Block Notes n. 7, marzo 2015

 
Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di M. Oliviero, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
Dalle agenzie di stampa regionali
 La maggioranza esplode sulla sanità
 Elisoccorso: la Regione introduce un nuovo ticket
 Lombardia. Mantovani: sempre all’avanguardia nelle sperimentazioni
 Lombardia. Welfare, Cantù:’rating’ per Rsa, da 2016 risorse in base a performance
 “112 day”, Maroni: numero unico punta di forza nostra regione
 Mantovani: via libera a 267 nuove assunzioni. Nel 2014 stabilizzati 1.121 operatori
 Risonanza magnetica a Menaggio. Mantovani: promessa mantenuta
 Lombardia. Riforma salute: Mantovani ne spiega punti salienti
 Salute, innovazione e semplificazione al centro del dibattito
 Maroni: concreta possibilità intervento su ticket
 Riforma sanitaria, Mantovani: professione infermieristica sarà valorizzata
 Salute, Mantovani:nostro servizio sanitario ai vertici internazionali
 Maroni: tempi rapidi per riforma sistema. Approvazione entro l’estate in consiglio
 Mantovani: rivedere sistemi valutazione per misurare qualità
 Cantù: tutelare i diritti di fragilità
 Opg Castiglione, Mantovani: governo invii i 32 milioni

Dalle agenzie di stampa regionali
 Da “Lombardia sociale”: www.lombardiasociale.it
Lombardia Sociale è un progetto realizzato da IRS - Istituto per la ricerca sociale e promosso da Acli Lombardia, Caritas Ambrosiana, Confartigianato Persone, Confcooperative, Gruppo Segesta, FNP Cisl Lombardia, Fondazione Cariplo, Legacoopsociali, SPI Cgil Lombardia, UIL Pensionati, Auser Lombardia, Arci Lombardia. Per iscriversi alla newsletter: newsletter@lombardiasociale.it
Dalla newsletter II, del 4 marzo 2015
Finanziamento. Le risorse per il welfare lombardo nel 2015: cosa prevedono la legge di stabilità e il bilancio regionale per il nuovo anno? Nuovo ISEE. Una partenza in salita. La sentenza del TAR del Lazio e lo scenario che si prospetta per i prossimi mesi. Sperimentazioni. Dipendenze e adolescenti: il difficile compito della messa a sistema. Fondo Famiglia. I risultati del primo anno di sperimentazione della dgr 856 e il rifinanziamento del fondo: novità e cambiamenti in corso RSA. Residenzialità leggera e nuove risorse per il Fondo famiglia: il commento di un gestore Disabilità. La valutazione della persona secondo il budget di salute: spunti per il welfare lombardo. Regole Le regole di sistema 2015: cosa si devono aspettare le persone con disabilità e le loro famiglie? Violenza Le linee programmatiche regionali per le azioni di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne. Nasko e Cresco Nuove risorse per dare continuità ai Fondi: si riparte con nuove regole.
Consulta e scarica i Vademecum di LombardiaSociale.it, compendi tematici per comprendere e approfondire il welfare sociale lombardo

 Da “Settegiorni PD”, newsletter del gruppo PD al Consiglio regionale
È uscito il n. 301 del 6 febbraio 2015
La maggioranza esplode sulla sanità.
Presentati i progetti di legge di Forza Italia e Ncd alternativi a quello della giunta. Forza Italia sfida Maroni a viso aperto sulla riforma della sanità. Un progetto di legge alternativo a quello approvato il 16 gennaio dalla giunta regionale è stato presentato dal vicegovernatore Mario Mantovani lunedì, in una conferenza stampa, in cui era annunciata anche la partecipazione della coordinatrice regionale Maria Stella Gelmini, saltata all’ultimo pare solo per un contrattempo. Va notato che Mantovani, assessore alla sanità, platealmente estromesso dalla partita della riforma da Maroni, non aveva fatto mancare il suo voto nella seduta di giunta, come gli altri assessori di Forza Italia, ma non aveva apposto la propria firma, né c’era quella del direttore generale dell’assessorato, alla delibera contenente il progetto di legge di riforma. E se i toni rimangono pacati, la sostanza è invece eloquente. Come se non bastasse, anche NCD ha annunciato a breve la presentazione del proprio progetto di legge in merito, facendosi forte delle critiche al testo di giunta avanzate prima di Natale dal ministro Lorenzin. Tra le due anime dell’ex PDL è dunque in corso anche una sorta di competizione proprio su questo terreno, in nome della difesa del modello formigoniano (e del ruolo riservato ai privati). Non a caso i berlusconiani propongono addirittura un’agenzia (sic!) che promuova il “modello lombardo” nel resto del Paese. “Sulla riforma più importante della legislatura Forza Italia e NCD stanno conducendo una guerra di logoramento allo stesso Maroni - dichiarano Carlo Borghetti e Sara Valmaggi -. La proposta di legge di Mantovani e colleghi è in contrasto con quella approvata dalla Giunta su punti qualificanti, a partire dal rapporto tra pubblico e privato, dall’invadenza della politica nelle nomine in sanità e dal silenzio sull’assessorato unico del welfare. Sono passi indietro significativi su cui Maroni dovrebbe dire come la pensa. Al momento è una vera Babele”. “La maggioranza di Maroni è sempre più spaccata, aggiunge il segretario regionale Alessandro Alfieri. L’elezione del Presidente della Repubblica ha fatto definitivamente esplodere le contraddizioni di una coalizione composta da forze che hanno ormai prospettive politiche divergenti. Gli scambi di accuse tra Salvini e i leader di NCD non possono che logorare anche il governo lombardo”. E questa settimana anche NCD ha presentato il suo disegno di riforma alla presenza della stampa. Tra le novità più salienti l’applicazione del fattore famiglia nella compartecipazione, la netta separazione tra chi programma e chi eroga, la riorganizzazione delle Asl sul territorio e l’articolazione organizzativa in distretti sanitari e distretti di welfare con autonomia economico-finanziaria; la messa a sistema dell’esperienza sperimentale dei CreG

