Corriere della Sera Milano, 2 aprile 2009

Sabato la manifestazione a Roma. In partenza da Milano 32mila persone

I sindacati: la tensione è alta. «Interventi subito, o sarà guerra tra poveri»
Poche risorse per la cassa integrazione in deroga. E la situazione occupazionale in marzo si aggrava

«La crisi può mettere in discussio­ne la coesione sociale sul territorio. Lanciamo un appello alle istituzioni e agli enti locali: è necessario interveni­re prima che la situazione precipiti. Andiamo avanti così e rischieremo la guerra tra poveri». Il monito è del se­gretario generale della Cgil Lombar­dia, Nino Baseotto. Il sindacato rosso ha presentato ieri le sue stime sulla dimensione della crisi a Milano. Nel­lo stesso tempo ha fatto il punto sul­la mobilitazione della Cgil regionale in vista della manifestazione di saba­to prossimo al Circo Massimo a Ro­ma. Da Milano partiranno sette treni straordinari e oltre 420 pullman. «Contiamo di portare a Roma oltre 32 mila persone», fa il punto Baseot­to. Una mobilitazione forte dovuta an­che ai timori legati alla crisi. «Solo nelle aziende da noi monitorate e se­guite, nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio i posti a rischio perché toc­cati da mobilità e cassa integrazione sono oltre 112 mila — fa il punto Ba­seotto —. In novembre avevamo sti­mato 250 mila posti persi alla fine del­la crisi. Si sta tristemente conferman­do la nostra previsione».

La Cgil manifesta preoccupazione riguardo alle risorse per la cassa in de­roga (destinata alle aziende con me­no di 15 dipendenti, ndr.). «Abbiamo a disposizione per la Lombardia un milione e mezzo di euro. I lavoratori che hanno e avranno bisogno della cassa in deroga sono 135 mila. Se que­ste stime sono giuste, le risorse fini­ranno nel giro di cinque mesi», avver­te Baseotto. Il sindacalista richiama anche l’attenzione sul rischio che la crisi incentivi il lavoro nero. «Le ispe­zioni di Inps, Inail, direzione provin­ciale del lavoro portano a rilevare ir­regolarità nel 67 per cento dei casi. Un dato in crescita che ci preoccupa molto», riflette Baseotto.

Secondo la Cgil la situazione nel mese di marzo è andata aggravando­si. «Nei posti di lavoro la preoccupa­zione è forte — racconta Baseotto —. Nelle numerose assemblee fatte nei luoghi di lavoro in questi mesi la cri­si è sempre stata il primo punto all’or­dine del giorno. Sono fermamente convinto che questa emergenza vada affrontata dal sindacato confederale in modo coeso. Pur senza negare la distanza che ci divide su altre questio­ni importante, a partire dall’accordo separato sui livelli della contrattazio­ne ». La Cgil ha concluso proprio in que­sti giorni il referendum tra i lavorato­ri sull’accordo firmato il 22 gennaio da Cisl e Uil. Secondo i dati diffusi dal sindacato, il 94,8 per cento degli ol­tre 683 mila votanti ha detto no all’ac­cordo. «Ci sarebbe piaciuto organiz­zare il referendum insieme con Cisl e Uil — ha concluso Baseotto —. Mi au­guro che, nonostante i profondi dis­sensi di oggi, si possa presto condivi­dere con gli altri confederali le regole relative alla rappresentanza».

 

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