Block Notes n. 4, febbraio 2009


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
Dalle Agenzie di stampa
“Pacchetto sicurezza votato al Senato: norme xenofobe, razziste, incivili”
Buono famiglia, da lunedì 16/2 via alle domande
Droga: cocaina stabile, aumenta eroina tra giovani 15-24 anni
Istituto tumori, nuovo centro anti-papillomavirus
Sanità, parte campagna donazione sangue cordone
Controlli in sanità, norme insufficienti
La scheda del Dipartimento Welfare della Cgil nazionale su Finanziamento sanità
Sanità: Fazio, gruppo di lavoro per costi standard
Riparto fondo sanitario 2009: l’accordo delle Regioni
Anziani: aggiornati indicatori per assistenza domiciliare
Istat: dati su mortalità
Liguria: meno spesa farmaceutica con campagna informativa
Salute e immigrati: meno accessi in ospedali
Patto salute: Fitto, tavolo al via il 4 marzo
Anziani e badanti in Emilia-Romagna: i risultati di un’indagine
Sistemi sanitari e assistenza a lungo termine per anziani in Europa
Europa: nuove misure contro la malattia di Alzheimer
Screening oncologici in Italia: pubblicato il settimo rapporto Ons
Proposte della Commissione europea per la sicurezza del paziente
Screening oncologici in Europa: il rapporto 2008 della Commissione europea

Dalle Agenzie di stampa regionali
Dalla Funzione Pubblica Cgil Lombardia.
Comunicato stampa del 3 febbraio 2009 Funzione Pubblica Cgil Lombardia e della FP Medici Lombardia su: “
Pacchetto sicurezza votato al Senato: norme xenofobe, razziste, incivili”.
I medici della FP CGIL Medici Lombardia non ci stanno ad essere usati come delatori: il pacchetto sicurezza votato al Senato va contro il codice di deontologia medica, contro il Giuramento di Ippocrate, viola i diritti umani, costituisce un provvedimento pericoloso per la salute di tutta la cittadinanza. Il timore della denuncia ha fatto sì che il ricorso alle strutture sanitarie pubbliche da parte degli “irregolari” sia già da ora in forte diminuzione: il rischio è che non vengano tempestivamente diagnosticate e curate malattie infettive a carattere diffusivo come la tubercolosi, che negli ultimi anni ha visto un incremento nel nostro paese. Non sono i cosiddetti clandestini ad importare le malattie infettive, ma i dati epidemiologici dimostrano che sono le cattive condizioni di vita, la scarsa igiene, la denutrizione,il freddo a favorire l’insorgere di queste patologie in una popolazione meno resistente. I medici della CGIL invitano tutti i medici a non denunciare nessun paziente. Le cure devono essere garantite indipendentemente dalla possibilità di identificare il cittadino. Qualunque medico fosse sottoposto a pressioni o a denunce per non avere ottemperato al barbaro decreto di questo governo sarà tutelato in ogni sede dalla nostra organizzazione! Tutti i medici devono dire no alla schedatura dei clochard e alle ronde padane: la sicurezza deve essere garantita dalle forze dell’ordine dello Stato!

