Block Notes n. 19, settembre 2015

Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia

A cura di M. Oliviero, G. Creston, G. Roversi e M. Vespa

 

In questo numero.

Dalle agenzie di stampa regionali:

Via libera alla riforma della sanità. Pd soddisfatto per le migliorie introdotte

 Lombardia. Mantovani: perché devono essere i lombardi a subire i tagli più feroci?

 Maroni: riforma che innova sistema, Regione all’avanguardia

  Riforma sanità. Maroni: concretizziamo i principi del libro bianco

  Lombardia. Riforma salute. Scheda

  Presidente Maroni assume competenze assessorati sanità e welfare

  Maroni:venerdì i primi provvedimenti attuativi della riforma

   Maroni: agenzia controllo misurerà customer satisfaction

   Maroni: sul territorio per spiegare la riforma

   Reddito di autonomia, Maroni: partiamo entro ottobre con la sperimentazione

 

Dalle agenzie di stampa regionali.

      Da “Settegiorni PD”, newsletter del gruppo PD al Consiglio regionale

È uscito il n. 327 del 6 agosto 2015

Via libera alla riforma della sanità. Tradita l’ambizione di dare risposte ai nuovi bisogni. Pd soddisfatto per le migliorie introdotte.

La riforma della governance della sanità lombarda è stata approvata mercoledì sera. Spariranno quindi le ASL e, almeno per ora, tutte le aziende ospedaliere. La programmazione dei servizi verrà fatta dalle Agenzie territoriali per la salute (ATS) mentre gli ospedali grandi e piccoli verranno integrati in Aziende socio sanitarie territoriali (ASST) che terranno insieme le alte specialità come i servizi sociosanitari. È questo il cuore della riforma, improntato al principio dell’integrazione tra i due grandi comparti, il sanitario e il sociosanitario, che sin qui sono stati separati. Di per sé è un fatto positivo, e segue un principio che il Pd propugna da tempo. Ma il sistema pensato da Maroni si discosta in modo significativo dal modello sostenuto dal gruppo regionale democratico in tutti questi mesi: le ATS sembrano una struttura ridondante e meglio sarebbe stato tenere la programmazione in capo a una testa unica; unire tutti gli ospedali e i servizi in una grande azienda non valorizzerà le specificità di ognuno, con il rischio di ingolfare il sistema e di dare un notevole vantaggio competitivo ai privati; i sindaci vengono relegati in un ruolo più marginale rispetto ad ora, perché potranno dialogare con le ATS e molto meno con le ASST, cioè con chi eroga i servizi. È grazie all’insistenza del Pd se almeno esisteranno ancora i distretti e non solo degli organismi ingestibili di 200 o più sindaci com’era nella bozza iniziale. Ed è sempre merito del Pd se sul destino delle aziende ospedaliere più grandi, come il Niguarda di Milano, gli Spedali Civili di Brescia, il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il San Gerardo di Monza e il Macchi di Varese a settembre si potrà riaprire una finestra per il riconoscimento della loro specificità. “Questa riforma è una grande incompiuta - spiega il capogruppo democratico Enrico Brambilla -, che non asseconda la grande ambizione, da cui era partita, di affrontare i mutamenti nella società. È una legge dimezzata perché affronta solo la governance, timida perché non porta a termine l’integrazione tra servizi sanitari e sociosanitari mantenendo la duplicazione tra ATS e ASST che impallerà il sistema, e, infine, senza copertura finanziaria, soprattutto sulle parti più innovative. Riconosciamo passi avanti, a cui abbiamo contribuito nell’ottica della riduzione del danno, come la riforma dei ticket, che saranno finalmente più equi, l’agenzia di controllo che sarà indipendente e più efficace, le nomine che saranno sottratte alla lottizzazione, e l’eliminazione della legge Daccò. Rimane il grosso problema dell’aggregazione degli ospedali, soprattutto per quel che riguarda la città metropolitana, che già a settembre dovrà affrontare gli esami di riparazione”. Il grande lavoro delle opposizioni, fatto di una trattativa infinita, di tavoli convocati per dodici ore di fila, ha permesso di apportare sostanziali migliorie. Occorre ricordarlo: questa legge è di fatto sfuggita al controllo della commissione, dove non è stato possibile discutere il testo per i continui strappi della maggioranza. Per questo il Pd ha dato avvio, seguito da Patto Civico e Movimento 5 Stelle, a un duro ostruzionismo che ha piegato Maroni convincendolo a intavolare una trattativa. Ebbene, dei dieci punti che il Pd aveva avanzato già alla vigilia della discussione in Aula, sette sono entrati in legge. Accettati, come ha spiegato Maroni, perché erano giusti e miglioravano la legge. Per onore di cronaca, per informazione dei lettori e anche per dare merito a chi ci ha lavorato così intensamente, li riportiamo qui di seguito.

