Block Notes n. 25, novembre 2009

Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Presidio regionale dei lavoratori dell’ospedalità privata AIOP
Sanità, prevenzione: pubblicato rapporto 2008
Formigoni e Boscagli per il quoziente familiare
Famiglie e anziani, Boscagli “chiama” le imprese
Sicurezza lavoro, Formigoni:pronti ad avere più competenze
Sanità, Formigoni: tempi d’attesa più bassi d’Italia
Influenza A: il piano vaccinale esclude ancora medici di famiglia e pediatri

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Servizi sociali: nomenclatore interregionale
Conferenza delle Regioni. Patto Salute: aggiornate proposte linee guida
Spesa sanitaria: indagine Cerm
Rossi: sistema sanitario tende a crescere di più dell’inflazione
Tossicodipendenze in Europa

Dalle Agenzie di stampa regionali
Da FP Cgil, Cisl FP e UilFPL, federazioni regionali della Lombardia.
Comunicato stampa del 16 novembre 2009.
Presidio regionale dei lavoratori dell’ospedalità privata AIOP.
Un migliaio i lavoratori che hanno partecipato oggi al presidio, organizzato da FP CGIL CISL FP ed UIL FPL Lombardia, presso l’Istituto Galeazzi di Milano, mobilitati per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro AIOP, scaduto da ormai 4 anni, e la cui vertenza per il biennio economico 2006/2007 si è interrotta un anno fa. Nel corso della manifestazione i lavoratori hanno occupato la sede stradale, bloccando l’accesso alla super strada Milano- Meda. Dopo le mobilitazioni organizzate nelle molteplici strutture (circa 40), nelle diverse province, il presidio regionale del 16 novembre, organizzato presso l’istituto Galeazzi, del gruppo San Donato, principale associato di AIOP Lombarda, ha consentito ai lavoratori accorsi di esprimere e manifestare anche ai cittadini tutta la gravità dell’insostenibile situazione: l’attesa di un rinnovo del proprio contratto che dura da 4 anni! Riteniamo che la qualità dei servizi e dell’assistenza erogate ai cittadini dai lavoratori che operano nelle strutture sanitarie private, meriti il riconoscimento ed il rispetto della dignità professionale e del merito, che passa dalla tutela contrattuale. Le Segreterie Regionali hanno inoltre chiesto al Presidente della regione, e all'Assessore alla Sanità un intervento teso a sbloccare la vertenza per il rinnovo del CCNL. La regione ha risposto convocando un incontro per il 25 novembre prossimo. Il percorso di iniziative e mobilitazioni realizzate in questi mesi ha dato un primo riscontro con la convocazione delle federazioni nazionali a Roma, da parte di AIOP nazionale, prevista per il 23 novembre prossimo.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 5 novembre 2009
Sanità, prevenzione: pubblicato rapporto 2008. Meno morti sul lavoro (-37%) e per tumori al seno (-12%).
