Block Notes n. 6, marzo 2009


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero: 

Dalla stampa di settore
Inghilterra. La crisi chiude gli ospedali
8° Rapporto Cittadinanzattiva. Cronicità “tradita” dal Ssn
Convegno di Farmindustria: “Più controlli e meno sprechi”
Report 2008 sui trapianti. Aumentano i donatori, ma calano gli interventi

Dalle Agenzie di stampa
Prescrizioni dei medici, un giro di vite poco convincente
Cure odontoiatriche a tariffe agevolate
Sanità: Rapporto Osservasalute 2008. Divario Nord-Sud
Nuovo Patto Salute 2010-2012: presto una proposta dal Governo
Una guida per gli amministratori di sostegno (Centro Maderna).
Violenza su donne e bambini.

Links
www.cergas.unibocconi.it

 

Dalla stampa di settore.
Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 5, del 10-16 febbraio 2009
Inghilterra. La crisi chiude gli ospedali.
La crisi economica rischia di bloccare la costruzione di nuovi ospedali nel Regno Unito: la stretta creditizia sta infatti mettendo a repentaglio i programmi di investimento nell’edilizia ospedaliera. È quanto emerge da un documento interno del “National Health service”, reso noto dalla Bbc, secondo il quale il ministero ritiene che i direttori dei trust ospedalieri incontreranno reali problemi per completare i progetti, dato che nessuna banca potrà permettersi di finanziare la controversa “Private Finance Iniziative” (Pfi) varata dal governo, con cui le banche finanziano la costruzione di strutture ospedaliere, per poi affittarle al servizio sanitario. C’è quindi da aspettarsi “un deserto” al posto dei capitali attesi per il 2009/10, senza che sia disponibile un piano alternativo per portare a conclusione la costruzione degli ospedali. Anche negli Usa il settore ospedaliero risente negativamente della crisi: da un rapporto dell’”American hospital association” condotto su 639 strutture ospedaliere risulta che la maggior parte dei manager sta avendo grosse difficoltà nel reperire i fondi necessari per ammodernare le strutture ed investire in nuove tecnologie.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 6, del 17-23 febbraio 2009
8° Rapporto Cittadinanzattiva. Cronicità “tradita” dal Ssn.
Le cure possono costare fino a 1.760 euro al mese ad un cittadino affetto da patologia cronica, per pagare quello che il Ssn non garantisce in modo equo sul territorio nazionale. In particolare: 400 euro per farmaci indispensabili e insostituibili, circa 300 per la prevenzione di complicanze, 80 per protesi ed ausili, cui si aggiungono quasi 1.000 euro nel caso si ricorra ad una badante. La denuncia emerge dall’8° rapporto sulle politiche della cronicità “Il prezzo dei diritti”, elaborato dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici-Cittadinanzattiva, al quale aderiscono 140 organizzazioni: un’excursus sui diritti disattesi, a partire da quelli sull’equità, solidarietà e universalità del Ssn. Il 97% delle associazioni dichiara di aver ricevuto segnalazioni di violazione di diritti, a causa degli ostacoli e delle procedure burocratiche, che impediscono l’accesso alle prestazioni socio-sanitarie (76%), a diagnosi tempestive (66%), ai benefici socio-economici (invalidità civile, handicap, indennità di accompagnamento, contrassegno auto ed esenzione pagamento del bollo), ai supporti assistenziali, ai servizi del territorio (Adi, Rsa, lungodegenza, riabilitazione,…) (56%), a farmaci per la prevenzione ed il controllo delle complicanze (53%), a farmaci indispensabili per la cura della patologia (50%), ecc… Emerge inoltre una differenziazione negli accessi ai farmaci non solo tra Regioni ma anche fra Asl, così come nella fornitura di presidi e ausili per la stessa patologia. Nel caso poi di ricorso obbligato all’assistenza residenziale o al ricovero in Rsa, si scontano le differenze regionali di disponibilità di posti letto, che vanno da 1,9 ogni 10.000 abitanti in Molise a 65,5 su 10.000 in Friuli, così come nelle tariffe, che vanno dai 450 euro mensili della Basilicata ai 1.554 richiesti in Emilia Romagna. Il che comporta una serie di conseguenze, che vanno da un aumento della spesa privata sostenuta dalle famiglie, al peggioramento dello stato di salute, all’aumento delle complicanze per il paziente e al conseguente aumento dei ricoveri in ospedale.

