la Repubblica - Milano, 25 settembre 2009

Settemila licenziamenti solo in settembre e in un anno cassa integrazione per 138 milioni di ore

In Lombardia 250mila senza lavoro"

Il Segretario CGIL Baseotto: il Pirellone deve fare di più

«Bisogna fare come negli Stati Uniti, dove si investe non malgrado la crisi, ma proprio perché c´è la crisi». Nino Baseotto, segretario regionale della Cgil, ha fatto parte di una delegazione del sindacato rosso negli Usa, qualche settimana, fa ed è rimasto colpito dalla mentalità degli imprenditori e delle istituzioni americane: «Parlo anche di aziende con meno di 15 dipendenti, che costruiscono un nuovo capannone e lo riempiono di macchinari per essere pronte quando arriverà la ripresa».
È questo l´atteggiamento da tenere anche in Italia, secondo la Cgil, perché i dati sulla crisi economica si fanno più angoscianti a ogni aggiornamento. La stima del sindacato è di una quota di senza lavoro, in Lombardia, di 200-250.000 persone, includendo cassa integrazione e mobilità. Solo per quest´ultima, i 7.114 licenziamenti maturati finora in settembre hanno portato il totale a 38.277 dall´inizio dell´anno, più 67% sui primi nove mesi del 2008. Per la Cgil è la conferma che «il ritorno dalle ferie estive ha visto l´uscita dal mercato di molte imprese». A Milano sono 60.000 i lavoratori che rischiano di trovarsi senza lavoro entro la fine dell´anno.
Siamo alla fine del ciclo. La cassa integrazione sta raggiungendo il limite delle 52 settimane (di qui, nuovamente, la richiesta sindacale di raddoppiarlo) e si trasforma in espulsione dei lavoratori. Più cassa di così, del resto, sembra difficile chiederne. Da gennaio ad agosto sono stati autorizzati in Lombardia 138 milioni e 751.735 ore di cassa ordinaria e straordinaria, più 465% sul 2008. Significa che la crisi colpisce tutti i comparti, anche se il settore metallurgico ha battuto ogni record con un più 2.083 per cento. A seguire la meccanica (più 951% e una quota di oltre la metà delle ore di cig), legno (più 800), chimica e lavorazione dei metalli (per entrambe 523). I dati sulla disoccupazione, inoltre, non considerano i precari, l´esercito di contratti e termine che ha pagato per primo la crisi con i mancati rinnovi.
Riassume Baseotto: «Si contrae la produzione (meno 11% nel secondo trimestre dell´anno) e l´uscita dalla crisi si calcola su un periodo medio-lungo. È necessario fare di più. La Regione, con la quale pure abbiamo stipulato l´accordo sulla cassa in deroga, deve istituire un tavolo che decida interventi di sostegno per aziende e dipendenti, guardando oltre gli ammortizzatori sociali». Poi va allentato il patto di stabilità, «per consentire ai Comuni di rimettere in moto le opere pubbliche». L´ultima riflessione di Baseotto è per i rapporti con Cisl e Uil: «Le divisioni ci sono in Lombardia come a Roma, ma insieme si è lavorato bene contro la crisi. Ora ci viene proposto di aprire una fase nuova. Siamo disponibili a rinnovare un percorso unitario di iniziativa e mobilitazione, ma ciascuno riprende la sua libertà d´azione».

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