Block Notes n. 28, dicembre 2009


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalle Agenzie di stampa regionali
Legge sulle nomine in Asl e ospedali i controlli sono della maggioranza
Papilloma virus, Lombardia in ritardo
Sanità, Formigoni: falsa la polemica su privato
Sanità, Formigoni: ottimo mix pubblico-privato
Psichiatria, Formigoni: 20 mil. in più nel 2010

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Cgil: “Firmato il nuovo Patto per la Salute”
Governo: Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2007-2008
Livelli essenziali di assistenza: Errani, Decreto subito in Stato-Regioni
Pillola abortiva: Agenzia del farmaco, garantire ambito ospedaliero
Errani su patto salute: risultato importante per il Paese
Patto salute: soddisfazione delle Regioni
Patto Salute 2010-2012: i documenti
Risorse sanità: Regioni trovano accordo per riparto
Essere anziani in Italia: pubblicato un dizionario sociosanitario
Rapporto Airtum 2009: i trend dei tumori in Italia (1998-2005)
Istat: Sanità e salute in Italia

3.Links
www.corteconti.it
www.cergas.unibocconi.it

Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Novità Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD nel Consiglio regionale lombardo.
E’ uscito il n. 79 del 27 novembre 2009
Legge sulle nomine in Asl e ospedali i controlli sono della maggioranza.
Gli organi di controllo di Asl e aziende ospedaliere potranno essere d’ora in poi espressione di una sola parte politica. Lo stabilisce la legge regionale, approvata martedì scorso, che definisce le regole e le modalità di designazione e di nomina da parte del Consiglio regionale. Non è servito l’emendamento del PD, bocciato dalla maggioranza, che chiedeva che nelle nomine consiliari negli organi preposti al controllo di aziende ed enti regionali o a partecipazione regionale, un componente fosse sempre espresso dall’opposizione. La legge, invece, riserva all’opposizione una nomina solo quando il Consiglio ne ha in carico tre. “Il tema dei controlli nella nostra Regione è rilevante - ha dichiarato dopo l’approvazione Giuseppe Benigni - e la pluralità di figure all’interno degli organi preposti è una precauzione, una maggior garanzia che non siano toccate da indebite pressioni. In democrazia la gestione di questi enti è appannaggio della maggioranza, ma nell’organo di controllo l’opposizione deve essere necessariamente rappresentata”. Il PD ha votato contro la legge. In buona parte delle Asl e degli ospedali lombardi tutti i revisori saranno indicati dal centrodestra.

