Block Notes n. 15, luglio 2015

Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia

A cura di M. Oliviero, G. Creston, G. Roversi e M. Vespa

 

In questo numero.

Dalle agenzie di stampa regionali:

Maroni batta un colpo

I nodi di Maroni

Le tendenze del finanziamento e della spesa del SSR lombardo

Il primo trimestre di applicazione del nuovo ISEE

Livelli di servizio del welfare locale: lavori in corso

Dieci punti per riformare davvero la sanità lombarda

Maroni apre al confronto di fronte all’ostruzionismo record delle opposizioni

Maroni: bene via libera a riforma sanità

Mantovani: Regione in prima linea nella prevenzione oncologica

Mantovani, sì al polo sovraprovinciale per le patologie neurochirurghiche

Maroni: riforma sanitaria a regime garantirà 300/350 milioni di risparmio

Mantovani: nonostante i tagli del governo, regione reinveste oltre 115ml

Maroni:vogliamo migliorare un sistema già eccellente

Maroni: assessore unico? Solo dopo approvazione riforma

Mantovani soddisfatto: pronunciamento definitivo su caso Stamina

Farmaci terapia epatite C,la Regione stanzia 160 milioni

 

Dalle agenzie di stampa regionali.

Ø      Dalla FP Cgil Lombardia: pubblicazione@fpcgil.lombardia.it

Da “Pubblicazione”, newsletter del 6.07.2015.

Maroni batta un colpo. di Florindo Antonio Oliverio

La Commissione Sanità di Regione Lombardia ha approvato il progetto di legge “Evoluzione del Sistema Sociosanitario Lombardo”. Martedì 14 il dibattito in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva prevista per i primi di agosto. Dal Libro Bianco di Maroni di un anno fa, il progetto legislativo ha conosciuto diverse scritture e l’attuale formulazione, licenziata dal leghista Rizzi, appare molto diversa e distante dall’impianto iniziale. Il Libro Bianco sembrava invertire la rotta del modello formigoniano finito sotto le inchieste. Dalla libertà di scelta (affidata al rapporto diretto tra erogatori e cittadini), sommata a un significativo ingresso dei privati nel sistema ospedalocentrico delle prestazioni, il nuovo corso maroniano proponeva il tema della presa in carico da parte dell’istituzione pubblica e della restituzione al territorio della titolarità della programmazione sociosanitaria. Un’impostazione finalmente in controtendenza, per passare dalla vendita di prestazioni sanitarie negli ospedali, privati e pubblici, alla necessità di fare salute sul territorio. Un obiettivo condiviso da CGIL CISL UIL che con Maroni sottoscrissero l’accordo del 26 settembre e che lo stesso governatore, ancora poche settimane fa, ha dichiarato di voler rispettare fino a garantire una legge regionale coerente con i contenuti lì condivisi. Rapporto con il territorio, compartecipazione dei cittadini alla spesa (rette e ticket), valorizzazione del lavoro e, quindi, del personale restano temi centrali e gli assi portanti e importanti di quell’accordo su cui basare il giudizio definitivo della legge d’iniziativa del presidente. Ci aspettiamo che Maroni batta un colpo e riconvochi i sindacati per dire come modificherà il testo della commissione che smentisce in buona parte quei contenuti.

 

Da “Pubblicazione”, newsletter del 20.07.2015.