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 13 febbraio 2009
Buono famiglia, da lunedì 16/2 via alle domande.
Da lunedì 16 febbraio e fino a venerdì 13 marzo si potranno presentare alle ASL le domande per ottenere il “Buono Famiglia”, il contributo di 1.500 euro che verrà corrisposto, in tre trance di 500 euro, alle famiglie a basso reddito che hanno almeno tre figli minorenni. Si entra così nella fase operativa di un provvedimento straordinario istituito dalla Regione Lombardia a favore delle famiglie per aiutarle ad affrontare una situazione economica che si prospetta più difficile di quelle degli anni passati. Un provvedimento che si affianca agli altri adottati con le stesse finalità: sostegno alle piccole e medie imprese, garanzie ai crediti che queste stesse imprese hanno verso il sistema bancario, rifinanziamento del sostegno agli affitti, ecc…”. Secondo l’assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, saranno circa 15.000 le famiglie interessate: “Si tratta di nuclei dal reddito medio basso - spiega - che devono proseguire senza incertezze il compito di accudire i figli, accogliere gli anziani, assistere i disabili”. Questo nuovo bonus regionale, che viene ad aggiungersi ad analoghi interventi messi in campo dal Governo in queste settimane, interviene sulle famiglie più bisognose, sostenendo in particolare quelle più numerose. Una decisione che cerca di coniugare le limitate risorse disponibili (circa 20 milioni di euro) con gli impegni della Regione anche su altri fronti. “Per le famiglie di ceto medio - spiega ancora l’assessore Boscagli - esiste da tempo una politica regionale che incide positivamente sull’assistenza e sull’educazione. Questo bonus si occupa invece della fascia più a rischio nell’attuale contesto economico. Potrà essere richiesto infatti dalle famiglie con almeno tre figli (compresi quelli in affido) minorenni, uno dei quali deve avere meno di sei anni. Abbiamo voluto includere la fascia di età 0-6 anni perché è quella nella quale l’onere della cura è più elevato e per la quale invece non sono previsti altri sostegni”. Per poter essere ammessi alla misura è necessario avere un ISR (Indicatore della Situazione Reddituale), riferito ai redditi percepiti da tutti i componenti della famiglia nel 2007, non superiore a 10.000 euro. Al calcolo dell’ISR concorrono il numero dei componenti della famiglia, il reddito complessivo(eventualmente ridotto del canone annuale di locazione dell’abitazione di residenza) e altre caratteristiche strutturali (famiglie con un solo genitore e con due genitori lavoratori; presenza di persone con handicap o invalidità). Una scelta che viene così motivata da Boscagli: “L’utilizzo dell’ISR, preferita al più utilizzato (e discusso) ISEE (Indicatore di Situazione Economica Equivalente), permette di valorizzare elementi qualitativi particolarmente interessanti ai fini di una equa ripartizione dello stanziamento complessivo di 20 milioni di euro previsto dalla Giunta regionale per questo provvedimento. Uno stanziamento che riteniamo ‘iniziale’: se si ripresentasse la necessità si cercherà di ricavare dal bilancio regionale ulteriori disponibilità”. Anche per questo motivo il bonus ha un carattere sperimentale e verrà sottoposto ad una valutazione rispetto all’applicazione dei nuovi criteri della ripartizione. “In un prossimo futuro - conclude Boscagli - gli stessi nuovi criteri introdotti dal bonus potrebbero allora essere riproposti per interventi a beneficio di una fascia più ampia di popolazione, includendo anche le famiglie di ceto medio. Privilegiare chi ha tre figli, chi deve pensare a disabili e a anziani, significa prevedere un principio di equità che dovrebbe informare tutte le politiche pubbliche”. La domanda va presentata agli sportelli appositamente predisposti presso i distretti delle Asl, alle quali spetta anche la raccolta delle domande, la verifica della loro ammissibilità, la predisposizione delle graduatorie degli aventi diritto in base al reddito, l’erogazione dei contributi e la verifica della veridicità dei dati che i richiedenti hanno fornito. L’Asl ha anche il compito di fornire informazioni, di comunicare alle famiglie l’assegnazione del contributo e di disporre per il bonifico o per l’invio del vaglia postale.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 16 febbraio 2009
Droga: cocaina stabile, aumenta eroina tra giovani 15-24 anni.
Cambia il consumo della droga in Lombardia come su tutto il territorio nazionale: è in aumento l’eroina, mentre la cocaina, che negli ultimi anni registrava un trend di crescita costante, segnala una botta di arresto. Scende l’età dei consumatori, che ora sono giovani tra 15 e 24 anni. I dati sono emersi al convengo “Le vie d’uscita dal presente”, sulle dipendenze da droghe, che si è tenuto all’auditorium Gaber della Regione Lombardia e al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per la lotta alla droga, Carlo Giovanardi e il dottor Riccardo Gatti, direttore del dipartimento Dipendenze Asl di Milano e responsabile dell’osservatorio PrevoLab (il laboratorio di prevenzione di Regione Lombardia) che ha illustrato i dati di previsione 2008-2011 sulla diffusione delle droghe in Italia. a sottolineato - ha precisato l’assessore Giulio Boscagli -che i consumi di tutte le sostanze appaiono in aumento sul territorio della Lombardia e, ancor più, nella provincia di Milano, dove spesso vengono anticipate le tendenze nazionali”. “Lo scorso anno Regione Lombardia - ha spiegato l’assessore Boscagli - ha raddoppiato i finanziamenti per le comunità di recupero dei tossicodipendenti stanziando 16 milioni di euro e semplificato le modalità di accesso: mentre un tempo si poteva accedere alle comunità solo passando attraverso i servizi sociali, oggi un ragazzo può andarvi direttamente, snellendo così le procedure”. In Lombardia è attiva una rete composta da 134 comunità e 71 servizi ambulatoriali (Sert - servizi pubblici e SMI - servizi privati), che aiutano annualmente più di 37.000 persone, con un impegno economico regionale superiore ai 100 milioni di euro”. Dai dati di PrevoLab è emerso che il consumo di cocaina mostra un tasso di crescita “decrescente” rispetto alle previsione del 2007, mentre l’eroina segna un possibile incremento nel numero dei consumatori. PrevoLab prevede infatti che nel 2011 il numero dei consumatori di eroina potrebbe aumentare del 40% rispetto al numero dei consumatori del 2008. “A livello lombardo – segnala il rapporto Prevolab - i consumatori di eroina sono 17.500 contro i 14.500 consumatori di cocaina (dati Sert 2007). L’eroina, inoltre, comincia a essere consumata in associazione con la cocaina anche per contenerne gli effetti”. La tendenza è quella di uniformare le droghe per assimilarne gli effetti, è stato spiegato durante il convengo: il principio attivo dei cannabinoidi è stato aumentato e la cocaina viene venduta in microdosi, così si ottiene un’uniformità di effetto e di prezzo. Ma è l’eroina il “mercato” verso cui la criminalità si sta orientando secondo gli studi di PrevoLab, per la sua caratteristica capacità di creare maggiore dipendenza. Proprio per contrastare questa tendenza, soprattutto tra i giovanissimi, il sottosegretario Giovanardi ha spiegato che il Governo sta studiando una norma al fine di non concedere il patentino per il motorino a quei ragazzi che risulteranno positivi al test antidroga. “Oggi - ha detto Giovanardi - non è previsto che a un ragazzino che chiede il patentino per il motorino venga fatto il test antidroga. Vogliamo introdurre una norma perché il ragazzo deve sapere che, se viene trovato positivo al test, non avrà né patentino né patente. Andrà a piedi per salvaguardare la sua incolumità e quella degli altri”.