È uscito il n. 302 del 13 febbraio 2015
Elisoccorso: la Regione introduce un nuovo ticket.
Pagherà anche chi ha bisogno delle cure sanitarie, se non gravi. “La Regione che a parole vuole essere a zero ticket ne sta introducendo uno nuovo, peraltro molto costoso, a carico di chi va in montagna. E a differenza di quanto dicono, riguarderà anche gli interventi per chi si fa male, nonostante questo sia in contrasto con la legge nazionale”. È tranchant il consigliere regionale Gian Antonio Girelli sulla nuova legge in materia di soccorso alpino licenziata in settimana dalla commissione sanità. Il testo prevede infatti che il soccorso non sia più a costo zero per l’utente, cosa non da poco, soprattutto se si tratta di intervento in elicottero, provvidenziale quando ad aver bisogno di aiuto è chi si trova in alta montagna o in zone impervie. Nonostante i tentativi di modifica da parte del PD, il testo finale mantiene di fatto la previsione della compartecipazione di chi viene soccorso, ovvero un contributo economico, secondo tariffe che saranno stabilite dalla giunta regionale e che potranno arrivare fino alla metà del costo dell’intervento, compreso il costo del volo in elicottero. Varrà per gli interventi sanitari (non gravi) e non, se viene riconosciuta la negligenza della persona soccorsa. Uno sconto sulla compartecipazione del 30%, voluto dalla Lega, è previsto per i residenti in Lombardia. Il Pd ha votato contro, perché non è riuscito a evitare che tutte le vittime di incidenti, che necessitano cure sanitarie, siano costrette a pagare ticket costosissimi. “Sarebbe sbagliato negare il problema dell’abuso da parte di persone che affrontano scalate o escursioni sugli sci nel modo sbagliato, aggiunge Girelli, ma, prima di tutto, occorrerebbe investire sulla formazione di chi va in montagna, perché questo contribuirebbe in modo significativo a ridurre gli incidenti e le situazioni di pericolo, e spiace che in questa legge non ci sia una riga in merito. Ma il percorso di questa norma, come spesso capita, è stato tortuoso e non ha previsto una meditata condivisione che avrebbe permesso certamente di approntare un testo migliore”.

 Da “Lombardia Notizie”, Notiziario della giunta regionale
Dal notiziario del 5 febbraio 2015
Lombardia. Mantovani: sempre all’avanguardia nelle sperimentazioni.
“Un’esperienza all’avanguardia che anticipa in Lombardia i contenuti della riforma della salute che cambierà lo scenario del sistema sanitario sulla base delle nuove esigenze. Uno dei temi centrali riguarda infatti la ricerca di nuovi assetti organizzativi e di strumenti innovativi anche per affrontare l’aumento delle malattie croniche”. È quanto affermato dal vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, in visita in una delle strutture milanesi della “Cooperativa Medici Milano Centro”. Mmg in cooperativa. La visita di oggi si è svolta nello “Studio Medico Polifunzionale Dergano, di via Davanzati 5, a Milano, dove, appunto, vi opera, con oltre 6500 assistiti, una équipe di 5 medici di base oltre al personale infermieristico. Una struttura di medici di famiglia, quindi, che rappresenta un preciso punto di riferimento per i propri pazienti e che sempre più sta divenendo la reale alternativa al pronto soccorso, soprattutto per quanto riguarda le esigenze sanitarie da codice bianco. Creg in sperimentazione. La Lombardia, ha aggiunto l’assessore Mantovani, si pone come sempre all’avanguardia nelle sperimentazioni di cui nel resto d’Italia spesso solo si chiacchiera ed è passata ai fatti”. Il gruppo di medici dello “Studio Dergano” fa, infatti, riferimento alla “Cooperativa Medici Milano Centro”. Un dato rilevante è inoltre quello che circa 6000 pazienti milanesi fanno capo al CReG (Cronical Related Group) in sperimentazione da parte della ‘Cooperativa’, costituita da 51 medici di medicina generale. 206 anziani ogni 100 giovani. Il Centro di Milano visitato dall’assessore Mantovani ha infatti concretizzato e formalizzato con atti, azioni, provvedimenti, iniziative e risultati un nuovo modello di cura che si rende indispensabile alla luce dei dati demografici ed epidemiologici: “la speranza di vita si è innalzata grazie agli interventi di prevenzione, alle capacità di cura, alle tecnologie e all’innovazione diagnostica e terapeutica, ha ribadito l’assessore alla salute, al punto che tra 15 anni avremo in Lombardia oltre 3 milioni di ultra 65enni e 1 milione di ultra 80enni e nel 2025 ci saranno 206 anziani ogni 100 giovani (invece degli attuali 143)”.