E’ uscito il n. 80 del 4 dicembre 2009
Papilloma virus, Lombardia in ritardo.
La Lombardia è la regione più in ritardo nella vaccinazione delle bambine (nate dopo il 1997) contro il papilloma virus. La campagna anti-Hpv - virus responsabile del cancro al collo dell’utero - stabilita dall’Intesa Stato-Regioni del 2007, prevedeva un accordo per la somministrazione gratuita del vaccino alle dodicenni, con chiamata nel corso del 2008. Sara Valmaggi, che ha presentato un’interrogazione urgente per chiedere l’estensione della gratuità del vaccino anche per le ragazze dai 13 ai 16 anni, sottolinea che “ad oggi la Regione, per quanto riguarda le cittadine nate nel 1997, ha una copertura vaccinale ancora parziale, come ci ha confermato l’Assessore in Aula questa settimana”. Un dato che di fatto annovera la Lombardia tra le regioni più in ritardo. “Credo - ha proseguito Valmaggi - che si debba fare di più, sia dal punto di vista dell’accessibilità al vaccino, sia dal punto di vista informativo, attraverso incontri di approfondimento nelle scuole: ai giovani - ha concluso la consigliera - deve essere spiegato come vivere una sessualità consapevole”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale dell’11-13 dicembre 2009
Sanità, Formigoni: falsa la polemica su privato.
La Lombardia è la Regione con il più alto livello di attrattività di pazienti d’Italia e con il più basso indice di fuga. Il 20% di mobilità interregionale interessa la Lombardia e viene garantito per il 55% dalle strutture pubbliche e per il 45% da quelle private accreditate. Intervenendo in apertura della quindicesima e ultima tappa degli “Stati Generali territoriali del Sistema sociosanitario”, dedicata all’Asl di Milano, il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ha ribadito la validità del modello sanitario lombardo - “basato sulla parità tra pubblico e privato e sulla libertà di scelta dei cittadini” - anche in riferimento a taluni articoli apparsi oggi sulla stampa riguardo il referto della Corte dei Conti. “La Corte dei Conti - ha spiegato Formigoni - non solo ha promosso a pieni voti il nostro bilancio e la nostra gestione finanziaria ma ha messo in luce alcuni degli elementi di forza del nostro sistema come la riduzione costante dei tempi d’attesa per le prestazioni”. Il presidente ha definito “falsa” la polemica sulla presenza del privato nella sanità: “Si tratta - ha detto - di un dibattito vecchio, di sapore ottocentesco. Ai cittadini non interessa se le strutture sono pubbliche, private, profit o non profit ma basano la scelta su dove farsi curare sulla qualità delle prestazioni, che è molto elevata in Lombardia, come dimostrano i dati sull’attrattività. In ogni caso in Italia ci sono 6 Regioni, per lo più amministrate dal centro-sinistra, in cui il privato ha un peso maggiore rispetto alla Lombardia. Non solo, al privato che abbiamo accreditato in Lombardia chiediamo prestazioni sempre più complesse, tant’è vero che ad esempio molte strutture private si sono dotate o hanno dovuto dotarsi per accreditarsi con noi del pronto soccorso”. Tempi d’attesa. “Se le prestazioni ambulatoriali sono urgenti - ha aggiunto il presidente affrontando il tema dei tempi d’attesa - la Lombardia è una delle poche Regioni nella quale la prestazione si effettua entro 72 ore”. Nel primo semestre del 2009 più del 95% delle richieste senza carattere di urgenza hanno avuto una risposta entro 60 giorni e l’83% delle prenotazioni sono state evase entro 30 giorni. Con una delibera dello scorso giugno è stato inoltre stabilito che le strutture che non rispettano i tempi d’attesa sulle patologie a rischio devono sospendere l’attività svolta in libera professione fino al rientro nei tempi stabiliti: questa decisione riguarda le prestazioni cosiddette extra budget (senza alcuna limitazione di rimborso), la maggior parte delle quali sono destinate ai pazienti oncologici. L’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, a questo proposito, ha ribadito l’intenzione di intervenire per migliorare ulteriormente la situazione su due fronti: eliminare le duplicazioni di prenotazione che sono ancora numerose e mettere a disposizione sul web un elenco, aggiornato settimanalmente e facilmente consultabile, con le strutture che garantiscono i tempi di attesa più brevi per le prestazioni “ad alto volume”. Tra le sfide per il futuro, Formigoni ha poi indicato “tre impegni concreti”. Il primo riguarda l’integrazione tra gli attori in campo: secondo il presidente è necessario integrare sempre di più la cura con la ricerca, il pubblico con il privato, l’università con il territorio. Due esempi in questo senso sono la Città della Salute e il Cerba, Centro europeo per la ricerca biomedica avanzata. Il secondo obiettivo è quello di superare la dicotomia tra centri ospedalieri e centri di attività preventiva e diagnostica. “Vogliamo cioè - ha spiegato Formigoni - superare la visione dell’ospedale come luogo di degenza, per potenziare l’offerta delle prestazioni sul territorio e, in particolare, quelle necessarie per i pazienti cronici: in questo percorso grande ruolo è rivestito dai medici di base ai quali assegneremo una dote sanitaria che dovranno utilizzare per seguire, passo dopo passo, il paziente in tutti i controlli periodici e gli esami necessari”. Sul territorio a Nord di Milano partirà inoltre una sperimentazione per l’assistenza domiciliare dei pazienti cronici tramite supporto informatizzato di rilevazione via web dei principali parametri vitali, in collegamento in tempo reale con la centrale operativa. Terzo obiettivo è il potenziamento dei posti letto nelle RSA nell’area di Milano e Monza, in coerenza con l’obiettivo di assicurare 7 posti letto accreditati ogni 100 abitanti ultra settantacinquenni. Già oggi la Lombardia ha 54.584 posti accreditati pari a oltre la metà del totale nazionale. “In questi anni - ha sottolineato l’assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale Giulio Boscagli - Regione Lombardia ha fondato la sua azione su cardini imprescindibili quali la centralità della persona e della famiglia, la solidarietà verso chi è in situazione di bisogno e il principio di sussidiarietà”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 14 dicembre 2009
Sanità, Formigoni: ottimo mix pubblico-privato.
La Lombardia non è la Regione italiana con la maggior presenza del privato in sanità - si classifica al settimo posto dopo Calabria, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Sicilia e Abruzzo - ma è quella “in cui si realizza il miglior mix tra pubblico e privato”. In sintesi è “il sistema che funziona meglio”: il privato svolge un ruolo “importante” e il settore pubblico mantiene un ruolo “da protagonista”. E’ quanto ha ribadito il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo questa mattina all’incontro di presentazione del volume “La sanità della Lombardia - Il sistema sanitario e l’attività ospedaliera nel periodo 2003-2008” e del Rapporto sull’attività ospedaliera in Italia e in Lombardia anno 2009, realizzato da AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata). Al dibattito hanno partecipato anche l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani, Gabriele Pellissero (curatore del volume e presidente di AIOP Lombardia), Beniamino Caravita di Toritto (Università la Sapienza di Roma) e Luca Ricolfi (Università degli Studi di Torino). “Le strutture private presenti in Lombardia - ha proseguito Formigoni - sono di assoluta eccellenza, quasi tutte hanno il pronto soccorso e comunque garantiscono l’intera gamma delle cure e hanno un elevatissimo case mix, cioè l’indice di complessità delle patologie trattate in ospedale”. “La qualità del sistema lombardo - ha sottolineato il presidente - è testimoniata dal nostro indice di attrattività, che si conferma di gran lunga il migliore da sette anni a questa parte”. Il saldo tra ingressi e uscite è infatti per la Lombardia di oltre 68.000 unità annue, cifra superiore del 70% rispetto alla seconda regione, l’Emilia Romagna e quasi 4 volte superiore rispetto alle terze, Toscana, Lazio e Veneto. Formigoni ha anche ricordato la “progressiva riduzione dei tassi di ospedalizzazione” e il “perfezionamento del sistema dei controlli”. Fin dal 2004 Regione Lombardia ha controllato un numero di cartelle pari a circa il triplo della percentuale del 2% stabilita dalla normativa nazionale. Con il 2009 è stata raggiunta una soglia di controlli pari al 10% delle prestazioni erogate sui ricoveri e al 3,5% sulla specialistica. sempre in tema di appropriatezza, è stato inoltre introdotto nel 2009 l’accreditamento dinamico o a termine: in sostanza viene superata la logica dell’accreditamento a tempo indefinito per tutte le strutture, collegandolo invece a verifiche triennali sul rispetto del mantenimento di alti livelli qualitativi. Formigoni ha infine annunciato alcuni dei progetti per il 2010: mantenimento delle attuali fasce di esenzione ticket (70% delle prestazioni e più del 60% delle prescrizioni farmaceutiche); potenziamento con ulteriori risorse delle aree di maggior fabbisogno finanziario; realizzazione di alcuni progetti-pilota sperimentali per poi introdurli gradualmente su scala più vasta. Tra questi il presidente ha ricordato: dote sanitaria; digitalizzazione delle cartelle ciniche; assistenza domiciliare dei pazienti cronici tramite supporto informatizzato di rilevazione via web; potenziamento delle attività di monitoraggio costante dei tempi di attesa; replica del finanziamento regionale di 7 milioni di euro destinato alla ricerca indipendente. Nel suo intervento l’assessore Bresciani ha invece puntato l’attenzione sullo sviluppo tecnologico, ricordando il progetto regionale di messa in rete delle 6 Facoltà di Medicina delle Università, che hanno 14 macro aree di ricerca, 119 aree di ricerca e oltre 1.200 prodotti certificati, “con lo scopo di creare un potente sistema di ricerca e sviluppo, coinvolgendo l’industria e Finlombarda per la parte finanziaria”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 15 dicembre 2009
Psichiatria, Formigoni: 20 mil. in più nel 2010.
Nel 2010 Regione Lombardia metterà a disposizione 20 milioni di euro in più rispetto al 2009 per l’area psichiatrica, destinando dunque a questo ambito il 5% delle risorse del Fondo Sanitario Regionale. Lo ha annunciato oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo, insieme all’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, al convegno “Lombardia per la salute mentale - Sviluppo e innovazione dei modelli clinico-organizzativi in psichiatria”. L’incontro è stato organizzato per discutere e approfondire le più importanti azioni realizzate negli ultimi anni, a partire dal Piano regionale Salute Mentale del 2004, che ha poi portato ad approvare norme attuative per gli anni successivi e le “Linee di indirizzo regionali per il triennio 2009-2011”. Due i “punti cardine” indicati da Formigoni come riferimenti per l’azione in questo campo: la centralità del cittadino e il sostegno al tessuto di relazioni in cui vive. “Il percorso legislativo seguito da Regione Lombardia – ha aggiunto Formigoni - ha disegnato una nuova politica di assistenza psichiatrica finalizzata a facilitare l’accesso ai servizi e a favorire lo sviluppo di una psichiatria di comunità, che non abbandoni i malati, ma li renda, al contrario, protagonisti delle terapie, grazie al ricorso a sistemi innovativi come i contratti di cura e i trattamenti individuali”. “Abbiamo sviluppato il tema dell’integrazione - ha proseguito il presidente - in una logica di sussidiarietà tra i diversi soggetti, istituzionali e non, coinvolti nella tutela della salute mentale. Proprio la capacità di coinvolgere nell’assistenza dei nostri concittadini più fragili non solo le istituzioni, ma anche il vasto mondo del privato sociale rappresenta un grande risultato”. Per offrire un servizio migliore e sempre più adeguato la Regione ha inoltre, perseguito la riorganizzazione dei percorsi di cura. Bresciani ha sottolineato che “l’orientamento alla territorialità è una conquista importante ma è un percorso da sviluppare ulteriormente”. Altro tema toccato dall’assessore è stato quello della prevenzione: “Non è facile - ha detto - prevenire il disagio sociale ma questo è sicuramente un ambito da sviluppare maggiormente in una logica di concerto e di sussidiarietà orizzontale e verticale, unendo anche le forse e le competenza di diversi assessorati regionali”.

Dalle Agenzie di stampa nazionali
Dalla Cgil nazionale. Dipartimento Welfare-Politiche della salute
3 dicembre 2009. Dichiarazione di Morena Piccinini, Segretaria nazionale CGIL e Stefano Cecconi, Responsabile Politiche della Salute. “Firmato il nuovo Patto per la Salute”
Il nuovo Patto per la Salute 2010 – 2012, sottoscritto oggi, conferma l’Accordo raggiunto il 23 ottobre scorso da Governo e Regioni e supera così le ultime resistenze dell’Esecutivo a riconoscere un finanziamento adeguato al Servizio Sanitario Nazionale. Il primo passo per applicare il Patto spetta ora al Governo, che deve presentare subito il maxi emendamento alla Legge Finanziaria stanziando le risorse concordate. Forse, l’aspetto più significativo del nuovo Patto è l’impegno di Governo e Regioni a superare l’attuale approccio, prevalentemente di tipo ragionieristico, per valutare la “virtuosità” o la “difficoltà”delle regioni nel garantire l’assistenza sanitaria. L’impegno è quello di misurare finalmente i risultati sulla qualità dell’assistenza assicurata ai cittadini e non solo quelli, altrettanto importanti, di tipo economico finanziario. Per essere “virtuosi”, non basterà più raggiungere l’equilibrio di bilancio ma dovrà essere garantita “l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) con adeguati standard di appropriatezza, di efficacia ed efficienza”. Dovrà essere una nuova Intesa Stato Regioni a stabilire questo nuovo sistema di valutazione. Intanto, però, resta in vigore l’attuale sistema di verifica dei comportamenti regionali, che è ancora squilibrato: con una preponderanza degli adempimenti riferiti agli aspetti di ordine economico finanziario. Non è dunque riuscito il tentativo di assegnare, da subito, pari importanza alla verifica sui LEA. Per questo insistiamo perché si definisca rapidamente il nuovo sistema, anche in vista del passaggio al federalismo fiscale. Il Patto contiene anche previsioni relative al personale del SSN, che, per quanto ci riguarda, non devono tradursi in misure che producano risparmi penalizzando l’assistenza o le condizioni di lavoro. In ogni caso, è evidente che questa materia dovrà essere oggetto di una contrattazione con le Organizzazioni Sindacali interessate. E’ invece preoccupante l’inasprimento dei vincoli e delle misure economico finanziarie per i piani di rientro delle regioni in difficoltà (in particolare il blocco del turn over del personale e la possibilità di ulteriori nuovi ticket). Anche perché non sono previsti interventi per “sostenere” i processi di riorganizzazione, senza i quali le misure, anche le più rigorose, sono inutili. E’ importante tuttavia sia stata prevista la possibilità di utilizzare misure alternative agli inasprimenti fiscali e al blocco del turn over. Infatti l’esperienza delle regioni più virtuose, al contrario di quelle con gravi disavanzi, dimostra che il vero risanamento non si ottiene con tagli indiscriminati, ma con una coraggiosa riorganizzazione dei servizi sanitari. Per questo intendiamo continuare a seguire l’attuazione del Patto, sia negli impegni assunti per la dimensione nazionale che per quelli riferiti alle singole regioni.