Istituto tumori, nuovo centro anti-papillomavirus.
Inizierà la sua attività a partire da mercoledì 18 febbraio, presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, il primo Centro multispecialistico di formazione, informazione, diagnosi, cura e trattamento, ricerca sulle patologie correlate all’infezione da HPV (Papilloma virus umano). L’obiettivo del Centro è di costituire uno strumento per mettere in rete gli operatori coinvolti nella problematica HPV, senza sostituirsi alle strutture già presenti sul territorio, o mettere in discussione le linee guida consolidate su screening, diagnosi e trattamento delle lesioni correlate. E’ fondamentale infatti una gestione complessiva del “problema HPV”. “La Regione Lombardia - ha dichiarato l’assessore alla Sanità Luciano Bresciani, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del Centro insieme a Marco Pienotti (direttore scientifico Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori), Francesco Raspagliesi (direttore S.C. Oncologia e Ginecologia) e Alberto Scanni (direttore generale Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori) - ha ritenuto con convinzione di sostenere il progetto di attivazione di questo primo Centro provinciale, partendo dalla constatazione che allo stato attuale manca una gestione complessiva del problema Papilloma virus, che garantisca l’integrazione delle metodiche di prevenzione primaria ( i vaccini), secondaria (lo screening mediante Pap test e tecniche di biologia molecolare), e terziaria (prevenzione delle complicanze). In tale ottica la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori rappresenta un luogo di eccellenza dove si fa e si continua a fare un’intensa attività di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie HPV correlate”. “L’Italia - ha detto ancora Bresciani - è il primo Paese europeo ad aver adottato una strategia vaccinale pubblica contro questo tipo di virus con due tipi di vaccino. Entrambi proteggono dai due virus ad alto rischio, responsabili del 70% dei tumori al collo dell’utero e uno dei due protegge anche contro due virus a basso rischio, responsabili dei condilomi ano-genitali”. Il vaccino ha un’efficacia del 95-100% nei confronti delle lesioni precancerose e del 99% di quelle condilomatosi. E’ indirizzato a tutte le donne che non hanno contratto il virus che si trasmette per via sessuale. In tutta Italia sono circa 280.000 le dodicenni chiamate al vaccino. Nella sola provincia di Milano la popolazione passabile di counselling, diagnosi e cura al di sotto dei 50 anni (età massima individuata per contrarre il virus) è di 231.000 a cui si deve aggiungere il 10% delle donne straniere che soggiornano nel territorio milanese. Il Centro è strutturato in maniera trasversale: nel centro direzionale si svolgerà l’attività di counselling e le pazienti verranno indirizzate ai singoli ambulatori specialistici in base alle problematiche specifiche. E’ previsto un programma computerizzato comune in rete per la gestione delle cartelle cliniche. Il centro è costituito da una serie di figure professionali dedicate alla nuova struttura a tempo pieno. Tra queste, 5 ginecologi, 4 otorini, 3 endoscopisti-proctologi, 2 urologi e 1 psicologo. Una linea telefonica sarà dedicata a pazienti e operatori sanitari: 02/23903479 (il lunedì e il venerdì dalle 14 alle 16). Il Centro sarà raggiungibile dal web tramite il sito della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori: www.istitutotumori.mi.it, con anche una casella di posta elettronica centroHPV@istitutotumori.mi.it. Negli ambulatori generali ginecologici dell’Istituto si svolgerà l’attività di counselling delle pazienti, la programmazione delle successive visite/interventi/follow-up e, a breve, la vaccinazione volontaria per le pazienti che ne fanno richiesta al di fuori delle linee guida ministeriali. Le visite ginecologiche per le patologie HPV correlate accertate verranno eseguite negli spazi ambulatoriali; le altre consulenze e/o visite specialistiche non ginecologiche per le patologie HPV correlate (ORL, urologia, proctologia, psicologia clinica ecc.) verranno effettuate nei rispettivi spazi ambulatoriali. I trattamenti chirurgici specifici (ad esempio conizzazioni laser) verranno eseguiti in day-hospital.
Hpv Papilloma Virus Umano - Scheda - Il 10% della popolazione ha un’infezione attiva da HPV, il 4% un’infezione che è causa di anomalie citologiche al pap test e un ulteriore 1% ha un’infezione causa di condilomi genitali. - La via di trasmissione è prevalentemente sessuale. 1 su 2 individui contrae il virus, nell’80% dei casi prima dei 50 anni. Il 90% delle infezioni vengono eliminate entro due anni ma la persistenza di infezione può causare una serie di tumori. L’HPV è responsabile del 100% dei tumori dell’utero, del 90% dei tumori dell’ano, del 40% dei tumori della vagina, della vulva e del pene, del 12% di tumori dell’orofaringe e del 3% dei tumori del cavo orale. L’Italia è il primo Paese europeo ad aver adottato una strategia vaccinale pubblica contro il virus HPV; sono 280.000 in tutta Italia le adolescenti chiamate alla vaccinazione. 154.000 donne i potenziali utenti solo in provincia di Milano, per counselling, diagnosi e cura.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 18 febbraio 2009
Sanità, parte campagna donazione sangue cordone.
Fornire una informazione completa, corretta e scientificamente fondata sulla donazione del sangue del cordone ombelicale, in modo da far meglio comprendere ai futuri genitori l’importanza di una scelta che può dare concrete speranze di guarigione a persone con gravi malattie. E’ questo lo scopo della campagna informativa sulla donazione del sangue cordonale (o sangue placentare) che partirà nelle prossime settimane in Lombardia e che coinvolgerà ospedali, consultori, ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri, scuole e università, dove verranno distribuiti locandine e opuscoli con tutte le indicazioni sul tema. L’iniziativa - presentata oggi in una conferenza stampa – è stata realizzata grazie al comune impegno di Regione Lombardia (assessorato alla Sanità), Fondazione Policlinico Mangiagalli e Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia (sedi delle due Cord Blood Bank lombarde), ASL Città di Milano, Università Statale di Milano (Corso di Laurea in Ostetricia), Adisco Lombardia (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale) e Aido Milano (Associazione Italiana Donatori di Organi).
Scheda sul sangue cordonale - Il sangue cordonale, o sangue placentare, è ricco di cellule staminali emopoietiche (che generano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine) e rappresenta una risorsa preziosa per la cura di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario (ad es. le leucemie, i linfomi, alcune forme di talassemia, ecc). Ogni anno circa 13.000 pazienti nel mondo che non dispongono di un donatore compatibile di midollo osseo in famiglia hanno bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche. Un quinto di questi pazienti è trattato con il sangue del cordone ombelicale. La donazione solidaristica (o allogenica). Donare il sangue del cordone ombelicale per uso solidaristico permette a chiunque ne abbia bisogno e risulti compatibile di poter essere sottoposto ad un trapianto di cellule staminali. Può andare a beneficio di tutti, compreso il proprio bambino. In Italia è permessa solo nelle banche pubbliche ed è gratuita. Non tutte le donazioni possono però essere utilizzate a fini di trapianto. Solo un terzo dei campioni, che contengono un numero di cellule staminali sufficienti per eseguire il trapianto in condizioni di sicurezza, viene conservato nella banca. I restanti due terzi, previo consenso informato della madre, vengono utilizzati per la ricerca scientifica. In tutto il mondo sono 500.000 i campioni disponibili, prelevati dal 1993 ad oggi e conservati in circa 100 banche, 10.000 dei quali sono stati utilizzati per trapianto. La donazione dedicata e quella autologa. La donazione dedicata è consentita sulla base di un’apposita autorizzazione della Regione ed è gratuita. Si effettua quando vi è la necessità di curare il proprio bambino o un suo consanguineo (un fratello o una sorella) affetto da una malattia per la quale “risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’uso di cellule staminali da sangue cordonale” oppure per curare un membro del nucleo familiare nel caso in cui vi sia un alto rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate. La donazione ad uso privato, detta “autologa”, consiste nel raccogliere il sangue del cordone ombelicale del proprio bambino esclusivamente per un suo uso personale. La comunità scientifica internazionale non raccomanda questo tipo di conservazione perché non esistono, ad oggi, programmi di cura di comprovata efficacia per questo tipo di trapianto. Secondo le disposizioni di legge vigenti, in Italia è vietato conservare il sangue cordonale per uso autologo presso banche private. E’ consentito all’estero, a pagamento, e previa autorizzazione del Ministero della Salute. La banca regionale del sangue placentare. La Milano Cord Blood Bank della Fondazione Policlinico Mangiagalli rappresenta una delle due sedi della banca regionale. L’altra sede, la Pavia Cord Blood Bank, si trova presso la Fondazione Policlinico San Matteo. La sede di Milano è convenzionata con 21 sale parto della Lombardia e della provincia di Trento. Creata nel 1993 in 15 anni ha raccolto circa 21.000 campioni, di cui 7.500 disponibili per trapianto. In tutto il mondo ad oggi, sono state distribuite 400 donazioni, per curare in particolar modo leucemie e linfomi nei bambini. Nel 2008 sono state 705 le donazioni bancate rispetto alle 488 del 2007. La sede di Pavia, nata nel 1996, è convenzionata con 7 sale parto, distribuite sul territorio della provincia di Pavia e di Lodi. In 12 anni ha raccolto circa 8000 campioni, di cui 3500 in Banca, con una media di 250-300 donazioni bancate per anno. Ad oggi 93 donazioni conservate a Pavia sono risultate compatibili e sono state impiegate per trapianto in individui non consanguinei in tutto il mondo. La Banca di Pavia vanta anche un considerevole inventario di donazioni dedicate per consanguinei, costituito da più di un centinaio di donazioni di fratelli e/o sorelle di pazienti, il 30% delle quali già utilizzate per trapianto.

Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale della Lombardia.
E’ uscito il n. 44 del 13 febbraio 2009
Controlli in sanità, norme insufficienti.
E’ un voto contrario quello del Pd alla risoluzione della Commissione che esprime un giudizio positivo sulla delibera di Giunta per prevenire casi di malasanità dando un giro di vite alle regole, dopo lo scandalo Santa Rita. Il provvedimento con il quale la Giunta regionale è stata costretta a modificare le norme di accreditamento e di controllo, secondo le consigliere del Pd, cambierà poco rispetto a quanto già oggi avviene. “La pubblicazione dei dati relativi ai controlli, le sanzioni amministrative, la compilazione della cartella clinica, la modalità di assolvimento di alcuni requisiti autorizzativi e di accreditamento - dicono Maria Grazia Fabrizio e Ardemia Oriani - sono, infatti, già normati da precedenti atti regionali. Per quanto riguarda invece le due questioni principali che la Giunta doveva necessariamente affrontare - i rapporti contrattuali dei medici e il sistema di controllo - le nuove norme sono del tutto insufficienti. Non basta, a nostro avviso, limitarsi a far riferimento al codice deontologico per garantire appropriatezza delle prestazioni ed evitare conflitti di interesse. La Giunta doveva avere più coraggio e definire modalità di remunerazione che evitino il così detto ‘lavoro a cottimo’”. Poche le novità anche sul sistema dei controlli. “Di fatto - spiegano le consigliere - la Giunta è tenuta ad applicare quanto previsto dall’ultima Finanziaria nazionale, che alza il numero delle cartelle cliniche da controllare, ma non fa alcuna modifica innovativa. Come Pd sul tema dei controlli avevamo chiesto da tempo la definizione di un sistema capace di garantire la massima trasparenza rispetto alle prestazioni erogate e alla loro appropriatezza delineando le responsabilità interne ed esterne alle strutture sanitarie. Per questo avevamo riproposto di seguire la strada della responsabilizzazione del paziente, che deve essere reso consapevole di ciò che gli è stato fatto. Ciò consentirebbe una maggiore trasparenza, contribuirebbe a ridurre sensibilmente le possibili truffe, garantirebbe indubbiamente una maggiore appropriatezza”.

