L'attività internazionale della CGIL Lombardia

Articolo per Zefiro, febbraio 2010

Perché una struttura che articola la sua attività su scala regionale dovrebbe sviluppare un'attività sindacale internazionale? Questa è la domanda da porsi per esplorare il campo di intervento del Dipartimento internazionale della CGIL Lombardia.
La ragione è molto articolata e la risposta non può essere semplificata. In questa fase e con questa crisi però alcune questioni risultano più evidenti.

Andiamo ancora oltre, approfondiamo e verifichiamo alcune cose:

Quante volte, in questi mesi, ci siamo trovati di fronte a processi di ristrutturazione e di aperta crisi occupazionale che sono legati ad una impresa multinazionale?

E' necessario osservare il quadro economico su scala internazionale oltre che locale per capire la crisi e interpretare l’evoluzione della situazione? Quanto potrebbero essere valorizzate le informazioni che si possono raccogliere nei processi di confronto in atto nei comitati aziendali europei?

Qualche giorno fa siamo stati contattati da un giornalista belga che sta facendo una inchiesta sulla crisi: è significativo che ci interpelli per fare un bilancio della situazione non su scala locale, bensì su scala euromeridionale. Interessa la situazione paese, ma contestualizzata nell’ambito di un insieme di stati, nel quadro di una macro-area geografica.

Oggi non è più possibile considerare totalmente fuori luogo le questioni transnazionali dall’attività del sindacato a livello locale. È sempre più importante lavorare a progetti e diffondere pratiche che introiettino nell’attività delle sindacaliste e dei sindacalisti elementi di informazione sul quadro sociale ed economico internazionale e sull'evoluzione delle politiche comunitarie in materie sociali e di lavoro.

Altrettanto importante è valutare il peso delle imprese multinazionali su un territorio e quanto il suo tessuto produttivo sia legato all’estero.

Per il sindacato è un elemento di rafforzamento strategico lavorare per rendere sempre più “normale” connettersi ai rappresentanti dei lavoratori di altri paesi, cercare programmi di lavoro comune con altri sindacati, sfruttare ogni opportunità per aumentare il livello di conoscenza reciproca e rendere più proficui i rapporti di collaborazione.

Questa prospettiva spiega l’importanza di consolidare un movimento sindacale europeo. Esiste infatti già da molti anni un livello sindacale che agisce nell’ambito del dialogo sociale europeo e tenta di coordinare l’attività delle centrali sindacali dei paesi dell’Unione Europea. È il ruolo della Confederazione Sindacale Europea. Su scala globale extraeuropea è invece l’ITUC,

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