La Repubblica Milano, 9 agosto 2013

Sarà obbligatorio pagare il tirocinio

DA SETTEMBRE tutti i giovani che affronteranno un periodo di tirocinio in un' azienda lombarda dovranno essere pagati almeno 400 euro al mese; 300 euro se gli verranno corrisposti contemporaneamente anche i buoni pasto. L' accordo tra sindacati, associazioni imprenditoriali e Regione - raggiunto a fine luglio dopo lunghe trattative - è cosa fatta e il prossimo 6 settembre la giunta dovrebbe ratificarlo. Poi la parola passerà in Consiglio, con l' obiettivo di chiudere la partita per fine settembre. Per le imprese insomma non sarà più possibile effettuare tirocini gratuiti, come finora è (quasi) sempre avvenuto. Un fenomeno di rilievo, visto che in media ogni anno in Lombardia se ne attivano 35mila. «Spesso - dice Fulvia Colombini, della segreteria regionale della Cgil - le aziende preferivano utilizzare impropriamente il tirocinio perché senza vincolo di retribuzione, anziché un contratto di lavoro, sfruttando così la disponibilità dei giovani e le loro difficoltà a trovare lavoro». Nello schema di decreto regionale vengono normatii tipi di tirocinio, che saranno quattro: "tirocini formativi e di orientamento" rivolti ai giovani di almeno 16 anni, entro 12 mesi dal conseguimento di un titolo di studio e della durata di 6 mesi; "tirocini di inserimento/reinserimento" destinati ai disoccupati, inoccupati e lavoratori in mobilità della durata massima di 12 mesi; "tirocini di orientamento e di inserimento per i disabili" della durata massima di 12 o 24 mesi; "tirocini estivi", della durata di tre mesi e riservati agli studenti. Ogni azienda non potrà attivare più di un tirocinio con la stessa persona e non deve aver licenziato nei 12 mesi precedenti. L' incontro tra domanda e offerta si effettuerà tramite un soggetto promotore che può essere un operatore pubblico o privato accreditato, un' istituzione scolastica, comunità terapeutiche, cooperative sociali e l' azienda che riceve il tirocinante. Verranno nominati due tutor: uno del soggetto promotoree uno del datore di lavoroe che sono responsabili dello svolgimento regolare del tirocinio, del progetto formativo e delle competenze acquisite dalla persona. Alla fine del periodo il tirocinante ha diritto di vedersi attestata e riportata sul proprio libretto formativo la professionalità acquisita. Unico punto di frizione tra Regione e sindacato, il numero di tirocini che ogni impresa potrà attivare contemporaneamente. «Si è data loro la possibilità di "largheggiare" nell' attivazione dei tirocini, perché - spiega Colombini - nel rapporto tra dipendenti e tirocinanti si conteggeranno tra i primi anche i titolari d' impresa, i lavoratori con contratti a termine e le collaborazioni non occasionali di almeno 12 mesi».

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