Da “www.governo.it” la newsletter del Governo italiano del 10 dicembre 2002
Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2007-2008.
Il 10 dicembre 2009 presso il Ministero della Salute, il ministro Sacconi ed il vice ministro Fazio hanno presentato la “Relazione annuale sulla stato sanitario del Paese”. Al 1° gennaio 2009 si stima che la popolazione residente in Italia abbia superato il traguardo storico dei 60 milioni. Assai positiva la componente migratoria del 2008, grazie a oltre 2 milioni di iscrizioni contrapposte a 1 milione e 600 mila cancellazioni. Il saldo migratorio è pertanto di poco superiore alle 400 mila unità, per un tasso pari a 7,3 per mille abitanti. L’indice di vecchiaia (cioè il rapporto tra popolazione di ultrasessantaquattrenni e quella con meno di 15 anni) nel 2009 è pari a 143%. Il processo di invecchiamento investe tutte le regioni d’Italia, ma più quelle settentrionali e centrali. Si è passati da una speranza di vita che era (nei primi anni ‘90) di circa 74 anni per gli uomini e di 80 per le donne a 78,4 e 84 anni, rispettivamente per gli uomini e per le donne nel 2006. Leggi il documento: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/rapporto_sanitario/relazione.pdf

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1486 del 27 novembre 2009.
Livelli essenziali di assistenza: Errani: Decreto subito in Stato-Regioni.
“Ho rappresentato al Ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e al Vice Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, l’urgenza di affrontare in Conferenza Stato-Regioni il tema dei livelli essenziali di assistenza (LEA)”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani.”Del resto - ha proseguito Errani - si sono già svolti i necessari confronti tecnici e politici, ora è indispensabile portare all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni il DPCM sui LEA, anche perché la determinazione di tali livelli si collega strettamente al tema del patto per la salute e alle risorse, definite nell’Accordo del 23 ottobre, per il Servizio Sanitario Nazionale. C’è in ballo la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario, ma soprattutto ha concluso Errani c’è la necessità di dare rapidamente certezze alle Strutture sanitarie e risposte a bisogni urgenti dei cittadini”.

