Block Notes n. 5, febbraio 2009


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:

Dalla stampa di settore.
Professioni sanitarie: il fascino di un posto nel Ssn
Il benessere aumenta la spesa
Cresce l’Italia degli screening
Medicina difensiva: una sindrome che colpisce il 78% dei medici italiani
Gravidanza e parto: in Africa e Asia il 97% dei decessi materni mondiali
Presentata al Parlamento la Relazione sull’alcolismo 2006-2007
VI Rapporto sanità del Censis. Spesa sanitaria: 10 mld. di “buco” nel 2010


Dalle Agenzie di stampa
Documento Cgil sulla V Conferenza nazionale sulle droghe
Agevolazioni fiscali per i disabili
La riforma del sistema sanitario degli Stati Uniti

 

Dalla stampa di settore.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 1, del 13-19 gennaio 2009
Professioni sanitarie: il fascino di un posto nel Ssn.
Boom di domande per le lauree di area sanitaria dal 2001, primo anno delle lauree per le professioni non mediche: + 92,1% in media, con +97,1% per Medicina, +93,1% per le professioni non mediche e +75,1% per Odontoiatria. E questo nonostante gli spauracchi di disoccupazione che in Odontoiatria sono confermati dal calo (-11,2%) dei posti messi a bando nel quinquennio (nel 2005 calano del 17% rispetto al 2004); in Medicina crescono invece del 6,8% e del 53,3% per i 22 profili sanitari. Le iscrizioni nell’anno 2008/09 sfiorano quota 170.000 (168.972) per un totale di 35.266 posti a bando nelle Università (pari al 75% per i 22 profili), il 3% in più rispetto all’anno precedente. I posti per Medicina e Chirurgia restano stabili (7.778 per il 2008-09), mentre aumentano del 3,3% le domande (passano da 58.571 a 60.502), con un rapporto domanda/posto (D/P) pari a 7,8; analogo aumento anche del 2,7% per Odontoiatria (da 18.395 a 18.849), con un rapporto D/P pari a 25. I posti assegnati alle lauree triennali sono triplicati in 12 anni, passando da 9.000 a 26.720, a fronte di 90.000 domande (+2.6%); resta stabile a 3,4 il rapporto D/P. Al primo posto i fisioterapisti, con rapporto D/P di 12, seguono logopedisti (9,5), dietologi (8), ostetriche (5,4), tecnici di radiologia (5,3) e infermieri (2). Rispetto ai 27.600 posti messi a bando dalle Università, i posti richiesti dalle Regioni per le 22 professioni non mediche è di 31.147 (+9% rispetto all’anno precedente); vi è invece, secondo l’Ipasvi, una sottostima delle Regioni rispetto agli infermieri (-19%).

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 2, del 20-26 gennaio 2009
Il benessere aumenta la spesa.
La spesa sanitaria aumenta in misura più che proporzionale al crescere del reddito pro-capite. In una società sempre più ricca, a prescindere dalla composizione per classi di età e dall’estensione dell’assistenza pubblica, si consumano quantità sempre maggiori di farmaci e prestazioni sanitarie. Emblematico il caso degli Usa, dove pur restando senza copertura sanitaria 47 mil. di cittadini, si spende più che altrove per l’assistenza sanitaria (tra settore pubblico e famiglie si arriva al 15,3% del Pil, contro il 9,6% della media Ue a 15). Gli economisti sintetizzano questo fenomeno affermando che l’elasticità della domanda di prestazioni sanitarie rispetto al reddito nazionale assume un valore superiore a 1. Nei Paesi europei, secondo l’Ocse, il rapporto tra il tasso di crescita della spesa sanitaria e il tasso di sviluppo dell’economia oscillerebbe attorno all’1,2-1,3%. Le tre ragioni che contribuiscono a spiegare questo fenomeno sono state individuate dalla letteratura economica: 1) la crescita del Pil determina nel lungo periodo un aumento del livello di istruzione, che comporta una maggiore attenzione alle condizioni di salute e quindi maggiori consumi sanitari; 2) lo sviluppo favorisce l’introduzione delle innovazioni in medicina, che determinano un incremento dei costi medi di produzione (nuove patologie diventano curabili, nuovi farmaci, nuove attrezzature,…); 3) il miglioramento delle condizioni di vita determina una maggiore incidenza della popolazione anziana, principale beneficiaria dei programmi assistenziali. In Italia l’incidenza della spesa sanitaria rispetto al Pil è aumentata fra il 1980 ed il 2007 del 2%, passando dal 6,2% del 1980-85 all’8,5% del 2000-07; a fronte di un rallentamento registrato negli anni ‘90, vi è stata in seguito un’accelerazione. Dall’avvio del Ssn la spesa sanitaria pro-capite è aumentata del 64%, passando da 1.077 a 1767 euro; il suo tasso di crescita è sempre stato superiore al tasso di sviluppo dell’economia. La spesa delle famiglie è aumentata del 167,2%, in misura molto superiore a quella pubblica (+49,5%). Il valore dell’elasticità della domanda rispetto al Pil è di circa 1,30 e colloca l’Italia ai primi posti in Europa, subito dopo la Germania.