Ecco i punti che sono stati recepiti: 1) I superticket su visite ed esami saranno modulati per reddito e saranno esenti i cittadini con reddito familiare fino a 30mila euro. 2) I manager sanitari non saranno più scelti liberamente dalla Giunta ma verranno individuati all’interno di una short list (ampia da due a tre volte il numero delle figure da nominare) selezionata da una commissione indipendente secondo criteri di merito. Gli stessi manager saranno poi valutati attraverso indicatori di risultato che riguardano l’efficienza, la qualità dei servizi, la riduzione delle liste d’attesa e gli esiti sulla salute dei cittadini e non più esclusivamente il rispetto dei budget; 3) L’Agenzia di Controllo potrà verificare che l’appropriatezza delle cure effettuate. Sarà nominata dai gruppi di minoranza. 4) I DRG per le prestazioni più complesse saranno graduati secondo standard di qualità delle cure: le strutture saranno premiate o penalizzate in base all’adesione o meno a criteri che misurano le performance, i tempi di attesa e la qualità, premiando le migliori prassi e penalizzando le peggiori; 5) Le funzioni non tariffate (un miliardo di euro l’anno erogato secondo criteri discrezionali) saranno ridotte drasticamente, limitate ai pochi casi in cui la tariffazione è davvero impossibile. La cosiddetta legge Daccò è stata abolita. 6) Sarà incentivata la possibilità di prenotare visite ed esami, pagare il relativo ticket e ottenere i referti on-line, oppure direttamente in farmacia; 7) Sono stati reintrodotti i distretti sociosanitari, attraverso i quali i sindaci e le conferenze dei sindaci parteciperanno alla programmazione dei servizi sociosanitari del loro territorio. Tuttavia questi afferiranno alle ATS e non alle ASST, come avrebbe voluto il Pd. Inoltre, sempre al tavolo tra i relatori e le opposizioni, sono stati inseriti in legge il piano regionale della prevenzione, che la prima formulazione cancellava, e l’osservatorio epidemiologico. Sono invece state respinte le proposte di cancellare le Ats in un’ottica di semplificazione e di istituire i piani sociosanitari territoriali.

 

Ø      Da “Lombardia Notizie”, notiziario della Giunta regionale della Lombardia

Dal notiziario del 30 luglio 2015

Lombardia. Mantovani: perché devono essere i lombardi a subire i tagli più feroci?

“Sanità, dallo Stato ancora “tagli rigorosamente lineari”, come conferma questa mattina Il Sole 24 Ore. La regione più colpita? La Lombardia, con una sforbiciata di ben 385 milioni di euro. Smentito dunque il Governo che negava ancora ieri tale ipotesi: anche questa volta nessuna distinzione tra regioni virtuose e regioni inefficienti e con i conti fuori controllo. Perché la Lombardia, che offre il sistema sanitario migliore in termini di qualità ed attrattività e con i bilanci in pareggio deve essere la più penalizzata? Perché devono essere i Lombardi a dover anche questa volta subire i tagli più feroci? Dobbiamo intraprendere con coraggio la strada del cambiamento. Il referendum per chiedere più libertà e più risorse da Roma è ormai l’unica strada per far vincere l’autonomia del merito”. Così dichiara Mario Mantovani, vicepresidente ed assessore alla Salute di Regione Lombardia.