Dal 2007 al 2008 c’è stata in Lombardia una riduzione del 37% degli infortuni mortali sul lavoro (da 104 a 65). Nello stesso periodo è diminuito anche il numero complessivo degli incidenti (-5%). Dal 2000 al 2008 si è registrato inoltre un decremento del tasso di mortalità per tumore alla mammella nelle donne dai 50 ai 69 anni (dal 68,5 al 53,3 su 100.000 residenti) così come sono calati del 6% i ricoveri dovuti a incidenti domestici degli anziani. Sono questi alcuni dei principali dati contenuti nel “Rapporto sulle attività mediche di prevenzione in Lombardia”, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione. Il Rapporto ha l’obiettivo di rendere noti e trasparenti i risultati ottenuti in Lombardia, a seguito del percorso innovativo attivato dalla Regione sul tema prevenzione con la Legge 8 del 2007. Con questa legge si sono semplificate molte procedure burocratiche per i cittadini (abolendo ad esempio alcuni certificati) e le imprese (con l’introduzione delle Dichiarazioni Inizio Attività Produttive) e si sono rilanciati obiettivi, reali e misurabili, in tutti i campi della prevenzione (lavoro, sicurezza stradale, incidenti domestici, attività produttive, ecc). Il bilancio tracciato nel Rapporto (attività svolte e risultati conseguiti) è positivo e conferma il valore del percorso di rinnovamento intrapreso dalle strutture organizzative centrali e territoriali del sistema sanitario lombardo che si occupano di prevenzione. Gli ambiti di intervento riguardano queste aree: sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro; tutela della salute dai fattori di rischio ambientali; igiene dei prodotti alimentari e della sicurezza alimentare; prevenzione delle malattie oncologiche e cronico-degenerative; prevenzione delle malattie infettive; promozione della salute. Sono oltre 5.000 gli operatori dei Servizi di prevenzione in Lombardia. Tra gli altri provvedimenti, vanno ricordati almeno, oltre alla legge 8 del 2007, la revisione sulla sorveglianza delle malattie infettive (2004), il Piano regionale vaccini (2005), le nuove linee di indirizzo sulle attività di controllo di ASL e Arpa (2007), la nuova organizzazione dei programmi di screening oncologici (2007), la revisione dei Piani di promozione della salute per le ASL (2007), il Piano regionale 2008-2010 per la promozione della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro (2008). Questi i più importanti risultati ottenuti con il contributo delle azioni di prevenzione promosse da Regione Lombardia. 1) Nel campo della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, si è ottenuta nel 2008 una riduzione degli infortuni sul lavoro pari al 5% in confronto con l’anno 2007, e in particolare nell’industria la riduzione è stata dell’11% e nelle costruzioni del 19%; gli infortuni mortali si sono ridotti del 37% circa rispetto al 2007. Oltre 50.000 i controlli effettuati dalle Asl. 2) Nelle prevenzione delle patologie cardiocerebrovascolari si è ottenuta la riduzione dei ricoveri e della mortalità per entrambi i sessi (ultimi 20 anni) e per il tumore del polmone la riduzione della mortalità nei maschi; per quanto riguarda l’obesità, rispetto alla media nazionale è minore la percentuale di popolazione di età >18 anni (9,03% in Lombardia, 9,9% in Italia). 3) Gli screening oncologici nel periodo 2000-2008 hanno concorso a ridurre il tasso di mortalità per tumore della mammella, nella popolazione femminile in fascia d’età 50-69 anni, dal 68,5 al 53,3/100.000 donne residenti e hanno consentito di diagnosticare e trattare 1.348 cancri del colon retto, oltre a 5.881 adenomi ad alto rischio di trasformazione neoplastica; inoltre oltre 1/3 delle colonscopie effettuate, a seguito di un test positivo del sangue occulto nelle feci, individua precocemente lesioni neoplastiche. 4) Nel campo delle malattie infettive, per poliomielite, difterite, epatite virale di tipo B, pertosse, tetano, malattie infettive da HIB, la copertura vaccinale negli ultimi 20 anni è del 97-98%; per il morbillo la copertura vaccinale dei nati dal 2005 ha superato la soglia del 95%. 5) Riguardo agli incidenti stradali, nel periodo 2000-2007 in Lombardia si è registrato un decremento del 13,6% nel numero di incidenti, del 28% nel numero dei morti e del 17% di feriti. 6) Per quanto concerne gli infortuni domestici, nel periodo 2005-2008 si è verificata nei bambini (0-3 anni) una diminuzione del 21% dei ricoveri dovuti ad avvelenamento, mentre negli anziani (65 anni e oltre) si è registrata una diminuzione del 5% dei ricoveri dovuti a fratture e una riduzione del 6% dei ricoveri totali dovuti ad infortuni domestici negli anziani di età >74 anni. 7) A seguito della rilevazione dei quantitativi di amianto presenti in Lombardia e della attuazione di misure di controllo delle attività di bonifica, il monitoraggio ambientale ha evidenziato, in tutta la regione, concentrazioni di fibre di amianto aerodisperse notevolmente inferiori ai limiti cautelativi stabiliti dall’OMS per la popolazione generale. 8) Le attività di vigilanza e controllo nel settore degli alimenti hanno esercitato un effetto positivo nel contrastare le tossinfezioni da salmonella ed altri agenti microbici trasmessi da alimenti, con un arresto dell’incremento registrato in tutta Europa negli anni ‘90 e poi una riduzione nell’ultimo quinquennio.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 10 novembre 2009
Formigoni e Boscagli per il quoziente familiare.