Dalle Agenzie di stampa nazionali.
Dalla Cgil nazionale Dipartimento Welfare: www.cgil.it
La scheda del Dipartimento Welfare della Cgil nazionale su:
“Il riparto del finanziamento 2009 per la Sanità, come deciso dalla Conferenza delle Regioni. In particolare: il finanziamento ripartito tra le regioni, la % di accesso al finanziamento ed il pro-capite di ciascuna regione . i criteri di riparto”, a cura di Stefano Cecconi.
Scarica la scheda: http://www.cgil.it/welfare/nuovosito/box.asp

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Newsletter Regioni.it n. 1300 del 4 febbraio 2009
Sanità: Fazio, gruppo di lavoro per costi standard.
“Ho appena firmato per l’istituzione di un gruppo di lavoro che avrà il compito di elaborare i costi standard”, che rappresentano il nuovo sistema di calcolo dei rimborsi che spettano alle regioni per le prestazioni sanitarie effettuate. E’ quanto dichiara Ferruccio Fazio, sottosegretario al ministero della Salute, intervenendo al convegno promosso da Farmindustria “Più controlli meno sprechi”. Bisogna verificare l’appropriatezza dei ricoveri e della diagnostica”. Fazio sottolinea, per esempio, che solo in Campania i parti cesarei raggiungono il 64% contro il limite massimo del 20% stabilito dall’organizzazione mondiale della Sanità. Riferendosi poi ai nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza), Fazio sottolinea che “comprendono circa 850 milioni di euro di prestazioni aggiuntive relative soprattutto alle malattie rare, alle protesi per disabili e all’assistenza domiciliare. Il costo di questi nuovi Lea e’ uguale a quello dei precedenti perché - ricorda Fazio- siamo riusciti ad eliminare 600-700 milioni di euro abolendo le prestazioni inappropriate soprattutto nel campo della diagnostica radiologica”. Riguardo infine gli effetti che il federalismo comporterà nel settore della sanità, Fazio afferma che “porterà al fallimento politico delle regioni non virtuose economicamente e, quindi, anche dal punto di vista assistenziale”. Secondo il presidente di Farmindustria, Sergio Dompè, il federalismo fiscale può portare ad una gestione migliore della spesa in campo sanitario: ‘‘grazie alla maggiore responsabilizzazione e alla competizione virtuosa che e’ in grado di promuovere tra le Regioni’’.

Newsletter Regioni.it n. 1302 del 6 febbraio 2009
Riparto fondo sanitario 2009: l’accordo delle Regioni.
“Apprezzamento per il lavoro svolto dalla Conferenza delle Regioni del 5 febbraio” e “soddisfazione per l’accordo raggiunto che avvia l’iter per il finanziamento relativo all’anno 2009 del servizio sanitario” sono stati espressi dal Presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani. “Le Regioni stanno dimostrando il loro senso di responsabilità istituzionale, ma non nascondono la forte preoccupazione per il futuro. Ora è urgentissimo ragionare sul nuovo patto per la salute 2010-2012. In questa direzione c’è un preciso impegno del Presidente del Consiglio, nell’accordo sottoscritto il 1° ottobre 2008. In quell’accordo si fa esplicito riferimento al fatto che le cifre finora previste nel DPEF determinerebbero una grave sottostima: per questo – ha concluso Errani - è importante avviare da subito il confronto Governo-Regioni sul tema delle risorse future per la sanità”. L’accordo raggiunto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 5 febbraio prevede una proposta di riparto che nelle prossime ore sarà trasmessa al Governo e che dovrà poi essere recepita in un’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni. Questa la ripartizione del Fondo sanitario 2009 relativamente alla parte di finanziamento dei livelli essenziali di assistenza. Ai 101,48 miliardi destinati ai LEA vanno sommati altri 2,21 miliardi (in gran parte legati a fondi a destinazione vincolata) che verranno ripartiti. Piemonte: 7.731.056.489,65. Valle D’Aosta: 218.251.983,18. Lombardia: 16.230.233.359,53. Bolzano: 839.790.738,55. Trento: 863.971.196,91. Veneto: 8.113.875.934,55. Friuli Venezia Giulia: 2.164.605.793,15. Liguria: 3.056.612.672,55. Emilia Romagna: 7.527.478.815,40. Toscana: 6.509.867.362,53. Umbria: 1.565.508.766,69. Marche: 2.711.105.227,30. Lazio: 9.319.479.845,15. Abruzzo: 2.254.319.011,10. Molise: 559.742.154,71. Campania: 9.499.454.962,15. Puglia: 6.786.980.300,99. Basilicata: 1.026.711.353,02. Calabria: 3.419.443.699,75. Sicilia: 8.272.943.492,39. Sardegna: 2.810.266.840,75. Totale per livelli essenziali di assistenza: 101.481.700.000. Fondi a destinazione vincolata: 1.613.790.000. Altri finanziamenti: 605.510.000. Totale risorse: 103.701.000.000.