 

Dal notiziario del 4 agosto 2015

Maroni: riforma che innova sistema, Regione all’avanguardia

“Il tema fondamentale della riforma è che le aziende ospedaliere si trasformano in strutture che si occupano anche del territorio, per cui diventeranno aziende socio-sanitarie territoriali concretizzando il principio base della riforma che è passare dal curare il malato a prendersi cura del malato, questo è il cuore della riforma: le aziende socio sanitarie territoriali sono un’evoluzione delle aziende ospedaliere e avranno più competenze, e dunque anche più risorse, per gestire l’integrazione con il territorio, questo è il vero contenuto della riforma, una vera innovazione del sistema che mette la Lombardia ancora una volta all’avanguardia”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.

 

Dal notiziario del 5 agosto 2015

Riforma sanità. Maroni: concretizziamo i principi del libro bianco.

“Un anno fa abbiamo presentato il ‘Libro bianco’ ed è stato l’inizio di un percorso che ci ha portato oggi ad approvare questa riforma che al ‘Libro bianco’ si ispira e che traduce in termini concreti i suoi principi, ovvero quello della conferma della specialità culturale lombarda della libera scelta, quello del passaggio dalla cura del malato al prendersi cura, quello del privilegiare un modello di organizzazione che separi le funzioni chiave di programmazione, erogazione delle prestazioni e controlli, e quello di mettere mano all’attuale assetto del sistema, sia negli assetti del Governo regionale, e lo facciamo con il super assessorato al Welfare, sia definendo un nuovo modello che adegui il nostro sistema socio sanitario proiettandolo verso il futuro, tenendo conto dell’evoluzione della società. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto con questa riforma.”Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenendo in Consiglio regionale per la dichiarazione di voto finale sulla riforma del sistema socio sanitario. “Con questa riforma - ha aggiunto Maroni - miglioriamo i servizi perché ci sarà una maggiore assistenza per malati cronici, anziani e disabili, introduciamo una rivoluzione trasformando le attuali aziende ospedaliere nelle nuove aziende socio sanitarie del territorio che si occuperanno anche dell’assistenza sul territorio, per cui non c’è nessun declassamento e le nuove aziende socio sanitarie avranno maggiori compiti e responsabilità, inoltre nasce il ‘Polo del Bambino’ con l’integrazione tra Buzzi, Sacco, Macedonio Melloni e Fatebenefratelli, infine aumentiamo i controlli con l’Agenzia di controllo non solo sui costi della spesa, ma anche sulla qualità dei servizi, riduciamo i costi senza chiudere ospedali o le prestazioni, e infine investiamo questi risparmi, che complessivamente sono superiori ai 300 milioni di euro, verranno reinvestiti nel sistema socio sanitario per ridurre i ticket, le liste di attesa e le rette delle Rsa”.

 

Dal notiziario del 6 agosto 2015

Lombardia. Riforma salute. Scheda.

