Lombardia, la crisi non allenta la presa 
 L'analisi del sindacato. A giugno la cassa integrazione cresce del 4%. La cassa ordinaria del 19%, quella straordinaria del 40%. Diminuisce, solo formalmente, la cig in deroga del 59%. I licenziamenti salgono del 21%

di rassegna.it 

Il 2013 "vede il consolidarsi della crisi industriale, e di quella dell’Italia e della Lombardia, che da troppo tempo non crescono". Lo scrive oggi (16 luglio) il dipartimento Politiche contrattuali della Cgil Lombardia.

"Le analisi e gli studi dei vari istituti confermano le nostre denunce e le nostre forti preoccupazioni", spiega il sindacato lombardo, "siamo un paese e una regione in piena depressione, con una situazione economica e industriale gravissima. In cinque anni abbiamo avuto il crollo degli investimenti del 17%, con un tasso di variazione della produzione industriale cumulata italiana pari a -21%. Siamo a un punto di non ritorno, se non si ferma la de-industrializzazione in atto e non si interviene subito mettendo in campo politiche economiche e sociali, risorse pubbliche e private alternative alle attuali e di sostegno al mercato interno e al tessuto produttivo, il paese rischia il tracollo e rimane incapace di prospettare il suo futuro e quello delle giovani generazioni".

Il nodo della Lombardia, a loro avviso, "resta quello di creare lavoro e di ri-progettare una struttura produttiva innovata e di qualità, senza la quale sarà tecnicamente impossibile creare le condizioni per la crescita e lo sviluppo del Paese, insieme all’occupazione".

"E’ un allarme che abbiamo lanciato da tempo - prosegue l'organizzazione -, rimasto irresponsabilmente inascoltato: in questi cinque anni di crisi, lo ribadiamo, si è perso il 25% del tessuto produttivo, si è avuto il crollo del manifatturiero di oltre il 20%, e si sono registrati l’aumento della disoccupazione e la riduzione del tasso di attività, oltre al crollo dei consumi e delle attività commerciali".

I DATI

II dato preoccupante è che aumenta ancora il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mentre la quantità di riduzione della cassa in deroga è dovuta in parte alla contenuta autorizzazione delle domande pervenute a causa dei precedenti ritardi delle coperture economiche da parte del Governo, e in parte al cambiamento della situazione in conseguenza delle tante chiusure di attività e di aziende e della riduzione del tessuto produttivo, in particolare del comparto artigiano, del commercio e delle PMI, non certo ad una ipotetica ripresa.

"Comunque - fa notare il sindacato - ricordiamo che i dati degli ammortizzatori sociali, tesi a garantire formalmente i posti di lavoro e a favorire la non chiusura dell’attività produttiva,
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