I nodi di Maroni. di Florindo Antonio Oliverio

Quando firmò l’accordo con CGIL CISL e UIL, il 26 settembre, Maroni vantò la sua volontà di dialogo con i sindacati. E, ancora in questi giorni, ostenta la voglia di approvare entro luglio la sua riforma sanitaria con il consenso più ampio. Per questo mercoledì incontrerà le opposizioni in consiglio regionale e poi i segretari generali di CGIL CISL e UIL, per tentare di ricucire lo strappo per un testo che tradisce i contenuti dell’accordo d’autunno. I nodi sono di merito. Innanzitutto, la bontà di un disegno riformatore finalizzato a rimuovere il germe del malaffare. Qui un sistema a forte governo pubblico e l’azzeramento delle funzioni non tariffate appaiono fondamentali. Ma il progetto di legge non è coerente prevedendo ASST (le aziende socio sanitarie territoriali) sia pubbliche sia private a capo dell’integrazione dei servizi ospedalieri e territoriali. Sul tema compartecipazione, la riduzione di rette e ticket diventa un’enunciazione di principio subordinandone l’effettiva realizzazione a disponibilità di bilancio imprevedibili. Il ruolo dei sindaci e delle loro conferenze è poi un orpello in un sistema molto centralizzato sull’ente regionale, in cui anche i distretti sono un’entità confusa. Infine, vizi d’incostituzionalità s’intravedono nel capitolo della valorizzazione delle professioni. Fuori limite appare l’istituzione di nuove figure professionali sanitarie e, ancor più, la possibilità di definire accordi per il riconoscimento e la valorizzazione del personale in un general generico consesso formato da una miriade di attori, dalle aziende farmaceutiche a collegi e ordini professionali, che sembrano il classico cavolo a merenda. Maroni non vanti solo il dialogo con il sindacato, lo pratichi di più e meglio. Innanzitutto riconoscendo, per legge, le sue prerogative.

 

Ø      Da “Lombardia sociale”: www.lombardiasociale.it

Lombardia Sociale è un progetto realizzato da IRS - Istituto per la ricerca sociale - e promosso da Acli Lombardia, Caritas Ambrosiana, Confartigianato Persone, Confcooperative, Gruppo Segesta, FNP Cisl Lombardia, Fondazione Cariplo, Legacoopsociali, SPI Cgil Lombardia, UIL Pensionati, Auser Lombardia, Arci Lombardia. Per iscriversi alla newsletter: newsletter@lombardiasociale.it

Dalla newsletter V, del 14 luglio 2015

Non autosufficienza. Il commento alla nuova legge regionale e i dati sul primo rapporto sul lavoro di cura in Lombardia. Disabilità I Cdd e il profilo dell’educatore professionale: continua l’analisi dopo la recente sentenza del Tar. CDD. L’educatore con profilo sanitario serve: un punto di vista differente. Innovazione. Come si può innovare il welfare? Direttrici possibili a partire da esperienze realizzate in diverse regioni. ASL. Gli obiettivi aziendali 2015 e le novità per l’area ASSI. Servizi. La dotazione lombarda di servizi domiciliari e a ciclo diurno: quanti posti e quale trend negli ultimi anni? Consultori. Le sperimentazioni regionali: quali apprendimenti e quali suggerimenti per la messa a sistema. Cure intermedie. Un commento del sindacato al nuovo sistema regionale per le cure intermedie: le criticità riscontrate e alcune recenti evoluzioni. RSA. L’appropriatezza dei servizi residenziali e la sperimentazione dei nuovi requisiti. Tutela minori. I principali esiti di una ricerca sul lavoro degli assistenti sociali lombardi nei servizi di tutela. Nel territorio. La sostenibilità dei servizi di mediazione e accompagnamento del lavoro di cura. L’esperienza della coop. Generazioni.

 

Le tendenze del finanziamento e della spesa del SSR lombardo ai tempi della spendig review.

Di Laura Pelliccia

Come stanno andando il finanziamento e la spesa sanitaria regionale lombarda? Quale andamento in relazione alla crescita dei bisogni e all’incremento dei vincoli a cui è soggetto tale comparto? Una analisi dei dati derivanti dal monitoraggio di AGENAS propone un commento alla situazione lombarda. Leggi l’articolo.

 

Il primo trimestre di applicazione del nuovo ISEE: alcune considerazioni a partire dai dati. Di Daniela Mesini.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale per l’inclusione e le Politiche Sociali, ha reso pubblici i dati rispetto ai primi 3 mesi di applicazione del nuovo ISEE. Quali evidenze emergono? Come cambia la situazione delle famiglie, dopo la riforma del misuratore?

Leggi l’articolo.

 

Livelli di servizio del welfare locale: lavori in corso. A cura di      Laura Pelliccia.