È divisa in due parti (Sanità e Sociale) la Riforma sanitaria approvata ieri dal Consiglio regionale e illustrata oggi, in conferenza stampa, dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, insieme ai consiglieri Fabio Rizzi e Angelo Capelli, relatori del provvedimento. I punti salienti della nuova Legge, che entrerà in vigore non appena pubblicata sul Burl. Fase 1, la sanità. Sono confermati i principi del ‘Libro Bianco’ (libera scelta e presa in carico del paziente) e sono individuati 6 punti che la ‘sorreggono’: 1) Miglioramento dei servizi per il cittadino. Sarà migliorata l’integrazione tra Sanità e Sociale (Assessorato unico al Welfare e Aziende socio-sanitarie territoriali). Contemporaneamente, sarà migliorata anche l’assistenza per malati cronici, anziani e disabili. 2) La rivoluzione degli ospedali. Le vecchie AO si trasformano nelle nuove ASST, che faranno anche assistenza sul territorio. Non ci sarà nessuna chiusura e nessun declassamento di ospedali. 3) Nasce il polo del bambino. Saranno integrati Buzzi, Sacco, Macedonio Melloni e Fatebenefratelli. 4) Aumentano i controlli. Viene creata l’Agenzia di Controllo della qualità e della spesa, composta da esperti indipendenti. Vengono separate programmazione e gestione. 5) Riduzione dei costi. La legge prevede il dimezzamento delle ASL (da 15 a 8) e l’ARCA (Agenzia regionale centrale acquisti) come centrale unica acquisti per gli appalti. 6) Riduzione ticket, liste di attesa e rette di rsa. Grazie ai risparmi che deriveranno dalla nuova norma. Le risorse disponibili saranno pari a oltre 300 milioni di euro. Fase 2, il sociale. A ottobre parte il ‘Reddito di autonomia’, i cui obiettivi sono: 1) l’inclusione sociale;2) la lotta alla povertà. Sono già stati stanziati 250 milioni di euro.

 

Dal notiziario del 31 agosto 2015

Presidente Maroni assume competenze assessorati sanità e welfare.

Questo pomeriggio il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha incontrato Mario Mantovani, assessore regionale alla Sanità, e Maria Cristina Cantù, assessore regionale al Welfare, per annunciare loro che da domani assumerà personalmente le responsabilità e le competenze dei rispettivi assessorati. Nel corso dell’incontro il presidente Maroni ha voluto ringraziare gli assessori per l’ottimo lavoro svolto in questi prima metà della legislatura, lavoro che ha contribuito a fare del sistema socio-sanitario lombardo un’eccellenza assoluta in Europa, peraltro senza mai sforare il bilancio. Da domani partirà la fase di attuazione della riforma socio-sanitaria, i cui primi provvedimenti verranno portati dallo stesso presidente Maroni all’esame della giunta regionale in programma venerdì.

 

Dal notiziario del 1° settembre 2015

Maroni:venerdì i primi provvedimenti attuativi della riforma. Il presidente: manterrò le deleghe fino a quando occorre.

“Subito dopo l’approvazione della riforma del sistema socio sanitario avevo annunciato che entro fine agosto ci sarebbe stato il nuovo assessore e l’impegno è stato mantenuto. Faccio io lo start up della riforma, perché la fase iniziale è sempre la più difficile. Venerdì mattina porterò in Giunta i primi provvedimenti attuativi della riforma e al pomeriggio comincerò a girare tra le strutture ospedaliere lombarde per illustrare la riforma. Partirò da Bergamo dove farò un incontro all’ospedale con tutti gli operatori e a seguire un altro incontro con il sindaco di Bergamo e il presidente della Provincia e tutti i sindaci della provincia. Tutto secondo il cronoprogramma stabilito”. Lo ha spiegato il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni. “Manterrò le deleghe, ha proseguito Maroni, fino a che serve; la prima scadenza è a fine ottobre per rivedere eventualmente l’allegato A della legge, poi c’è la scadenza di dicembre con la nomina dei nuovi direttori generali, poi da gennaio la riforma parte a regime”.

 

Dal notiziario del 4 settembre 2015

Maroni: agenzia controllo misurerà customer satisfaction.