Il quoziente familiare si è affermato come criterio guida delle politiche famigliari di Regione Lombardia per una più equa ripartizione dei tributi. Un obiettivo che il Governo regionale intende perseguire anche attraverso un dialogo costante con gli enti locali e i sindacati. È quanto è emerso oggi durante il convegno “Uno nessuno, Centomila. Figli: quale futuro?”, organizzato dal Sindacato delle famiglie e dall’assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione, al quale sono intervenuti il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e l’assessore alla Famiglia Giulio Boscagli. “Da tempo - ha spiegato il presidente Formigoni – Regione Lombardia ha scelto, per l’erogazione dei propri servizi come ad esempio il buono scuola, di utilizzare un indice di misurazione del reddito che tenga conto delle caratteristiche della famiglia, cercando di premiare il più possibile la numerosità della stessa. Siamo la prima Regione italiana che attribuisce un significato importante alla presenza dei figli all’interno del nucleo famigliare anche per quanto riguarda il sostegno da attribuire alle famiglie titolari di contratto di affitto a libero mercato. Tale approccio è stato successivamente esteso ad altre misure di intervento, come il Fondo sostegno affitti e il sostegno ai mutui per l’acquisto delle prima casa”. “Il federalismo fiscale - ha proseguito il presidente Formigoni - può essere una grande opportunità per sviluppare ulteriormente politiche più attente a favore della famiglia e per introdurre forme più decise di riconoscimento dei carichi familiari. Oggi una Regione, anche se volesse praticare una propria politica fiscale a favore della famiglia, non può prevedere detrazioni o deduzioni sulla propria addizionale Irpef: si arriva così all’assurda situazione per cui un single viene a pagare la stessa addizionale regionale di un padre di famiglia con diversi figli a carico”. L’assessore Boscagli, ha ricordato che per Regione Lombardia sostenere la natalità vuol dire sostenere la famiglia: “Dieci anni fa Regione Lombardia ha dato vita alla legge Famiglia (23/99) che ha permesso il sorgere di oltre 600 associazioni famigliari, per rispondere alle esigenze più disparate: dal micronido all’assistenza agli anziani. Inoltre abbiamo realizzato un bando specifico per la tutela della maternità con uno stanziamento di 7 milioni di euro e un altro per la realizzazioni di nidi, che farà aumentare di 2.000 gli oltre 52.000 posti già presenti in Lombardia”. “Per fronteggiare la situazione di crisi attuale - ha aggiunto Boscagli - abbiamo previsto l’introduzione del quoziente familiare nell’erogazione di alcuni servizi, quali il voucher conciliativo di 250 euro mensili, aggiunto alla dote lavoro per i cassintegrati”. Il voucher consente la fruizione di servizi per la cura familiare (servizi prima infanzia, accompagnamento a scuola, dopo scuola/supporto allo studio). “Resta però - ha concluso l’assessore Boscagli - la necessità di introdurre a livello nazionale il quoziente famigliare: solamente intervenendo sulla leva fiscale si potrà aiutare veramente la famiglia in modo radicale”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 12 novembre 2009
Famiglie e anziani, Boscagli “chiama” le imprese.