Dal notiziario dell’11 febbraio 2015
Lombardia. Welfare, Cantù:’rating’ per Rsa, da 2016 risorse in base a performance.
Entro il prossimo 30 marzo un Tavolo tecnico in cui siedono rappresentanti di Regione Lombardia e delle Associazioni di Rappresentanza degli Enti gestori delle 682 Residenze Socio-Sanitarie Assistenziali (RSA) lombarde dovrà definire le modalità di applicazione di un sistema di ‘rating’, ossia di valutazione delle performance delle strutture, che sarà progressivamente implementato e perfezionato nel corso di tutto il 2015, per poi entrare sostanzialmente a regime dal 1 gennaio 2016. In base a questo sistema, sarà ridefinita l’assegnazione delle risorse alle diverse strutture, in base a un criterio di premialità. In sostanza, chi otterrà i migliori punteggi sugli indicatori che verranno stabiliti, potrà contare su maggiori risorse. Intesa con enti gestori. È quanto prevede un accordo sottoscritto dall’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Volontariato e Pari opportunità Maria Cristina Cantù con le Associazioni di Rappresentanza degli Enti gestori: Agespi Lombardia, Confcooperative Lombardia, Aiop Lombardia, Arlea Lombardia, Aris Lombardia, Anaste Lombardia, Fondazione Don Gnocchi, Uneba Lombardia, Fondazione Sacra Famiglia. L’intesa rappresenta un passaggio fondamentale verso una riorganizzazione del sistema delle RSA volto a rispondere in modo sempre più appropriato e puntuale ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie. Valorizzare comportamenti virtuosi. “Questa intesa, spiega l’assessore Cantù, fa seguito a quanto previsto dalle Regole di sistema 2015 del servizio socio-sanitario regionale riguardo all’avvio di un percorso di revisione del modello di governo delle risorse, che vedrà appunto la progressiva implementazione del sistema di ‘rating’, strumento basato su oggettivi indicatori di performance, orientato alla valorizzazione dei comportamenti virtuosi e alla disincentivazione di quelli inappropriati”. “Si tratta, precisa Antonio Monteleone, in rappresentanza delle Associazioni che hanno sottoscritto l’intesa, di un importante accordo, che rappresenta una condivisa modalità di accompagnamento verso un nuovo modello di classificazione delle RSA. Sono, infatti, previsti momenti di monitoraggio sistematico congiunto e di confronto, a cadenza mensile, con i rappresentanti degli Enti Gestori”. Gli indicatori. Gli indicatori di cui si terrà conto nella valutazione delle strutture, le relative modalità di calcolo, il loro peso sulla valutazione finale saranno definiti nel dettaglio dal Tavolo, che sarà istituito formalmente entro il 20 febbraio. Tra gli altri parametri, potranno essere presi in considerazione minutaggio assistenziale, mix professionale, retta media, tasso di saturazione, margine operativo lordo, numero di posti letto per camera, presenza h 24 dell’infermiere, reperibilità h 24 del medico, ecc…

“112 day”, Maroni: numero unico punta di forza nostra regione. “così si riducono tempi intervento e si salvano più vite”
“Con il nuovo 112 Numero unico di emergenza ci saranno tantissimi vantaggi, come la riduzione dei tempi di intervento, la localizzazione del numero chiamante e una riduzione dei costi, perché in Lombardia siamo passati da 48 centrali operative a sole 3, mettendo insieme 112, 113, 115 e 118. Così, se un cittadino chiama il 112 o il 113, il 115 o il 118, risponde sempre la stessa centrale operativa 112, in varie lingue, riconosce e localizza il numero di chi chiama e quindi può intervenire immediatamente”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel corso della conferenza stampa in occasione della giornata europea per la promozione del Numero unico di emergenza 112, all’ospedale Niguarda di Milano. Lombardia prima regione. “Un vantaggio per le finanze pubbliche, ha spiegato il presidente, ma soprattutto per i cittadini, perché così aumenta la possibilità di intervento rapido e anche su questo la Lombardia si conferma un’eccellenza, siamo la prima Regione a farlo e questo servizio sarà importante anche per l’Expo”. Siamo molto soddisfatti di questi risultati e possiamo portare la Lombardia come modello per tutte le regioni di eccellenza sulla gestione del servizio emergenza-urgenza”.

