Block Notes n. 22, ottobre 2009
 

Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
Dalla stampa di settore
Adi in crisi: i piani di rientro affossano le cure a casa
Non autosufficienza. Mancano 4,3 miliardi, ma le risorse sono finite
Studio dell’Università di Harvard
Fnomceo. La questione del fine vita va risolta tra medico e paziente
Continuità delle cure
Relazione annuale sulle dipendenze. Cocaina ed eroina, il consumo è sempre più adulto

1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Fondo regionale integrativo per la non autosufficienza

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Non autosufficienza: Errani e Burlando preoccupati per azzeramento risorse
Il tempo dell'epidemia mediatica. Di Donato Greco
La sanità di Sacconi. Di Massimo Bordignon e Nerina Dirindin
Badanti che assistono anziani: validazione del modello di cura

Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 23, del 16-22 giugno 2009
Adi in crisi: i piani di rientro affossano le cure a casa.
Meno assistenza, meno qualità, servizi a singhiozzo, maggiori costi a carico delle famiglie: è il bilancio amaro che emerge dal II Rapporto Adi di Cittadinanzattiva-Tribunale dei diritti del malato, che ha aggiornato un’indagine del 2006, con l’aiuto di un gruppo multidisciplinare di esperti delle realtà maggiormente interessate al percorso di cura. Le carenze più gravi riguardano: la terapia del dolore, il supporto psicologico, le liste d’attesa, i costi trasferiti sulle famiglie e la scarsa integrazione socio-sanitaria. A dichiarare i disagi più gravi sono gli adulti con grave disabilità, i malati cronici, gli anziani appena dimessi dall’ospedale, i bambini con problemi di disabilità. Le spese extra affliggono il 49% degli utenti, con spese fino a mille euro per farmaci, attrezzature e costi per la badante. Figure centrali del percorso assistenziale resta il Mmg, il più presente al domicilio del paziente (89%), seguito dall’infermiere (83%), dallo specialista (40%) e fisioterapista (36%). Per tutti un giudizio di apprezzamento da parte degli assistiti che valutano buono o ottimo il servizio ricevuto nel 70% dei casi. Tra le proposte che chiudono il Rapporto vi sono i punti essenziali per il rilancio di un servizio che diverrà essenziale negli anni futuri: 1) individuazione delle prestazioni essenziali domiciliari (Livelli esenziali di assistenza domiciliare); 2) rafforzamento dell’integrazione socio-sanitaria); 3) integrazione dei Lea con i Liveas (Livelli essenziali di assistenza sociale); 4) potenziamento dell’assistenza domiciliare; 5) integrazione dei servizi domiciliari con l’ospedale; 6) presa in carico effettiva; 7) coinvolgimento del paziente e della famiglia nella definizione di piani di assistenza personalizzati e nella valutazione del servizio.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 24, del 23-29 giugno 2009
Non autosufficienza. Mancano 4,3 miliardi, ma le risorse sono finite.
L’assistenza per i non autosufficienti finora, grazie alla finanziaria di Prodi del 2007, aveva avuto un po’ di risorse: 300 milioni per il 2008 e 400 per il 2009, che le Regioni stanno spendendo soprattutto per le cure a casa e per creare i “punti unici di acceso” per anziani fragili e disabili. Uno studio dell’Agenas, che ha considerato solo gli anziani non autosufficienti (over 65 anni, disabili, con almeno tre limitazioni nelle attività quotidiane) ha quantificato le risorse necessarie per la quota sanitaria delle prestazioni sociosanitarie definite nei Lea. Nel caso del best mix tra cure domiciliari e residenziali (divise al 50%) servirebbero oltre 4 miliardi di euro per garantire cure adeguate a tutti i non autosufficienti, mentre con gli attuali 4,3 mld. già disponibili, ma impegnati nel modo più efficiente, si raggiungerebbe il 50% dei bisognosi. Soltanto 3 o 4 Regioni garantiscono tale copertura, mentre in altre non raggiunge nemmeno il 10% (la media nazionale è pari al 34%). Ma ora il Governo ha deciso che il fondo nazionale per la non autosufficienza dal prossimo anno non sarà più finanziato. Un salto nel buio, secondo le Regioni, che sottolineano come il fondo finanzia prestazioni che vanno a rafforzare quelle previste dal Fondo sanitario a favore della domiciliarità e dei servizi a sostegno della non autosufficienza. Con la sua cancellazione si determinerebbe una aumento della quota di partecipazione alla spesa da parte dei cittadini, con un aumento della disparità tra gli stessi.