“La fragilità delle persone anziane e di quelle disabili è un tema che ci accompagnerà per molti anni a venire. Lo sbilanciamento demografico e di conseguenza la necessità di assistere e curare un numero sempre maggiore di anziani ci richiama ad una grande sfida. Affrontarla è compito che riguarda tutti: enti pubblici, terzo settore, privato sociale ed anche il mondo delle imprese dove alcune esperienze già dimostrano che, se si vuole, si può fare molto nel settore del welfare. E’ infatti anche interesse delle imprese sostenere i lavoratori nel loro impegno di assistenza familiare”. Lo ha affermato l’assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, intervenendo questa mattina a Milano al convegno “Cura si-cura”, organizzato dal Gruppo Segesta e dedicato all’analisi dell’appropriatezza delle cure alle persone fragili, sia quelle ospitate nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) sia quelle che vivono nel proprio domicilio. L’assessore Boscagli ha poi ricordato l’accordo sottoscritto alcuni giorni fa con le tre organizzazioni sindacali della Lombardia per migliorare l’assistenza degli anziani non autosufficienti. “I punti salienti - ha detto - sono: migliorare sempre di più l’assistenza domiciliare integrata attraverso l’incremento dei voucher e dei buoni socio sanitari; attivare nelle RSA aree di cura intermedie dedicate all’accoglienza temporanea e sostenere ancora più efficacemente le famiglie che hanno a carico familiari con malattie gravemente invalidanti come la SLA. Coi sindacati abbiamo inoltre deciso di studiare nuovi criteri e modalità per la compartecipazione dei cittadini alla spesa sociale. Attualmente infatti gli anziani pagano la metà del costo della retta mentre l’altra metà è a carico della Regione. Vorremo sperimentare un meccanismo, lavorando anche sugli indicatori ISEE di reddito, che consenta di avere un criterio sempre più omogeneo per la partecipazione alle spese e aiutare in maniera più incisiva che ha bisogno di un sostegno economico maggiore”.

Sicurezza lavoro, Formigoni:pronti ad avere più competenze.
“La Lombardia, anche tenendo conto dei positivi risultati ottenuti, è pronta ad assumersi maggiori responsabilità sul tema della sicurezza del lavoro e per questo si candida a sperimentare, attraverso un accordo specifico con il Ministero, un modello che assegni alla Regione il ruolo di coordinamento dei piani di controllo di tutti gli Enti (anche nazionali) che operano sul territorio (ad esempio Inail, Drl, Ispels)”. E’ questa la proposta lanciata oggi dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e immediatamente raccolta dal ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, in occasione del convegno nazionale “Sicurezza sul lavoro: confronto su politiche adottate, risultati ottenuti e prospettive”. “Il modello lombardo sulla sicurezza del lavoro - ha detto Sacconi - è positivo. Lo dicono i risultati e lo dice il clima complessivo che si è prodotto. Per questo sono pronto a sostenere la proposta di Regione Lombardia, discutendo con gli enti che si occupano di sicurezza allo scopo di integrare quanto più possibile le funzioni e realizzare un maggiore coordinamento”. Il convegno, ha ricordato Formigoni, si tiene a oltre un anno dall’avvio del Piano regionale della sicurezza, sottoscritto da tutte le parti sociali, e dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 81. I risultati sono molto positivi: gli indici di frequenza infortunistica sono calati del 5% tra il 2007 e il 2008 e del 7% rispetto al 2006. Nel 2008 la riduzione degli infortuni nel settore dell’industria è stata pari all’11%, mentre nelle costruzioni di quasi il 19%. Anche l’analisi degli infortuni mortali nei luoghi di lavoro in Lombardia mostra una riduzione del 37% dei casi rispetto all’anno 2007. “Questi risultati positivi - ha commentato Formigoni – rappresentano un punto di partenza. Una sola vita sacrificata sul lavoro è una vita che deve essere salvata e risparmiata”. Oltre alla proposta di maggiori competenza di coordinamento per la Regione, Formigoni ha indicato altri tre grandi obiettivi per il prossimo