Dal notiziario del 18 febbraio 2015
Mantovani: via libera a 267 nuove assunzioni. Nel 2014 stabilizzati 1.121 operatori del sistema sanitario.
La Giunta regionale di Palazzo Lombardia ha approvato oggi la delibera con la quale vengono autorizzate 267 nuove assunzioni a tempo indeterminato, per le Aziende Ospedaliere, l’Azienda Regionale per Emergenza Urgenza e le Fondazioni IRCCS di diritto pubblico. Prime determinazioni del 2015. “Si tratta della prima tranche di assunzioni previste per il 2015, spiega il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, in attesa dell’attuazione del nuovo piano di gestione delle risorse umane che sarà messo a regime entro l’anno. Queste assunzioni dovranno essere effettuate entro il prossimo 30 settembre”.
La scheda del piano assunzioni 2015 è visibile sul portale www.regione.lombardia.it

Dal notiziario del 19 febbraio 2015
Risonanza magnetica a Menaggio. Mantovani: promessa mantenuta.
“Un’iniziativa di soggetti esterni al servizio sanitario, frutto della solidarietà, della coesione sociale e del grande cuore dei lombardi, che si unisce all’impegno di Regione Lombardia. Questo è ciò che celebriamo oggi”. Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani nel corso della cerimonia di inaugurazione della risonanza magnetica dell’ospedale ‘Erba Rinaldi’ di Menaggio, in provincia di Como, alla quale erano presenti anche i rappresentanti delle due associazioni che hanno donato il macchinario: ‘Centro Lario per l’Ospedale di Menaggio Onlus’ e il ‘Comitato Cristian e Gianfranco Battaglia’. Volontariato. “In Lombardia, ha sottolineato il vice presidente, esistono 8000 associazioni nel Terzo settore. Esse rappresentano l’orgoglio vero della nostra società. Meno di un anno fa, quando incontrai i responsabili del ‘Centro Lario per l’ospedale di Menaggio’ e del ‘Comitato Cristian e Gianfranco Battaglia’, promisi che Regione Lombardia si sarebbe fatta carico dell’installazione di questo prezioso macchinario, nonché della formazione del personale addetto al suo utilizzo. Oggi la promessa è divenuta realtà”. Piccoli ospedali non chiuderanno. “Ho sentito un po’ di preoccupazione, da medici e pazienti, ha concluso Mantovani, per il futuro di quest’importante struttura, che nel periodo estivo arriva a servire un bacino d’utenza di 50.000 persone. Come sapete, per decisione del Governo, il Fondo sanitario di Regione Lombardia verrà tagliato per 350 milioni di euro. Il Ministero vorrebbe che si chiudessero i piccoli ospedali. Io ho risposto: lasciate fare a noi, amministriamo noi le nostre tasse e sono sicuro che anche i piccoli ospedali troveranno la forza per andare avanti, nessun ospedale sarà chiuso”.

Dal notiziario del 24 febbraio 2015
Lombardia. Riforma salute: Mantovani ne spiega punti salienti.
Credo proprio che il fatto che ci siano 4 proposte di legge depositate non debba certo rappresentare uno scandalo, ma un motivo in più perché si possa trovare la soluzione più corretta e più giusta in un ampio dibattito di carattere democratico finalizzato a trovare la soluzione migliore”. Così ha sottolineato nel suo intervento il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani intervenuto, su delega del presidente Roberto Maroni, nel pomeriggio di oggi, alla Tavola rotonda dal titolo ‘Riforma del sistema socio sanitario lombardo dentro la costituzione della Città metropolitana’, che si è svolta presso la Camera del Lavoro di Milano. Il futuro della sanità. Al dibattito hanno preso parte numerose personalità del mondo sindacale, politico e sanitario, per fare il punto sul futuro della riforma del sistema sanitario della Lombardia. Il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia ha risposto a numerose domande affermando: “Ha fatto bene alla Lombardia la legge oggi vigente in sanità, perché abbiamo una sanità di eccellenza riconosciuta non solo da noi lombardi, ma anche a livello nazionale e internazionale”. Cambiano i bisogni. “In 18 anni i bisogni di salute sono profondamente mutati non solo per la società che cambia, ma anche perché è la medicina che cambia, la ricerca, le attrezzature, le tecnologie, l’innovazione. Quindi è naturale che ci sia l’aggiornamento di un sistema che in questi anni ha prodotto cose molto positive e che oggi ha bisogno di essere rivisto” ha proseguito Mario Mantovani, soffermandosi su uno dei problemi centrali della nostra sanità di domani: la cronicità. Il problema dell’invecchiamento. “Il tema della cronicità, ha spiegato ancora Mantovani, è fondamentale. In Lombardia tra 15 anni avremo 3 milioni su 10 di persone con più di 65 anni. E un milione di persone con più di 80 anni. E’ chiaro che i bisogni di salute cambiano e, se non ci pensiamo oggi, rischiamo di arrivare impreparati: Milano è una delle città più vecchie del mondo dopo Tokio. Il 22 % dei milanesi è riconosciuto tra le persone anziane. Questo ci deve far riflettere. Dobbiamo essere pronti ad affrontare i nuovi bisogni di salute”. Il ruolo degli ospedali. “L’ospedale, ha aggiunto il vice presidente, dovrà essere più legato al territorio. Occorrerà infatti curare le persone nel momento acuto della malattia e poi offrire tutta una serie di servizi anche nella fase subacuta, post-acuta, riabilitativa, del reinserimento nella propria famiglia, nella propria società oppure in strutture adeguate”. Città metropolitana. L’assessore Mantovani ha parlato anche della Città Metropolitana: “Il territorio dell’area metropolitana è speciale, non perché migliore degli altri, ma perché ad ogni realtà corrisponde una specificità che è giusto riconoscere e valorizzare: tre ASL (ASL Milano, ASL Milano 1 e ASL Milano 2); un elevato numero di Aziende Ospedaliere pubbliche a cui si aggiungono quelle private (San Raffaele, Humanitas, Maugeri, ecc.); 24 poliambulatori pubblici; 104 RSA con 13.142 posti letto e di questi 711 per Alzheimer; 16 RSD per un totale di 694 posti; 41 CSS (Centri Socio Sanitari per disabili) per ulteriori 329 posti; 6 Università pubbliche e private fra le più avanzate del Paese e diversi Centri di Formazione di alta specializzazione sanitaria”. Punti salienti del pdl. L’assessore alla Salute ha infine ricordato i punti salienti della proposta approvata dalla Giunta lo scorso 16 gennaio. “Si tratta di un percorso di innovazione che parte dalla concretezza, così come sono concreti i lombardi e che punta ad affrontare le attese e le speranze dei cittadini, secondo un metodo di massimo confronto, pronti a costruire la sanità del futuro”.