Da “Asi” n. 23, del 4 giugno 2009
Studio dell’Università di Harvard. Due terzi degli americani in bancarotta per i costi sanitari.
Nel 2007 due terzi (62,1%) degli americani che sono finiti in bancarotta hanno avuto seri problemi medici, sono falliti per colpa delle spese sostenute per farmaci, esami e parcelle mediche, a causa di una grave malattia. E’ quanto emerge da uno studio dell’Università di Harvard, che ha esaminato un campione casuale di 2.314 dichiarazioni di fallimento presentate all’inizio del 2007, quindi prima del manifestarsi dell’attuale crisi economica; i dati non riflettono quindi pienamente la situazione attuale. Tra il 2001 ed il 2007 la proporzione delle persone finite in bancarotta è comunque cresciuta del 49,6%; molte di loro inoltre avevano un’assicurazione: il 77,9% era assicurato all’inizio della malattia e spesso si trattava di persone che prima del dissesto finanziario appartenevano alla classe media; due terzi avevano una casa in proprietà e tre su cinque erano andate al college. A provocare il disastro sembra siano stati i conti salati per visite ed esami, abbinati ad una riduzione degli introiti; molti hanno infatti perso il lavoro e quindi l’assicurazione medica, proprio quando serviva di più. I dati, secondo i ricercatori, sono allarmanti: una grave malattia può portare alla bancarotta, perché le assicurazioni sanitarie offrono solo una piccola protezione agli americani della classe media. Proprio in questo momento di crisi è necessario ripensare a una riforma sanitaria, che non si limiti a coprire chi non ha un’assicurazione, ma possa aiutare anche le famiglie che hanno una copertura assicurativa, aumentando le tutele e facendo in modo che non le perdano. Solo un’assicurazione sanitaria nazionale può fornire una copertura universale, risparmiando fra l’altro centinaia di miliardi di dollari.

Da “Asi” n. 25, del 18 giugno 2009
Fnomceo. La questione del fine vita va risolta tra medico e paziente.
Sul tema del fine vita, che investe questioni ben più complesse della dicotomia “eutanasia sì/eutanasia no” la Federazione nazionale degli ordini dei medici ha approvato un documento, a conclusione del suo Consiglio nazionale del 12-13 giugno dedicato alle “Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (Dat)”, che ha avuto il consenso di 85 componenti, 5 voti contrari (i rappresentanti degli Ordini di Bologna, Milano, Lodi, Pavia e Potenza) e 7 astensioni. L’Ordine ha cercato di rintracciare nel proprio Codice deontologico alcuni punti fermi, capaci di definire un “metodo” per affrontare queste delicate questioni. L’orientamento di fondo è questo: la questione del fine vita deve essere risolta innanzitutto tra medico e paziente, non riguarda il legislatore, anche se è utile definire una legislazione di massima, che stabilisca pochi principi fondamentali; deve però trattarsi di un “diritto mite”, non invasivo, rispettoso dell’autonomia del medico e di quella del malato, che si limiti a definire la cornice di legittimità giuridica sulla base dei diritti della persona costituzionalmente protetti. Il Codice, secondo l’Ordine, contiene già alcune risposte ai dilemmi che si pongono in queste circostanze ed è quindi più adatto della legge a fornire un orientamento etico. Il documento riconosce nel Codice quattro principi-guida: 1) giustizia, che vieta al medico di discriminare i pazienti e quindi impone il “divieto di abbandono terapeutico”; 2) beneficialità e non maleficità, che impone al medico a garantire la salute e la vita del paziente fin dove è possibile, rispettandone valori e principi, vietando l’eutanasia, ma anche il divieto di accanimento terapeutico; 3) autodeterminazione del paziente, che si traduce nel rispetto della volontà informata e consapevole del malato e vieta al medico di imporre trattamenti consapevolmente rifiutati dallo stesso; 4) responsabilità del medico, che permette allo stesso di sottrarsi a una relazione di cura non condivisa, alla luce delle sue convinzioni morali e della sua cultura scientifica.

