L'Eco di Bergamo, 25 settembre 2009

È l'autunno più difficile per il lavoro bergamasco

Chiusa l’estate, si sta arrivando a quello che da molti viene pronosticato come un «autunno caldo» per il lavoro. Bergamo vi arriva fiaccata da una lunga crisi. Secondo gli ultimi dati, elaborati dalla Cgil regionale, nei primi nove mesi dell’anno sono state licenziate, con procedure collettive, 4.685 persone in provincia di Bergamo (contro le 3.479 dello stesso periodo del 2008): c’è stato un calo (da 1.761 a 1.555 persone) nelle aziende che hanno diritto ad accedere agli ammortizzatori sociali tradizionali e un raddoppio (da 1.718 a 3.130 persone) in quelle che non hanno diritto ad accedere agli ammortizzatori tradizionali e che occupano meno di 15 dipendenti, o meno di 50 se nel turismo e commercio.

Le difficoltà sul piano occupazionale mostrano però finora una sostanziale tenuta a fronte di una ben peggiore situazione sul piano produttivo che non fa ben sperare nell’autunno, nonostante qualche timido segnale di ripresa. L’ultima indagine congiunturale mostrava a fine giugno livelli di produzione in provincia di Bergamo ben inferiori al 2000 e un tasso di utilizzo degli impianti sceso sotto il 60%. E con il secondo trimestre di quest’anno si è anche arrivati al sesto consecutivo di calo della produzione industriale bergamasca, con una caduta su base annua del 12%, trainata al ribasso in particolare dalla metalmeccanica e del tessile.

Proprio su questi due settori la situazione sul piano occupazionale è particolarmente delicata. Sia nel tessile sia nella metalmeccanica è già ampiamente diffuso il ricorso ad ammortizzatori sociali. Considerando tutti i settori, nei primi otto mesi dell’anno le ore autorizzate di cassa integrazione in provincia di Bergamo sono triplicate, da poco più di 3 milioni a oltre 12 milioni e mezzo di ore.

Mitiga solo parzialmente l’effetto la considerazione che non tutte le ore concesse sono effettivamente svolte. Piuttosto va osservato che molte aziende sono già passate dal ricorso alla cassa integrazione ordinaria, tipicamente legata ad eventi congiunturali temporanei, a quella straordinaria.

Soltanto nell’ultimo trimestre di quest’anno sono circa 1.

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