Dal notiziario del 26 febbraio 2015
Salute, innovazione e semplificazione al centro del dibattito.
Di seguito alcuni dei risultati più importanti, conseguiti nel 2014, dall’Assessorato alla Salute di Regione Lombardia, illustrati durante il convegno “Regolare l’innovazione per lo sviluppo della sanità lombarda”, organizzato per le figure apicali del Sistema sanitario lombardo.
Innovazione. È stato dato avvio ad una importante fase di cambiamento rivolta allo studio di nuovi modelli organizzativi finalizzati alla presa in cura dei pazienti affetti da patologia cronica. In Lombardia tra 15 anni ci saranno infatti 3 milioni persone con più di 65 anni e un milione di persone con più di 80 anni. Attraverso un nuovo sistema di classificazione Chronic Related Group (CReG), si sono coinvolti oltre 60.000 pazienti e 500 medici di medicina generale, riducendo in modo significativo gli accessi ai Pronto Soccorso e i ricoveri ospedalieri; si è poi avviata la fase di sperimentazione di nuovi Presidi Ospedalieri territoriali (POT) per la presa in cura di pazienti cronici, con una particolare attenzione ai temi della prossimità e dell’integrazione; sono stati individuati 6 Dipartimenti di salute mentale per sperimentare la presa in carico globale del paziente psichiatrico. Semplificazione. Si sono innovati in modo significativo gli strumenti di accesso ai servizi: consultazione on-line di più di 26 milioni di referti; più di 3,6 milioni di prenotazioni con un aumento particolarmente significativo dell’utilizzo dei nuovi canali Internet e farmacie; dematerializzazione della tradizionale ricetta rossa cartacea, passando nel giro di pochi mesi dalle 17.000 ricette di novembre 2014 ad oltre 157.000 nei primi 15 giorni di febbraio 2015. Accessibilità ed appropriatezza. Si è concretizzata una sanità più accessibile per i cittadini grazie alla destinazione di 24 milioni per ampliare gli orari di apertura degli ambulatori; è stata ampliata la rete dei poli universitari con l’ingresso dell’Istituto Nazionale dei Tumori nel Polo centrale di Milano e autorizzato 35 contratti aggiuntivi di formazione medica specialistica agli Atenei lombardi per un costo pari a 4,48 milioni di euro con un incremento del 6% rispetto al 2013. È stato, infine, accreditato e messo a contratto il centro di adroterapia (CNAO) di rilevanza nazionale per la cura avanzata dei tumori che non rispondono alle terapie tradizionali. Sicurezza. È stata data grande attenzione alla sicurezza nelle erogazioni delle prestazioni, riordinando la rete dei punti nascita e delle alte specialità; sono stati identificati i primi quattro Centri Ospedalieri di Terapia del dolore di II Livello per garantire una omogenea diffusione dell’offerta assistenziale nella diagnosi e cura del dolore cronico; è stato favorito il processo di riorganizzazione delle attività di emergenza sanitaria intra ed extra ospedaliera, promuovendo un’adeguata programmazione delle risorse in relazione ai periodici picchi di affluenza, con un investimento di 2 milioni di euro; sono state riorganizzate le attività di raccolta, validazione e lavorazione delle unità di sangue, adeguando i singoli Centri ai requisiti di accreditamento previsti dalle direttive comunitarie e dall’Accordo Stato Regioni del 16/12/2010; definito il programma di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari con la costituzione di 8 Residenze Esecuzione Misure di Sicurezza (REMS) e già dimesso 315 pazienti. EXPO. In vista dell’Evento Universale di Expo che porterà a Milano milioni di turisti, è stato progettato e realizzato l’ambulatorio di Rugabella, nel centro di Milano, dedicato ai visitatori nel solco del modello londinese dei ‘walk in service’; si è potenziata l’area di emergenza urgenza territoriale con un rafforzamento dei mezzi di soccorso di base e avanzati, affidando ad AREU l’organizzazione delle équipe di soccorso e gli ambulatori di primo intervento interni al sito espositivo; è stato inoltre previsto l’adeguamento delle risorse mediche e infermieristiche dei Pronto Soccorso afferenti all’area expo. È stata infine posta attenzione alle attività di accoglienza per una utenza multietnica e multiculturale, con il potenziamento dell’offerta di alcuni servizi per i visitatori soggetti a malattie croniche quali ad esempio la dialisi, il trattamento anticoagulante, l’ossigenoterapia e l’oncologia.