Da “Il Sole 24 ore Sanità” n. 3, del 27 gennaio - 2 febbraio 2009
Cresce l’Italia degli screening.
L’Osservatorio nazionale screening (Ons) ha presentato il settimo rapporto sullo stato dei programmi organizzati di screening oncologici in Italia, relativi alla prevenzione del carcinoma mammario, del cervico carcinoma e del tumore colo-rettale, che dal 2001 rientrano tra i Livelli essenziali di assistenza. La diffusione e la qualità dei programmi di screening sono state misurate in relazione a vari parametri; se si considera l’estensione degli stessi (rapporto tra popolazione-target e insieme della popolazione italiana della stessa età), risulta che nel periodo 2003-2007 vi è stato un notevole ampliamento dei programmi, ma con profonde differenze tra Nord e Sud. Per lo screening mammografico l’estensione è cresciuta in tutte le macro aree, passando dal 56,2% all’82,4%, rimane però un forte squilibrio tra Nord e Centro da un lato e Sud e Isole dall’altro. Mentre nelle prime due macro-zone si è vicini a un’estensione tra il 90 ed il 100%, al Sud e nelle Isole si supera di poco il 50%. Nel 2007 il 71,8% del territorio nazionale risulta coperto da programmi di screening cervicale, con queste differenze territoriali: 65% al Nord, 91,9% al Centro e 68,7% al Sud, dove è il programma più diffuso. In alcune regioni (Liguria, Lombardia) non si sono date indicazioni pressanti, dato che c’è già una diffusa attività spontanea. I programmi di screening colo-rettale hanno una storia più breve, poiché sono iniziati solo nel 2004; alla fine del 2007 risulta coperto dallo screening (attraverso la ricerca del sangue occulto fecale o, in alcuni casi, la rettosigmoidoscopia) il 48,5% del territorio nazionale (Nord 72%, Centro 55%, Sud meno del 10%). Complessivamente, nel corso del 2007 sono state invitate circa 7.880.000 persone (2.210.000 per lo screening mammografico, 3.050.000 per quello cervicale e 2.610.000 per quello colo-rettale) e 3.610.000 sono state esaminate, con questi esiti: sono stati individuati 5.685 carcinomi mammari, 3.399 lesioni della cervice uterina, 2.782 carcinomi colorettali e 13.710 adenomi avanzati. Tra gli elementi positivi di questa attività vi sono: l’espansione continua dei programmi, presenti in quasi tutte le regioni, ed i loro risultati; tra gli elementi negativi: il gap Centro Nord/Sud, l’esistenza di problemi nella continuità temporale e nella qualità di alcuni programmi.

