Block Notes n. 27, novembre 2009


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Relazione al Parlamento sulla L. 194
Piano nazionale della prevenzione
Aumentano del 23% le domande per le lauree in Medicina
Presentato il 2° Libro Bianco di Onda. Donne, la salute punta a Nord
Europei pro cure pubbliche
Il podio del Ssn per Toscana, Veneto ed Emilia Romagna
Relazione della Corte dei Conti. L’83,4% della spesa 2008 delle Regioni è per il Ssn
Relazione della Corte dei Conti. Edilizia e rinnovo tecnologico

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Edilizia sanitaria, 272 milioni per 7 interventi. Firmata l'intesa con il governo

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Torna il Ministero della Salute (?)”
CGIL d’accordo con Tremonti: non è possibile tagliare la Sanità
Il nuovo patto per la Salute
Istat. Annuario statistico 2009. I dati su salute, scuola e lavoro
Patto Salute: Governo e Regioni lavorano ad Intesa
Sanità: protocollo d'intesa con la Sicilia
La Giornata mondiale per la lotta all’Aids 2009

Dalla stampa di settore
Avviso: dal 2 luglio 2009, con il n. 27, è stata sospesa la pubblicazione della rivista Asi.
Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 30-31, del 4-24 agosto 2009
Relazione al Parlamento sulla L. 194. Aborti ancora in calo,ma gli obiettori sono il 70%.
La legge 194 funziona. Dalla Relazione del ministro al Parlamento sui dati definitivi del 2007 e provvisori del 2008 risulta che continua a calare il numero delle Interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg): nel 2008 sono state 121.406, con una diminuzione del 4,1% sul 2007 (erano 126.562) e addirittura del 48,3% rispetto al picco del 1982. Tutti gli indici, anche quello relativo alle minorenni, sono in calo, salvo quello delle immigrate: continua a salire il numero delle Ivg effettuate da donne straniere, che si è attestato sul 32,2% del totale nel 2007 (era il 31,6% nel 2006). Continua ad aumentare però il numero dei ginecologi obiettori di coscienza, che sono ormai il 70,5% (nel 2005 erano il 58,7% e nel 2006 il 69,2%). Aumentano gli obiettori anche fra gli anestesisti, che passano dal 45,7% al 52,3% e nell’ambito del personale non medico (che passa dal 38,6% al 40,9%). Permangono le differenziazioni regionali: l’obiezione tra i ginecologi supera l’80% nel Lazio (85,6%), in Basilicata (84,1%), Campania (83,9%), Sicilia (83,5%) e Molise. Ma secondo il sottosegretario Roccella l’obiezione non avrebbe una diretta incidenza nel ricorso all’aborto, dato che in media i tempi di attesa tra certificazione e intervento sono diminuiti; oltre la metà delle donne che abortiscono (58%) lo fanno entro 14 giorni dal rilascio del certificato.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 32-33 del 25 agosto - 14 settembre 2009
Piano nazionale della prevenzione. Prevenzione su tre livelli: dagli stili di vita ai cronici.
Screening, vaccinazioni, stili di vita corretti, medicina preventiva e predittiva e molto altro, per raggiungere tutta la popolazione ed in particolare le categorie a rischio di patologie cardiovascolari o tumori: sono i contenuti del Piano nazionale per la prevenzione (Pnp) 2010-2012, che è stato definito dal Coordinamento interregionale della prevenzione e dovrà essere ora approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Il nuovo Piano, messo a punto insieme alle Regioni, punta su tre livelli di prevenzione: primaria per tutti, secondaria per le fasce a rischio e terziaria contro il riacutizzarsi delle malattie croniche. Per la prima volta la persona sarà al centro degli interventi di prevenzione, mentre per ognuno degli “obiettivi generali di salute” sono previste “linee di supporto” e di “intervento”. I contenuti del Pnp dovranno entrare nel nuovo Piano sanitario nazionale. A disposizione ci saranno almeno 240 milioni all’anno, le stesse risorse previste per il vecchio Pnp 2005-08, prorogato fino al 2009. Il Piano punta su tre livelli di prevenzione. Il 1° livello è di tipo universale, rivolto a tutti i cittadini e riguarda: l’area della sicurezza, la prevenzione delle esposizioni agli agenti chimici, fisici e biologici, la prevenzione di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari. Il 2° livello riguarda fasce stratificate di cittadini considerati a rischio, per i quali bisogna favorire test di diagnosi precoce per alcune patologie come i tumori, la malattie cardiovascolari, il diabete, la malattie respiratorie croniche, la malattie osteo-articolari, la patologie orali, ma anche i disturbi psichiatrici, le malattie neurologiche, la cecità e l’ipovisione, l’ipoacusia e la sordità. Il terzo livello è quello relativo alla prevenzione della disabilità e delle complicanze di malattie, in particolare croniche, che colpiscono oggi il 35% degli over 65.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 34, del 15-21 settembre 2009
Aumentano del 23% le domande per le lauree in Medicina, Odontoiatria e nelle professioni.
Oltre 201mila domande per sostenere i test di ammissione a Medicina, Odontoiatria e alle 22 professioni sanitarie, circa 32mila in più rispetto alle 169mila dello scorso anno. (+23%). La maggioranza, 110mila, riguardano le 22 lauree delle professioni sanitarie (infermieri, fisioterapisti, tecnici sanitari, ecc…): 18mila in più delle 89mila dello scorso anno (+20%), con un rapporto domande su posti (D/P) che sale da 3,4 a 4,1. L’aumento riguarda anche Medicina e Chirurgia con circa 11mila domande in più, che passano da 60mila a 71mila (+18%) e relativo aumento del rapporto D/P da 7,8 a 8,8. Più basso quello di Odontoiatria (+6%), con 1.100 domande in più (da 19mila a 20mila). Tra le professioni sanitarie spicca l’aumento del 30% delle domande per infermiere, con un incremento di circa 8.500 (da 30 a oltre 38mila) e relativo aumento del rapporto D/P da 2,2 a 2,6. L’aumento riguarda in particolare le Università del Nord, con un +39% medio; rilevante l’aumento di Milano Statale con +43%, ma anche di Trieste (+59%), Ferrara (+55%), Parma (+53%) e Padova (+44%). Al Sud l’aumento è del 25%, con oltre 12mila domande insoddisfatte, che al Nord sono invece 6mila. In Lombardia è nota la carenza di posti; a fronte di una richiesta media di 3.300 da parte della Regione e dell’Ipasvi, i posti messi a bando sono solo 1.800. Da più parti a livello nazionale si chiede un sensibile aumento, che permetta di passare dai 14.944 posti attuali messi a bando a 17mila. Pesa negativamente nella soluzione del problema l’insufficiente disponibilità delle Aziende sanitarie ad accogliere un maggior numero di studenti per le attività di tirocinio.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 35, del 22-28 settembre 2009