Da “Asi” n. 6, del 5 febbraio 2009
Convegno di Farmindustria: “Più controlli e meno sprechi”.
Truffe, sprechi e mala-gestione hanno sottratto negli ultimi anni al Servizio sanitario pubblico 2-3 mld. di euro. Da uno studio della Guardia di Finanza, presentato ad un convegno di Farmindustria, su 337 sentenze emesse dal 2005 al 2007 dalla Corte dei Conti risulta che sono state accertate frodi per oltre 12 milioni di euro, mentre 792 operazioni della Guardia di Finanza hanno segnalato danni erariali per 555 mil. Il monitoraggio ha permesso di individuare i comparti che hanno maggiormente contribuito al danno erariale: personale ed attività di funzionamento degli enti del Ssn per il 48% del totale, appalti (22%), prestazioni sanitarie (17%), farmaceutica e presidi sanitari (13%). Inoltre, dall’attività dei carabinieri attraverso i Nas sono state accertate truffe per 268 mil. e sono stati recuperati 230 mil. nel settore farmaceutico dal 2000 al 2007, cui se ne aggiungono altri 5 tra luglio 2007 e giugno 2008. Tra gli sprechi è da considerare anche la medicina difensiva, la cui spesa per esami inutili e dannosi ammonta a circa 15 mld. di euro. Inoltre, come rilevato da un recente studio realizzato dall’Università Cattolica e dall’Università di Tor Vergata (Ceis), razionalizzando unicamente voci di spesa non strettamente sanitarie, come lavanderia, pulizia, mensa e smaltimento rifiuti, che pesano per il 4,5% sulla spesa complessiva, è possibile risparmiare quasi un mld. di euro all’anno.

Da “Asi” n. 7, del 12 febbraio 2009
Report 2008 sui trapianti. Aumentano i donatori, ma calano gli interventi.
In Italia, dopo un periodo di leggera flessione, nel 2008 si registra una crescita sensibile del numero dei donatori, che non ha avuto però riscontro nel numero degli interventi di trapianto, che hanno avuto un trend negativo per una serie di cause, come il progressivo aumento degli standard di sicurezza nella valutazione degli organi da trapiantare o l’aumento dell’età dei donatori. Sono questi i risultati più significativi del Report annuale sull’attività di donazione e trapianto, pubblicato dal Centro Nazionale Trapianti: nel 2008 i potenziali donatori segnalati dalle rianimazioni ai Centri di coordinamento della Rete Nazionale Trapianti sono stati 2.289 (40,1 per milione di abitanti), con un incremento del 4,05% rispetto al 2007. Se si considerano gli ultimi quattro anni gli aumenti riscontrati sono pari al 16,6% per i donatori segnalati, al 6% per i donatori procurati (quelli per i quali c’è il consenso alla donazione e che non hanno presentato controindicazioni cliniche al prelievo) e allo 0,8% per i donatori a cui è stato prelevato almeno un organo. Le opposizioni al prelievo sono state 683 nel 2007 (pari al 31% dei colloqui) e 749 nel 2008 (32,7%, con un incremento del 5,5% sul 2007 e dell’11,2% sul 2005). Aumentano quindi i donatori, ma anche le persone che rifiutano l’asportazione degli organi. Diminuisce invece il numero dei trapianti effettuati che passano dai 3.043 del 2007 ai 2.916 del 2008, a causa di una riduzione del numero degli organi prelevati. Aumenta la sopravvivenza degli organi trapiantati; per il rene ad un anno dal trapianto era del 90% nel 2003 e del 93,9% nel 2006 (a livello mondiale è il 90,1%); per il fegato era dell’82,5% nel 2003 e dell’85,7% nel 2006 (78,2% a livello mondiale); per il cuore era dell’86,4% nel 2003 e dell’83,5% nel 2006 (80,1% a livello mondiale).

Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale della Lombardia. E’ uscito il n. 46 del 27 febbraio 2009
Prescrizioni dei medici, un giro di vite poco convincente.
Cresce troppo in Lombardia il numero delle prestazioni sanitarie e soprattutto aumenta a dismisura il valore economico che ha visto un incremento, dal 2000 ad oggi, ben del 51 per cento. E così la Regione e le Asl si attrezzano con provvedimenti ad hoc per cercare di porre un freno. “Ritengo che queste iniziative definite ‘antisprechi’ - dichiara Ardemia Oriani - siano, come spesso accade in questa Regione, parziali e non risolutive del problema. Nella fattispecie il provvedimento assunto dall’ASL di Milano - che propone un incentivo economico per i medici di famiglia che si impegnano a ridurre le richieste di esami e visite specialistiche almeno del 10% - non è convincente poiché investe di responsabilità solo il terminale ultimo e cioè il prescrittore, mentre sappiamo benissimo che oggi i due terzi delle prestazioni sono suggerite dal medico specialista, spesso privato, e che poi il paziente si rivolge al proprio medico solo per la trascrizione sul ricettario”. “Mi lascia perplessa - prosegue l’esponente democratica - anche la norma imposta dalla Regione che obbliga il medico di medicina generale a scrivere sull’impegnativa una diagnosi precisa, pena il non pagamento delle prestazioni da parte del servizio sanitario pubblico. Questo sia per un problema di privacy nei confronti del paziente, sia perché - come già hanno denunciato molti addetti ai lavori - così si obbligheranno i cittadini a pagare di tasca propria tutti i controlli preventivi, come ad esempio le mammografie e i pap-test”.

Dalle Agenzie di stampa nazionali.
Dalla Newsletter di “Governo italiano.it” News letter n. 10 del 10 marzo 2009
Cure odontoiatriche a tariffe agevolate.
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, l’Associazione nazionale dentisti Italiani (Andi) e l’Associazione Odontoiatri cattolici italiani (Oci) hanno sottoscritto un accordo - operativo dal 5 marzo 2009 - che favorisce l’accesso alle cure odontoiatriche a particolari categorie di cittadini, garantendo le seguenti prestazioni: visita odontoiatrica, ablazione del tartaro e insegnamento igiene orale, sigillatura dei solchi dei molari e premolari, estrazione di elemento dentario compromesso, protesi parziale in resina con ganci a filo, protesi totale in resina. Beneficiano dell’accordo: donne in gravidanza, titolari di social card, soggetti con indice di misura della condizione economica-patrimoniale (ISEE) non superiore a 8.000 euro (o anche superiore a 10.000 euro ma aventi diritto ad esenzione per motivi di età o per patologie croniche o invalidanti; inabili al lavoro con invalidità al 100% o con handicap gravi). Al fine di pubblicizzare tale accordo, saranno organizzate, di concerto con il Ministero della Salute, particolari campagne di comunicazione. L’adesione è riservata ai professionisti iscritti all’Albo degli Odontoiatri ed esercitanti in regime di libera professione. L’adesione è libera, volontaria e in qualsiasi momento revocabile. Queste le tariffe relative alle prestazioni previste: euro 80 per visita odontoiatrica, ablazione del tartaro e insegnamento igiene orale; euro 25 per dente, per sigillatura dei solchi dei molari e premolari; euro 60 per dente per estrazione dei denti compromessi; euro 550 per arcata per protesi parziale in resina con ganci a filo; euro 800 per arcata per protesi totale in resina. Si tratta, tuttavia, di tariffe di riferimento, da intendersi come limite massimo. Esse possono essere modificate con un accordo di revisione tra le parti. Infine, è opportuno ricordare che: il Servizio sanitario nazionale offre le cure odontoiatriche nell’età evolutiva nonché assistenza odontoiatrica a cittadini in condizioni di particolare vulnerabilità sociale e/o economica secondo criteri individuati dalle singole Regioni; a tutti i cittadini, inclusi quelli che non rientrano nelle categorie di protezione indicate, sono garantite le visite odontoiatriche per la diagnosi precoce di patologie neoplastiche del cavo orale ed il trattamento immediato delle urgenze odontostomatologiche. Scarica il dossier: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/accordo_odontoiatrico/