Da “Asi” n. 1-2, dell’1-8 gennaio 2009
Medicina difensiva: una sindrome che colpisce il 78% dei medici italiani.
Contenziosi medico-legali (non solo civili, ma anche penali, in controtendenza con gli altri paesi occidentali), eventi imprevisti e pericolosi nel corso dell’atto medico, cura di pazienti difficili: sono queste le situazioni che generano paura nel 78% dei medici italiani e li portano a praticare la medicina difensiva, secondo l’indagine promossa dalla Società Italiana di Chirurgia e svolta dall’Università Cattolica di Milano su un campione di 1.000 medici. Dall’indagine è emerso che, tra i medici che hanno assunto una condotta difensiva durante l’ultimo mese di lavoro, l’82,8% ha inserito nella cartella clinica annotazioni evitabili, il 69,8% ha proposto un ricovero di un paziente gestibile ambulatorialmente, il 61,3% ha prescritto un numero maggiore di esami diagnostici rispetto al necessario, il 58,6% ha richiesto un consulto non necessario di altri specialisti, il 51,5% ha prescritto farmaci non necessari, il 26,2% ha escluso pazienti “a rischio” da alcuni trattamenti ed infine il 13,8% ha richiesto al paziente procedure invasive non necessarie. Mentre non c’è distinzione di comportamento tra i medici che operano nelle strutture pubbliche e quelli che operano nel privato, differenze si riscontrano in base all’età e all’esperienza: ad avere più paura ed a praticare quindi maggiormente la medicina difensiva sono i medici più giovani (il 92,3% ha tra i 32 ed i 42 anni, contro il 67,4% dei soggetti tra i 63 ed i 72 anni). Tra le motivazioni principali dichiarate dai medici per giustificare i comportamenti adottati, l’indagine mostra che l’80,4% ha timore di un contenzioso legale, il 65,7% risente l’influenza di precedenti esperienze di contenziosi a carico di colleghi, il 59,8% ha timore di ricevere una richiesta di risarcimento, il 51,8% è influenzato da precedenti esperienze personali di contenzioso ed il 43,5% teme di ricevere una pubblicità negativa da parte dei mass media.

Da “Asi” n. 3, del 15 gennaio 2009
Gravidanza e parto: in Africa e Asia il 97% dei decessi materni mondiali.
Secondo il rapporto 2009 dell’Unicef su “La condizione dell’infanzia nel mondo” ogni anno più di mezzo milione di donne (l’Onu ne stimava 536.000 nel 2005) muore per cause associate alla gravidanza e al parto e circa 4 milioni di neonati muoiono entro 28 giorni dalla nascita; altri milioni di donne sono colpite da disabilità, malattie, infezioni e lesioni. L’Africa e l’Asia registrano il 97% dei decessi materni; il 50% sono concentrate nell’Africa subsahariana ed il 35% nell’Asia meridionale. Le complicazioni legate alla gravidanza e al parto sono la causa principale di morte per le ragazze dai 15 ai 19 anni in tutto il mondo e sono responsabili di 70.000 decessi all’anno. Il Niger è il Paese a più alto rischio di mortalità materna: 1 donna su 7 rischia la morte nel corso della sua vita; nel mondo industrializzato lo stesso rischio riguarda 1 donna su 8.000. La ricerca indica che circa l’80% delle morti materne sarebbero prevenibili se le donne avessero accesso ai sevizi essenziali di maternità e assistenza sanitaria di base. Per conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio relativi alla salute materna e infantile sono necessarie misure urgenti; per accelerare il progresso nella salute materna e infantile è imperativo porre un accento più forte sull’Africa e l’Asia, che presentano le sfide più grandi per la sopravvivenza e la salute di donne e bambini. Nel 2008 l’Unicef, l’OMS, il Fondo dell’Onu per la Popolazione e la Banca Mondiale si sono accordati per lavorare insieme al fine di aiutare il progresso della salute materna nei 25 Paesi con i tassi più alti di mortalità.