Da “Asi” n. 26, del 25 giugno 2009
Continuità delle cure: Asl e ospedali promossi ma medici di famiglia ancora poco integrati.
Fiaso e Cergas-Bocconi hanno condotto una ricerca su “Misurazione e valutazione dell’integrazione professionale e sulla continuità delle cure”, che analizza il livello di integrazione delle cure tra Mmg, medici ospedalieri, specialisti ed infermieri per tre patologie croniche che richiedono una prevalenza di cure territoriali: diabete in pazienti con danno d’organo, insufficienza respiratoria grave connessa a broncopolmonite, tumori in fase avanzata seguiti in Adi. Il primo risultato della ricerca è che ad incidere positivamente sull’integrazione di medici ed infermieri e sulla continuità assistenziale percepita dai pazienti non sono tanto i diversi modelli organizzativi, quanto piuttosto la presenza fisica dei professionisti nella stessa struttura, la gravità della condizione clinica del paziente e la maggiore apertura dei professionisti all’integrazione. L’“indice di integrazione”, che considera accessibilità dei servizi, qualità delle relazioni medico-paziente e unitarietà diagnostico-terapeutica percepita dagli assistiti, in una scala da 0 a 5, è risultato pari a 3,24 per il diabete, 3,06 per le insufficienze respiratorie e 3,17 per i tumori ed è più alto nel caso degli specialisti rispetto ai Mmg. L’indice di “continuità assistenziale percepita” varia da 4,42 per i pazienti oncologici a 3,52 per i diabetici ed a 3,45 per quelli pneumologici.

Da “Asi” n. 27, del 2 luglio 2009
Relazione annuale sulle dipendenze. Cocaina ed eroina, il consumo è sempre più adulto.
La Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2008 è stata realizzata sulla base dei dati provenienti da tutte le Amministrazioni competenti in materia, considerando i diversi aspetti del problema droga, a partire dalla stima dei consumi sia sulla popolazione generale, sia quella studentesca. Dalla relazione emerge una cauta diminuzione del trend del consumo dell’eroina e della cocaina nei giovani under 20 ed un aumento nella popolazione over 20. Vi sono inoltre due tendenze: al policonsumo (più droghe e alcol contemporaneamente) e al lungo lasso di tempo che trascorre tra il primo utilizzo delle sostanze e la richiesta di aiuto (tempo di latenza). I consumatori di eroina nel 76,8% dei casi assumono anche cannabis ed il 51% consuma anche cocaina. Le persone trattate presso i servizi per le tossicodipendenze sono solo il 45% degli utilizzatori con bisogno di cure (385.000). I consumatori di eroina con uso frequente sono lo 0,1% della popolazione esaminata; il consumo di cocaina è in aumento dal 2001, con prevalenza tra i soggetti tra i 15 ed i 34 anni e dell’uso occasionale. La maggior prevalenza tra i soggetti consumatori di cannabis si riscontra tra i 15 ed i 24 anni.

Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale lombardo.
E’ uscito il n. 73 del 16 ottobre 2009
Fondo regionale integrativo per la non autosufficienza.
Se in Lombardia il 19% della popolazione ha più di 65 anni e il 9% più di 75, il problema di ripensare ad un nuovo welfare non è secondario. Sono in aumento, infatti, le persone non autosufficienti che richiedono ricoveri e cure alle quali le famiglie da sole non riescono a far fronte. In questo scenario appare fondamentale la creazione di un fondo che si prenda cura degli individui non autosufficienti, ma anche delle loro famiglie e che persegua l'obiettivo di un ampliamento degli interventi e dei servizi di rete. Il Pd ha presentato, da alcuni mesi, un progetto di legge ad hoc sulla non autosufficienza e, finalmente,a partire dalla settimana prossima, un gruppo di lavoro bipartisan presieduto da Ardemia Oriani, relatrice della legge, avrà il compito di analizzare le varie proposte al fine di portare al più presto l'impianto definitivo del provvedimento all'attenzione del Consiglio. "Il fondo - ha detto Oriani - è un pilastro fondamentale del nuovo welfare regionale. Come lo abbiamo pensato noi, persegue gli obiettivi di ampliare gli interventi, le prestazioni e i servizi della rete delle unità d'offerta sociali e sociosanitarie; sostiene non solo le persone non autosufficienti, ma anche le famiglie che le assistono mediante l'assistenza domiciliare, per mezzo di progetti autogestiti di vita indipendente e altre forme di intervento, tra cui il ricovero in strutture residenziali e semi-residenziali. Le fonti di finanziamento devono essere assicurate da Stato e Regione tramite il Fondo sociale, il Fondo sanitario e il Fondo nazionale per la non autosufficienza; sono, poi, previste compartecipazioni da parte degli enti locali, di soggetti non profit, fondazioni, assicurazioni".