A che punto siamo con la definizione degli obiettivi di servizio per il welfare locale? L’articolo aggiorna il percorso di attuazione della riforma sul federalismo su questo tema, illustrando gli impegni assunti dalla recente intesa siglata in sede di Conferenza unificata. Leggi l’articolo.

 

Ø      Da “Settegiorni PD”, newsletter del gruppo PD al Consiglio regionale

È uscito il n. 323 del 10 luglio 2015

Dieci punti per riformare davvero la sanità lombarda.

Ci siamo, martedì prossimo inizierà la discussione in Aula del progetto di legge 228, ciò che resta della tanto annunciata riforma della sanità lombarda. Per amor di cronaca, bisogna precisare che ora anche nel titolo è scritto chiaramente che si tratta solo della modifica dei primi due titoli del testo unico in materia di sanità, ovvero i principi generali e la “governance”.  Il Pd, come annunciato, non farà sconti: i funzionari stanno lavorando per produrre migliaia di emendamenti e ordini del giorno. L’obiettivo è quello di portare in Aula quella discussione che è stata negata in commissione. Intanto il Partito Democratico ha presentato in dieci punti ciò che andrebbe fatto per migliorare significativamente la sanità lombarda. Leggi il decalogo.

 

È uscito il n. 324 del 17 luglio 2015

Sanità, finalmente uno spiraglio. Maroni apre al confronto di fronte all’ostruzionismo record delle opposizioni.

La svolta c’è stata mercoledì pomeriggio, quando la maggioranza si è resa conto che l’opposizione stava facendo sul serio. Troppi i 24mila ordini del giorno presentati da Pd, Patto Civico e Movimento 5 Stelle, per far pensare a Maroni e soci di mantenere il petto gonfio e la testa bassa. È il record del Pirellone, l’ostruzionismo più duro che si ricordi. Il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, di Ncd, tenta l’ennesima forzatura e chiede all’opposizione di auto-contingentare l’illustrazione dei documenti entro le 24 di venerdì (l’illustrazione punto per punto richiederebbe, invece, diverse settimane di sedute non-stop), pena la dichiarazione di inammissibilità di gran parte di essi. La minoranza, si riunisce, discute e rifiuta seccamente: non ci sono appigli, gli ordini del giorno sono scritti secondo le regole, se Cattaneo li vuole cassare deve motivare documento per documento. Ma nessuno da questa parte della barricata vuole fare l’opposizione per l’opposizione, l’ostruzionismo fine a se stesso, e a Cattaneo si rilancia la richiesta di un confronto sui punti di merito posti dall’opposizione. È lo stesso Maroni, finalmente tornato in Aula, ad accogliere la proposta, cambiando atteggiamento rispetto ai toni un po’ sprezzanti delle ore e dei giorni precedenti. Maroni accetta il tavolo di confronto su una piattaforma di proposte dell’opposizione, che nella giornata di giovedì trova la sintesi tra le diverse proposte. Scontata l’unità di visione tra Pd e Patto Civico, anche con i 5stelle si definisce con relativa facilità un accordo. Dieci punti, che non si discostano molto dal decalogo che il Pd aveva stilato già una settimana fa. Leggi tutto.

 

Ø     Da “Lombardia Notizie”, notiziario della Giunta regionale della Lombardia

Dal notiziario del 23 giugno 2015

Maroni: bene via libera a riforma sanità. Vogliamo riscrivere regole per i prossimi 30 anni.

“Sono molto soddisfatto del via libera in commissione alla riforma della sanità, abbiamo risolto tutti i problemi e ora mi auguro che anche l’opposizione voglia contribuire, perché siamo nel momento cruciale, vogliamo scrivere insieme le regole della sanità lombarda per i prossimi trent’anni”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questa mattina, nel corso dell’incontro con la stampa. “Questo, ha detto Maroni, significa garantire la libera scelta ai cittadini tra pubblico e privato e passare da curare il malato a prendersi cura del malato, cioè curare di più la cronicità. Inoltre riduciamo i costi, dimezziamo le Asl, facciamo l’assessorato unico che integra sociale e socio sanitario, per cui ci sono tante novità importanti che faranno della Lombardia la Regione d’eccellenza in Italia per la sanità e il sociale. Il super assessorato? È semplicemente l’assessorato al Welfare, la stessa scelta che fanno Zaia in Veneto e Toti in Liguria e quindi definiamo un modello di efficienza e di servizi migliori a costi più bassi che va al di là della Lombardia”.