Da “Asi” n. 4, del 22 gennaio 2009
Presentata al Parlamento la Relazione sull’alcolismo 2006-2007.
Da tempo si stanno diffondendo nel nostro Paese, soprattutto tra i giovani, nuovi modelli di consumo alcolico che espongono la popolazione ad un elevato rischio di patologie ed incidenti correlati: in particolare, consumi fuori pasto, consumi eccessivi e ad alta intensità, episodi di ubriachezza, soprattutto tra i giovani, ma anche fra gli anziani e le donne. La Relazione presenta l’analisi dei dati relativi ai consumi di bevande alcoliche e ai modelli di consumo, nonché la fotografia delle attività dei servizi alcologici del Ssn, insieme con la mappa degli interventi a livello centrale e territoriale di contrasto del fenomeno. In particolare sono evidenziati i modelli a rischio di comportamento della popolazione giovanile: la più bassa età in Europa del primo contatto con le bevande alcoliche (12,2 anni, contro i 14,6 della media europea); aumento dei consumatori tra i giovani di 20-24 anni, con incremento significativo tra le femmine; aumento dei giovanissimi di età compresa tra i 14 ed i 17 anni che consumano alcol fuori pasto; aumento dei consumatori di aperitivi alcolici, liquori e superalcolici tra i giovani di 11-24 anni; aumento della prevalenza di chi si ubriaca tra gli studenti di 15-19 anni. Nei servizi alcologici del Ssn (455 in 20 regioni) sono in aumento gli alcoldipendenti in trattamento; nel 2006 sono stati prese in carico più di 61.600 persone, in aumento rispetto all’anno precedente (+9,6%). Le regioni del Nord, soprattutto Veneto e Lombardia sono quelle con il numero assoluto più elevato di utenti, mentre il valore più basso si registra in Val d’Aosta.

Da “Asi” n. 5, del 29 gennaio 2009
VI Rapporto sanità del Censis. Spesa sanitaria: 10 mld. di “buco” nel 2010.
La spesa sanitaria italiana continua a crescere più rapidamente del Pil, al punto che nel 2010 si rischia un buco di 10 mld., che le Regioni dovrebbero colmare con recuperi di efficienza, aumenti della compartecipazione da parte dei cittadini o tagli ai servizi. Il Ceis prevede che la spesa sanitaria complessiva crescerà del 4% sia nel 2009, sia nel 2010; tra due anni supererà i 149 mld. di euro, quasi il 9% del Pil. La spesa privata diminuirà dai 30 mld. del 2009 ai 29,3 del 2010, scendendo dall’1,8% all’1,7% del Pil. L’aumento riguarderà quindi solo la spesa pubblica, che ammonterà a 113,6 mld. nel 2009 (6,9% del Pil) e a 120 mld. nel 2010 (7,1% del Pil), a fronte di un finanziamento che sarà rispettivamente di 102,9 mld. e 104 mld. Dovrà corrispondere da parte delle Regioni un finanziamento aggiuntivo di 10,7 e 16 mld., una manovra impossibile, secondo il Ceis. Un’altra emergenza riguarderà i bilanci delle famiglie, che pagano già oggi direttamente un gran numero di prestazioni sanitarie. Nel 2006 l’1,5% delle famiglie si è impoverito a causa di spese sanitarie impreviste, che hanno dovuto coprire con risorse proprie; un altro 3,7% dei nuclei ha sostenuto “spese catastrofiche” per l’incidenza di spese sanitarie dirette. Il federalismo rischia inoltre di inasprire le differenza già evidenti tra servizi sanitari regionali, considerando che già oggi è difficile parlare di equità e uniformità: le Regioni registrano dati molto diversificati, che confermano la netta divisione tra Nord e Sud. Se la media nazionale pro-capite è di 1.744 euro, alcune Regioni, come Trentino Alto Adige, Lazio e Val d’Aosta hanno una spesa superiore a 1.970 euro, mentre Basilicata e Calabria sono sotto i 1.600 euro pro-capite.