Presentato il 2° Libro Bianco di Onda. Donne, la salute punta a Nord.
Il divario che divide l’Italia riguarda anche la salute delle donne, che al Sud scontano la conseguenza di condizioni socio-economiche più svantaggiate e di una scarsa informazione, hanno più chili di troppo, si ammalano più spesso di diabete, abbandonano più facilmente la dieta mediterranea e fanno meno attività fisica. Il dualismo al femminile emerge dal secondo Libro Bianco dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), che analizza lo stato di salute delle donne nelle regioni italiane. Mediamente è abbastanza buono, preoccupano però le tendenze: l’aumento del consumo dei farmaci anti-depressivi, di alcol e fumo, che potrebbe portare per la prima volta questa generazione a vivere meno della precedente. Già nel 2007 si era registrata una prima leggerissima discesa nell’aspettativa di vita alla nascita: 83,8 anni contro 83,9 nel 2006 e la situazione potrebbe peggiorare. Rispetto alla prima edizione del 2007 che aveva denunciato la forbice Nord-Sud, si registra un acuirsi delle iniquità regionali. L’obesità femminile è massima in Molise (13,96%) ed in Campania (12,83%); il soprappeso lo è in Campania (35,1%) e Puglia (33,4%). Il diabete uccide di più le donne campane e siciliane (tasso di mortalità di 5,8 e 5,52 per 10.000). Solo per i tumori la distanza con il Nord si accorcia, ma il trend di incidenza è cresciuto notevolmente, tanto che si prevede il raggiungimento dei valori del Nord nel 2010. Grazie ai programmi di screening e l’accesso alle cure, però, a fronte di un aumento dell’incidenza, si registra una diminuzione della mortalità.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 36, del 29 settembre – 5 ottobre 2009
Europei pro cure pubbliche.
Le logiche del privato vanno bene per tutto, ma non per la salute: per il 70% degli europei possono determinare un aumento dei costi delle prestazioni e per il 67% metterebbe a rischio l’equità di accesso alle cure. Dicono no ai criteri della redditività applicata alla sanità il 73% dei francesi, il 66% degli svedesi, il 58% degli italiani, il 56% degli inglesi ed il 53% dei tedeschi. Solo i polacchi sarebbero disponibili a provare (71%), delusi come sono dal mancato decollo del loro sistema sanitario centralizzato e privi di una rete di medici di famiglia. Il dato, che documenta l’attaccamento degli europei ai propri sistemi sanitari e la grande preoccupazione per il futuro, sia in termini di qualità che di risorse disponibili, emerge dalla III edizione del Barometro Pan europeo sulla salute, realizzato dall’Istituto di ricerca internazionale Csa per conto del gruppo Europe Assistance. La ricerca, condotta nei mesi di giugno-luglio su un campione di 2.400 persone, mette a confronto il giudizio dei cittadini di 6 Paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia e Svezia) su: qualità delle cure, prevenzione, mobilità, nuove tecnologie e invecchiamento della popolazione. Questo il bilancio della ricerca: la necessità delle riforme è scontata, a patto che le cure sanitarie restino un bene collettivo irrinunciabile. Si fa strada l’idea di un contributo misto, ad integrazione delle sovvenzioni pubbliche, ma resta inalterato il contrasto tra il modello Bismark e Beveridge: Gran Bretagna (per il 42%) e Svezia (56%) preferiscono un aumento del prelievo fiscale obbligatorio, mentre Germania (47%), Francia (46%) e Polonia (51%) scelgono la polizza assicurativa. La preoccupazione degli europei sul futuro dei loro sistemi sanitari è reale: la minaccia della disparità nell’accesso alle cure è la seconda fonte di preoccupazione per polacchi, tedeschi, svedesi e francesi; i tempi lunghi di attesa invece preoccupano soprattutto i britannici, gli italiani ed i polacchi.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 37, del 6-12 ottobre 2009
Il podio del Ssn per Toscana, Veneto ed Emilia Romagna.
Le prime pagelle sull’offerta di servizi sanitari promuovono 12 Regioni, anche con la “lode”, come nel caso di Toscana, Veneto ed Emilia Romagna e assegnano l’insufficienza a nove Regioni, soprattutto del Sud, bocciando Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. La valutazione delle performance regionali è contenuta in un rapporto realizzato per il Ministero del Welfare dal Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha rielaborato i dati 2007 delle Regioni, sulla base di 37 indicatori. Obiettivo degli indicatori, che si riferiscono alle quattro dimensioni dei Lea (assistenza ospedaliera, distrettuale, farmaceutica e assistenza sanitaria collettiva e di prevenzione), è quello di fornire un quadro sulla struttura dell’offerta garantita ai cittadini da ciascuna Regione. Un metodo di ricerca che la Scuola aveva già sperimentato con successo in Toscana, dove ormai è a regime da due anni. Dalle valutazioni risulta che Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria, Umbria, Marche, Trento, Lombardia, Friuli, Valle d’Aosta, Bolzano meritano più voti positivi che negativi, anche se con qualche differenza.. Veneto e Toscana fanno l’en plein (29 voti positivi su 29 indicatori), bene l’Emilia R. (27), Piemonte, Liguria, Umbria, Marche (24) e le altre regioni del Centro Nord, salvo il Lazio. La Lombardia si colloca al nono posto, per alcuni voti negativi (pochi ricoveri in day surgery, troppi ricoveri per il diabete, poche vaccinazioni antinfluenzali, un costo pro-capite un po’ troppo elevato dei farmaci, un consumo eccessivo di farmaci, con una bassa incidenza di farmaci equivalenti), ma con alcune eccellenze: degenza media per i Drg chirurgici, peso medio dei Drg per ricoveri ordinari, indice basso di inappropriatezza e indice quasi inesistente di mobilità passiva. Sul versante opposto la Calabria, con solo tre indici positivi: un tasso di ospedalizzazione molto basso per polmonite, bassa degenza media per drg chirurgici e vaccinazione antinfluenzale. La lista dei bocciati comprende nove regioni: Calabria (26 insufficienze), Campania (24), Sicilia e Puglia (23), Molise (22), Lazio (19) e Sardegna (18).