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1462 del 19 ottobre 2009.
Non autosufficienza: Errani e Burlando preoccupati per azzeramento risorse.
Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, è intervenuto al convegno dedicato alla non autosufficienza, organizzato a Genova. “Sul tema della non autosufficienza, - ha dichiarato Errani - grande priorità del Paese, occorre un piano nazionale a cui le Regioni e il sistema locale concorrano per realizzare un sistema in grado di coprire le diverse esigenze delle Regioni. Il problema non è solo quello di istituzionalizzare il bisogno, ma costruire un sistema integrato attraverso la sussidiarietà che sia in grado di dare la risposta corretta al bisogno”. Argomento che pone anche il problema dei finanziamenti: “Con la Finanziaria del 2010 si è azzerato il Fondo per la non autosufficienza e questo è un enorme problema. Poniamo al governo la questione. Venerdì prossimo avremo un incontro e discuteremo anche di questo Il Fondo per la non autosufficienza da 400 milioni del 2009 passa a zero. Vogliamo capire come il governo intende affrontare il problema. Non si può tornare indietro rispetto a quei 400 milioni. Anzi, il vero problema è quello di allargare la possibilità di offerta di servizi e risorse”. Errani ha poi precisato che “occorre fare una netta distinzione tra la responsabilità politica e la responsabilità nella gestione tecnica. Alla politica il compito di scegliere i direttori generali a cui competono le scelte organizzative, un modello su cui stiamo lavorando”. Secondo il presidente della Conferenza dei presidenti è necessario tracciare una differenza tra “gli sprechi e il finanziamento ai livelli essenziali di assistenza. Secondo i dati OCSE - ha evidenziato - la spesa dell'Italia rispetto alla media dei Paesi più avanzati è sotto la soglia, e questo vuol dire che si finanzia meno rispetto alla media dei Paesi OCSE. Il presidente della Liguria, Claudio Burlando, ha fatto l'esempio di quanto succede nella sua regione che mette a rischio gli aiuti. “Dopo una fase sperimentale abbiamo dato il contributo di 350 euro al mese (4200 euro all'anno), alle famiglie con ISEE a 20mila euro e con casi di gravità conclamata. Il numero degli aventi diritto interessa tra le sette e le ottomila famiglie, per un'erogazione di circa 30milioni l'anno, di cui metà sono fondi regionali e l'altra metà fondi nazionali, secondo un patto sottoscritto col governo Prodi. Se questo viene meno, o è ridotto, avremo enormi difficoltà. Da un bilancio come il nostro - prosegue Burlando- è quasi impossibile ricavare 15 milioni. Questo vorrebbe dire che o si riduce il numero di famiglie, o si riduce l'assegno, ed entrambi i casi mi sembrano inaccettabili. Tanto più visto il risparmio che si produce grazie a questa misura, sia ad esempio in termini di minore impatto sugli ospedali, che sulle Rsa. Interrompere la collaborazione sarebbe davvero grave. Per questo motivo c'è forte attesa per l'incontro di venerdì: i temi sul tavolo sono molti, oltre a questo, il fondo globale sulla sanità e la questione dei Fas.

Da “La voce.info”
Newsletter del 9 ottobre 2009
Il tempo dell'epidemia mediatica. Di Donato Greco
La paura dell'epidemia è radicata nell'essere umano e prevale sulla comunicazione basata sull'evidenza e sugli elementi scientifici disponibili. Esempio eclatante quanto accaduto con l'influenza aviaria. Una storia che rischia di ripetersi con il virus H1N1, anche se nei paesi già colpiti la sua incidenza è stata bassissima. E se gli allarmi del passato hanno permesso l'avvio di reti di sorveglianza adeguate e la crescita della cultura della prevenzione, speriamo che in futuro diminuiscano i falsi allarmi e si possa comunicare il rischio reale senza provocare allarmismo.

