Radio Lombardia, 08-06-2013 

Allarme cassa integrazione

Mancano le risorse per coprire gli ammortizzatori sociali in deroga in Lombardia nel primo semestre dell'anno, con 60.000 lavoratori che rischiano di rimanere senza Cig. 

E' la denuncia della Cgil regionale che, per bocca di Fulvia Colombini spiega che "dal 1 gennaio al 31 maggio sono pervenute 12.504 domande di cassa in deroga per 67.633 lavoratrici e lavoratori, per un totale di risorse da impegnare corrispondente a circa 266 milioni di euro". Secondo la sindacalista, "a marzo sono state autorizzate 2.102 domande, la prima tranche del Governo Monti, per 10.486 lavoratori, per un totale di 56 milioni di euro circa, pari a più o meno il 17% del fabbisogno". Ora invece "giacciono in attesa di autorizzazione regionale 10.402 domande, che interessano 57.231 lavoratori e prevedono una spesa pari a circa 210 milioni di euro". Di queste domande, 7.740, per 40.416 lavoratori, sono "pronte da decretare", mentre "quelle in istruttoria" sono 2.662 e riguardano 16.815 lavoratori. Secondo Fulvia Colombini "a giugno avremo a disposizione 42 milioni di euro, la seconda tranche Governo Monti, con i quali sarà possibile decretare 1.500 domande per 7.000 lavoratori stimati". Dunque, "risultano completamente scoperte le domande fino al 31 maggio", che sono circa 9.000 per 50.000 lavoratori e per 160 milioni di euro. "Per queste - spiega la sindacalista - non sappiamo quando e se sarà possibile far partire la decretazione". Ci sono poi da aggiungere le altre domande che "presumibilmente arriveranno ancora entro il 30 giugno, che possiamo stimare in un numero di 1.000 per 10.000 lavoratori" e quindi il calcolo della Cgil è che "per il primo semestre potrebbero rimanere scoperti oltre 60.000 lavoratori". Quanto alle risorse decretate dal governo Letta, "non si sa ancora nulla tranne che sono insufficienti, sia in termini quantitativi, sia per i nuovi meccanismi di decretazione e rendicontazione introdotti dal ministero del lavoro nei confronti delle Regione e di Inps". "E' chiaro - conclude Colombini - che la situazione non può essere risolta solo al tavolo lombardo, anche se la Regione dovrebbe farsi valere di più al tavolo nazionale, e mettere a disposizione quei meccanismi di anticipazione sociale generalizzata che ci hanno promesso dal mese di marzo e che fino ad oggi sono rimasti inattuati". Il problema è che "alla Lombardia vengono riconosciute solo il 17% delle risorse nazionali, mentre il sistema produttivo lombardo vale un quarto del sistema produttivo nazionale".

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