Dal notiziario del 27 febbraio 2015
Maroni: concreta possibilità intervento su ticket.
“L’Assessore Massimo Garavaglia ha fatto un ottimo lavoro. Lui è il coordinatore di tutte le Regioni, si è impegnato molto e, grazie al negoziato, ieri è arrivata questa buona notizia. Facendo i calcoli, potremmo intervenire sui ticket e questa è un’ottima notizia per i cittadini lombardi. Ci mettiamo subito al lavoro per vedere cosa potremo fare, ma la possibilità adesso c’è concretamente”. Lo ha detto il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a proposito della quantificazione dei tagli alla sanità decisa ieri a Roma, che sarebbe di una cifra inferiore a quella delle previsioni.

Dal notiziario del 2 marzo 2015
Riforma sanitaria, Mantovani: professione infermieristica sarà valorizzata.
“Gli infermieri possono offrire un contributo determinante alla riforma del sistema sanitario regionale. Per questo sarà nostra cura valorizzarli tenendo conto, in particolare, delle nuove competenze acquisite, orientate alla presa in carico globale, al raccordo del percorso del paziente, al coordinamento della continuità assistenziale”. Così ha dichiarato il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, intervenendo alla tavola rotonda dal titolo: ‘Dalle competenze avanzate all’infermiere di famiglia: le scelte di Riforma del Sistema Socio sanitario Lombardo’, organizzata dal Collegio IPASVI all’ospedale Niguarda. Riforma sanità lombarda. Il vice presidente si è soffermato, in particolare, sul ruolo della professione infermieristica all’interno della riforma del Sistema Socio sanitario Lombardo. “I principali cambiamenti che il nuovo SSR dovrà affrontare, ha spiegato Mantovani, saranno l’invecchiamento della popolazione e l’incremento del numero e della complessità clinica dei malati cronici”. Gestione innovativa. “L’attuale sistema, ha evidenziato il vice presidente, risponde poco alle problematiche di gestione delle patologie croniche. Nuova è pertanto l’ottica in cui ci si deve porre per rapportare la struttura del sistema sanitario agli specifici bisogni di cura della popolazione. Non basta immettere più risorse nel sistema; è invece necessario programmare modalità di gestione innovative dei bisogni assistenziali”. Infermiere di famiglia. “In quest’ottica, ha continuato l’assessore alla Salute, bene si sposa l’evoluzione delle competenze infermieristiche a cui si sta assistendo, in particolare in merito alle componenti organizzativo-assistenziali. Per questo già nella proposta di legge approvata dalla Giunta è previsto che tra le figure sanitarie componenti l’Unità Complesse di Cure Primarie (Uccp) è identificato l’infermiere di famiglia, al quale sono demandate anche le funzioni di collaborazione e di raccordo tra il medico di Medicina generale e le altre articolazioni territoriali sociosanitarie, per accogliere e accompagnare il paziente e la sua famiglia nella scelta più appropriata rispetto al bisogno espresso e le opportunità della rete di offerta territoriale”. Formazione specialistica. “L’attuale formazione specialistica, ha concluso Mantovani, già prevede percorsi per l’infermiere di famiglia/comunità e per l’area delle cure territoriali (cronicità, sanità pubblica, comunità e fragilità). Sicuramente nella nostra riforma faremo in modo che queste nuove competenze trovino la giusta valorizzazione”.

Dal notiziario del 4 marzo 2015
Salute, Mantovani: nostro servizio sanitario ai vertici internazionali.
“Contrariamente a quanto sostenuto nell’articolo odierno pubblicato oggi dal quotidiano la Repubblica che si basa su sistemi di classificazione da sempre contestati sui tavoli tecnici nazionali anche dalla nostra Regione per la loro parzialità ed inattendibilità, continuiamo a ritenere il servizio sanitario di Regione Lombardia ai vertici nazionali, europei ed internazionali”. Lo dice oggi il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani. Griglie limitate e incomplete. “Le griglie LEA evidenziate nell’articolo, spiega Mantovani, risultano infatti limitate ed incomplete: siamo per esempio la Regione che ha la minor spesa territoriale del farmaco eppure veniamo penalizzati per il numero di dosi distribuite; in tali modelli vengono considerati come potenzialmente inappropriati anche i ricoveri riabilitativi; veniamo penalizzati perché facciamo troppe risonanze. Noi invece scegliamo prima di tutto di perseguire la salute ed il benessere dei nostri cittadini: questa è la nostra priorità, questo il nostro merito da tutti riconosciuto. Per tali ragioni continuiamo a chiedere l’individuazione di un sistema di valutazione serio, basato su standard di qualità e su riconosciuti ed oggettivi indicatori di salute. Domani, insieme con il Presidente Maroni avremo modo di illustrare i dati necessari che ancora una volta confermeranno, per efficienza e qualità, l’altissimo livello della nostra offerta sanitaria”