L’Agenzia di controllo avrà questi compiti: Predispone il piano dei controlli; Coordinamento dei controlli a livello territoriale; Coordinamento funzionale delle strutture di controllo delle ATS; Verifica della corretta applicazione dei criteri per le maggiorazioni tariffarie e per le funzioni non tariffate; Analizza i dati dell’attività di controllo e fornisce elementi per l’aggiornamento dei sistemi di valutazione delle performance; Valuta la correttezza delle procedura di gara aggregate. Customer satisfaction. Il penultimo punto è la cosiddetta customer satisfaction: è un novità importante perché vogliamo che cittadini lombardi che si rivolgono al sistema socio sanitario abbiano tutte le informazioni. Tra queste anche quelle sulle performance e sul giudizio che i cittadini danno. È un tema delicato perché dobbiamo evitare manipolazioni e strumentalizzazioni. Sarà compito dell’agenzia quello di dotarsi di un sistema su base scientifica, scegliendo quello più adeguato”. Nomina collegi. Per quanto riguarda i collegi delle AST e delle ASST, nominati oggi, si tratta di organismi formati dagli attuali direttori delle Aziende ospedaliere e delle strutture socio sanitarie, che dovranno entro due mesi da oggi: Effettuare la ricognizione del personale e di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi; Redigere gli inventari dei beni patrimoniali mobili e immobili; Predisporre ogni altra documentazione utile alla costituzione delle ATS e ASST. “Due delibere importanti, ha aggiunto Maroni, che vanno nella direzione della attuazione immediata della più importante riforma della legislatura”.

 

Dal notiziario del 5 settembre 2015

Maroni: sul territorio per spiegare la riforma.

“Io terrò l’interim di Sanità e Welfare fino a che sarà necessario, penso fino alla fine di ottobre, perché questa è la prima fase: la verifica delle circoscrizioni territoriali che abbiamo fatto, la nascita della nuova agenzia di controllo entro fine ottobre e la due diligence su tutti i distretti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, parlando della riforma sanitaria. “E a fine ottobre, ha precisato, sarò in grado di rendere una cosa sola le strutture dei due assessorati, in modo tale che il nuovo assessore abbia già la realtà pronta. Da qui ad allora farò quello che ho cominciato a fare ieri, girare il territorio per ascoltarlo e vedere se ci sono proposte alternative, se ci sono modifiche o miglioramenti da inviare alla mail nuovowelfare@regione.lombardia.it”. Riforma valorizza ruolo ospedali. “Arrabbiati a Tradate, ha replicato il presidente a un giornalista ? Vedremo. Sono stato a Bergamo perché sembrava che fossero pronti alla rivoluzione, ma come, l’ospedale di Bergamo che è un’eccellenza non può mettersi ora a distribuire i pannolini, è un degrado insopportabile. Sono andato io e ho incontrato tutti, nessuno ha detto beh, e non perché io abbia minacciato alcuno, ho spiegato cosa è in realtà questa riforma, che è una grande valorizzazione delle strutture ospedaliere, quindi parlerò anche con Tradate”.

 

Dal notiziario del 7 settembre 2015

Reddito di autonomia, Maroni: partiamo entro ottobre con la sperimentazione.

“Abbiamo reperito molte risorse, ben 250 milioni di euro dal Bilancio della Regione, e non è stato facile, per aiutare i cittadini lombardi in difficoltà. L’abbiamo chiamato ‘Reddito di autonomia’, perché vogliamo che questi cittadini, che sono stato di bisogno, possano rendersi autonomi e tornare in condizioni degne di chi vive, abita e lavora in Lombardia. E’ un pacchetto di misure che stiamo definendo in queste settimane, per l’inclusione sociale, la lotta alla povertà e il reinserimento nel mondo del lavoro per chi ovviamente è ancora in età da lavoro. Saranno aiuti mirati in base alle situazione della persona in difficoltà, integrando politiche attive per il lavoro a politiche per il sociale. Voglio partire subito, entro ottobre, con una sperimentazione: mettiamo 50 milioni per il 2015 e poi altri 200 milioni per il 2016”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.

 

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