Rivolta al call center, manager assediato

L’allarme Cgil: da gennaio già 15mila licenziati in Lombardia

la Repubblica, giovedì, 02 aprile 2009
 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stato un annuncio in bacheca che informava di un nuovo ritardo. Gli stipendi di febbraio, che sarebbero dovuti essere accreditati sui conti dei dipendenti entro il 5 marzo, non sarebbero stati pagati nemmeno entro la fine del mese. Così, a ventiquattrore dal sequestro a Parigi di Francois-Henri Pinault, il re del lusso tenuto in ostaggio per un’ora da parte dai manifestanti francesi, ieri è toccato al primo manager italiano, Fernando Ruzza, amministratore delegato della Omnia Network, società di call center con clienti di primo piano nelle telecomunicazioni, parte di un gruppo che ha sedi anche a Corsico e in tutta Italia con circa 3.00 dipendenti.

Alle 9 di mattina i dipendenti della sede di via Breda hanno indetto un’assemblea spontanea e poi si sono riuniti in un’assemblea in cortile, costringendo all’interno per un’ora l’amministratore delegato finché questo non è sceso a parlare con loro. «Non è il primo episodio di slittamento nei pagamenti - dicono i lavoratori - Nei mesi scorsi erano intorno ai due o tre giorni, ma a dicembre le tredicesime sono state pagate a gennaio inoltrato, mentre l’azienda si era impegnata a saldare gli stipendi di febbraio entro il 31 marzo, dopo diversi slittamenti». Oggi l’ennesimo rinvio, ed è scattata la protesta. Quando l’amministratore delegato è sceso dal suo ufficio per convincerli a rientrare, i dipendenti lo hanno accerchiato per avere certezze sui pagamenti. «Pretendiamo delle risposte - spiega Silvana Tranquillo, delegata della Rsu-Cub - oggi la protesta è stata spontanea, ma continueremo con lo stato di agitazione». I sindacati hanno deciso di aderire allo sciopero nazionale del gruppo fissato per domani. «Gli stipendi verranno pagati in queste ore - dice Fernando Ruzza, amministratore delegato di Omnia Service - Abbiamo registrato in queste ore l’ingresso di nuovi soci che garantiranno non solo il pagamento degli stipendi ma anche investimenti per il futuro. Finora abbiamo avuto grosse difficoltà ad accedere al credito, perché anche le banche risentono del periodo non buono dell’economia».

E un nuovo allarme viene lanciato dalla Cgil sugli effetti della crisi economica in Lombardia. Nel prossimo biennio, secondo il segretario generale lombardo Nino Baseotto, sono a rischio 300mila posti di lavoro, di cui ne sono già stati persi quasi 15mila già nei primi due mesi di quest’anno. Il prodotto interno di quella che una volta era la locomotiva d’Italia quest’anno dovrebbe scendere tra il 3,5 e il 4,5 per cento. E la crescita del ricorso alla cassa integrazione potrebbe arrivare al 700/800 per cento. Dati che diventano particolarmente drammatici se riferiti allo stato delle piccole aziende. «Non abbiamo il piacere del peggio - ha spiegato Baseotto - ma siamo molto preoccupati per gli effetti di una crisi che finora il governo ha sottovalutato».
 

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