 

Dal notiziario del 1° luglio 2015

Mantovani: Regione in prima linea nella prevenzione oncologica.

“In Lombardia è attivo il ‘Sistema Informativo della Prevenzione’: uno strumento che raccoglie tutte le informazioni relative alle malattie e agli infortuni occorsi ai lavoratori sul territorio regionale. A seguito delle Regole 2015, le segnalazioni di malattia professionale potranno essere inviate on-line. Un nuovo esempio di semplificazione che faciliterà i sanitari e contribuirà ad innalzare il numero dei casi segnalati, secondo quella cultura della prevenzione che da tempo Regione Lombardia ha intrapreso in molteplici campi”. Così ha affermato il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani che questa mattina, su delega del Presidente Roberto Maroni, è intervento al Workshop su “Prevenzione e sorveglianza oncologica nei soggetti con esposizione lavorativa all’ amianto: lo screening del tumore polmonare”, organizzato dallo IEO, Istituto Europeo Oncologico di Milano. “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), relativamente al 2012, nel mondo sono stati registrati circa 14 milioni di nuove diagnosi di neoplasia e 8,2 milioni di decessi dovuti a tale malattia; si prevede che nel 2030 i nuovi casi passeranno a circa 22 milioni ed i decessi a 13 milioni”, ha precisato il vicepresidente Mantovani sottolineando, però, che in Italia, il numero di nuovi casi di malattia è sostanzialmente stabile negli ultimi anni; le morti per cancro, in circa venti anni (1996-2014) sono in calo, diminuendo del 18% fra gli uomini e del 10% tra le donne; circa 3 milioni di persone, pari a quasi il 5% dell’intera popolazione italiana, vivono nel 2015 dopo una diagnosi di malattia neoplastica e nel 2020 saranno 4,5 milioni”. Soffermandosi sul lavoro svolto da Regione Lombardia l’assessore alla Salute ha spiegato che “è stato fatto un grande sforzo per incrementare conoscenza e consapevolezza tra lavoratori, imprese e medici al fine di affrontare le possibili situazioni derivanti da malattie lavorative derivanti dall’esposizione di amianto. L’aumento delle denunce a INAIL riscontrato in Italia ed in Lombardia va in questo senso”. “Il Piano Regionale della Prevenzione, approvato il 5 giugno 2015, ha dunque evidenziato quanto sia fondamentale potenziare sia la capacità di segnalazione da parte dei sanitari, che la successiva registrazione, elaborazione ed analisi da parte dei Dipartimenti Medici di Prevenzione delle informazioni raccolte in occasione degli accertamenti sui casi di malattia da lavoro. Questo al fine di individuare sempre meglio fattori di rischio e di esposizione e di porre in essere adeguate misure di prevenzione”.

 

Dal notiziario del 3 luglio 2015

Mantovani, sì al polo sovraprovinciale per le patologie neurochirurghiche.

Via libera ad un nuovo polo sperimentale sovra provinciale tra Cremona e Mantova che valorizzerà, in un’ottica di integrazione e coerentemente allo spirito della riforma in fase di discussione, il sistema sanitario nel campo delle patologie neurochirurgiche, a beneficio dei cittadini di questi territori”. Così dichiara Mario Mantovani, vicepresidente ed assessore alla Salute di Regione Lombardia, commentando la delibera approvata dalla giunta odierna che ha varato il progetto di “sperimentazione inter-aziendale della durata di due anni presentato dalle Aziende Ospedaliere Carlo Poma di Mantova e Istituti Ospitalieri di Cremona, dalle ASL di Mantova e Cremona e AREU. Con tale provvedimento intendiamo ampliare la gestione delle emergenze urgenze neurochirurgiche, da tempo riconosciute su Cremona, anche al territorio mantovano, oggi sprovvisto di questo specifico settore; una situazione che induceva alcuni cittadini a rivolgersi anche a strutture extraregionali. Per tale ragione, consapevoli delle qualità clinica che Regione Lombardia può offrire abbiamo deciso di puntare ad un ulteriore efficientamento del sistema, in una logica di integrazione e di ampliamento delle eccellenze anche tra varie aziende”. Il progetto avrà carattere sperimentale per un periodo di due anni (2015-2017) e può già contare sul buon livello delle strutture (rianimazione, neurologia e chirurgia) del Presidio Ospedaliero di Mantova per lo svolgimento delle attività (rianimazione, sub-intensiva e di degenza ordinaria). Sarà invece prevista l’assunzione di nuovo personale altamente specializzato per l’avvio del presidio.