futuro: il miglioramento dell’attività di vigilanza, l’attuazione di maggiori sinergie, la semplificazione delle pratiche e l’assegnazione di maggiori responsabilità alle Regioni. Migliorare l’attività di vigilanza. “L’azione - ha detto Formigoni - deve essere diretta a prevenire gli abusi e a sanzionare i fenomeni di irregolarità, in una logica di approccio sostanziale e lontano da impostazioni formali”. Concetto questo rilanciato anche da Sacconi, che ha sottolineato la necessità di superare una logica legata solo agli “adempimenti e alle sanzioni”, in favore di un “approccio sostanziale al problema”, fatto di obiettivi concreti e monitorati e di collaborazione con le parti sociali. “I controlli - ha aggiunto Formigoni - devono assurgere al loro valore educativo, cioè preventivo”. Per questa ragione la Lombardia ha avviato tanti progetti per la realizzazione di varie attività di formazione, molte delle quali in due comparti a più alto rischio come l’edilizia e l’agricoltura, prevedendo già nel 2008 un investimento straordinario di 5,1 milioni. Fin dal 2007 tutte le Aziende Sanitarie Locali si sono dotate di piani di prevenzione integrati per la vigilanza e il controllo. Oggi ci sono 15 piani integrati che permettono di definire corrette priorità d’azione e di prevedere la misurazione dei risultati. Con l’adozione del Piano regionale della sicurezza sul lavoro è stata incrementata l’attività ispettiva da parte delle ASL, passando da 26.215 sopralluoghi del 2007 a 52.309 nel 2008. Queste iniziative hanno già consentito di effettuare il controllo del 5% delle imprese attive in Lombardia, centrando così l’obiettivo indicato nel Piano di prevenzione nazionale. Maggiori sinergie. Le strategie in materia di sicurezza risultano efficaci quando si sviluppano sulla base di interventi integrati e multidisciplinari. Perché le azioni della pubblica amministrazione abbiano successo, occorre applicare programmi di prevenzione che sappiano leggere i bisogni di salute e sicurezza complessivi in un insieme organico. La settorialità deve essere abbandonata. Diventa, pertanto, necessario garantire l’integrazione tra le diverse discipline della prevenzione (a partire dalle ASL). Due gli esempi ricordati da Formigoni in questo senso: la Cabina di regia attivata con tutti gli attori del sistema e la realizzazione di una unico supporto informatico per la trasmissione della notifica preliminare di inizio cantiere. Semplificare le pratiche - Regione Lombardia si è mossa in questo senso da tempo, concentrandosi sull’area autorizzativa e, in particolare, su quello dell’avvio delle attività produttive. Con la legge regionale del 2007 (semplificazione in ambito sanitario e socio-sanitario) gli atti d’autorizzazione sono stati sostituiti da dichiarazioni d’inizio attività (DIA e DIAP). “Il percorso di sburocratizzazione avviato - ha detto ancora Formigoni - deve proseguire con l’aiuto di tutti i livelli di governo: lo snellimento delle pratiche autorizzative in Lombardia rappresenta un primo importante passo in avanti”. Secondo il presidente, occorre semplificare anche i modelli di gestione della sicurezza arricchendo l’offerta: i sistemi o le attestazioni devono essere facilmente accessibili e autonomamente applicabili dalle piccole e medie imprese che rappresentano l’ampio substrato del nostro sistema produttivo. “Regione Lombardia - ha concluso Formigoni - è stata e sarà in prima linea sul fronte della sicurezza lavorativa. Al centro del lavoro, infatti, c’è la persona. E al centro delle politiche regionali c’è la persona. Questo è ciò che ci stimola ad andare avanti e a impegnarci ulteriormente. Occorre sviluppare una nuova cultura della sicurezza: per questo abbiamo previsto (nel 2008) la competenza relativa alla sicurezza nella quota regionale dei curricula scolastici. Vogliamo insegnare ai nostri studenti - lavoratori del domani - il valore positivo del lavoro che significa, anzitutto, rispetto di se stessi, degli altri e del territorio”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 16 novembre 2009
Sanità, Formigoni: tempi d’attesa più bassi d’Italia.