Regioni.it n. 1489 del 2 dicembre 2009.
Pillola abortiva: Agenzia del farmaco, garantire ambito ospedaliero. Colozzi conferma dissenso: casistica specifica per i farmaci abortivi.
Il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, riunito oggi in seduta straordinaria, esprimendo condivisione e apprezzamento per la lettera inviata dal Ministro Sacconi al Presidente del CDA Prof. Sergio Pecorelli, dopo aver ripercorso tutto l’iter autorizzativo all’immissione in commercio del farmaco Mifegyne ed aver verificato la coerenza della Delibera assunta dal CdA il 30 luglio scorso per quanto riguarda i termini di compatibilità dell’utilizzo della RU 486 con la legge 194/78, ha ritenuto tale Delibera pienamente coerente con l’esigenza di garantire che il percorso abortivo avvenga in ambito ospedaliero come raccomandato dal Ministro. Il provvedimento, infatti, oltre a definire il regime di dispensazione in esclusivo ambito ospedaliero specifica che “in particolare deve essere garantito il ricovero in una delle strutture sanitarie individuate dall’art 8 della Legge 194/78 dal momento dell’assunzione del farmaco fino alla verifica dell’espulsione del prodotto del concepimento” e questo in sintonia con quanto richiamato dal Ministro sulla necessità che l’evento abortivo avvenga in ambito ospedaliero, in strutture sanitarie abilitate, con medici del servizio ostetrico ginecologico, nonchè sotto la sorveglianza del personale sanitario cui è demandata la corretta informazione sul trattamento, sui farmaci da associare, sulle metodiche alternative disponibili e sui possibili rischi del metodo. Il Ministro nella sua lettera si riferisce al regime di ricovero ordinario ed avendo l’AIFA competenze limitate al regime di fornitura/modalità di dispensazione del farmaco (titolo VI Legge 219/2006), il Consiglio di Amministrazione rimette al Ministro ed alle autorità competenti l’emanazione dei provvedimenti applicativi o specificativi della menzionata Delibera atti a garantire il pieno rispetto della legge 194/78, nonché l’osservanza sul territorio delle modalità sopra descritte di somministrazione del farmaco. Romano Colozzi, assessore alle Finanze della Lombardia e consigliere di amministrazione di Aifa, ha confermato la sua posizione di dissenso rispetto alla decisione dell’Agenzia del farmaco sulla pillola abortiva perché “convinto che si sarebbe potuto e dovuto in qualche modo dare attuazione all’articolo 4 della Direttiva UE sul mutuo riconoscimento che prevede una casistica specifica per i farmaci abortivi”. Giovanni Bissoni, Assessore alla salute dell’Emilia-Romagna, anch’egli componente del CdA dell’Agenzia del farmaco, rispondendo a rilievi del Ministro Sacconi, ha affermato: “L’Aifa non entra nel merito della natura del ricovero ospedaliero, ordinario o day hospital, semplicemente perché si tratta di un tema che non compete all’Agenzia e quindi mi riconosco pienamente nelle decisioni del CdA”.

Regioni.it n. 1490 del 3 dicembre 2009.
Errani su Patto salute: risultato importante per il Paese.
Un percorso particolarmente impegnativo che ha permesso però la condivisione dell’impianto normativo che definisce le regole del nuovo patto per la salute, come ha confermato al termine della Stato-Regioni il Presidente Vasco Errani: “Abbiamo siglato una intesa impegnativa sul patto per la salute che definisce le norme attraverso cui governare la sanità”. “E’ importante sottolineare – ha proseguito Errani - che questo patto nasce da una prolungata iniziativa delle Regioni durata oltre 4 mesi e mezzo per ottenere lo sblocco delle risorse per il fondo sanitario. Grazie a questo sforzo si è arrivati ad un incremento rilevante dello stesso fondo. Infatti, ha spiegato il Presidente della Conferenza delle Regioni, ciò che era inizialmente previsto avrebbe comportato una situazione di totale ingovernabilità della sanità. Abbiamo scelto noi per primi un atteggiamento di responsabilità,nel senso che abbiamo voluto trovare le forme per assicurare il governo della qualità a garanzia dei livelli essenziali di assistenza, responsabilizzando le Regioni nella gestione. E’ stato un lavoro molto impegnativo, ma credo che il risultato sia importante per il Paese” Quanto al riparto del fondo sanitario “ne discuteremo, ha annunciato Errani, la prossima settimana, ma ho comunque preso atto del ritiro del documento delle Regioni del Sud.