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 38, del 13-19 ottobre 2009
Relazione della Corte dei Conti. L’83,4% della spesa 2008 delle Regioni è per il Ssn.
La spesa sanitaria nel 2008 ha assorbito l’83,4% della spesa corrente delle Regioni, registrando il 2% in più rispetto al 2006, fermandosi allo stesso livello del 2007. Il Lazio è la Regione che ha speso di più, con l’87,6% della spesa corrente, seguono l’Emilia Romagna (85,5%) e la Lombardia (85,1%), ma mentre Emilia R. e Lombardia registrano un calo di incidenza rispettivamente dell’1,2 e dello0,6%, nel Lazio vi è stato un aumento del 4,5%. Aumenti vi sono stati anche in Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise e Puglia. L’incidenza minore è in Basilicata (72,9%), Calabria ((75,7%) e Umbria (76,2%). Il Centro si colloca mediamente sull’84,9%, contro l’83,4% del Nord e l’81,5% del Sud. Dal Rapporto della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria delle Regioni nel biennio 2007-2008 emerge anche un deficit costante: nel 2007 il disavanzo è stato di 3,72 mld., nel 2008 di 3,37 mld. Nel 2008, sottolinea la Corte, sono bastate quattro Regioni per accumulare 2,95 mld. di deficit, quasi il 90% del totale: il Lazio con 1,6 mld., la Campania con 536 milioni, la Puglia con 414 mil. e la Sicilia con 331 mil. Al Centro-Sud interamente in disavanzo ha corrisposto un Centro Nord che, eccetto la Liguria, ha chiuso i conti in attivo o in pareggio. La Corte registra però anche il debito pesantissimo che Asl ed ospedali hanno accumulato tra crediti dei fornitori, mutui e debiti diversi: in tutto viene stimato in 49,2 mld., di cui 32,1 mld. nei confronti dei fornitori. La spesa corrente complessiva nel 2008 raggiunge i 107,6 mld., con un aumento nel periodo 2004-08 del 17,3%, anche se con percentuali decrescenti dal 7,2% del 2005 al 2,3% del 2008. A pesare di più sui risultati sono le voci di spesa per personale, beni e servizi e farmaceutica convenzionata. I costi del personale (35 mld. nel 2008) hanno il peso maggiore (32%) e crescono del 4% rispetto al 2007. I beni e servizi raggiungono i 31,9 mld. con un’incidenza del 29,6%. I costi della farmaceutica sono in genere in diminuzione, ma aumentano in Lombardia (+3% sul 2007), Friuli VG (7,6%), Marche (4,5%) e Piemonte (4,4%).