Dal notiziario del 5 marzo 2015
Maroni: tempi rapidi per riforma sistema. Il presidente: approvazione entro l’estate in consiglio.
“C’è un accordo forte di tutta la maggioranza per arrivare in tempi brevi a un trovare un’intesa in consiglio regionale che unifichi tutti i testi presentati. E’ un fatto politico rilevante, che conferma la compattezza e la capacità di governo del centrodestra in Lombardia”. Lo ha detto il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni al termine del vertice di maggioranza che si è tenuto questo pomeriggio a Palazzo Lombardia sulla proposta di evoluzione del sistema socio-sanitario regionale. Si tratta di una riforma complessa, ha osservato il Governatore, ma “il nostro impegno è di farla approvare al Consiglio regionale entro la pausa estiva, per arrivare alla sua attuazione entro la fine dell’anno”. Coinvolgere tutti. La maggioranza, continuerà dunque a “lavorare in commissione per arrivare a un testo condiviso da tutto il centrodestra. Con l’ambizione però di coinvolgere anche le opposizioni, perché vogliamo che l’evoluzione del nostro sistema socio-sanitario, avvenga con il coinvolgimento di tutti”. I principi. I principi guida della riforma, ha ribadito il Presidente lombardo, “sono quelli affermati nel ‘Libro bianco’: la libera scelta da parte dei cittadini e l’adeguamento del sistema all’evoluzione della società lombarda, che va verso un allungamento della vita media, con conseguente aumento della cronicità. Per questo vogliamo passare da: ‘curare il malato’ a ‘prendersi cura del malato’ anche fuori dall’ospedale. Noi non vogliamo ‘chiuderci’, ma ‘aprirci’ al contributo di tutti, partendo da un testo che sia sintesi delle proposte della maggioranza”. Assessorato unico. Circa l’ipotesi di unificare l’assessorato alla Sanità con quello delle Politiche sociali, il numero uno di Palazzo Lombardia, ha confermato di ritenerla “una proposta da sostenere con forza, perché porterebbe a una migliore gestione e integrazione dei servizi socio-sanitari, nonché un risparmio notevole. Abbiamo calcolato, ha specificato, che si potrebbero risparmiare 70/80 milioni di euro. E in un momento in cui il Governo centrale ci sta tagliando molte risorse (solo quest’anno nella sanità quasi un miliardo), questi fondi recuperati sarebbero essenziali per continuare, come vogliamo, a migliorare il nostro sistema”.

Mantovani: rivedere sistemi valutazione per misurare qualità.
Attivare a livello nazionale, come previsto dal Patto della Salute, un nuovo sistema di valutazione basato sulle migliori esperienze esistenti a livello regionale e accademico, a cui collegare anche premialità nel riparto del Fondo sanitario. È questa la proposta avanzata oggi dal vice presidente e assessore alla Salute Mario Mantovani, che è intervenuto, insieme al presidente Roberto Maroni, all’assessore Maria Cristina Cantù e ai capigruppo della maggioranza, alla conferenza stampa sulla riforma del sistema sanitario. Parametri da rivedere. Anche in riferimento ad alcune “classifiche” pubblicate dalla stampa nei giorni scorsi, Mantovani ha chiarito che “il sistema degli adempimenti è stato introdotto per consentire al Ministero della Salute di monitorare la corretta erogazione dei LEA” ma, come già segnalato da Regione Lombardia all’interno della Commissione LEA, “presenta alcune criticità”: alcuni indicatori misurano solo aspetti di aderenza alle norme e non l’effettiva erogazione dei LEA; in alcuni casi le modalità di calcolo degli indicatori non sono corrette; in alcuni casi si confrontano dati la cui qualità è certificata solo in alcune Regioni. Sistema adempimenti Lea. In ogni caso, sui 39 indicatori di cui si compone il sistema, le Regioni Veneto e Lombardia hanno avuto nel 2012 il numero maggiore di giudizi di piena adempienza (tre i possibili giudizi: adempienza, adempienza con raccomandazioni, inadempienza). Il dato 2013 non è ancora disponibile ma è analogo. Uno dei 39 indicatori è la cosiddetta ‘Griglia LEA’: si tratta di uno score che misura variabili legate alla prevenzione, all’assistenza distrettuale e a quella ospedaliera. Lo score minimo per essere adempienti è di 160. Regione Lombardia nel 2012 ha totalizzato 182 e nel 2013 187. “La ‘Griglia LEA’, ha spiegato Mantovani, non è quindi un sistema di valutazione, né tanto meno è una misura di qualità dei sistemi sanitari. Spesa farmaceutica territoriale. Ad esempio, sul tema del governo della spesa farmaceutica territoriale, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha certificato che la Lombardia è tra le Regioni con il miglior governo della spesa farmaceutica territoriale con una quota del 10,4% (tetto: 11,35%), con un risparmio di oltre 200 milioni. “Abbiamo scelto - ha spiegato Mantovani - di mantenere il canale di distribuzione nelle farmacie e adottare la distribuzione dei farmaci per conto solo per i farmaci più costosi, per migliorare il servizio ai pazienti. Questa scelta organizzativa a favore del paziente viene penalizzata nella griglia Lea”. Risonanze magnetiche. Per quanto riguarda le risonanze magnetiche, Regione Lombardia ne esegue circa 8 ogni 100 abitanti (contro le 5 della media nazionale), che sono giudicate troppe secondo gli standard previsti dalla griglia LEA. “Noi però, ha sottolineato il vice presidente, preferiamo proseguire con l’erogazione dei servizi, potenziando l’offerta anche attraverso l’iniziativa ‘Ambulatori aperti’. Bisogna migliorare l’appropriatezza prescrittiva che non deve diventare restrittiva”.