Newsletter Regioni.it n. 1308 del 16 febbraio 2009
Anziani: aggiornati indicatori per assistenza domiciliare.
“E’ stato aggiornato l’indicatore S.06 - Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata”, a darne notizia è il Ministero delle sviluppo economico. È possibile osservare l’andamento dell'indicatore consultando le tabelle pubblicate all’interno della sezione Focus obiettivi Servizi di cura per l'infanzia e gli anziani. Scarica la tabella:
http://www.regioni.it/newsletter/newsletter.asp?newsletter_data=2009-02-16&newsletter_numero=1308#art4

Newsletter Regioni.it n. 1309 del 17 febbraio 2009
Istat: dati su mortalità.
Su demo.istat.it, nella sezione “Elaborazioni”, l’Istat mette a disposizione l’archivio delle tavole di mortalità della popolazione residente su base territoriale nazionale, regionale e provinciale. Le tavole sono annuali e riportano per ogni classe di età i parametri di sopravvivenza: probabilità di morte (per mille), sopravviventi, decessi, anni vissuti, probabilità prospettive di sopravvivenza, speranza di vita. Per le regioni (incluse le province autonome di Bolzano e Trento), le ripartizioni geografiche e l’Italia in complesso il periodo ricoperto dall’elaborazione va dal 1974 al 2006. La novità per l’edizione 2006 delle tavole è l’introduzione delle nuove province della regione Sardegna il cui assetto territoriale sotto il profilo statistico è mutato il 31 dicembre 2005.(per approfondimenti si vedano i Codici dei comuni, delle province e delle regioni ). Per ulteriori dettagli metodologici si rimanda al volume Istat “Tavole di mortalità della popolazione italiana per provincia e regione di residenza”, Anno 1998, Informazioni, n. 19, 2002.

Liguria: meno spesa farmaceutica con campagna informativa.
“La campagna promossa dalla Regione Liguria per il contenimento della spesa farmaceutica ha funzionato”, a darne notizia è “Liguria Informa Web”. Il primo campo di applicazione sono stati gli inibitori delle secrezioni gastriche, ma si procederà presto ad applicare lo stesso metodo anche ad altre categorie di farmaci legate ad altre patologie, a cominciare da quelle cardiologiche. Si è registrato un successo su tutta la linea: meno ricoveri e meno decessi per emorragia digestiva, risparmio per le casse regionali, maggiore appropriatezza delle prescrizioni, riduzione delle liste di attesa. La spesa farmaceutica regionale per gli inibitoridelle secrezioni gastriche è passata da 40 milioni e 391 mila euro nel 2006 a 21 milioni e 844 mila euro nel 2008, e nello stesso periodo è aumentato del 6,49% il consumo dei farmaci inibitori. Il risultato si è ottenuto attraverso la prescrizione massiccia del farmaco generico, che ha sostituito farmaci più costosi e non più efficaci in quasi tutti i casi delle patologie gastriche più comuni, a parte casi particolari di controindicazioni o allergie accertate nel paziente. “Il successo della campagna - ha commentato l’assessore alla salute Claudio Montaldo - dimostra che gli interessi del paziente e del contribuente possono coincidere. Si è prescritto di più e si è speso di meno, e abbiamo anche registrato un importante crollo dei ricoveri. Questo è stato possibile anche grazie ai corsi di formazione erogati a più di mille operatori sanitari in tutta la Regione”.

Newsletter Regioni.it n. 1310 del 18 febbraio 2009
Salute e immigrati: meno accessi in ospedali.
Rischio epidemiologico? Gli immigrati preoccupati di essere segnalati come clandestini già disertano i Pronto soccorso e gli ambulatori pubblici. La rilevazione è stata effettuata dall’agenzia di stampa Adnkronos che ha contattato dieci strutture sanitarie di Roma e Milano. Quindi hanno già provocato allarme, e pertanto un allontanamento dagli ospedali, le notizie diffuse nei giorni scorsi relative all’emendamento del pacchetto sicurezza che prevede la possibilità dei medici di segnalare i clandestini alle forze dell’ordine. Negli ospedali di Milano e Roma si e’ infatti registrato un calo degli accessi di stranieri tra il 10% e il 15%. In particolare se a Roma questo si e’ verificato solo nei giorni appena successivi al via libera del Senato alla norma, a Milano la riduzione e’ rimasta costante, stabilizzandosi intorno al 15%. E in alcune strutture del Nord di recente ha sfiorato il 50%. Nessuna variazione nel numero degli accessi si e’ invece registrata in alcuni ospedali e ambulatori di riferimento per gli immigrati. Non mancano, inoltre, i primi casi di pazienti che sono arrivati al Pronto soccorso già in condizioni gravi, spiegando di aver rimandato la richiesta di cure il più possibile, proprio perchè clandestini.

Newsletter Regioni.it n. 1311 del 19 febbraio 2009
Patto per la salute: Fitto, tavolo al via il 4 marzo.
Il tavolo Regioni-Governo, che avrà il compito di definire il nuovo Patto per la salute 2010-2012, inizierà i suoi lavori il prossimo 4 marzo. Lo ha annunciato il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto. “Siamo alla vigilia di un passaggio importante - ha detto - con la convocazione di questo tavolo che dovrà definire il nuovo Patto per la salute, anche se vi sono alcune criticità e peculiarità diverse tra Regioni e Regioni. Vi è la necessità inoltre di avviare un percorso che accompagni, sul tema della sanità, le Regioni più in difficoltà”. Secondo il ministro si apre per il Paese “una grande opportunità che è rappresentata dal passaggio dalla spesa storica ai costi standard in sanità”. Tra le questioni che verranno affrontate dal tavolo ci saranno i livelli essenziali di assistenza, i posti-letto ospedalieri, i criteri di organizzazione del sistema sanitario nelle singole Regioni. “L’obiettivo è quello di migliorare - ha concluso - la qualità della spesa per andare incontro alla domanda che viene dai cittadini”. Resta però aperto un problema di fondo: quello delle risorse necessarie per poter aprire una discussione concreta al futuro tavolo del patto per la salute. E i fondi indicati dal Dpef rivelano una preoccupante sottostima. Del resto nell’Accordo dei 4 punti siglato dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dal Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, si afferma esplicitamente la necessità di “avviare fin da subito il tavolo per la definizione del nuovo Patto per la Salute 2010-2012”, ma si sottolinea anche che tale “Patto dovrà stabilire le regole e i fabbisogni condivisi, nel rispetto dei vincoli generali previsti dal Patto Europeo di Stabilità e Crescita, considerando che le Regioni valutano sottostimato il fabbisogno 2010-2011”.