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 39, 20-26 ottobre 2009
Relazione della Corte dei Conti. Edilizia e rinnovo tecnologico: investimenti in frenata.
Solo per nove regioni (Bolzano, Trento, Friuli, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Basilicata) era arrivata a fine 2008 l’autorizzazione all’utilizzo del 100% dei finanziamenti richiesti per il programma pluriennale di edilizia sanitaria; tutte, tranne la Basilicata, regioni del Centro Nord. L’Emilia Romagna era al 96,9% dei finanziamenti autorizzati, la Sicilia all’89%, la Sardegna all’85%. Il resto delle Regioni sono nell’ordine di due terzi di risorse approvate, fino al livello più basso della Calabria con il 25%, dell’Abruzzo con il 38% e della Puglia con il 40%. Dei 23 mld. dedicati al programma pluriennale di investimenti sono ancora da spendere 6 mld., il 26,5%; la Corte rileva però che dal 1999 ad oggi vi è stato un aumento della quota di finanziamenti attivati rispetto agli accordi di programma sottoscritti. Il programma era stato avviato con la Finanziaria del 1988 (legge 67), con una previsione di spesa di 15,493 mld. destinati al riequilibrio territoriale delle strutture, alla ristrutturazione della rete ospedaliera ed al completamento della rete poliambulatoriale, con la realizzazione di 140.000 posti in Rsa. A questi si erano aggiunti altri importi, che avevano portato lo stanziamento complessivo a 23 mld. Nel 2008 il totale degli interventi regionali è salito da 1.610 a 1.694, con un incremento in Veneto (+29), in Lombardia (+24) ed in altre Regioni (Piemonte, Emilia R., Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna).

Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 26 novembre 2009
Edilizia sanitaria, 272 milioni per 7 interventi. Firmata l'intesa con il governo.
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha sottoscritto il 26 novembre a Roma con il viceministro della Salute, Ferruccio Fazio, il protocollo di intesa che permette di finanziare con 272 milioni di euro il nuovo piano di investimenti in edilizia sanitaria della Regione Lombardia, dopo l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni. Con questo nuovo piano di interventi Regione Lombardia finanzia la conclusione delle opere e il completamento del parco tecnologico per i nuovi ospedali di Niguarda (prima fase), Bergamo, Legnano, Vimercate e Como. Per quest’ultimo ospedale viene anche finanziata la realizzazione dei poliambulatori. Oltre alla conclusione dei progetti dei nuovi ospedali (che saranno tutti completati entro la prossima primavera), con l’intesa firmata oggi si avviano il nuovo Ospedale dei bambini di Milano (10 milioni) e il Dipartimento materno-infantile dell’ospedale dei bambini Del Ponte di Varese (20 milioni). Per l’Ospedale dei bambini i 10 milioni rappresentano un primo finanziamento del totale di 50 milioni già previsti. I restanti 40 milioni, già deliberati dalla Giunta regionale, sono stati inseriti in un piano investimenti trasmesso al Ministero della Salute per l’approvazione definitiva. Il totale degli investimenti (271,7 milioni) è così suddiviso: Niguarda (prima fase) 59,2 milioni: Bergamo 21,7 milioni; Como 63 milioni; Vimercate 60,2 milioni; Legnano 37,5 milioni; Nuovo Ospedale dei Bambini di Milano 10 milioni; Dipartimento materno-infantile Ospedale Del Ponte di Varese 20,1 milioni.

Dalle Agenzie di stampa nazionali
Dalla Cgil nazionale. Dipartimento Welfare-Politiche della salute
19 novembre 2009. Dichiarazione di Stefano Cecconi, Responsabile Politiche della Salute.
“Torna il Ministero della Salute (?)”
È imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di “Istituzione del Ministero della Salute”, approvata in via definitiva alla Camera lo scorso 11 novembre. L’esperienza di questi mesi, che ha visto “unificate” in un solo “maxi Ministero” le principali deleghe sulle politiche di welfare (lavoro, previdenza, salute, assistenza sociale), seguendo un’ipotesi di “integrazione” in linea teorica anche condivisibile, è stata decisamente negativa. Soprattutto per la “parzialità” con la quale il Ministro Sacconi ha seguito le Politiche della Salute, trattate quasi esclusivamente sulle questioni “etiche” e della spesa sanitaria e alla fine quasi delegate al Ministero dell’Economia. Ora il Ministero della Salute “torna”, ma la situazione rischia di non cambiare, visto il “ruolo pesante” in materia di politiche sanitarie che assume il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la nuova legge. Suscita forti perplessità anche come la nuova legge tratta il delicato rapporto con le Regioni. Eppure, l’esperienza di questi mesi, in particolare la travagliata vicenda del nuovo Patto per la Salute, ha già dimostrato che affidare le politiche della Salute e la Sanità alle cure dei “ragionieri” del Ministero dell’Economia (per quanto eccellenti professionisti) non è una buona soluzione. Perché il risanamento dei Servizi Sanitari regionali non si ottiene con tagli indiscriminati ma con profonde e coraggiose riorganizzazioni, in grado di assicurare un’assistenza appropriata e di qualità ai cittadini e, proprio per questo, ci vuole un’equilibrata “concertazione” tra Regioni e Stato e un confronto con il sindacato e le forze sociali. Scarica il testo del progetto di legge.
 