 

Dalle Agenzie di stampa nazionali.
Dalla Cgil nazionale Dipartimento Welfare: www.cgil.it
23/02/2009 –Documento Cgil sulla V Conferenza nazionale sulle droghe.
La lettera della Cgil con le prime informazioni sulla V Conferenza nazionale sulle droghe e l’Appello “A Trieste senza dogmi né pregiudizi”. Primi firmatari: Antigone, Cgil nazionale, Cnca (Coordinamento nazionale Comunità di Accoglienza), Cnnd (Coordinamento nazionale Nuove Droghe), Forum Droghe, Forum Salute Mentale, Gruppo Abele, Itaca Italia.

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 24.2.2009. Condizione anziana in Provincia di Cremona: una ricerca. Supporto per gli assistenti familiari di anziani in Europa: il Rapporto italiano. Interventi per gli anziani a Milano. Anziani: aggiornati gli indicatori per l’assistenza domiciliare integrata. Agevolazioni fiscali per i disabili.
Agevolazioni fiscali per i disabili (Centro Maderna)
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una Guida che illustra dettagliamente le agevolazioni fiscali per le persone disabili. Le principale agevolazioni riguardano i figli a carico, i veicoli, i sussidi tecnici e informatici, le spese sanitarie, l’assistenza personale e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Per i contribuenti con disabilità che non possono recarsi presso gli sportelli, l’Agenzia delle entrate ha attivato un servizio di assistenza fiscale domiciliare da parte di funzionari qualificati. Per usufruirne è possibile rivolgersi alle Associazioni che operano nel settore, ai servizi sociali degli enti locali, ai coordinatori del servizio delle Direzioni regionali dell’Agenzia. Informazioni e chiarimenti si possono avere rivolgendosi ai centri di assistenza telefonica, al numero 848.800.444 dal lunedì al venerdì dalle alle 17, il sabato dalle 9 alle 13, oppure agli sportelli degli Uffici locali dell’Agenzia delle entrate.
Leggi tutto l’articolo.        Scarica la Guida alle agevolazioni fiscali per i disabili.

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro è uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute e di strumenti, per esempio progetti che hanno funzionato in altri contesti, questionari, immagini, depliant.
Sul numero 284 di EpiCentro. Influenza suina in Spagna. Le autorità spagnole segnalano un caso di influenza suina in una donna che lavora in una fattoria: le indagini epidemiologiche escludono che l’episodio rappresenti un rischio per la salute pubblica. Malattie croniche: il piano Oms. Intervenire al più presto per ridurre fumo, obesità, inattività fisica e consumo di alcol: lo dice il piano d’azione 2008-2013 dell’Oms per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili. Controindicazioni alle vaccinazioni. È disponibile l’edizione 2008 della Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni curata dal Niv. Ampliata e modificata rispetto alla precedente, prende in considerazione tutti i vaccini disponibili in Italia. Piani pandemici locali. Dalle Marche, lo “Schema per i piani pandemici locali” redatto dal gruppo di coordinamento dei comitati pandemici zonali e aziendali. Lo scopo: facilitare la stesura dei piani pandemici sul territorio. Usa: riforma sanitaria. Nel 2007 gli americani senza copertura sanitaria sono 46 milioni. Il dipartimento americano dell’economia esamina gli interventi per estendere la copertura sanitaria e ridurre i prezzi delle assicurazioni.
La riforma del sistema sanitario degli Stati Uniti.
Il sistema sanitario americano garantisce a una parte della popolazione livelli di cure mediche piuttosto elevati, in continuo miglioramento grazie al contenimento dei tagli all’innovazione tecnologica. Tuttavia la situazione complessiva della salute della popolazione americana, come riportano i dati relativi all’aspettativa di vita e agli anni potenziali di vita persi, colloca il Paese nell’ultimo terzo della classifica stilata dall’Ocse, nonostante gli investimenti pro-capite siano maggiori rispetto a quelli degli altri Stati. È quanto emerge dal working paper pubblicato, a febbraio 2009, dal dipartimento americano dell’economia.
Scarica l’articolo: http://www.epicentro.iss.it/temi/politiche_sanitarie/riformaUSA.asp
 

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