Formigoni: sono le liste d'attesa il punto critico della nostra sanità

Repubblica — 14 novembre 2009 pagina 2 sezione: MILANO

ROBERTO Formigoni contro le liste di attesa nella sanità lombarda. «Sono l'unico punto critico del nostro modello sanitario - ammette il governatore - ma non tutte le Asl stanno rispondendo come dovrebbero. Soprattutto in alcune specialità come quelle relative alla cure oncologiche. La situazione è migliorata, ma si può fare di più». Poche parole che suonano come una stoccata all'assessore regionale alla Sanità della Lega Luciano Bresciani. Formigoni, infatti, è reduce dall'inaugurazione della nuova struttura di radioterapia dell'ospedale di Saronno. Parla di sanità in occasione della presentazione del Forum mondiale delle Regioni, una sorta di Onu delle 15 regioni più importanti del mondo, che si riuniranno da giovedìa sabato ospiti del Pirellone per discutere e confrontarsi su sanità, ambiente e capitale umano mettere in rete dati e progetti. Per il resto, secondo il governatore, «nel modello della sanità lombarda»,a quindici anni dalla sua nascita «non c'è nulla da correggere». Anzi. Formigoni è orgoglioso di constatare come a tanti anni di distanza «il presidente americano Barack Obamae io, pur partendo da presupposti opposti, siamo arrivati alla stessa riforma. Lui partendo da un sistema sanitario tutto privato che si sta aprendo al pubblico e la Lombardia da un modello tutto pubblico che si è esteso ai privati». Dalla direzione generale della sanità, ammettono che il problema della lunghezza delle liste di attesa sarà al primo posto anche del piano del 2010. Ma aggiungono anche che molto lavoro è già stato fatto. «Stiamo potenziando i punti di radioterapia. Per evitare che i pazienti siano costretti a spostarsi da una città all'altra. Nel settore dell'oculistica la media per una visita medica non supera i trenta giorni, ma certo se uno pretende di farsi visitare al Policlinico o a Niguarda aspetta qualche giorno in più. Vale lo stesso discorso per le mammografie. La media è di venti giorni, ma si allunga se si prenota l'esame alla Mangiagalli o all'Istituto dei Tumori. Per un esame urologico, invece, i tempi di attesa sono al massimo di 45 giorni. Stesso discorso per la traumatologia. Ma stiamo parlando solo di prestazioni ordinarie. Se il medico richiede l'urgenza, in 72 ore chiunque può ottenere di fare qualsiasi esame». Di diverso avviso i sindacati. «Le liste di attesa sono in qualche modo figlie del disegno della sanità lombarda - spiega Elena Lattuada della Cgil Lombardia- . In questi quindici anni sono state fatte scelte che hanno privilegiato alcune aziende ospedaliere e abbandonato il territorio. Questo succede quando si orientano tutte le risorse solo verso l'eccellenza ospedaliera. È chiaro che qualche pezzo si perde per strada. In questa regione, ad esempio, si è fatto il contrario del Veneto, una regione anch'essa amministrata dal centrodestra». Più prudente il responsabile sanità della Uil, Emilio Didonè: «Il tema delle liste di attesa è molto delicato - precisa - non possiamo non ammettere che questo fenomeno dipende anche dal fatto che a Milano c'è la migliore sanità d'Italia ed è chiaro che tutti vogliono farsi curare qui. Certo bisognerebbe investire di più sul personale per far funzionare per più ore i macchinari». 

ANDREA MONTANARI

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