la Repubblica Milano, 24 dicembre 2009

La Cgil: già 52mila licenziamenti, siamo sull'orlo del baratro
"Crisi, in arrivo la fase peggiore"

Lucia Landoni
 

Il 2009 si concluderà in Lombardia con 52mila licenziati ufficiali (esclusi quindi tutti quelli che sfuggono alle statistiche), 19mila dei quali nelle liste di mobilità e 32mila in indennità di disoccupazione. È il bilancio annuale tracciato da Cgil Lombardia. «Chi ha promesso un´uscita veloce dalla crisi è stato clamorosamente smentito dai fatti - sottolinea Nino Baseotto, segretario regionale della rappresentanza lombarda del sindacato - non siamo alla fine del tunnel, anzi potremmo dire che gran parte del mondo del lavoro si trova sull´orlo del baratro e gli strumenti tradizionali non bastano più».
Uno dei dati più preoccupanti è infatti il massiccio ricorso alla cassa in deroga, riservata alle imprese e ai lavoratori che non hanno accesso alle misure della cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Oggi si avvalgono della cassa in deroga 11mila imprese e 84mila lavoratori. «E altre 3mila aziende hanno fatto domanda per ottenerla - continua Baseotto - il che significa circa 25mila dipendenti a rischio. La fase peggiore della crisi sta per arrivare». Proprio nelle settimane scorse, ad esempio, la Abb-Sace di Dalmine ha dichiarato 248 esuberi, mentre i 300 dipendenti del call center Phonomedia di Monza sono senza stipendio da tre mesi e in sciopero a oltranza per evitare il licenziamento.
«È necessaria una riforma generale degli ammortizzatori sociali, che comunque restano dei cerotti usati per coprire le ferite - spiega Maurizio Laini, componente della segreteria lombarda della Cgil - . Per curare la malattia, la Regione deve aprire il tavolo promesso qualche tempo fa dal presidente Formigoni per discutere di politiche industriali, incentivi all´innovazione e stanziamenti per le infrastrutture». I vertici lombardi del sindacato non nascondono la preoccupazione per il 2010 alle porte: «Fino a quando lo strumento della cassa in deroga, adottato dallo scorso maggio con ottimi risultati, sarà in grado di ovviare al vuoto di politica industriale dell´attuale governo e della Regione?» si domanda Baseotto.
Il Pirellone respinge al mittente le accuse tramite il vicepresidente del consiglio regionale e assessore al Lavoro Gianni Rossoni: «Sino ad oggi il percorso decisionale sugli strumenti anticrisi da mettere in campo ha visto la partecipazione di tutte le parti sociali, Cgil compresa, e la relativa condivisione unanime».
E mentre Giacinto Botti, della segreteria del sindacato, sottolinea come «stiamo assistendo alla silenziosa chiusura di moltissime aziende», Rossoni ribadisce che «tutte le emergenze venute a galla fin qui sono state affrontate con grande senso di responsabilità e verso tutte abbiamo saputo fare fronte. Mi pare che sino ad oggi nessuno sia stato lasciato per strada».
Intanto il Fondo famiglia-lavoro della Diocesi di Milano, istituito un anno fa dal cardinale Dionigi Tettamanzi per aiutare i disoccupati, ha raccolto sei milioni e mezzo di euro, cinque dei quali già distribuiti ai capifamiglia rimasti senza un´occupazione.(24 dicembre 2009)

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