Il problema delle liste d’attesa in sanità è stato “completamente risolto in Lombardia”. E’ quanto ha confermato oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, interrogato dai giornalisti a margine del convegno su “Il contributo del privato nell’attuazione del piano socio-sanitario regionale”. “Siamo la Regione - ha detto Formigoni - con i tempi d’attesa più bassi in Italia. In più abbiamo molte eccellenze sanitarie per cui numerosissimi pazienti da fuori regione vogliono venire a farsi ricoverare e curare nei nostri ospedali. C’è dunque una pressione sulle nostre strutture ma nonostante questo i nostri tempi sono i migliori d’Italia e sono rispettati quasi nella loro totalità. La situazione di oggi non è minimamente paragonabile a quella che abbiamo ereditato 15 anni fa”. La Lombardia ha fissato un limite massimo di 30 giorni per le prime viste e di 60 per le prestazioni strumentali (esami) che viene rispettato in una percentuale altissima, vicina alla totalità (97%). Va sottolineato inoltre che i medici di famiglia e i pediatri, qualora ritengano ci sia un caso di urgenza, possono richiedere che la prestazione sia garantita entro 72 ore dalla prenotazione, con l’applicazione del “bollino verde”. Formigoni ha anche ricordato come la Lombardia stia inoltre dotando la propria sanità di nuovi centri, come quello inaugurato venerdì a Saronno per la cura delle malattie oncologiche che servirà un territorio con quasi 500mila abitanti. “Con una delibera approvata a giugno - ha aggiunto l’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani - abbiamo deciso che le strutture che non rispettano i tempi d’attesa sulle patologie a rischio devono sospendere l’attività in libera professione, cioè a pagamento, finché non rientrano nei tempi stabiliti”. Questa decisione della Regione riguarda le prestazioni cosiddette “extra budget” (senza alcuna limitazione di rimborso), la maggior parte delle quali sono per i pazienti oncologici. Sempre con la delibera di giugno è stati anche stabilito che per tutte le altre prestazioni, la differenza tra le liste d’attesa in regime di Servizio Sanitario Nazionale e le liste d’attesa in regime di solvenza/libera professione non può essere superiore a 30 giorni. Per le prestazioni “extra budget” invece, già da tempo i tempi d’attesa delle attività svolte in regime pubblico non devono essere superiori a quelle svolte a pagamento. Bresciani ha poi ricordato il problema di quei cittadini, e non sono pochi, “che prenotano le stesse visite ed esami in diverse strutture, provocando un allungamento dei tempi. Anche su questo stiamo intervenendo per migliorare ulteriormente una situazione già molto positiva”.

Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale lombardo.
E’ uscito il n. 77 del 13 novembre 2009
Influenza A: il piano vaccinale esclude ancora medici di famiglia e pediatri.
Sono 3080 i casi di influenza A/H1N1 accertati in Lombardia nella scorsa settimana (2 - 8 novembre), con la conferma che l’incidenza maggiore è nella fascia d’età tra i 4 e i 15 anni, dove si sono registrati 1364 casi, seguita dalla fascia d’età tra zero e 4 anni, in aumento rispetto alla settimana precedente. Il piano vaccinale, secondo i dati della Regione, a fronte di 344mila vaccini disponibili al 2 di novembre, avrebbe finora interessato circa 60mila persone (28mila operatori, 27mila soggetti con patologie croniche, quasi 3mila donne in gravidanza). Erano 20mila fino al 30 ottobre. Il funzionamento del piano è stato messo sotto la lente d’ingrandimento martedì in Consiglio Regionale attraverso un’interrogazione a risposta immediata, presentata da Ardemia Oriani. “La risposta data in Aula dall’assessore alla sanità Bresciani - dichiara Oriani - ha confermato il ritardo nella somministrazione dei vaccini, attribuita al ritardo nella consegna degli stessi alle Regioni. È comunque un fatto che dopo la nostra denuncia e dopo la presentazione dell’interrogazione la Regione abbia aumentato la fascia oraria d’apertura dei centri di vaccinazione e anche dei call center per l’informazione e la prenotazione, fino ad allora insufficiente rispetto alle richieste. Rimane largamente carente - conclude Oriani - la risposta sul coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, nonché della guardia medica, che sono i primi punti d’accesso alla rete sanitaria nella nostra regione e nella gran parte dei casi sono il miglior presidio per affrontare l’influenza. C’è quindi un concreto rischio che il picco pandemico coincida con l’assalto ai pronto soccorso, congestionando e rendendo più difficile il lavoro delle strutture”.

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1476 del 12 novembre 2009.
