Carroponte Domani il festival «Prosa et labora»

Il futuro del teatro è lungo un giorno

Cinque spettacoli per fare il punto sulla scena italiana e la carenza di tutele L'organizzatrice «Dal 2001 il Fondo unico per lo spettacolo si è ridotto del 25 per cento»


«I l teatro non è morto, ogni anno in Italia si producono più di 190 mila spettacoli e un italiano su 5 va a teatro regolarmente. «Vogliamo parlare di prodotto interno lordo? Tre milioni e mezzo di euro. Chi sta per lasciarci le penne, dunque, non è il settore, ma chi ci lavora, siamo senza tutele!». Marta Galli, attrice e operatrice culturale, domani chiama a raccolta al Carroponte (Sesto san Giovanni, via Granelli 1) artisti, organizzatori e rappresentanti sindacali con «Prosa et labora», un festival lungo un giorno per fare il punto della situazione tra dibattiti e pièce teatrali. In scena cinque spettacoli scelti tra 82 proposte giunte da tutta Italia. Il primo titolo è «Servizio di pulizia o corpo sociale», protagonisti due attori che per sbarcare il lunario fanno le pulizie. Una provocazione che conferma la realtà: «Dopo cinque anni non è cambiato nulla, continuiamo a pulire gli uffici!», affermano i protagonisti, Valentina Diana e Lorenzo Fontana, (Torre di vetro, ore 14.30, 5, da prenotare al numero di telefono 333.29.62.935).Senza palco, senza soldi, senza pubblico, «Senza niente» è invece l'ironico e amaro monologo di Alessandro Pezzali (in giardino ore 16, 5), subito dopo un piccolo capolavoro, «Brugole» di Proxima Res di Milano. Protagonista, la libreria Billy e una giovane coppia che, mentre monta e smonta i vari pezzi del mobile, vede la propria vita girare a vuoto. Dal Teatro I, Federica Fracassi affonda la lama con «Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese» (Spazio Mil, ore 19.30, 7). «L'abbiamo scritto dieci anni fa, intervistando i primi precari. Oggi è il nostro spettacolo più richiesto», dice.Il cartellone chiude con Ascanio Celestini in scena con «Fabbrica», la vita di un capoforno alla fine della seconda guerra mondiale, l'epica del lavoro, e la sua trasformazione fino ad oggi (Carroponte, ore 21.30, 12). Tra performance non stop in giardino e nella torre, c'è anche lo «Sportello del teatrante in crisi», elementi di gestione culturale. «Stiamo ancora aspettando che il sindaco mantenga la promessa dello Sportello Unico per lo Spettacolo ? sottolinea Marta Galli ? un luogo che semplifichi la complicatissima burocrazia». Infine una richiesta al Ministero: «Dal 2001 ad oggi il Fondo unico per lo spettacolo si è ridotto del 25 per cento, da 530 milioni di euro a 390 milioni. Siamo senza sussidio di disoccupazione, senza pensione, senza tutele, ormai anche senza lavoro. È necessaria una legge sul settore, siamo l'unico paese in Europa a non averla. In Francia il 60 per cento degli investimenti di imprese private in cultura è detraibile dalle tasse».
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