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 9.2.2009.
Anziani e badanti in Emilia-Romagna: i risultati di un’indagine. Sistemi sanitari e assistenza a lungo termine per anziani in Europa. Cassazione: è reato offendere gli anziani ricoverati in case di cura. Quanti pensionati ci sono in Italia?
Anziani e badanti in Emilia-Romagna: i risultati di un’indagine (Centro Maderna)
L’Agenzia Sanitaria Regionale dell’Emilia Romagna ha pubblicato il Dossier n. 110/2005: “Domanda di care domiciliare e donne migranti. Indagine sul fenomeno delle badanti in Emilia-Romagna”. Il Dossier è stato redatto sulla base dell’indagine “L’offerta individuale dei servizi di care domiciliare: il fenomeno delle badanti”, realizzata nel 2003 nell’ambito del Progetto “Famiglie, lavoro di cura e anziani non autosufficienti in Emilia-Romagna”. L’indagine aveva l’obiettivo di analizzare le caratteristiche della domanda degli anziani non autosufficienti e delle loro famiglie e la specificità di questo segmento del mercato del lavoro di cura alimentato da donne migranti. Sommario: La domanda di care domiciliare. 1.1. Gli assistiti e le loro famiglie. 1.2. La definizione del bisogno di cura. 1.3. Dall’evidenza del bisogno alla scelta. 1.4. I canali di accesso alle badanti. 1.5. I contenuti del care domiciliare. 2. L’offerta individuale di lavoro di cura. 2.1. La base di osservazione: qualche informazione sulla composizione dei due gruppi intervistati. 2.2. Uno o più modelli, una o più figure? 2.3. Il momento dello strappo, gli obiettivi, le aspettative. 2.4. Il progetto migratorio. 2.5. L’inserimento nel mercato del lavoro. 2.6. Aspettative e dimensione concreta della vita lavorativa. Copia del volume può essere richiesta a: Federica Sarti - Agenzia sanitaria regionale dell’Emilia-Romagna. Sistema comunicazione, formazione, documentazione. Viale Aldo Moro 21 - 40127 Bologna. fsarti@regione.emilia-romagna.it

Sistemi sanitari e assistenza a lungo termine per anziani in Europa (Centro Maderna)
Interlinks, ovvero “Health systems and long-term care for older people in Europe. Modelling the interfaces and links between prevention, rehabilitation, quality of services and informal care” è un nuovo progetto europeo lanciato nel mese di novembre del 2008 e finanziato dal 7º Programma Quadro di Ricerca. La crescente domanda di assistenza a lungo termine richiede approcci politici olistici ed inclusivi, che integrano il ruolo di diversi programmi pubblici, dei settori della società e delle parti interessate del settore privato. Il principale obiettivo di questo progetto dalla durata di tre anni è costruire un modello generale in grado di descrivere ed analizzare i sistemi di assistenza a lungo termine (LTC) per le persone anziane da una prospettiva europea. Interlinks è coordinata dal Centro Europeo per la Politica del Benessere sociale e la Ricerca di Vienna. Consulta il riassunto del progetto (Bollettino AGE, 89, 2008)
Indice della Newsletter del 16.2.2009. Anziani non autosufficienti: quali politiche? Europa: nuove misure contro la malattia di Alzheimer. Una guida per gli anziani di Firenze.


Europa: nuove misure contro la malattia di Alzheimer (Centro Maderna)
Lo scorso 16 dicembre il Consiglio per l’Occupazione, gli Affari Sociali, la Salute ed il Consumo (EPSCO) ha adottato alcune conclusioni in materia di strategie sulla salute pubblica, per lottare contro le malattie degenerative associate all’età e, in particolare, alla malattia di Alzheimer. Il Consiglio riconosce che l’Alzheimer rappresenta una priorità per l’Europa e invita gli Stati membri a sviluppare strategie nazionali e piani di azione per migliorare i criteri legati all’assistenza dei pazienti e al sostegno delle persone che si prendono cura di loro. Il Consiglio EPSCO ha inoltre invitato la Commissione europea ad adottare iniziative nel 2009 tese a migliorare la collaborazione nell’ambito della ricerca e a promuovere lo scambio di buone prassi in prevenzione, diagnosi precoce, salute e assistenza sociale, riabilitazione e dimensione etica della malattia, senza dimenticare i diritti dei pazienti.
Scarica “Council Conclusions on public health strategies to combat neurodegenerative diseases associated with ageing and in particular Alzheimer’s disease” (Bollettino AGE, 89, 2008)

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro è uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute e di strumenti, per esempio progetti che hanno funzionato in altri contesti, questionari, immagini, depliant.
Sul numero 281 di EpiCentro.
Zimbabwe: epidemia di colera È fuori controllo la situazione nello Zimbabwe all’inizio di febbraio 2009, si sono verificati oltre 65 mila casi che hanno provocato la morte di circa 2 mila persone: leggi il nuovo argomento di salute colera. Passi-one 12. È uscito il numero 12 di Passi-one, la newsletter del sistema di sorveglianza. In evidenza: la presentazione della sintesi del report 2007 e una riflessione sulla sostenibilità del sistema. Giornata mondiale contro il cancro. Contrasto di sovrappeso e obesità infantile, promozione dell’attività fisica tra i bambini. Sono i temi dell’edizione di quest’anno della Giornata mondiale contro il cancro. Leggi l’approfondimento. Morbillo: vaccino e informazione. L’epidemia di morbillo che nel 2006 ha coinvolto la città tedesca di Duisburg ha messo in luce la necessità di migliorare l’informazione sulla vaccinazione ai genitori. Lo sostiene uno studio dell’Oms. Episouth: conferenza del Cairo. On line il quinto bollettino elettronico di EpiSouth. Leggi anche l’approfondimento sulla seconda conferenza ministeriale euromediterranea per la salute che si è svolta al Cairo (Egitto) il 17-18 novembre 2008.


