche del patto di stabilità che “pone vincoli rigidi alle spese per le politiche sociali”, ha chiesto una deroga, già a suo tempo richiesta dal Presidente Galan al Ministro Sacconi, “per disancorare dal patto i servizi sociali essenziali per i cittadini”.

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 29.6.2009. Il gioco riduce il rischio di disabilità negli anziani. 28 giugno: Giornata Nazionale per la Prevenzione e cura dell’incontinenza. Gli italiani sono più di 60 milioni. Anziani fragili: costruire i Livelli Essenziali di Assistenza.

Gli italiani sono più di 60 milioni. (Centro Maderna)
Al 31 dicembre 2008 la popolazione italiana risulta pari a 60.045.068 unità, mentre alla stessa data del 2007 ammontava a 59.619.290. Nel 2008 si è registrato un incremento della popolazione residente di 425.778 unità, pari allo 0,7%, dovuto completamente alle migrazioni dall’estero. Complessivamente la variazione di popolazione è stata determinata dalla somma delle seguenti voci di bilancio: il saldo del movimento naturale pari a -8.467 unità, il saldo del movimento migratorio con l’estero pari a +453.765, un incremento dovuto al movimento per altri motivi e al saldo interno pari a -19.520 unità. Le persone con più di 60 anni, alla stessa data, sono 15.369.540, pari al 25,59% del totale della popolazione; quelle con più di 65 anni sono 11.945.986, pari al 19,89% del totale della popolazione. I dati relativi alla popolazione residente in Italia risultano dalle registrazioni nelle anagrafi negli 8.101 comuni al 31 dicembre 2008; i dati per ciascun comune sono da oggi disponibili sul sito web http://demo.istat.it, alla voce “Bilancio demografico”.

Anziani fragili: costruire i Livelli Essenziali di Assistenza (Centro Maderna)
Questo volume presenta gli esiti di una ricerca-azione svolta in collaborazione con il Settore Politiche Sociali della Provincia di Cremona, per la definizione di un sistema locale di livelli di assistenza per la non autosufficienza in età anziana. Se ne ripercorre l’impianto e se ne illustrano gli esiti nel tentativo di dare conto di un percorso complesso che ha avuto l’obiettivo di costruire uno specifico spazio pubblico di confronto sul tema dei livelli essenziali a scala locale, declinandone gli aspetti cruciali e indicando delle strumentazioni utili per l’azione progettuale in questa direzione.
Costa Giuliana, “Prove di welfare locale. La costruzione di livelli essenziali di assistenza in provincia di Cremona”, Franco Angeli, Milano, 2009, pp. 144, € 15,00

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro è uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 301 di EpiCentro. Nuova influenza A/H1N1. Al 25 giugno, in Italia sono 102 i casi di nuova influenza A/H1N1. Dal notiziario del 25 giugno: gli aggiornamenti dalla letteratura scientifica, le diapositive Ecdc sull’evoluzione della pandemia, i risultati del sistema di sorveglianza sindromica a Genova, la situazione epidemiologica in Italia e nel mondo. L’Oms ha dichiarato il passaggio alla fase 6 dell’allerta pandemica. Consulta i dati aggiornati dell’Oms e vai sui siti di ministero della Salute, Oms, Ecdc e Cdc. Guadagnare Salute a Napoli. “Guadagnare Salute: i progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia”: aggiornate le sezioni su convegno e razionale. Focus sulla comunicazione. On line il modulo per aderire a “Città della salute”. Tossinfezioni alimentari. Per colmare le lacune nell’ambito della sorveglianza delle malattie legate agli alimenti, l’Oms pubblica le linee guida per l’indagine e il controllo delle epidemie legate alle tossinfezioni alimentari. Salute e viaggi. Per favorire la prevenzione dei rischi sanitari legati ai viaggi, l’Oms pubblica International Travel and Health 2009. Destinatari: medici, agenzie di viaggio e compagnie di trasporto. Rabbia: il punto dell’Ecdc. On line il rapporto Ecdc relativo alla consultazione di esperti sulla rabbia tenutosi a Stoccolma il 15 gennaio 2009. Tra gli obiettivi della meeting, un’analisi della situazione epidemiologica della rabbia in Europa.
Sul numero 302 di EpiCentro. Nuova influenza A/H1N1. Al 2 luglio, in Italia sono 130 i casi di nuova influenza A/H1N1. Dal notiziario del 2 luglio: la valutazione Ecdc del ceppo di A/H1N1 resistente all’oseltamivir isolato in Danimarca, il primo decesso in Spagna, la dichiarazione di emergenza sanitaria a Buenos Aires, i risultati del sistema di sorveglianza sindromica a Genova. L’Oms ha dichiarato il passaggio alla fase 6 dell’allerta pandemia. Vaccinazione Anti-Hpv nelle Regioni. Un nuovo documento, a cura del Cnesps-Iss e del Cip, fa il punto sulla vaccinazione anti-Hpv (Papilloma virus) e sullo stato di avanzamento dei programmi vaccinali nelle Regioni e Province autonome a fine 2008. Sistema di sorveglianza Passi. Ecco il numero 14 della newsletter Passi-one: riflettori puntati sul convegno di Napoli. Il Piemonte propone un focus sui dati 2007-2008 relativi ai giovani tra 18 e 24 anni di età (pdf 175 kb).
Lo stato di avanzamento dei programmi vaccinali nelle Regioni.
Tutte le Regioni hanno iniziato la campagna per la vaccinazione anti-Hpv entro la fine del 2008. Basilicata e Valle d’Aosta hanno avviato la campagna nel 2007, 10 Regioni/P.A. nel corso della prima metà del 2008 e 9 tra settembre e novembre del 2008. Tutte le Regioni e P.A. prevedono l’offerta attiva e gratuita per le dodicenni (coorte di nascita del 1997, nel 2008), per cui il vaccino è stato inserito nella fascia H del prontuario farmaceutico nazionale. Valle D’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Toscana offrono il vaccino gratuitamente e attivamente anche a una seconda coorte di età, compresa tra il 15° e 16° anno. La Basilicata lo offre gratuitamente e attivamente per le coorti delle 12enni, 15enni, 18enni e 25enni. 
 

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