25 novembre 2009. Dichiarazione di Morena Piccinini, Segretaria nazionale CGIL e Stefano Cecconi, Responsabile Politiche della Salute.
“CGIL d’accordo con Tremonti: non è possibile tagliare la Sanità. Il nuovo patto per la Salute occasione per cambiare”.
Sono del tutto condivisibili le dichiarazioni del ministro Tremonti sulla Sanità: “Sanità. Non è possibile tagliare la sanità. Costa meno della media europea e mediamente ha un rendimento superiore. Ma davvero pensate - ha aggiunto Tremonti - che si può tagliare la sanità? Davvero pensate che si può dire ad un lavoratore ti taglio l'Irpef ma ti taglio anche la sanità?" (25.11.09). È quello che la CGIL sostiene da molto tempo e che, finalmente, trova un riscontro proprio nel Ministro dell’Economia. Le dichiarazioni di Tremonti seguono il recente Accordo, raggiunto il 23 ottobre da Governo e Regioni, sul finanziamento del servizio sanitario per il triennio 2010 - 2012, che abbiamo definito “una soluzione ragionevole”, perché ha superato finalmente le resistenze dell’Esecutivo a riconoscere un finanziamento adeguato al Servizio Sanitario Nazionale. Viene riconosciuto che la sanità non è semplicemente un costo ma un investimento strategico. Naturalmente se vengono fatte scelte appropriate nell’utilizzo dei finanziamenti sanitari, da usare con rigore e serietà perché destinati a garantire ai cittadini il diritto alla salute e alle cure. Ora, con la stesura del nuovo Patto per la Salute 2010-12, l’Accordo del 23 ottobre è chiamato a sostenere la prima prova e bisogna essere coerenti: si tratta di superare l’attuale approccio, prevalentemente di tipo ragionieristico, per valutare la “virtuosità” o la “difficoltà”delle regioni nel garantire l’assistenza sanitaria. Registriamo invece, con preoccupazione, che il nuovo Patto in discussione alla Conferenza Stato Regioni, mantiene un’impostazione ragionieristica. Eppure l’esperienza delle regioni più virtuose, al contrario di quelle dove si concentrano gravi disavanzi, insegna che il vero risanamento non si ottiene con tagli indiscriminati, ma con una coraggiosa riorganizzazione dei servizi sanitari. Ci aspettiamo dunque che Governo e Regioni decidano di cambiare, subito e concretamente, l’attuale sistema, misurando finalmente i risultati sulla qualità dell’assistenza assicurata ai cittadini e non solo quelli, pur importanti, di tipo economico finanziario.

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1482 del 20 novembre 2009.
Istat. Annuario statistico 2009. I dati su salute, scuola e lavoro.
L’Istat rende noti alcuni dati sull’Annuario statistico italiano 2009. Ad esempio per quanto riguarda la sanità nel 2009 il 38,8% dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, ma tale percentuale sale all’86,9% per gli ultrasettantacinquenni. Le malattie croniche più diffuse sono l’artrosi/artrite (17,8%), l’ipertensione (15,8%), le malattie allergiche (10,2%), l’osteoporosi (7,3%), la bronchite cronica e asma bronchiale (6,2%) e il diabete (4,8%). Nel 2006 sono circa 46.000 i medici di base presenti sul territorio nazionale, 8 ogni 10.000 abitanti. I medici pediatri sono circa 7.500, ovvero 9 ogni 10.000 bambini fino a 14 anni. Gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati sono circa 17 ogni 100.000 abitanti, in lieve calo dal 2004. L’abitudine a consumare il pranzo entro le mura domestiche è ancora solida nel nostro Paese. Nel 2009 il 73,1% della popolazione di 3 anni e più pranza a casa e per il 67,9% il pranzo è il pasto principale. Si mantiene stabile rispetto all’anno precedente la quota di persone che fa una sana e corretta colazione al mattino: l’81,8% delle donne e il 76,1% degli uomini abbina al caffè o al tè cibi più nutrienti come latte, biscotti, pane. Nel 2009 gli amanti della sigaretta in Italia rappresentano il 23% della popolazione di 14 anni e più. A fumare sono soprattutto gli uomini (29,5%) rispetto alle donne (17%). Il tabagismo è più diffuso fra coloro che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (31,4%).
Consulta i documenti: http://www.istat.it/dati/catalogo/20091120_00/

