Cassintegrazione in scadenza Tempi duri per 500 aziende Sindacato chiede la proroga
2010-02-01
di ELEONORA MANTICA
— VARESE —
LA CRISI non allenta la morsa. Per oltre 500 aziende (circa la metà delle imprese che dall’anno scorso ad oggi hanno fatto richiesta di ammortizzatori sociali) della provincia di Varese tra marzo e giugno scadrà la cassa integrazione guadagni in deroga. Il dato arriva dalla Cgil di Varese che è molto preoccupata della situzione congiunturale. I responsabili del sindacato stanno dunque facendo il possibile per cercare di prorogare la cassa per altri 12 mesi. Una corsa contro il tempo per evitare la chiusura di altre aziende del Varesotto o una drastica riduzione del personale.
La situazione resta allarmante e non promette nulla di buono per tutto il 2010. Le richieste, soprattutto da parte delle piccole imprese, per poter usufruire degli ammortizzatori sociali continuano ad aumentare a dimostrazione che la crisi non è in fondo al tunnel.
NEGLI UFFICI della Camera del Lavoro di via Nino Bixio a Varese solo nell’ultimo mese sono arrivate più di 300 richieste. Un numero che la dice lunga sulla crisi occupazionale che ha messo in ginocchio il Varesotto dove tantissime aziende si trovano a fare i conti con vendite in stallo e bilanci che non tornano più. Nonostante qualche timido spiraglio che si era avvertito nell’ultimo periodo del 2009, la crisi in provincia di Varese continua a picchiare duro. E il peggio, secondo i rappresentanti sindacali, deve ancora venire. «La maggior parte delle richieste di cassa integrazione - spiega Gianmarco Martignoni della Segreteria della Cgil Varese – sono infatti a zero ore,
il che significa l’anticamera della chiusura». I dati parlano chiaro: 40mila lavoratori in cassa integrazione tra ordinaria, straordinaria e in deroga e 5mila dipendenti iscritti nelle liste di mobilità. E ancora, sempre secondo i dati forniti dai sindacati, sono 1452 le aziende della provincia di Varese coinvolte nella crisi, 800 delle quali si trovano nell’area di Busto Arsizio e Gallarate, cuore industriale della provincia. Alto anche il tasso di disoccupazione, tanto che il Varesotto detiene un primato negativo in Lombardia. E al di là dei numeri, bisogna tener conto che questi dati significano famiglie intere che non sanno non solo come arrivare alla fine del mese, ma addirittura come vivere giorno per giorno nell’arco di un mese e di un anno. E infatti si ingrossa la fila di coloro che vanno al banco alimentare e ai punti di solidarietà esistenti in provincia o a fare un pranzo o a ritirare una borsa di cibi con cui dar da mangiare all’intera famiglia. La provincia di Varese resta al primo posto a livello regionale e tra i primi in Italia anche per numero di ore di cassa integrazione richieste.
«MANCA una regia istituzionale contro la crisi – spiega Franco Stasi, segretario generale della Cgil Varese –. Abbiamo già chiesto al Governo di intervenire affinché raddoppi il periodo di cassa integrazione ordinaria portandolo da 52 settimane a 104. Bisogna evitare in tutti i modi i licenziamenti, prediligendo strumenti alternativi, come i contratti di solidarietà». È l’unico modo per evitare di mettere sulla strada tanti lavoratori, padri di famiglia, che non potranno ricollocarsi sia per l’età sia per la situazione gemnerale che non offre sbocchi di lavoro alternativo.