Sul numero 282 di EpiCentro.
Screening: il 7° rapporto Ons. I programmi di screening oncologici in Italia sono in crescita, ma permangono profonde differenze geografiche. Lo afferma il 7° rapporto Ons sui programmi di screening oncologici in Italia. Inquinamento indoor e salute. Il 28-29 gennaio si è svolto a Lussemburgo un meeting sulla qualità degli ambienti indoor. L’obiettivo: individuare le azioni e le politiche più opportune per proteggere la salute dei bambini. La sicurezza dei pazienti. Infezioni correlate all’assistenza: la Commissione europea ha presentato una relazione e una proposta di raccomandazione per promuovere e migliorare la sicurezza dei pazienti in ospedale. Benessere e salute mentale dei bambini. Secondo i genitori, la salute mentale di bambini e adolescenti in Europa è influenzata dalle condizioni in cui vivono e dal livello di istruzione dei genitori. È quanto emerge dall’indagine Eurobarometro 2008.
Screening: pubblicato il settimo rapporto Ons. I programmi di screening oncologici in Italia sono in crescita, ma permangono profonde differenze geografiche, in particolare fra il Centro-Nord e il Sud. È una delle conclusioni del settimo rapporto Ons sui programmi di screening oncologici in Italia, pubblicato sul sito dell’Osservatorio nazionale screening (Ons) e relativo al periodo 2003-2007. Il rapporto, che prende in considerazione gli screening oncologici previsti nei Lea (mammografico, cervicale e colorettale), sottolinea l’importanza dei programmi di screening organizzati e richiama l’attenzione sulle criticità ancora presenti in Italia, a partire dalle disuguaglianze geografiche. Vai alla pagina del sito dell’Ons da cui è possibile scaricare le varie sezioni del rapporto:
http://www.osservatorionazionalescreening.it/7rapporto/pag03-14_ONS_2008.pdf


Proposte della Commissione europea per la sicurezza del paziente.
In Europa, ogni anno, si ammala per infezioni correlate all’assistenza sanitaria tra l’8 e il 10% dei pazienti ricoverati in ospedale. Si calcola che negli Stati membri il numero di pazienti affetto da infezioni nosocomiali sia almeno 4,1 milioni di persone: cioè, circa un ventesimo del totale dei ricoveri. Molti di queste infezioni sono evitabili. Per questo, il 15 dicembre 2008 la Commissione europea ha presentato una relazione e una proposta di raccomandazione in cui vengono illustrate le azioni attraverso le quali gli Stati membri possono migliorare la sicurezza dei pazienti. Gli inconvenienti più comuni sono le infezioni associate all’assistenza, le diagnosi non corrette o tardive, gli errori chirurgici e l’errata assunzione di farmaci. La maggior parte degli sforzi dei Paesi europei si è finora concentrata su cause specifiche, come la resistenza batterica, ma spesso le complicazioni più gravi sono dovute a un insieme di fattori che, nel loro insieme, indeboliscono i pazienti.
Scarica la relazione: http://ec.europa.eu/health/ph_systems/docs/patient_rec2008_it.pdf
Sul numero 283 di EpiCentro.


Screening oncologici in Europa. La Commissione europea ha pubblicato un nuovo rapporto sullo stato di attuazione della raccomandazione del 2003, da parte del Consiglio europeo, sugli screening: leggi l’approfondimento: http://www.epicentro.iss.it/focus/screening/reportce08.asp. Incidenti: la conferenza di Parigi. Ogni anno in Europa 250 mila persone muoiono per incidenti: la Conferenza Eurosafe 2008 sottolinea la necessità di una collaborazione tra Paesi su azioni di prevenzione e monitoraggio.
Screening oncologici in Europa: il rapporto 2008 della Commissione europea
Il cancro è la seconda causa di morte più diffusa nell’Ue e ogni anno sono 3,2 milioni i cittadini europei a cui viene diagnosticato un tumore. Grazie agli screening oncologici, però, il cancro può essere diagnosticato sempre più precocemente consentendo così di intervenire sul tumore fin dai primi stadi e aumentando le possibilità di guarigione dei pazienti. Per questo motivo, nel 2003, il Consiglio europeo ha adottato una raccomandazione (pdf 92 kb) sugli screening oncologici che definisce le linee guida per la prevenzione del cancro al seno, al collo dell’utero e al colon-retto. Tuttavia, dal rapporto 2008 della Commissione europea sull’applicazione della raccomandazione emerge che gli screening effettivamente realizzati sono meno della metà di quelli suggeriti dal Consiglio. I Paesi dell’Unione che hanno programmi di screening per la prevenzione del cancro al seno sono solo 22 su 27 e il numero scende a 15 se si parla di tumori al collo dell’utero e a 12 per i tumori al colon-retto. Per questo motivo è necessario potenziare i programmi di prevenzione, sia da parte dei singoli Stati, sia da parte della Commissione, stimolando anche la collaborazione tra gli istituti di ricerca dei vari Paesi.
 

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies