la Repubblica, 25 marzo 2010

In un mese 11mila licenziati
la Lombardia è ancora in crisi
 

di ANDREA MONTANARI

A febbraio i licenziamenti in tutta la regione hanno superato e di molto quota diecimila: sono stati 11.243, il 15 per cento in più dello stesso periodo del 2009, quando la recessione cominciava a mordere. Lo dicono i dati della Cgil. Assieme all’impennata della disoccupazione c’è il crollo della produttività
 

Non si ferma l’emorragia di posti di lavoro in Lombardia provocata dalla crisi economica. A febbraio i licenziamenti in tutta la regione hanno superato e di molto quota diecimila: sono stati 11.243, il 15 per cento in più dello stesso periodo del 2009, quando la recessione aveva già cominciato a mordere. Lo dicono i dati della Cgil Lombardia aggiornati al 10 marzo: a ottenere i temporanei benefici della mobilità sono stati 3.953 mentre tutti gli altri, ossia più settemila, hanno completamente perso lavoro e stipendio.

Disoccupati tout court. Sono, rispettivamente, il 25 e il 16 per cento in più rispetto a dodici mesi fa. Nei primi due mesi dell’anno le ore di cassa integrazione in Lombardia sono state più di 58 milioni, e i lavoratori messi in cassa “a zero ore” sono saliti a 188.011, mentre si conferma il sorpasso delle richieste di cassa integrazione straordinaria rispetto a quella ordinaria. Segno evidente che le imprese continuano a non farcela e, anzi, mettono in conto che i dipendenti in esubero non rientreranno più in fabbrica.

Sempre più lunga la lista delle aziende in crisi, che continua a coinvolgere tutti i settori, in particolare il manifatturiero, e dappertutto. Da Cremona, dove le ore di cassa integrazione in un anno sono aumentate del 909 per cento, a Bergamo dove l’incremento è stato del 558. Da Milano, dove il tasso è cresciuto del 458 per cento, a Como dove l’impennata è stata del 409. Il comparto più colpito è stato sicuramente quello delle estrazioni minerali e metallifere, che tra il bimestre gennaiofebbraio 2009 e quello di quest’anno ha aumentato le ore di cassa integrazione di quasi il 2200 per cento. Poi il commercio, più 2.144 per cento, seguito dagli impianti per l’edilizia, più 807, e l’abbigliamento, più 342.

Assieme all’impennata della disoccupazione c’è il crollo della produttività: tra il 2008 e il 2009 la Lombardia ha perso 13 punti percentuali. Un quadro allarmante che, secondo il sindacato, conferma la necessità di un ripensamento del modello industriale lombardo e di un intervento pubblico che vada oltre il finanziamento della cassa integrazione in deroga. «Non basta garantire gli ammortizzatori spiega il segretario generale della Cgil Lombardia, Nino Baseotto In questo momento serve una moratoria di almeno sei mesi sui licenziamenti. La Regione deve convincere le imprese altrimenti si rischia non solo di peggiorare la situazione, ma di mettere a rischio la coesione sociale. Le aziende non possono far finta di sperare che, finita la buriana, tutto tornerà come prima. La Lombardia deve investire risorse non secondarie nel sostegno straordinario di innovazione e ricerca».

Ma il governatore Roberto Formigoni resta ottimista: «Anche se abbiamo alle spalle un periodo difficile di crisi ha commentato ieri il presente è nostro e il futuro può esserlo». Poi ha presentato un fondo di 10 milioni per aiutare le lavoratrici a conciliare lavoro e famiglia. E il candidato dell’Udc al Pirellone Savino Pezzotta aggiunge: «L’occupazione è il vero problema della Lombardia e del Paese».

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies