Libero - 17 maggio 2013

Baseotto (Cgil) Apprendistato e solidarietà

La ripresa passa in ateneo

Progetti tra università e imprese. La politica deve controllare e dare la rotta

TOBIA DE STEFANO ••• «In questi anni difficili in Lombardia sono stati definiti accordi importanti a difesa dell'occupazione e delle imprese: dall'estensione degli ammortizzatori in deroga fino alle politiche attive del lavoro. Ma non possiamo continuare solo a tamponare le ferite è arrivata l'ora di provare a guarire la malattia». Nino Baseotto, il segretario generale della Cgil Lombardia, lancia un appello alla politica e alle altri parti sociali a cambiare marcia. «Gli ultimi cinque anni», spiega il leader sindacale, «dimostrano che con la logica dei tagli il problema non si risolve ma si aggrava. Allora viriamo sull'idea che, se si investe bene ed in modo mirato, quello che oggi potrebbe apparire a debito, domani diventa un valore aggiunto». Segretario, in concreto lei cosa propone «Occorre definire le priorità in accordo con tutte le parti sociali. Provo a citare alcuni titoli: green economy, banda larga, hi tech, settore aerospaziale e agro alimentare. Serve poi un'azione che porti le università lombarde a fare di più rete tra loro ed a creare legami forti con le realtà della ricerca. Ma sono indispensabili anche più controlli e maggiore selezione su qualità ed efficacia del lavoro dei vari enti di formazione e sul rapporto tra formazione erogata Tutto condivisibile, ma sono azioni di lunga gittata e qui servono risposte «Mi auguro che si giunga al più presto ad un allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno: questo consentirebbe ai nostri Comuni virtuosi di sbloccare le risorse disponibili e di utilizzarle in quelle opere già cantierate che possono stimolare la Servirebbero anche azioni mirate a favore delle nuove generazioni... la disoccupazione giovanile galoppa ormai pericolosamente vicino alla soglia del 40%. «Guardi, noi abbiamo due priorità: difendere il lavoro che c'è e che oggi è a rischio e dare risposte alla disoccupazione giovanile. In questo contesto, ci sono due strumenti da privilegiare ed estendere: i contratti di solidarietà come risposta utile a salvaguardare i posti di lavoro ed il contratto di apprendistato per dare un lavoro stabile e dignitoso ai nostri giovani». Si fa tanto parlare del patto generazionale (il lavoratore anziano va in part time, il giovane viene assunto e lo Stato si fa carico dei contributi aggiuntivi in favore dell'anziano, ndr). Cosa ne pensa? È uno strumento da potenziare? Soprattutto per tutelare la platea più ampia possibile? «Il cosiddetto patto generazionale non va demonizzato, ma nemmeno gli vanno attribuite doti taumaturgiche. Il problema del nostro Paese, della sua competitivita e la stessa possibilità di riagganciare la crescita, passano attraverso un aumento del lavoro e degli occupati. Il patto generazionale, se fuori da questo contesto, porta solo alla sostituzione di lavoratrici e lavoratori anziani con altri giovani». Che ruolo hanno oggi le agenzie per il lavoro e come pensa debbano essere coinvolte in futuro «Le agenzie del lavoro sono una realtà del nostro mercato: alcune operano meglio, altre meno. La loro funzione in futuro sarà maggiormente efficace e riconosciuta se collocata in un contesto di governo ed indirizzo pubblico delle politiche del lavoro e dell'occupazione». Lei è d'accordo nel finalizzare tutte le risorse di politica attiva ai risultati di placement realmente ottenuti? Si potrebbe sviluppare un sistema pubblico di rating di questi risultati «Anche in questo campo, un sistema di valutazione permanente e trasparente dei risultati e dell'efficacia delle azioni messe in campo è auspicabile, a patto che riguardi non solo il pubblico ma anche il privato convenzionato o finanziato dal pubblico».

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies