Pd: che voti più gente possibile
L’ultimo appello da candidati
Bersani alla Marcia per il lavoro di Milano, Franceschini a Marzabotto, Marino a Regina Coeli. Vigilia delle primarie per i candidati leader del Pd: dopo il voto, un partito più forte e più unito, chiedono tutti.
Tutti d’accordo, l’appello è comune: che voti più gente possibile. Arriva da Pierluigi Bersani mentre sfila alla «Marcia per il lavoro» di Milano, lo ripete Dario Franceschini a Marzabotto, «se verrà tanta gente festeggerà il Pd, altrimenti festeggerebbe la destra», ed è anche l’augurio di Ignazio Marino, in visita al carcereromanoRegina Coeli: «I cittadini devonoindicare ilnomenuovo, è finito il tempoin cui le segreterie nominano il candidato». Per chiudere la campagna alla vigilia delle primarie che decideranno il leader del Pd, i tre candidati scelgono piazze diverse. Bersani è con i 50mila tra precari, disoccupati, dipendenti di aziende in crisi e pensionati arrivati a Milano da tutta la Lombardia per la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl, Arci e Acli a sostegno dell’occupazione, perchè «è il lavoro il problema numero uno degli italiani, e anche del partito che abbiamo in mente, un partito popolare che offra un’alternativa concreta di governo», dice.
Di lavoro parla anche Marino, che chiede vengano diminuite le tasse alle tredicesime, ai dipendenti e ai pensionati. Per passare poi al tema di cui si è più volte occupato, la giustizia. Non a caso è a Regina Coeli: «Qui la situazione è difficilissima: in questo momento ci sono 1007 persone con 850 posti».
COSTITUZIONE
Franceschini sceglie invece il comune sull’appennino bolognese,
il luogo della strage nazifascista del 1944 simbolo della Resistenza, per il suo discorso della vigilia, per poi fare un passaggio a Ferrara, la sua città, dove otto mesi fa aveva iniziato il suo percorso da segretario giurando sulla Costituzione, e dove ieri ha promesso che, se venisse confermato segretario, giurerà una seconda volta. Il suo è una sorta di discorso programmatico, quando dice che non cederà «a compromessi o piccoli calcoli », e quando, citando quel parroco di frontiera che fu don PrimoMazzolari, «noi non moriremo di prudenza- continua - vivremo del coraggio di cambiare tutto». Le primarie «saranno una prova di democrazia, e anche la dimostrazione che siamo più forti dei nostri errori». E se «la litigiosità è la grande delusione del nostro elettorato, questo deve essere il primo impegno: chiunque vincerà avrà il sostegno leale di tutti gli altri».
FATTI CONCRETI
«C’è bisogno di fatti concreti – riprende Bersani dalla Marcia per il lavoro - Deve finire l’impostazione del governo, che ipotizza la crisi psicologica e i cieli azzurri. La crisi c’è, le risposte devono essere serie ». Accanto a lui Rosy Bindi, perché «se oggi c’è una manifestazione sensata è questa: abbiamo un ministro dell’Economia che fa battute sul posto fisso, e intanto ogni giorno aumentano i disoccupati».
Tutt’intorno i lavoratori di un lungo elenco di aziende sull’orlo o nell’abisso della crisi. È anche per loro, chiude Bersani, che «bisogna votare in tanti: una grande spinta ad essere più forti e più uniti».v