Newsletter del 20 ottobre 2009
La sanità di Sacconi. Di Massimo Bordignon e Nerina Dirindin
Da mesi le Regioni si rifiutano di partecipare alle varie Conferenze Stato-Regioni e cercano affannosamente, e finora senza successo, un incontro risolutore con il Presidente del Consiglio. Il principale tema del contendere è il finanziamento della sanità per il prossimo biennio, che le Regioni considerano del tutto insufficiente. E infatti gli studiosi si aspettano che tutte le Regioni, e non solo quelle più inefficienti, finiranno con i conti in rosso il prossimo anno. Si osservi inoltre che a causa del blocco delle addizionali Irpef e Irap decretato dal governo, le Regioni non possono più contare su strumenti tributari propri per far fronte alle emergenze, nonostante i continui annunci di federalismo fiscale. Eppure, il Ministro Sacconi ha detto pubblicamente, alla trasmissione Ballarò di martedì scorso, che la posizione delle Regioni è sbagliata perché il governo ha invece aumentato il finanziamento della sanità di ben 3,5 miliardi nel biennio, sfidando anche il pubblico a controllare le cifre. Che succede allora? Di che si lamentano i Presidenti delle Regioni? La tabella aiuta a fare chiarezza…
Leggi l’articolo: http://www.lavoce.info/articoli/-300parole/pagina1001344.html

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 19.10.2009. Badanti che assistono anziani: validazione del modello di cura. Un'analisi della violenza contro le persone anziane. Imparare con gli anziani. Risultati di un progetto europeo.
Badanti che assistono anziani: validazione del modello di cura
Si tenuto a Bologna il 15 ottobre il seminario conclusivo del Progetto “Talenti di cura”che ha realizzato il modello italiano per il riconoscimento delle competenze derivanti dall’esperienza delle assistenti familiari (badanti). Il Progetto concerne la validazione delle competenze acquisite nell'esperienza lavorativa da parte delle badanti/assistenti familiari e si propone la trasferibilità del modello francese di validazione delle competenze acquisite con l’esperienza lavorativa (VAE) da parte delle operatrici del lavoro di cura. Nell'ambito del workshop sono stati illustrati i risultati della sperimentazione effettuata su oltre 100 assistenti familiari di diversi contesti territoriali italiani. Tutta la documentazione relativa al Progetto consultabile all'indirizzo: www.talentidicura.it
Per informazioni: Consorzio Anziani e Non Solo società cooperativa, via Lenin 55, Carpi (MO) Tel. 059-645421.

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro è uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 313 del 15 ottobre 2009. Nuova influenza A/H1N1. Al via in Italia la vaccinazione per l’influenza pandemica: leggi il commento di Stefania Salmaso (Iss) e il notiziario del 15 ottobre, con approfondimenti sulla situazione in Italia e nel mondo. Guadagnare salute a Napoli. Un commento di Daniela Galeone (ministero della Salute) propone un bilancio della manifestazione, una riflessione sull’approccio intersettoriale e le prossime tappe del programma Guadagnare Salute. Farmacoresistenza in Europa. Uno studio pubblicato da Ecdc ed Emea fa il punto della situazione e valuta il gap tra diffusione di infezioni provocate da batteri multi-farmacoresistenti e sviluppo di nuovi antibiotici per curarle. Inquinamento acustico notturno. Di notte, l’esposizione al rumore compromette il sonno e può avere effetti pesanti sulla salute fisica e psichica. Sull’inquinamento acustico notturno, l’Oms Europa pubblica nuove linee guida.

Links
Rassegna di Astrid on-line: http://www.astrid-online.it/rassegna/
Astrid (Associazione per gli Studi e le ricerche sulla Riforma delle Istituzioni Democratiche e sull’innovazione nelle amministrazioni pubbliche, presidente Franco Bassanini) è una Fondazione costituita il 28 maggio 2009, sull’esperienza dell’Associazione fondata nel 2001 da studiosi di varia estrazione politica e culturale, da parlamentari ed esponenti politici, e da dirigenti delle pubbliche amministrazioni, da tempo impegnati nella progettazione e implementazione delle riforme istituzionali e amministrative. Rassegna di Astrid on-line è la rivista elettronica quindicinale sui problemi delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche nella quale sono riprodotti ogni quindici giorni saggi, studi, relazioni, documenti, testi normativi, indagini e ricerche accessibili a tutti (dunque non coperti da password).
 

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