 

Dal notiziario del 10 luglio 2015

Maroni: riforma sanitaria a regime garantirà 300/350 milioni di risparmio.

“Questa evoluzione del sistema, questo miglioramento del nostro sistema socio sanitario non viene fatto per risparmiare. Certo il Governo sta tagliando i fondi alle Regioni, ma noi in Lombardia non abbiamo bisogno di tagliare, perché siamo una Regione in grado di garantire efficienza e mettere risorse nel sistema”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenendo questo pomeriggio all’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore (Cremona) per la presentazione della Riforma sanitaria regionale. “Non abbiamo bisogno di ridurre la spesa, ha aggiunto il presidente di Regione Lombardia, abbiamo bisogno di tagliare, vogliamo solo rendere il sistema ancora più efficiente e migliorarlo e questo porterà comunque ad un risparmio, quando la riforma sarà a regime, che stimiamo in circa 300/350 milioni di minore spesa e questi soldi risparmiati saranno reinvestiti nel sistema. Per cui non sono previste chiusure degli ospedali perché dobbiamo risparmiare. Per cui un piccolo ospedale in montagna o in una valle se è un presidio va mantenuto, mentre un ospedale vicino ad un altro ospedale, che duplica i servizi e raddoppia la spesa, non va mantenuto”.

 

Dal notiziario dell’11 luglio 2015

Mantovani: nonostante i tagli del governo, la Regione reinveste oltre 115ml. Riconfermate le risorse a vantaggio degli operatori della sanità.

“Nonostante i tagli del governo, Regione Lombardia ha deciso di investire le medesime risorse dello scorso anno a vantaggio degli operatori del sistema sanitario. Si tratta di una precisa scelta politica che premia i veri protagonisti della nostra sanità: medici, veterinari, infermieri, OSS, tecnici e amministrativi che ogni giorno, con dedizione e competenza, lavorano per offrire risposte sempre più efficaci alle attese ed alle speranza dei Lombardi”. Così afferma Mario Mantovani con soddisfazione la sottoscrizione della preintesa sulle Risorse Aggiuntive Regionali, per l’anno 2015, per i lavoratori del comparto e della dirigenza della sanità pubblica lombarda. Gli accordi sottoscritti nelle giornate di giovedì e venerdì coinvolgono quasi centomila dipendenti del SSR. Meno liste d’attesa. L’erogazione del contributi sarà finalizzata a sostenere il miglioramento del sistema, orientando l’attribuzione di quote aggiuntive su precisi obiettivi. “Meno liste d’attesa, proseguimento del progetto degli Ambulatori Aperti, miglioramento del percorso dell’utente all’interno dell’Ospedale. Sono questi alcuni traguardi, stabiliti con le parti sociali, che qualificheranno ulteriormente il nostro investimento a vantaggio di tutti i Lombardi”. Stesse risorse del 2014, Lombardia unica regione. L’atto prevede la conferma dei medesimi importi stabiliti nel 2014, per una somma pari ad oltre 115 milioni di euro. “Pur a fronte delle continue richieste di riduzione del personale, Regione Lombardia si conferma anche per il 2015 l’unica realtà in Italia che mantiene inalterato il livello di investimenti sul personale. Questo anche perché volevamo adeguatamente prepararci alle sfide che stiamo in queste settimane affrontando, a partire da Expo e al sistema di prevenzione sanitaria messo in campo a favore dei turisti e soprattutto ricordando il percorso di evoluzione del sistema sanitario lombardo. Ringrazio infine anche a nome della Direzione Generale Salute tutte le parti sociali: tutti, con franchezza e lealtà, hanno lavorato per raggiungere e definire un traguardo molto importante.

 

Dal notiziario del 14 luglio 2015

Riforma sanità. Maroni:vogliamo migliorare un sistema già eccellente.

“Vogliamo fare una riforma che renda ancora più efficiente il Sistema socio-sanitario lombardo, adeguandolo all’evoluzione della società lombarda, con l’invecchiamento della popolazione e quindi con l’aumento della cronicità, integrando sul territorio l’attività delle aziende ospedaliere con l’assistenza alle persone con malattie croniche. Una riforma che migliorerà ancora di più il sistema sanitario per i nostri cittadini”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo nell’Aula del Consiglio regionale per la discussione generale sul progetto di legge di evoluzione del sistema socio-sanitario lombardo. “Questa riforma è per il bene di tutti e quindi credo sia interesse anche dei partiti di opposizione essere protagonisti nella creazione del nuovo sistema socio sanitario lombardo. Noi la legge la approveremo, su questo non c’è il minimo dubbio, presto o dopo dipenderà dall’ostruzionismo, ma la approveremo. Io rinnovo l’appello all’opposizione a partecipare a questa riforma, presentandoci delle proposte emendative che siamo pronti a discutere, perché il testo non è blindato. Se invece ci sarà l’ostruzionismo, allora lavoreremo anche nel mese di agosto fino a quando la riforma non sarà approvata. Questa riforma porterà a una riduzione dei costi, avremo un risparmio a regime stimato in via prudenziale in oltre 300 milioni l’anno, questi soldi verranno reimmessi nel sistema e così ci sarà modo anche di ridurre i ticket. Comincia oggi qui in consiglio regionale la discussione su questa proposta di evoluzione del sistema sanitario lombardo, parliamo di evoluzione e non di riforma che implica qualcosa che non funziona e che va cambiato, parliamo di evoluzione perché il nostro sistema socio-sanitario funziona e questo è stato riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che due settimane fa elencando le varie eccellenze ha citato anche la Lombardia, unica regione in Italia. Abbiamo l’ambizione, ha proseguito il presidente, di migliorare ulteriormente questa eccellenza, per adeguare il nostro sistema socio sanitario all’evoluzione prevista della società lombarda che avrà nei prossimi vent’anni un innalzamento della vita media, per cui avremo la necessità di assistere persone molto anziane, prevediamo più di un milione e mezzo di ultra 80enni, che non avranno bisogno di ricoveri ospedalieri ma di assistenza. Vogliamo integrare per questo il nostro sistema ospedaliero con quello che sul territorio si occupa di quanto avviene dopo l’ospedale. In Lombardia, ha continuato Maroni, esiste già una rete di assistenza molto estesa, con il volontariato, il no profit, la rete delle famiglie, ma vogliamo affiancare questa attività di assistenza con la mano pubblica e le strutture private che si occupano proprio di questo attraverso una grande regia che abbiamo come unico obiettivo il cittadino. La nostra ambizione è di creare un Lombardia un sistema che anticipa l’evoluzione della società. Vogliamo passare quindi dal principio di curare il malato a prendersi cura del malato e rendere ancora migliore il sistema, senza costringere il cittadino a scegliere in base al costo, perché uno dei principi cardine è mantenere la libera scelta per il cittadino.

 

Dal notiziario del 15 luglio 2015

Maroni: assessore unico? Solo dopo approvazione riforma.

“Abbiamo concluso la fase1 della riforma del sistema socio-sanitario, la fase in cui il governatore si è assunto in prima persona l’onore della riforma, di trovare l’accordo di maggioranza e portarla in consiglio, ora inizia la fase 2 ovvero la discussione è l’approvazione in consiglio regionale, poi ci sarà la fase 3, quella del l’attuazione della riforma è solo in quel momento è prevista l’individuazione del nuovo assessore unico al welfare e fino ad allora io non ne parlo. Adesso voglio concludere la riforma in tempi rapidi e non penso ad altro. Solo quando attueremo la riforma penseremo al nome del nuovo assessore”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, incontrando i giornalisti in Consiglio Regionale.

