Rassegna Sindacale n.5/2013

Il Piano del Lavoro

LOMBARDIA PARLA BASEOTTO, SEGRETARIO GENERALE CGIL

La discontinuità necessaria

"E' un work in progress, il Piano regionale. Molte le idee, Si può dire fin d'ora, però, che la green economy sarà un elemento decisivo"

Che sarebbe stato un anno peggiore del precedente, la Cgil lo hasempre sostenuto. In Lombardia la crisi economica, aggravata dalla logica dell’austerità, ha spazzato via pezzi importanti di un sistema produttivo un tempo florido e attrattivo. Nei prossimi mesi si calcola un aumento della disoccupazione dal 7 all’8 percento. Ma non è tempo di arrendersi. La Cgil pensa per questo anche qui –come a livello nazionale – a un Piano del lavoro (tuttora un work in progress) che getti nella regione lebasi di una ripresa fondata su un diverso modello di sviluppo e sulla buona occupazione.

Abbiamo chiesto a Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia, di spiegarci quali sono i temi di cui la confederazione sta discutendo. “Sono diversi. Ma la green economy è sicuramente tra quelli decisivi – risponde –. Una scelta che significa la costruzione di un modello fondato sulla ecosostenibilità, e la cui attuazione passa attraverso politiche riguardanti l’energia, le grandi opere, l’agricoltura, la casa, la regolazione della viabilità, gli investimenti in favore del trasporto pubblico su gomma. Coinvolgendo settori produttivi quali le energie rinnovabili, l’informatica, l’high tech”. “Se un sindaco decide, con il supporto della Regione, che bisogna conseguire l’obiettivo della classe A nella costruzione e ristrutturazione degli edifici – prosegue –, è evidente che ciò determinerà un nuovo orientamento della produzione. E ancora, guardiamo al ciclo dei rifiuti. Adottare tecnologie improntate sulla green economy consentirebbe di risparmiare e produrre energia pulita. La stragrande maggioranza dei Comuni lombardi ha siglato convenzioni, spesso pluridecennali, con aziende e consorzi che adottano metodi di smaltimento ormai obsoleti. Ebbene, occorre cominciare a invertire la tendenza, essere prescrittivi. È il contesto che deve cambiare. Abbiamo bisogno di una Regione che valorizzi i Comuni, ma che al tempo stesso eserciti un forte potere d’indirizzo.

 Rassegna Per realizzare la green economy occorre, dunque, un diverso governo del territorio?

Baseotto Se vuole uscire dalla crisi, la Lombardia deve adottare un nuovo paradigma, ragionare in chiave nazionale ed europea, non in termini padani. A chi sostiene il contrario, ricordo che l’Italia è un mercato fondamentale per le fortune della nostra regione. Il futuro della Lombardia si costruisce attraverso la ripresa di tutto il paese. Non possiamo pensare di competere da soli, a livello internazionale. È dal 1997 che la Lombardia cresce più lentamente rispetto al resto d’Europa. Oggi lo stacco è molto evidente. Bisogna rinsaldare i rapporti, creare collegamenti, individuare le connessioni. Faccio alcuni esempi. La Lombardia è sede di buone università che lavorano molto poco assieme. In tal modo, la loro qualità risulta dispersa. Questo significa perdere importanti opportunità. E ancora, nel settore della sanità la gestione Formigoni ha comportato un forte squilibrio in favore dei privati, cui sono state affidate le attività più remunerative. Il rischio è che a prevalere siano solo gli interessi particolari, a discapito di quelli complessivi della società. La mano pubblica deve intervenire dando una chiara indicazione di governo del territorio. La Lombardia non ha una sola anima, non può essere ricondotta a un unico settore produttivo. È un territorio che deve imparare ad avere una visione d’insieme delle sue molteplici peculiarità. Adottare la green economy come finalità significamettere in pratica tante azioni che concorrono alla crescita e al cambiamento.

Rassegna Il 23 gennaio scorso, inoccasione dell’attivo regionale della Cgil Lombardia tenutosi a Bergamo,sono stati esposti una serie di ambitisu cui intervenire e di strumenti da privilegiare, per ridare respiro all’economia. Come si è arrivati alla loro definizione?

Baseotto Attraverso le indicazion ipervenuteci dalle diverse categorie.Ognuna di esse ha individuato, entro il proprio settore, una serie di priorità. Sono emersi accenti diversi. Gli edili, ad esempio, hanno focalizzato molto l’attenzione sulla definizione di strumenti utili acontrastare la logica del massimori basso negli appalti, alla realizzazione di albi delle aziende virtuose. Abbiamo quindi tentato di costruire un ragionamento omogeneo, che comprendesse le diverse istanze. Un processo faticoso, che ha visto tutti noi impegnati per mesi, nel tentativo di giungere a una sintesi su cui impostare il lavoro futuro. Ciò che rimarrà di questa esperienza è un’organizzazioneche si abitua a ragionare su proposte specifiche. Non ci limitiamo ad un’analisi di ciò che non va. Fare delle scelte significa privilegiare un aspetto anziché un altro. Se si punta sulla green economy, si investirà meno in altri ambiti. Ma in questa situazione di totale sfacelo abbiamo la responsabilità di indicare da dove sipuò ripartire. Da questo punto di vista, la riflessione sulle energie rinnovabili affrontata dalla Filctem Cgil Lombardia nel suo Piano del lavoro ha una valenza che va oltre la singola categoria, abbracciando una serie di aspetti e argomenti cui guardare in prospettiva.

Rassegna Le persone che vivono in Lombardia rappresentano la principale risorsa della regione. Quali sono i loro tratti distintivi?

Baseotto La maggioranza dei cittadini lombardi è composta da persone di grande buon senso, e di buon senso pratico. Questo, per me, è una ragione di fiducia. Siamo un po’ grigi, ma molto concreti e radicati nel lavoro. La voglia di fare è senz’altro un fattore di speranza. In Lombardia la gente comincia a sentire nella propria carne cosa vuol dire perdere il lavoro, nutrire incertezza per il futuro, avere un figlio precario. Mi auguro che tutto ciò induca i cittadini a un taglio netto con il passato. Ciò che invece mi preoccupa è la tendenza, piuttosto diffusa, a un moderatismo di stampo conservatore.  Per una parte dei lombardi le politiche di Formigoni sono state utili. La cultura e la mentalità, come sappiamo, possono cambiare molto dalle grandi alle piccole città. E poi, gli orientamenti espressi dalle persone dipendono molto dalla capacità delle forze politiche di radicarsi nel territorio. Ma, al di là di tutto, percepisco nei miei conterranei il desiderio di una vita migliore. I cittadini lombardi aspirano a qualcosa di diverso dal passato, hanno scoperto l’esistenza di una buona politica. Ciò ha contrastato la spinta, che sembrava inarrestabile, dell’antipolitica. Si tratta di uno stimolo che non si esaurirà con le prossime scadenze elettorali. È una voglia di guardare lontano, al futuro, a Milano come a una città dove è bello vivere. Se febbraio porterà dei cambiamenti nel governo della Regione, e se questa opportunità sarà ben utilizzata, prevedo la possibilità di consolidare l’ambizione di avviare davvero una stagione diversa. •

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