Regioni.it n. 1491 del 4 dicembre 2009.
Patto salute: soddisfazione delle Regioni.
“Una grande soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto dell’impegno costante delle Regioni che hanno da subito scelto la via della responsabilizzazione e della sostenibilità per il governo della spesa sanitaria”, così il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani ha commentato l’intesa raggiunta nella Conferenza Stato-Regioni per il Patto per la Salute 2010-2012 e il recepimento di tutte le questioni di natura finanziaria contenute in tale Patto e inserite nell’emendamento al disegno di legge finanziaria 2010 presentato dal Governo. “Sono stati riaffermati e condivisi i principi che hanno ispirato l’azione della Conferenza delle Regioni per difendere il diritto alla salute e per garantire qualità ed equità delle prestazioni sanitarie. E’ una vittoria delle Regioni per il Servizio Sanitario Nazionale e per i cittadini.” Fondo sanitario nazionale. “Sono stati confermati – ha spiegato Errani - i livelli finanziari, condivisi con la sigla dei principi per il Patto per la Salute del 23 ottobre scorso: 106.164 milioni di Euro per il 2010, 108.603 per il 2011 e 111.544 milioni di Euro per il 2012. Ha prevalso quindi la linea della ragionevolezza e della sostenibilità finanziaria. Non poteva essere diversamente rispetto alla esigenza di garantire i livelli essenziali di assistenza in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Se si considerano le proposte finanziarie inizialmente previste per gli anni 2010 e 2011, con incrementi vicini allo zero, si comprende l’importanza dei passi in avanti compiuti”. Altri fondi. “Ma ci sono anche altri punti – ha proseguito Errani - su cui vale la pena soffermarsi. Penso, ad esempio all’impegno per un nuovo patto su riorganizzazione ospedaliera e farmaceutica, al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, che torna ad essere rifinanziato con una integrazione di 150 milioni di Euro per il 2010. Di particolare rilevanza è il finanziamento di 400 milioni per il 2010 del Fondo per la non Autosufficienza”. Sviluppo. “Sempre sul piano finanziario le Regioni – ha aggiunto il Presidente della Conferenza delle Regioni - hanno ottenuto che si torni a ragionare in termini di sviluppo per la sanità. E’ previsto un incremento che porta da 23 a 24 i miliardi disponibili per l’ex articolo 20 (Legge 67/88) (investimenti) e sono stati incrementati di 200 milioni per il 2011 e di 1.800 milioni per il 2012 i fondi per l’edilizia sanitaria. Ciò porterà ad avere una disponibilità complessiva pari a 5,7 miliardi per investimenti che contribuiranno a migliorare la qualità dei servizi resi e a colmare il divario esistente fra Nord e Sud del Paese”. Piani di rientro. “Un’ulteriore riflessione –ha sottolineato Errani - riguarda la scelta della responsabilità e le norme relative ai piani di rientro. Non abbiamo mai rifiutato, anzi, l’abbiamo sempre richiesta, la via del governo responsabile della spesa, ma abbiamo chiesto e ottenuto il coinvolgimento delle Istituzioni regionali nel percorso di risanamento dei disavanzi. E’ stata confermata l’impostazione che vede il Presidente della Regione protagonista del piano di rientro, anche con investitura commissariale, arrivando - nel caso di eventuali, riscontrate e oggettive difficoltà nell’applicazione del piano stesso- all’ipotesi di Commissari ad acta, dedicati cioè a specifiche azioni previste dal piano di rientro e non realizzate. Tutto ciò nello spirito di leale collaborazione e di piena responsabilizzazione nel governo”. Riparto. “Adesso – ha ricordato Errani - ci attende un altro appuntamento importante, quello relativo al riparto del Fondo 2010, ma sono certo che anche in questo caso saprà prevalere il senso di responsabilità , unitarietà e solidarietà che ha fino ad oggi contraddistinto l’azione delle Regioni”. Rapporti con il Governo. “Per quanto riguarda infine le relazioni con il Governo – ha concluso Errani - seguiremo con attenzione il dibattito in Parlamento relativo alla Finanziaria e attendiamo che arrivi quanto prima in Conferenza Stato-Regioni il DPCM sui nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA), così come attendiamo - come ribadito dal Governo in più occasioni, da ultimo ieri dal Ministro Fitto in sede di Stato-Regioni – lo sblocco da parte del CIPE dei Piani Attuativi Regionali (PAR) legati alla quota regionale del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS)”.

Regioni.it n. 1492 del 9 dicembre 2009.
Patto Salute 2010-2012: i documenti.
Il 3 dicembre 2009 è stato siglato il nuovo Patto per la salute 2010-2012. Così dopo l’accordo sui principi sottoscritto al termine del confronto Governo-Regioni, tenutosi a Palazzo Chigi il 23 ottobre 2009 ha fatto seguito la stesura definitiva del nuovo Patto Salute 2010-2012 in Conferenza Stato-Regioni. Scarica i documenti:
http://www.regioni.it/upload/pattosalute2009243CSR.pdf (3.12.2009)
http://www.regioni.it/upload/121109_lineeguida_Patto_Salute_2010_2012.pdf (12.11.2009)
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/patto_salute/patto_salute.pdf (23.10.2009)

Regioni.it n. 1493 del 16 dicembre 2009.
Risorse sanità: Regioni trovano accordo per riparto.
“Dopo un intenso lavoro e le molte difficoltà superate, la Conferenza delle Regioni con grande senso di responsabilità ha raggiunto l’accordo sul riparto del fondo sanitario nazionale 2010”. Lo ha dichiarato Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, l’11 dicembre al termine della Conferenza delle Regioni sul riparto del Fondo Sanitario Nazionale, pari a 106.164 milioni di euro per il 2010. “Questo riparto è l’ennesima dimostrazione del senso istituzionale delle Regioni e della loro volontà di continuare ad offrire ai cittadini dei servizi sanitari sempre più appropriati e di qualità”. Dopo oltre 32 ore di riunione - secondo quanto riportato dalle agenzie - la Conferenza delle Regioni, convocata il 9 dicembre alle 10 dal presidente Vasco Errani, ha messo a punto lo schema di riparto del fondo sanitario nazionale. Un insieme di risorse che, in virtù del Patto per la Salute siglato il 23 ottobre scorso, vale 106.164 milioni di euro per il 2010, 108.603 per il 2011 e 111.544 milioni di Euro per il 2012. “Un lavoro molto impegnativo, un confronto intenso”, aveva pronosticato il presidente della Conferenza Vasco Errani, mercoledì ad inizio lavori. Azzeccandoci, visto che la strada per i rappresentanti delle regioni si era fatta subito in salita: da dirimere, innanzitutto, i nodi concernenti le regioni del sud che, a fronte della scomparsa del ‘fondino’, chiedevano maggiori garanzie. Una richiesta che era stata formalizzata in precedenza in un documento, poi ritirato dalle stesse regioni del sud per favorire la ratifica dell’intesa tra Regioni e Governo e sbloccare la discussione sulla Finanziaria in Commissione alla Camera. Le regioni del Meridione hanno dunque ripresentato sul tavolo della Conferenza gli stessi temi, non più in maniera collettiva, ma singolarmente. Altro scoglio era rappresentato dalla Liguria che, con l’assessore alla sanità Claudio Montaldo, aveva manifestato tutto il suo dissenso per l’ipotesi di revisione dell’indice di anzianità, portato da 40 a 20: “Nella nostra regione gli over 65 sono il 26,5 per cento della popolazione e gli ultra 75enni sono il 13 per cento”, ha spiegato Montaldo: “Un taglio che portasse l’indice di anzianità alla metà significherebbe per noi 129 milioni in meno rispetto all’anno scorso”, quando alla Liguria andarono circa 3 miliardi e 460 milioni: “Con l’indice fissato a 40, invece, ci troveremmo a disposizione 50 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno. Come si vede tra il saldo negativo e il saldo positivo passano circa 180 milioni. Una enormità”.

