CGIL-LOMBARDIA: LAVORO, CAMUSSO E AMBROSOLI A BERGAMO IL 23 GENNAIO

Conferenza stampa della Cgil Lombardia oggi a Milano per presentare gli ultimi dati su Cassa integrazione, licenziamenti, mobilità, cassa in deroga e disoccupazione relativi a tutto il 2012, e per anticipare i contenuti dell’attivo regionale delle delegate e dei delegati, delle pensionate e dei pensionati della Cgil Lombardia che si terrà mercoledì 23 gennaio dalle 9,30 alle 14 al Creberg Teatro, in Via Pizzo della Presolana, a Bergamo. L'attivo sarà aperto da una relazione di Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia, e concluso da Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil; oltre agli interventi di delegate e delegati dei luoghi di lavoro, è previsto quello del Candidato Presidente della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli. Nino Baseotto, segretario lombardo della Cgil, presentando l’importante appuntamento ha sottolineato le ragioni di "un’interlocuzione che ha alla base l'obiettivo della CGIL di mettere al centro del confronto politico i temi del lavoro e della crescita, attraverso un dialogo, rispettoso dei rispettivi punti di vista, soprattutto con chi si candida marcando discontinuità dalle politiche e dai comportamenti in voga nei lunghi anni delle Giunte Formigoni. Sul terreno delle politiche per la crescita, ha aggiunto Baseotto, la Giunta uscente presenta un bilancio fallimentare, al di là dei facili proclami. Responsabilità del Presidente ed anche dei suoi alleati leghisti, che tra le altre cose potevano contare sull'Assessorato allo sviluppo economico. Chi ha "la Lombardia in testa" dovrebbe spiegare il niente di fatto dei propri uomini, altrimenti delle due l'una: o si ha la testa fra le nuvole o quella testa non è adatta a governare la Regione. Annunciare ad esempio che il 75% delle tasse pagate resteranno in Lombardia rappresenta non solo un’idea discriminatoria che presuppone una logica di contrapposizione e di guerre intestine tra territori che può spaccare e devastare la coesione sociale, ma una lucida bugia. Maroni, che è stato parte importante del governo che più di ogni altro ha tagliato risorse agli Enti locali, sa infatti che si tratta di una proposta irrealistica, sostenendo la quale si rischia solo di stimolare egoismi e di alimentare attese effimere che andando per fortuna deluse accrescerebbero l’antipolitica e la sfiducia dei cittadini.

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