|
|
da www.rassegna.it Lombardia, dai dati di aprile segnali ancora negativiLa cassa integrazione cresce complessivamente del 19%, aumentano i licenziamenti (14%), e le indennità di disoccupazione (2%). “Il 2013 sarà prevedibilmente l’anno più duro della crisi economica internazionale, mentre si consolida la crisi industriale dell’Italia e della Lombardia”. Così la Cgil Lombardia all’inizio di una lunga, dettagliata nota di commento agli ultimi dati riguardanti la crisi nella regione. "Le prospettive di crescita del Pil del nostro paese per il 2013 sono molto più basse della media europea – prosegue il comunicato –. Da troppi anni il paese e la Lombardia non crescono. Dal 2007 l’Italia e la nostra regione hanno bruciato rispettivamente 10 e 11 punti di Pil. Il nodo della Lombardia resta quello di creare lavoro e di riprogettare una struttura produttiva innovata e di qualità, senza la quale sarà tecnicamente impossibile creare le condizioni per la crescita e lo sviluppo del paese, insieme all’occupazione". Quest'allarme, avverte la Cgil, è rimasto "irresponsabilmente inascoltato". Nei cinque anni della crisi "abbiamo perso il 25% del tessuto produttivo, abbiamo il crollo del manifatturiero di oltre il 20%, registriamo l’aumento della disoccupazione e la riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali". La nota, nel segnalare poi l’aumento della cassa integrazione ordinaria e straordinaria, ricorda come la riduzione della cassa in deroga non sia un sintomo di una ripresa e indichi invece il cambiamento della situazione in conseguenza delle tante chiusure di attività e di aziende e della riduzione del tessuto produttivo, in particolare nel comparto artigiano, del commercio e delle Pmi. Questo mentre crescono sia i licenziamenti con la legge 223/91 sia il ricorso all’indennità di disoccupazione ordinaria e all’Aspi. Ma vediamo più in dettaglio. Cassa integrazione Complessivamente, nel mese di aprile 2013, si registra in Lombardia una crescita delle ore autorizzate di Cig del 18,50% (90.259.878 ore), una crescita della cassa ordinaria del 31,98% (40.453.927 ore), della cassa straordinaria del 68,82% (42.196.049 ore), mentre, per le ragioni sottolineate sopra, si riduce la cassa in deroga del 62,91% (7.609.902 ore). Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa, ma i più colpiti sono quelli dell’energia (91,45%), degli impianti di installazione per l’edilizia (81,75%), dell’industria edile (67,59%), della meccanica (36,85%). Le province in cui la situazione presenta le maggiori criticità, cioè quelle che si collocano al di sopra della linea regionale del 18,
50%, sono: Bergamo (62,03%), Varese (43,08%), Pavia (40,52%), Lecco (35,98%). Se invece consideriamo il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato, cioè il numero “aggiuntivo” di persone senza lavoro, troviamo: Lecco al 9,31%, Varese al 9,14%, Brescia al 6,79%, Bergamo al 6,58%, Como al 6,11%, Pavia a 4,14%, Milano al 2,55%, Cremona al 2,53%, Mantova al 2,47%, Lodi all'1,81%, Sondrio all'1,64%. La media regionale si colloca a 4,62%.LicenziamentiI licenziamenti regolati con l’indennità di mobilità (legge 223/91), tra il gennaio-aprile 2013 e il gennaio-aprile 2012 aumentano del 14,22%, con 9.870 licenziamenti in totale; i licenziamenti di aprile sono 1.996. La nuova tabella indennità di disoccupazione più Aspi indica che tra il gennaio e l’aprile 2013 sono pervenute 63.104 domande, con un aumento ipotizzabile dell’1,6%. Le domande di indennità di disoccupazione pervenute risultano essere 24.512, quelle relative all’Aspi 38.592.“Ricordiamo che, con l’introduzione dell’Aspi, in questa fase transitoria alcuni dati non sono facilmente paragonabili – aggiunge la Cgil Lombardia –; siamo in presenza di una nuova situazione dovuta all’abolizione della lista provinciale per la mobilità derivante dalla legge 236/93 e al fatto che alla sottocommissione regionale non pervengono più le richieste e le informazioni su questi licenziamenti”.La tendenza generale è in ogni caso quella di un aumento della disoccupazione in ragione della perdita dei posti di lavoro. Un fenomeno del tutto coerente con la crescita della disoccupazione e il crollo del sistema produttivo. Il tasso di disoccupazione è ormai vicino al 9%; un dato che supera addirittura il 15% se si aggiungono tutti coloro che sono in cassa e hanno smesso di cercare un lavoro.Che fare, in una realtà così negativa? “Ribadiamo che dinanzi alla crisi di sistema occorre intervenire per sostenere i settori industriali, commerciali e i consumi, difendere lo stato sociale e affrontare efficacemente le questioni strutturali del paese reale, a partire dalle mancate politiche industriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alle infiltrazioni mafiose, devono essere affrontate e risolte per dare al paese e alla Lombardia una prospettiva di salvezza”.“La Cgil, nella convinzione che senza il lavoro non c’è futuro per il paese – ricorda in conclusione la nota –, ha presentato un Piano del lavoro da porre al centro dell’attenzione e delle scelte del governo e del parlamento. È sempre più urgente ridare centralità al valore del lavoro e alla sofferenza sociale, che non può più aspettare l’indicazione di soluzioni in netta discontinuità con le politiche depressive e neoliberiste dei governi precedenti”.
|
|