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Newsletter Regioni.it n. 1319 del 3 marzo 2009
Sanità: Rapporto Osservasalute 2008. Divario Nord-Sud.
Sanità: Nord-Sud. Le Regioni virtuose continuano a migliorare, soprattutto al Nord, mentre aumentano le difficoltà per quelle del Mezzogiorno e del Centro per quanto riguarda la qualità dei servizi sanitari. E’ il quadro che emerge dalla sesta edizione del Rapporto Osservasalute (2008), un’analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane. L’Italia della sanità è quindi divisa tra un Nord con una rete di prevenzione e servizi efficace, mentre il Sud ritarda. Quanto alle cattive abitudini per la salute, invece, avanzano in tutto il Paese senza distinzioni geografiche: a partire da cattiva alimentazione e scarso esercizio fisico. E sono sempre meno le differenze tra gli italiani quanto a rischio tumori. I dati di incidenza di cancro al Sud, infatti, storicamente più bassi, si stanno rapidamente avvicinando a quelli del Nord, facendo perdere agli abitanti delle Regioni meridionali la “protezione naturale” di cui hanno goduto fino ad oggi. Il Rapporto è pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane (che ha sede presso l’Università Cattolica di Roma). Le regioni, rileva il rapporto, spendono, in termini pro-capite cifre molto diverse per l’assistenza sanitaria: Dai 1.581 euro in Calabria ai 1.918 del Molise, fino ai 2.200 per la Provincia Autonoma di Bolzano. “Interessante - si legge nel lavoro - notare che nonostante tutto la spesa pro capite sta aumentando, segno di un continuo impegno a livello nazionale nell’investimento per la salute dei cittadini. Tra il 2006 e il 2007 la spesa sanitaria pro capite è infatti passata da 1.692 a 1.731 euro”. Ma la spaccatura è evidente: c’è un’Italia che “va via via migliorando cominciando a cogliere i primi frutti di alcuni anni di attenta programmazione delle politiche sanitarie, che hanno dato impulso a prevenzione e assistenza razionalizzando la spesa, e un’altra Italia, il Sud, che rimane sempre più indietro e in cui si acuiscono le criticita”. Le Regioni del Sud sono costrette a dedicare quote molto elevate del loro Pil all’assistenza sanitaria - si arriva fino all’11% in Molise e a più del 9% in Calabria - Regioni come la Lombardia usano per soddisfare il bisogno di assistenza sanitaria il 5% del proprio reddito (dati 2005). In generale, comunque, la spesa pro capite sta aumentando, per l’impegno a livello nazionale nell’investimento per la salute dei cittadini: tra il 2006 e il 2007 è passata da 1.692 euro a 1.731 euro per ogni italiano. E, in questo caso, i confini geografici sono più sfumati. Sicilia, Campania e Lazio, nonostante gli sforzi, hanno un deficit che complessivamente rappresenta circa l’83% del disavanzo accumulato a livello nazionale. E tutte le regioni del Sud hanno un risultato negativo anche nel 2007, accompagnate da Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Anche i dati sui tassi di ricoveri in ospedale rimarcano le differenze fra un capo e l’altro della Penisola. A fronte di una diminuzione complessiva sia per i ricoveri in regime ordinario che per quelli in day hospital, continua ad esserci, soprattutto al Sud una frequenza ancora troppo elevata del ricorso all’ospedale, indice, secondo gli esperti, di una scarsa azione sul territorio basata su prevenzione e cure primarie, con conseguenti sprechi e inappropriatezza. Mentre le Regioni ‘virtuose’ colgono i frutti delle politiche di prevenzione attuate in questi anni. C’è una tendenza alla diminuzione dei tassi di ospedalizzazione per acuti e dei ricoveri in regime ordinario di riabilitazione. Un aumento, invece, si registra per i ricoveri in lungodegenza. Per quanto riguarda i tumori in particolare, tra gli uomini del Sud i livelli di incidenza dei tumori, che negli anni ‘70 erano spiccatamente più bassi rispetto al resto del Paese, nel 2010 - secondo le stime - raggiungeranno i valori del Nord, in particolare per il cancro del colon-retto, del polmone e dello stomaco. Per le donne i trend di rischio sono in crescita per tutte le neoplasie ad eccezione del tumore dello stomaco. Intanto crescono i programmi di prevenzione oncologica in tutto il Paese. Quasi 8 donne su 10 risiedono in un’area dove è attivo un programma di screening mammografico, quello per il cervicocarcinoma ne raggiunge 7 su 10 e lo screening del colon-retto, che ha una storia più recente, ha avuto, invece, un forte impulso negli ultimi due anni: raggiunge quasi la metà della popolazione di riferimento. Nel campo della prevenzione le differenze geografiche già evidenziate in passato tra il Nord e il Sud persistono, ma si attenuano: al Sud, infatti, si passa dal 39% al 46% per lo screening mammografico, e da 50,2% a 65,6% di donne inserite in un programma di screening citologico per il carcinoma del collo dell’utero. L’incremento e’ dovuto, soprattutto, all’attivazione dei programmi in Calabria.