Servizi sociali: nomenclatore interregionale.
La Conferenza delle Regioni del 29 ottobre ha approvato un documento di proposta per un “Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali”. La nomenclatura e definizione degli interventi e servizi rilevati è riportata in un Glossario, che è stato formulato attraverso un lavoro di raccordo di una serie di classificazioni regionali –quelle disponibili quando è stata progettata la rilevazione- con la macro-architettura della classificazione europea, prevista nel Sistema Europeo delle Statistiche integrate della Protezione Sociale (SESPROS).
Il link è: www.regioni.it/upload/DOCCRP10)NOMENCLATORE_SERVIZI_SOCIALI.pdf

Regioni.it n. 1478 del 13 novembre 2009.
Conferenza delle Regioni. Patto Salute: aggiornate proposte linee guida.
La Conferenza delle Regioni riunitasi il 12 novembre ha “aggiornato” il proprio documento di proposte per il nuovo patto per la salute, allineandone i contenuti con quanto stabilito dall’accordo sottoscritto il 23 ottobre da Governo e Regioni. Il link al Documento è: http://www.regioni.it/upload/121109_lineeguida_Patto_Salute_2010_2012.pdf
Il testo dell’Accordo recepito nel documento delle Regioni è riportato in grassetto sottolineato.

Regioni.it n. 1479 del 17 novembre 2009.
Spesa sanitaria: indagine Cerm.
Il Cerm ha effettuato un’indagine sull’efficienza dei servizi sanitari regionali. Nell’indagine, realizzata dal Centro di ricerche Cerm (Competitività, regolazione, mercati), si spiega che negli ultimi 10 anni si analizza la relazione media che lega la spesa sanitaria pubblica pro-capite (di parte corrente) delle Regioni ad alcune tra le più importanti variabili esplicative. Sulla base di questa relazione, la spesa pro-capite effettiva (di contabilità) di ogni Regione viene confrontata con il valore che essa avrebbe dovuto assumere se nella stessa Regione se l’impatto delle variabili esplicative sulla spesa fosse stato quello mediamente rilevabile nel complesso di tutte le Regioni. La ricerca “La spesa sanitaria pubblica in Italia: dentro la “scatola nera” delle differenze regionali” è stata pubblicata sul Quaderno Cerm n. 2/2009. Il link al documento è: http://www.regioni.it/upload/Quaderno2099NovCERM(2).pdf

Rossi: sistema sanitario tende a crescere di più dell’inflazione.
“Non metto in discussione il Patto Salute. L’ho firmato e mi batto perché sia rispettato. Ma faccio un appello a monitorare la situazione. Perché c’è il rischio che i cittadini possano pagare di più”. Così Enrico Rossi, coordinatore della Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, nell’audizione alla Camera nella Commissione bicamerale d’inchiesta sugli errori sanitari e le cause dei disavanzi regionali. “Il sistema sanitario tende a crescere di più dell’inflazione. Perché - ha spiegato Rossi - c’é tecnologia, perché ci sono investimenti da fare. Se noi dovremo garantire i livelli essenziali di assistenza dentro questo tetto é assai probabile che una parte della spesa ricada sui cittadini direttamente o attraverso la tassazione”. Già oggi ci sono molte differenze. Le Regioni che non hanno rispettato il precedente hanno dovuto introdurre ticket e aumentare la tassazione. E le differenze di esborso sono enormi: per Irpef e Irap si va dai 20 euro della Toscana ai 180 del Lazio. Nella sua relazione Rossi ha sottolineato l’importanza di una gestione della sanità che non punti tutto sull’economia, ma che valorizzi gli interventi organizzativi e anche gli investimenti che - “non è una contraddizione” - fanno risparmiare. E proprio per evitare un peso troppo eccessivo dell’Economia, “ci sarebbe piaciuto un ministero della Salute con un maggiore ruolo centrale”, ha detto. Rossi, inoltre, ha parlato della necessità di contare su principi contabili certi e omogenei per tutte le Regioni e sulle certificazioni di bilancio. “É un lavoro avviato, che alcune Regioni stanno già facendo. Ma ci vorrà tempo perché sia generalizzato”.