 

Dal notiziario del 18 luglio 2015

Mantovani soddisfatto: pronunciamento definitivo su caso Stamina.

“Con soddisfazione ho appreso del pronunciamento definitivo da parte del Consiglio Superiore della Magistratura relativamente al fascicolo aperto sul caso Stamina, così come da me richiesto lo scorso anno in una lettera inviata all’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in qualità di capo del Consiglio Superiore della Magistratura. Anche su questo fronte così delicato Regione Lombardia ha dunque dato prova di aver affrontato con responsabilità anche i passaggi più controversi di tale vicenda, sollecitando le autorità ad affrontare quel cortocircuito tra procure che rischiava di amplificare confusione e difficoltà tra famiglie, medici ed Istituzioni”. Così dichiara Mario Mantovani, vicepresidente ed assessore alla Salute di Regione Lombardia, commentando la decisione unanime assunta dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura in merito alla pratica aperta nel maggio 2014 proprio quando Mantovani aveva invocato “l’adozione di un atteggiamento univoco e condiviso da parte della magistratura”. “Ricordo infatti il paradosso cui eravamo costretti ad assistere in quelle settimane. Da una parte apprendevamo sui giornali di indagini in corso da parte della Magistratura di Torino che mettevano fortemente in dubbio la validità scientifica e terapeutica delle applicazioni in essere presso gli Spedali Civili di Brescia; dall’altro lato eravamo costretti a dare invece seguito alle decisioni di vari giudici che imponevano con sentenza l’infusione di cellule staminali”. Anche a seguito del pronunciamento della Corte di Cassazione che ha stabilito come al trattamento non possa essere riconosciuta alcuna validità scientifica oltre che il non rispetto delle procedure richieste dalla legge, il Plenum ha dunque stabilito come sul tema si sia “raggiunto un punto fermo, quanto meno allo stato delle conoscenze scientifiche concernenti il metodo di cura”. “Da parte di Regione Lombardia c’è stata da sempre una posizione di equilibrio, ha sottolineato Mantovani, e allo stesso tempo di impulso e stimolo rispetto a quei soggetti istituzionalmente preposti a dire l’ultima parola. Equilibrio, perché a fronte delle pronunzie da parte dei Tribunali, Regione Lombardia è stata tra i primi a parlare, non a caso, di “cortocircuito giudiziario”. “Con la consueta trasparenza abbiamo dunque voluto affrontare anche questo passaggio così delicato, consapevoli che solo nella collaborazione tra istituzioni potesse emergere un metodo utile per affrontare una vicenda dove purtroppo l’emotività ha talvolta prevalso sulle evidenze scientifiche, anche con responsabilità della politica e di parte del mondo dell’informazione”.

 

Dal notiziario del 19 luglio 2015

Farmaci terapia epatite c, regione stanzia 160 milioni. Medicinali pronti da dicembre 2014, assistiti 2400 pazienti.

La Lombardia è stata tra le prime regioni ad attivarsi per l’erogazione dei nuovi farmaci per l’HCV, appena sono stati autorizzati in Italia, e già a dicembre 2014 le Strutture Lombarde erano in grado di assicurare l’erogazione. Oggi il numero di pazienti presi in carico dalle strutture lombarde è di circa 2.400, sui 7.000 previsti entro 18 mesi così come stabilito dall’Agenzia Nazionale per il Farmaco. Regione Lombardia, in pochi mesi, è già riuscita a coinvolgere il 35 per cento dei lombardi, confermando come le strutture stiano prendendo in carico i pazienti sulla base dell’appropriatezza prescrittiva e in modo molto veloce anche in confronto ad altre Regioni (che si attestano su numeri molto più bassi). La Direzione generale Salute, attendendo che a livello ministeriale venga definito il fondo per i farmaci innovativi, ha anticipato finanziando fino ad oggi la distribuzione e la somministrazione di questi farmaci prevedendo 160 milioni di euro per il trattamento.

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