Regioni.it n. 1485 del 26 novembre 2009.
Patto Salute: Governo e Regioni lavorano ad Intesa.
“Vi sono ancora dei dettagli tecnici e operativi da concordare definitivamente”. Governo e Regioni lavorano ancora quindi alla scrittura definitiva del Patto della Salute dopo l’intesa sui principi raggiunta il 23 ottobre scorso. Le Regioni hanno, inoltre, chiesto che nell’ordine del giorno della prossima Stato-Regioni sia inserita la discussione sui nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza in sanità. Dopo l’incontro del 26 novembre Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, ha spiegato quindi che “restano ancora punti da definire, ci siamo dati un’altra settimana di tempo”. Al termine della Conferenza Stato-Regioni c’è stato un incontro delle Regioni con il viceministro all’Economia Giuseppe Vegas e il viceministro al Welfare Ferruccio Fazio per discutere degli emendamenti presentati dalle Regioni sulla bozza di testo proposto dal Governo. I prossimi giorni quindi serviranno per raggiungere l’intesa.

Sanità: protocollo d'intesa con la Sicilia.
Il 26 novembre è stato sottoscritto dal viceministro alla Salute Ferruccio Fazio e dall'assessore alla Sanità della Regione siciliana, Massimo Russo, il protocollo d'intesa dell'Accordo di programma per la spesa sanitaria, secondo quanto prevede la legge 133 del 2008. L'Accordo è costituito da un intervento, per un importo complessivo di 37.220.205 euro, di cui euro 31.084.194,75 a carico dello Stato, a valere sui finanziamenti assegnati alla Regione siciliana dal programma straordinario di investimenti in sanità, previsto dalla legge 67 del 1988. E' il primo protocollo predisposto in attuazione di quanto previsto all'art. 79 che viene sottoscritto con una regione firmataria dell'accordo per il perseguimento dell'equilibrio economico (Piano di rientro). Si tratta, in altri termini, di creare un modello deputato alla raccolta e alla elaborazione delle informazioni produttive e gestionali sia per supportare la Regione nelle attività di pianificazione e di valutazione, sia per fornire alle strutture sanitarie locali informazioni comparative utili per avviare momenti di riflessione sulla ricerca di modalità di impiego efficiente ed efficace delle risorse.

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro é uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 319 del 26 novembre 2009. Nuova influenza A/H1N1. On line FluNews n.4 con i nuovi dati sull’influenza in Italia. Marina Cerbo (Agenas) commenta l’efficacia dei test rapidi. FluFad: la formazione a distanza per gli operatori. Leggi il notiziario del 26 novembre. Passi e l’influenza A/H1N1. I dati della sorveglianza Passi forniscono un quadro aggiornato della percezione del rischio, delle preoccupazioni e della conoscenza delle raccomandazioni per ridurre la diffusione dell’influenza A/H1N1. Sistema nazionale linee guida. Il Sistema nazionale linee guida dell’Iss presenta la versione per il pubblico delle linee guida sull’influenza e sulla tonsillectomia. Sono disponibili sul sito web anche le versioni per i professionisti. Giornata mondiale dell’Aids. Accesso universale e diritti umani: è il tema dell’edizione 2009 della Giornata mondiale per la lotta all’Aids, che si celebra il 1 dicembre per potenziare l’educazione alla prevenzione e alla cura della malattia.
La Giornata mondiale per la lotta all’Aids 2009. Stime del programma congiunto delle Nazioni Unite su Hiv e Aids (Unaids) rivelano che nel mondo circa 33,2 milioni di persone, tra cui 2,5 milioni di bambini, vivono con il virus dell’Hiv e che nel 2007 i nuovi contagi sono stati circa 2,5 milioni. Circa la metà delle persone che contrae il virus ha meno di 25 anni e la quasi totalità di queste muore prima dei 35 anni. Per aumentare la consapevolezza nei confronti del virus dell’Hiv, per continuare a combattere i pregiudizi che la accompagnano e per potenziare l’educazione alla prevenzione e alla cura, dal 1988 ogni 1 dicembre si celebra la Giornata mondiale dell’Aids.
 

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