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro é uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 316 del 5 novembre 2009. Lotta all’alcol. Per portare avanti la lotta all’alcol, l’Oms Europa pubblica il manuale per la riduzione dei danni alcolcorrelati, documento destinato ai policy maker. Leggi il contributo di Emanuele Scafato (Iss). Salute globale. On line il rapporto dell’Oms “Global health risks”, strumento utile alla programmazione delle politiche di intervento volte al miglioramento della salute a livello globale e che aggiorna la versione del 2004. Guadagnare salute in Europa. Per migliorare la comprensione delle politiche di gestione delle malattie non trasmissibili e per facilitare lo sviluppo di una strategia efficace, l’Oms Europa ha pubblicato una guida per i decisori politici. Arsenico e cibo. L’Efsa ha pubblicato un parere sui rischi per la salute legati alla contaminazione da arsenico nei prodotti alimentari. Si raccomanda di ridurre l’esposizione a quello più nocivo, in forma inorganica. Diarrea infantile. Secondo il report di Unicef e Oms, la diarrea infantile colpisce ogni anno 2,5 miliardi di bambini sotto i 5 anni, uccidendone 1,5 milioni. I Paesi più colpiti sono quelli dell’Africa e dell’Asia meridionale.

Sul numero 317 del 12 novembre 2009. Nuova influenza A/H1n1. Il Cnesps-Iss pubblica il secondo numero di FluNews, aggiornamento settimanale con i dati di sorveglianza epidemiologica sull’influenza in Italia. Leggi anche le altre novità sul notiziario del 12 novembre. Flufad: formazione sulla pandemia. Flufad, predisposto con il coordinamento del Cnesps sull’esperienza del Sistema nazionale linee guida, offre agli operatori sanitari percorsi di formazione sull’influenza stagionale e pandemica. Salute mentale nelle scuole. Antonella Gigantesco (Iss) illustra il programma di intervento e il manuale sul progetto di promozione della salute mentale nelle scuole, i cui risultati saranno presentati nel workshop del 23 novembre. Giornata mondiale del diabete. Il diabete colpisce oltre 285 milioni di persone in tutto il mondo. Sul sito del Ccm, un approfondimento sulla campagna di sensibilizzazione 2009-2013 e sulla Giornata mondiale (14 novembre). Tossicodipendenze in Europa. Per studiare l’evoluzione del fenomeno in Europa e sviluppare una risposta politica al problema, l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze presenta la relazione 2009.
Tossicodipendenze in Europa.
I decessi causati dall’uso di droga rappresentano il 4% di tutti i decessi di cittadini europei nella fascia di età compresa tra i 15 e i 39 anni. Nel corso dell’ultimo anno almeno 22,5 milioni di adulti europei hanno fatto uso di cannabis, 4 milioni di cocaina, 2,5 milioni di ecstasy e 2 milioni di anfetamine, mentre i consumatori problematici di oppiacei sono stati stimati tra 1,2 e 1,4 milioni. Per sviluppare una risposta politica al problema della droga, l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) ha pubblicato la relazione annuale 2009 “Evoluzione del fenomeno della droga in Europa”.

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Rassegna di Astrid on-line: http://www.astrid-online.it/rassegna/
Astrid (Associazione per gli Studi e le ricerche sulla Riforma delle Istituzioni Democratiche e sull’innovazione nelle amministrazioni pubbliche, presidente Franco Bassanini) è una Fondazione costituita il 28 maggio 2009, sull’esperienza dell’Associazione fondata nel 2001 da studiosi di varia estrazione politica e culturale, da parlamentari ed esponenti politici, e da dirigenti delle pubbliche amministrazioni, da tempo impegnati nella progettazione e implementazione delle riforme istituzionali e amministrative. Rassegna di Astrid on-line è la rivista elettronica quindicinale sui problemi delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche nella quale sono riprodotti ogni quindici giorni saggi, studi, relazioni, documenti, testi normativi, indagini e ricerche accessibili a tutti (dunque non coperti da password).
 

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