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 9.12.2009. Brain Aging and Dementia. Essere anziani in Italia: pubblicato un dizionario sociosanitario.
Essere anziani in Italia: pubblicato un dizionario sociosanitario. (Centro Maderna).
Gli anziani e coloro che li accudiscono si trovano spesso ad affrontare tre classi di problemi. Anzitutto, queste persone sono in genere poco informate sulla reale ampiezza dei servizi disponibili nelle diverse situazioni di bisogno che si possono loro presentare. In secondo luogo, la rete dei servizi sociosanitari costituisce un complesso arcipelago, in cui non sempre facile orientarsi. Infine, la terminologia utilizzata nel settore spesso di difficile comprensione per i non addetti ai lavori. Questo manuale aiuta a superare questi problemi di vita ordinaria e fornisce elementi alla valutazione delle possibili scelte. I suo primi destinatari sono pertanto gli anziani, i loro famigliari e i badanti. Esso per stato pensato anche per tutte le categorie di soggetti che, a vario titolo, intervengono nell’organizzazione ed erogazione dei servizi sociali e sociosanitari: operatori; medici e infermieri; aderenti alle associazioni di ascolto, tutela e volontariato; funzionari della Pubblica Amministrazione; gestori e direttori di servizi per anziani; rappresentanti sindacali, assessori, ecc… Antonio Monteleone, “Essere anziani in Italia. Dizionario sociosanitario essenziale di situazioni & parole”, Edizioni Ares, Milano, 2009, pp. 448, euro 28. Leggi il primo capitolo con l’elenco delle voci trattate nel dizionario:
http://www.ares.mi.it/index.php?pagina=libro&id=465&q=Essere-anziani-in-Italia/monteleone.scheda.pdf

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro é uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 320 del 3 dicembre 2009. Tumori: il rapporto Airtum 2009. Mortalità in calo per tutti i tumori in entrambi i sessi, nel periodo 1998-2005: il rapporto Airtum 2009 aggiorna i dati sull’andamento di incidenza e mortalità per patologia tumorale in Italia. Aids, i nuovi dati Unaids e Oms. EpiCentro aggiorna i dati epidemiologici sulla base del nuovo rapporto Aids epidemic update 2009 di Unaids e Oms. On line anche le diapositive realizzate dal Centro operativo Aids dell’Iss. Sicurezza e incidenti stradali. Contesto epidemiologico aggiornato per Italia ed Europa con il rapporto Aci-Istat 2008 e il report Oms Europa 2009 Disponibili anche i dati Passi sull’uso dei dispositivi di sicurezza e su alcol e guida. Il punto sul sistema Passi. La programmazione delle attività per il 2010 e l’uso dei dati per i programmi di prevenzione: sono alcuni dei temi del prossimo incontro del coordinamento nazionale Passi (Roma, 17-18 dicembre.
Rapporto Airtum 2009: i trend dei tumori in Italia (1998-2005).
Una nuova pubblicazione dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) aggiorna al periodo 1998-2005 i dati sull’andamento dell’incidenza e della mortalità per patologia tumorale in Italia. Lo studio si basa sui dati raccolti da 20 Registri tumori di popolazione generali e da 2 Registri specializzati della rete Airtum, che copre il 32% della popolazione residente nel Paese. Sono stati analizzati oltre 800 mila casi incidenti e oltre 340 mila decessi, nel periodo 1998-2005. La pubblicazione offre anche specifici approfondimenti riguardanti i trend di lungo periodo (1986-2005), i trend per fasce d’età e i confronti internazionali. I messaggi principali del rapporto: la mortalità per tutti i tumori, nel periodo 1998-2005, mostra una riduzione statisticamente significativa in entrambi i sessi; tra i maschi le nuove diagnosi di cancro sono in aumento, mentre tra le donne sono costanti. In particolare, dopo diversi anni di crescita (dovuta soprattutto all’avvio dei programmi di screening) il numero di nuove diagnosi di tumore della mammella si è stabilizzato; per la prima volta, sia i dati dell’incidenza, sia quelli sulla mortalità per tumore del polmone diminuiscono tra gli uomini, mentre aumentano nuove diagnosi e decessi tra le donne (anche se soprattutto per le fasce di età più anziane); diminuisce il vantaggio delle Regioni meridionali rispetto al resto d’Italia, storicamente più protette nei confronti delle malattie tumorali; i miglioramenti ottenuti in termini di mortalità portano l’Italia al livello dei Paesi occidentali più avanzati e anche i trend dei nuovi casi risultano in linea con quelli osservati nei Paesi dell’Europa settentrionale.