Cantù: tutelare i diritti di fragilità.
“È necessario tutelare non solo i diritti di salute ma anche i diritti di fragilità. Attraverso un sistema di valutazione capace in maniera oggettiva e misurabile di avere contezza di chi fa meglio, si strutturerà un percorso utile a consentire un forte potenziamento dei servizi in ragione della domanda che emerge”. E’ quanto ha detto Maria Cristina Cantù, assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Volontariato e Pari opportunità. “Una sana e vera competizione tra pubblico e privato, ha proseguito l’assessore, consentirà di salvaguardare, sviluppare e valorizzare gli interventi sanitari e socio sanitari, in una logica autenticamente universalistica, superando le rendite di posizione”.

Dal notiziario del 10 marzo 2015
Opg Castiglione, Mantovani: governo invii i 32 milioni.
“Abbiamo presentato la relazione con lo stato dell’arte in Regione Lombardia. I 32 milioni di euro che lo Stato deve trasferirci non sono ancora arrivati, ci attendiamo che la Commissione solleciti quelle che sono le assunzioni di responsabilità da parte del Governo, nel frattempo siamo tutti consapevoli che con il 1° di aprile sarebbe impossibile chiudere una struttura come quella di Castiglione delle Stiviere di 260 posti e per questo siamo pronti a partire con una soluzione provvisoria”. Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani incontrando i giornalisti, questo pomeriggio, in Prefettura a Milano, al termine dell’audizione con la XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, in merito alla dismissione dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Ogni regione si faccia carico dei propri detenuti. “Delle 260 persone che sono oggi a Castiglione, ha spiegato il vice presidente, 100 non sono in carico a Regione Lombardia, in quanto 40 sono di competenza della Regione Piemonte e le altre, quasi esclusivamente donne, provengono da tutta Italia, considerato che la struttura mantovana è l’unica specializzata nella degenza di personale femminile. Ho chiesto per questo alla Presidente della Commissione del Senato di farsi interprete di questi evidenti ritardi affinché ciascuna Regione si faccia carico dei propri detenuti. Noi siamo pronti, ha rimarcato Mantovani, siamo pronti anche per una fase transitoria, dal 1° aprile, con l’attivazione di 8 Rems provvisorie (Residenze sanitarie per l’esecuzione della misura di sicurezza), tutte all’interno di Castiglione delle Stiviere, in attesa che arrivino i fondi e si possano realizzare quelle definitive”. Progetto pilota. “Visto che Regione Lombardia è stata considerata come la realtà italiana che meglio affronta la situazione della dismissione degli Opg, ha proseguito l’assessore alla Salute, abbiamo accolto la proposta di formulare un piano ‘pilota’ che preveda un’analisi epidemiologica di quello che avviene su tutti i dimessi in Regione Lombardia. Infatti, dei 110 dimessi nel 2014 da Castiglione delle Stiviere, solo 10 sono tornati in famiglia, mentre gli altri sono stati collocati in strutture territoriali, altre residente psicoterapeutiche etc. È evidente che ci debba essere un controllo della destinazione dei pazienti, una volta dimessi, e il nostro progetto, che una volta affinato potrà essere esportato a livello nazionale, punterà proprio a far luce su questo aspetto”. Piani individuali. “Come Regione Lombardia, inoltre, ha concluso Mantovani, per quanto riguarda i piani individuali previsti per singolo detenuto, li abbiamo richiesti a tutti i Dsm (Distretti di salute mentale)che li hanno già redatti e inviati, per motivi di privacy, direttamente a Castiglione delle Stiviere. Ora saranno analizzati dai soggetti competenti (Magistrati, psichiatri, psicologi e personale sanitario coinvolto)per strutturare il lavoro da svolgere”.

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