Newsletter Regioni.it n. 1320 del 4 marzo 2009
Nuovo Patto Salute 2010-2012: presto una proposta dal Governo.
Errani: fabbisogno sottostimato, ogni discorso sui Lea va collegato a risorse disponibili.
“I livelli essenziali di assistenza (Lea), vale a dire quei servizi che il sistema sanitario nazionale deve garantire ai cittadini, non possono essere disgiunti dalla disponibilità delle risorse complessive che si metteranno a disposizione”. Lo ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani al termine del primo confronto con il Governo per mettere a punto le linee del nuovo “Patto della salute” per gli anni 2010-2012. “Oggi - afferma Errani - abbiamo definito un metodo in base al quale sulle questioni legate al nuovo “Patto per la salute” il Governo avanzerà delle proposte che affronteremo politicamente nella prossima riunione del tavolo, con una attenzione particolare alla qualità della spesa. Al Governo - prosegue Errani - abbiamo ricordato che il fabbisogno 2010-2012 è sottostimato di 7 miliardi di euro. Sarà bene che si rapportino con cura le risorse destinate ai livelli essenziali di assistenza, agli investimenti e alle politiche del Governo per affrontare le situazioni delle regioni in difficoltà per i processi di rientro”. Un obiettivo che – secondo Errani - non può essere perseguito solo con un approccio economicistico, ma che deve tener conto anche della qualità complessiva dei servizi. Il nuovo “Patto per la salute” dovrà unire il paese e gli italiani e, soprattutto, le differenze e i divari che ancora esistono. È questa l’opinione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi “è un patto della salute per unire il paese e gli italiani - ha spiegato Sacconi - e tra circa 10 giorni presenteremo la proposta del governo alle regioni. Quello di oggi - aggiunge - è stato un inizio che ci ha consentito di mettere a fuoco diversi obiettivi che saranno perseguiti anche con tempi differenti. Siamo tutti consapevoli che il nuovo patto deve avvicinarsi ad una nuova logica federalista, di responsabilità per le regioni”. “Al centro del confronto di oggi: i costi standard e quindi il superamento della spesa storica, ma anche indicatori virtuosi e l’accelerazione del risanamento delle regioni con più inefficienze in questa Italia spaccata in due”, ma il Ministro del welfare non ha escluso alcuni “provvedimenti stralcio” che potrebbero riguardare proprio il tema dei Lea.

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 2.3.2009. Toscana: sollievo per le famiglie che accudiscono anziani a casa. Il sistema Qualità nelle case di riposo. La longevità come risorsa. Una guida per gli amministratori di sostegno. Attività fisica per anziani affetti da Alzheimer a Verona.
Una guida per gli amministratori di sostegno (Centro Maderna).
Una guida operativa all’amministrazione di sostegno è prodotta da ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) ed è liberamente disponibile in Internet. Si tratta di uno strumento che fornisce semplici e rapide informazioni operative sulla gestione e la tutela degli adempimenti di cui si deve far carico l’amministratore di sostegno, figura introdotta in Italia all’inizio del 2004, per limitare ai casi estremi il ricorso all’inabilitazione e all’interdizione. Chi può essere nominato amministratore di sostegno? Si può rifiutare tale incarico? E quali sono i poteri e i doveri di questa figura, istituita in Italia dalla Legge 6/2004? L’amministrazione di sostegno è identificata dal legislatore come lo strumento principale mediante cui assicurare adeguata tutela alle persone prive in tutto o in parte dell’autonomia.
Scarica la guida: http://www.anffasicilia.net/public/Il%20Vademecum%20dell%27Amministratore%20di%20Sostegno.pdf

Indice della Newsletter del 9.3.2009. Regione Piemonte: finanziamenti alle strutture per anziani. Invecchiamento della popolazione in Italia. Le parole dell’assistenza: un vocabolario per chi assiste la persona anziana.

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro è uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute e di strumenti, per esempio progetti che hanno funzionato in altri contesti, questionari, immagini, depliant.
Sul numero 285 di EpiCentro. Violenza su donne e bambini. Ogni anno, in tutto il mondo, episodi di violenza provocano 5 milioni di morti e infortuni: gravi le conseguenze a livello individuale, sociale ed economico. Focus su iniziative, numeri e documenti. Giovani e dipendenze. L’adolescenza è il periodo in cui si fa più uso di droghe, ma in Europa la prevenzione e l’assistenza sono ancora carenti. Dall’Oedt un report sulla prevenzione delle dipendenze nei giovani. Piemonte: lavoro in sicurezza. Secondo l’indagine sull’efficacia delle attività di vigilanza nei cantieri e sulle grandi opere in Piemonte, la frequenza degli infortuni nel comparto costruzioni è inferiore del 20% rispetto alla media italiana.

 
Violenza su donne e bambini.
Tutte le donne sono a rischio di subire violenza, afferma l’Organizzazione mondiale della sanità. La violenza domestica è infatti uno dei maggiori problemi di salute pubblica in tutto il mondo e rappresenta il caso più frequente di mancato rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. È in casa e all’interno del contesto familiare che le donne vengono più spesso maltrattate, principalmente dal marito o dal compagno. Si tratta quindi di un tipo di violenza silenzioso e invisibile, che gli stessi sistemi giudiziari spesso tendono a non trattare come un reato ma come questioni private, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Secondo le indicazioni dell’Oms, rientrano nella categoria “violenza domestica” tutte le forme di maltrattamento fisico e psicologico, gli abusi sessuali, i condizionamenti emotivi e tutta una serie di comportamenti coercitivi o di controllo esercitati. Ma anche al di fuori delle mura domestiche, la violenza è una delle prime cause di morte e di disabilità permanente al mondo, che ha un elevato impatto sulla vita sia delle donne che degli uomini. La violenza e gli incidenti provocano oltre 5 milioni di morti e di infortuni all’anno: ogni 15 decessi di giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, 8 sono legati alle violenze o agli incidenti. Le violenze sulle persone hanno forti ripercussioni sia a livello sociale sia a livello economico e per i prossimi anni il loro impatto è previsto in crescita. Gravi le conseguenze per la salute sia dal punto di vista fisico (malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate) sia da quello psicologico (ansia, depressione, insonnia). Molte delle persone che hanno subito violenze devono poi convivere con disabilità temporanee o permanenti.
Leggi il Focus su: http://www.epicentro.iss.it/focus/domestica/domestica.asp

Links.
www.cergas.unibocconi.it

Sul sito del Cergas - Università Bocconi sono consultabili i risultati delle ricerche effettuate dal Cergas sulla sanità italiana ed in particolare della ricerca svolta per il gruppo merceologico Sanità di Assolombarda sulla sanità privata in Italia e Lombardia. Questa la documentazione disponibile.
Dati SSN: informazioni e tabelle di sintesi sulla struttura, le attività e i risultati del Servizio Sanitario Nazionale, dei Servizi Sanitari Regionali e delle singole aziende, in un’ottica sia di comparazione internazionale, sia di trend storici. Nella sezione assetti istituzionali si presentano i dati relativi al numero, alle caratteristiche delle aziende sanitarie operanti nelle diverse Regioni e alla mobilità dei direttori generali delle aziende stesse.
Rapporto OASI. Ogni anno, dal 2000 al 2008, sulla base delle attività di ricerca e di monitoraggio del SSN svolte da OASI, viene redatto un rapporto che presenta un’analisi dei sistemi sanitari nazionale e regionali, fornendo dati quantitativi, indicazioni qualitative e di tendenza. In questa sezione è possibile scaricare i singoli capitoli di ciascun Rapporto OASI. L’accesso ai documenti è gratuito ed è consentito previa registrazione.
Fotografia dei servizi territoriali delle AUSL. La ricerca, a cura del Laboratorio FIASO Territorio, interessa 13 Asl. Nel Rapporto viene analizzata in concreto la distribuzione delle risorse nei differenti ambiti di attività territoriale, correlandoli fra loro, utilizzando indicatori di struttura e attività. Scarica i lucidi della presentazione del rapporto download (pdf 1.289 Kb)
Scarica il rapporto download (pdf 537 Kb).
Sanità privata. Il Rapporto di ricerca 2006, il Rapporto 2007-2008 e i correlati lucidi presentano e analizzano i dati del settore sanitario privato accreditato in Italia nei diversi segmenti di mercato e nei distinti contesti regionali.
 

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