Sul numero 321 del 10 dicembre 2009. Nuova influenza A/H1N1. On line FluNews n.6 con i nuovi dati sull’influenza in Italia. Leggi: la nuova discussione sugli indicatori, i dati Passi (16-29 novembre) sulla percezione del rischio e il notiziario del 10 dicembre. Copertura vaccinale HPV. L’Emilia-Romagna, su incarico del Coordinamento interregionale della prevenzione, ha raccolto i dati sull’avanzamento del programma vaccinale per Regione e coorte di nascita al 30 giugno 2009. Le novità sul sito Ccm. Sono disponibili i materiali conclusivi del progetto EpiAir sugli effetti delle polveri sottili sulla salute in dieci grandi città e l’elenco dei 46 progetti esecutivi approvatinell’ambito del programma Ccm 2009. Screening in Umbria. Dall’Umbria un documento descrive il contesto epidemiologico relativo ai programmi di screening attivati in Regione, i principali indicatori di risultato e alcuni fattori che condizionano la partecipazione. Tumori nelle province emiliane. Primo rapporto collaborativo tra i Registri tumori delle Province di Parma, Reggio Emilia e Modena: dati di sopravvivenza, incidenza, mortalità. Leggi l’approfondimento sul report Airtum 2009. Annuario Istat: Sanità e salute in Italia. Il 67% dei cittadini valuta positivamente il proprio stato di salute, ma l’invecchiamento della popolazione rende sempre più importante l’assistenza domiciliare: lo riporta l’annuario Istat 2009.
Istat: Sanità e salute in Italia.
Negli ultimi anni il numero di medici di base presenti sul territorio nazionale è rimasto sostanzialmente stabile. Nel 2006 i medici generici in Italia sono circa 46 mila, un valore che equivale a 8 medici ogni 10 mila abitanti (in media 1119 assistiti per medico). Diversi i numeri per quanto riguarda i pediatri: nel 2006 sono circa 7500, cioè 9 ogni 10 mila bambini di età inferiore ai 14 anni (in media 820 bambini assistiti per medico). In leggera riduzione la dotazione di ambulatori e di laboratori pubblici o privati convenzionati, nel 2006 sono circa 17 ogni 100 mila abitanti. Stabile l’offerta dei medici addetti al servizio di guardia medica: circa 23 ogni 100 mila abitanti. Sempre più importante a causa del processo di invecchiamento della popolazione italiana è l’assistenza domiciliare: nel 2006 il servizio è attivo in 173 Asl su 180. I pazienti assistiti a domicilio sono aumentati nel corso degli anni: da 396 mila nel 2005 a 414 mila nel 2006. A livello nazionale l’84,8% degli ultrasessantacinquenni usufruisce del servizio di assistenza domiciliare. Le strutture per l’assistenza semiresidenziale e residenziale nel periodo 2005-2006 hanno potenziato i propri servizi, aumentando sia il numero di posti letto, passati da circa 170 mila nel 2005 a circa 181 mila nel 2006 (+6%), sia il numero di posti per l’assistenza semiresidenziale, saliti da 36 mila a circa 38 mila (+6%). L’offerta ospedaliera in termini di posti letto in regime ordinario e day hospital nel periodo 1996-2005 è diminuita, passando da 6,8 a 4,5 posti letto ogni mille abitanti. Significative sono le variazioni regionali, con una dotazione di posti letto pari a 3,7-3,9 ogni mille abitanti in Valle d’Aosta, Campania, Puglia e Basilicata e pari a 5,8-5,9 in Lazio e Molise. In aumento la quota dei posti letto in day hospital rispetto ai posti letto ordinari (dall’8,7% del 1996 al 14,9% del 2005). Parallelamente all’offerta dei posti letto anche il tasso di ospedalizzazione è andato diminuendo (da 183 ricoveri ogni mille abitanti nel 1996 a 140 nel 2005). Gli istituti di cura rilevati nel 2006 sono 1323, per un totale di quasi 13 milioni di dimissioni e 78 milioni di giornate di degenza: circa 109 mila ricoveri e oltre 1 milione le giornate di degenza in meno rispetto al 2005.
Leggi la sezione dell’Annuario “Sanità e salute”:
http://www.istat.it/dati/catalogo/20091120_00/PDF/cap3.pdf

Links
Dal sito della Corte dei Conti: www.corteconti.it
La “Relazione sulla gestione del Servizio Sanitario in Lombardia” della Corte dei conti, relativa al 2007 si può scaricare dal sito della Corte all’indirizzo:
http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Atti-d/Controllo-/Documenti/Sezioni-re/Lombardia1/Deliberazi/Anno-2008/DELIBERAZIONE-N.-268-del-15.12.2008-approvazione-referto-regione-lombardia.doc_cvt.htm

Dal sito del Cergas-Bocconi: www.cergas.unibocconi.it
E’ stato pubblicato il nuovo Rapporto OASI 2009, a cura di Elena Cantù, Edizioni Egea. Questo decimo rapporto consolida la disponibilità di informazioni e conoscenze quantitative e qualitative sul SSN e sull’intero settore socio-sanitario italiano. Per scaricare i singoli capitoli è sufficiente registrarsi al sito del CERGAS. Inoltre sul menù di destra (Sanità in Italia: dati e analisi) trovi le principali ricerche svolte dal CERGAS e scaricabili integralmente.
 

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